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Recensione libro: The Decade That Rocked

Di Stefano Ricetti - 25 Gennaio 2022 - 9:12
Recensione libro: The Decade That Rocked

THE DECADE THAT ROCKED

Collana: MUSICA

Pagine: 376

Ean13: 9788827602409

49.00 Euro

Editore: IL CASTELLO

 

Ci sono tanti modi per raccontare l’epopea del Metallo. Mark Weiss, fotografo statunitense di lungo corso e  paraculo quanto basta (in senso buono, of course), ha deciso tempo fa di mettere a terra tutti i cavalli dei quali disponeva la sua macchina fotografica all’interno del libro The Decade That Rocked.

Weissguy”, così si faceva chiamare, iniziò la propria carriera alla fine degli anni Settanta, nel più classico dei modi: scattando fotografie de sfroos (di frodo) ai concerti, per poi rivenderle, ovviamente in nero, ai fan adoranti. In quegli anni era un buon modo per tirar su qualche dollaro, dal momento che le immagini dei propri beniamini erano merce rarissima e le riviste a tema ancora meno. Anche in Italia per un certo periodo alcuni scribacchini si cimentarono nella vendita delle proprie fotografie scattate ai concerti, attività poi cessata nel momento in cui la richiesta venne a mancare per via della proliferazione delle varie testate specializzate che, cavalcando la voglia di Metallo dell’epoca, piazzavano foto a più non posso a corredo dei vari articoli. Tornando a Weiss, nel ’77 venne arrestato al Madison Square Garden di New York per aver, senza permesso, immortalato i Kiss (Da sempre personaggi molto attaccati al vil denaro) e rivenduto i vari scatti. Una notte in gattabuia comunque non riuscì a spegnere l’ardore di Mark, peculiarità che lo accompagnerà per tutta la carriera, consentendogli di entrare in sintonia con i vari artisti, che in lui hanno sempre riconosciuto una passione infinita per l’hard e l’heavy.

Deciso e senza dubbio talentuoso, da quel momento fece decollare la propria carriera non appena la rivista Circus pubblicò alcuni suoi scatti agli Aerosmith. Intraprendente, iniziò a farsi amici manager, promoter, maneggioni e musicisti divenendo in breve tempo uno dei riferimenti della scena Usa. Sua la foto di Dee Snider sulla copertina di Stay Hungry dei Twisted Sister e sempre sua l’immagine utilizzata dai Bon Jovi per Slippery When Wet, solo per enumerarne due.

Weiss, ormai lanciato, cavalcò la tigre e fece bene, iniziando a frequentare assiduamente le band lungo i vari tour, catturando scene di vita, aneddoti e soprattutto un numero impressionante di scatti. Dotato di tecnica, acume e fantasia finì per far parte del music biz e in qualche modo impersonò colui il quale forniva le immagini significative di un intero movimento, che stava vivendo il suo massimo fermento emotivo e commerciale.

Dentro The Decade That Rocked, un libro che costituisce un vero e proprio colpo di reni da parte della casa editrice Il Castello, viste le dimensioni, l’imponenza e il peso (22 x 30,5 centimetri per 2 chili e 300 grammi) c’è il meglio della sua sterminata collezione di fotografie. A corredo delle stesse, suddivisa per annate, partendo dal 1980 e arrivando sino al 1990, vi è una parte di testo atta a inquadrare il momento storico ma soprattutto a raccogliere i ricordi di Weiss (compreso il suo matrimonio), a cura di Richard Bienstock con il contributo di Daniel Siwek, il tutto tradotto in lingua italiana da parte di Joe Sixx.

La parte del leone la fanno gli scatti di Ozzy Osbourne, Motley Crue, Van Halen, Bon Jovi, Twisted Sister e risulta pressoché impossibile stilare una ipotetica classifica di merito lungo le 376 pagine dal momento che Mark propone formidabili immagini dal vivo, in posa, a colori e in bianco e nero comprese alcune foto di vita vissuta scattate all’insaputa dell’artista. In alcuni casi, poi, la pagina posta alla destra del volume, normalmente piegata su se stessa, si apre raggiungendo la grandezza di un poster. Le foto sono una più bella dell’altra, a livello personale lo zenit viene raggiunto da uno scatto di Bon Jovi a cavallo di un’Harley Davidson nel bel mezzo della natura selvaggia dello Utah. A seguire i Savatage a Times Square, i Krokus del periodo Headhunter e i Black Sabbath con il grande Ray Gillen [RIP].

Ma, come sempre, si tratta di gusti. Fra Moscow Music Peace Festival, Hear’N’Aid, Heavy Metal Day allo US Festival 1983 e scatti assortiti ai vari W.A.S.P. , Judas Priest, Iron Maiden, Metallica, Ac/Dc, Aerosmith, Dokken, Lita Ford, Guns N’ Roses, Poison, Megadeth, Deep Purple, Whitesnake, Kiss, Alice Cooper, Ted Nugent, Eric Clapton, Peter Frampton, Led Zeppelin, White Tiger, Cheap Trick, Blue Oyster Cult, Joan Jett, Blondie, Foghat, Ramones, Journey, Rolling Stones, Rainbow, Thor, Def Leppard, Motorhead, Dio, Ufo, The Clash, Billy Idol, Scorpions, Quiet Riot, Y&T, Ratt, Queensryche, Madam X, King Cobra, D’Molls, Raven, Cinderella, Sebastian Bach, Yngwie Malmsteen, Slayer, White Lion, Faster Pussycat, Tesla, Doro, Anthrax, L.A. Guns, Danzig, Kingdom Come, Overkill, Skid Row, Kix, Enuff Z’ Nuff, Great White, Badlands, Tuff, Slaughter, Vixen, Michael Monroe, Warrant, Elton John è durissima stilare dei giudizi oggettivi. Grandi assenti: Venom, Saxon, Manowar, Riot, Europe, Exodus, Accept. Prefazione a cura di Rob Halford, con incisi di Nikki Sixx e Dee Snider. Postfazione di Eddie Trunk.

The Decade That Rocked possiede le stimmate dell’opera senza tempo. Il classico libro da tenere sempre a portata di mano, per una piacevole sfogliata o anche solo per mostrare a chiunque lo chiedesse come fossero colorati gli anni Ottanta hard’n’heavy, un periodo formidabile che non tornerà mai più ma che vivrà in eterno anche grazie agli scatti di Mark Weiss.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti