Black

Recensione libro: Venom – Metallo Nero [1979-1982]

Di Stefano Ricetti - 6 Aprile 2015 - 12:30
Recensione libro: Venom – Metallo Nero [1979-1982]

 

VENOM

Metallo Nero – 1979-1982

di Andrea Valentini

Gli Uragani 21

224 pagine – 16×23

ISBN 978-88-96131-72-5

€ 19

 

 

Venom: una band che da sempre divide in due le schiere degli aficionados dell’Acciaio fatto musica.

Troppo caciaroni, casinisti, distorti, dall’immagine forzatamente oltre le righe e dalla dubbia credibilità, rappresentati da dischi prodotti malissimo. Una sorta di buffoni: questa la visione di una quota parte di  metallari legati agli stilemi classici, nel momento in cui iniziarono raccogliere consensi i Nostri.

Viceversa iniziatori del Black Metal, diabolici, luciferini e fottutamente arrapanti per le schiere di fan che cercavano qualcosa che andasse oltre gli affermati Black Sabbath, Judas Priest e Motorhead e che fosse in grado di travalicare  anche le – allora – nuove leve dell’heavy rock britannico: i durissimi Saxon, i fenomeni Iron Maiden, i concittadini Raven e in generale tutte le altre band di stampo oltranzista appartenenti alla Nwobhm.            

I Cavalieri del Metallo Nero fondarono il loro progetto artistico in quel di Newcastle Upon Tyne alla fine degli anni Settanta, zona famosa per i cantieri navali e le miniere di carbone, non propriamente un sito per soli Lord, all’interno di un periodo storico segnato da disoccupazione, crisi economica e scioperi. Dal 1979 al 1982 misero a ferro e fuoco l’Inghilterra musicale forieri di un’immagine fortissima, facendo uscire dischi dalla resa sonora cessofonica (per taluni) e un messaggio destabilizzante, sempre e comunque votato all’eccesso. Welcome to Hell (1981) e Black Metal (1982), due album oggi considerati straclassici e imprescindibili nell’epopea della guerra dei watt. Ellepì che fecero scuola, letteralmente, capaci di aprire un’inedita via all’heavy metal e di fatto creando i presupposti per un intero nuovo movimento, che fece poi  proseliti in tutto il mondo.

Andrea Valentini, autore di VENOM, Metallo Nero – 1979-1982, libro di 224 pagine recentemente uscito per Tsunami Edizioni li definisce satanici, incontenibili, malvagi, mitologici, pacchiani, cialtroni, sbruffoni, ruspanti, grezzi, selvaggi e inarrestabili: per molti, Cronos (basso e voce), Abaddon (batteria) e Mantas (chitarra) sono stati tutto questo. Ma hanno soprattutto dato vita a una leggenda, tanto che l’impronta dei loro dischi Welcome To Hell e Black Metal, così come della loro estetica eccessiva a base di cuoio, borchie e catene, è ormai parte integrante del DNA del metal. La storia dei primi anni dei Venom è un gigantesco calderone di contraddizioni, versioni divergenti e pura epica heavy. In pratica, la materia con cui si forgiano i racconti più affascinanti, quelli che ti cambiano la vita. E i Venom hanno rivoluzionato la vita di molti.

Parole Sante – si fa per dire… – quelle spese dall’autore nei confronti di Cronos (Bulldozer bass and vocals), Mantas (Chainsaw guitar drives) e Abaddon (Drums and nuclear warhead), secondo una delle autodefinizioni più amate dagli stessi Venom. Va dato atto a Valentini, che si proclama fan del combo di Newcastle, di aver realizzato un prodotto equilibrato, grazie a un sapiente utilizzo dell’ironia – e autoironia – frammisto a una terminologia killer-enfatica particolarmente adatta a dipingere le gesta dei tre Maestri del massacro musicale contenuto in Welcome to Hell e Black Metal abbracciando un periodo temporale della durata di quattro anni. Un atteggiamento lontano da quello trombonistico – ancora molto in voga – ha fatto il resto, licenziando un libro accattivante, molto curato e con refusi al minimo. Nel momento in cui l’autore non ha potuto contare su informazioni di prima mano, si è adoperato per raccogliere quante più testimonianze ufficiali fossero disponibili, riuscendo nell’impresa, per nulla semplice quando vi sono di mezzo i Venom, di dipingere a più voci una storia dalle diverse e spesso opposte angolature. Il veleno fra i tre ex componenti e le auto smentite clamorose a distanza di anni hanno contribuito poi a rendere ancor più oscuri quei momenti. Il volume consta anche di molte foto in bianco e nero, numerosi pareri di addetti ai lavori e un’appendice tecnica finale. A rendere ancora più stuzzicante il tutto le ultime pagine riportano interessanti interviste esclusive riguardo l’universo Venom da parte dello storico batterista Abaddon, seguito da Tony “Demolition Man” Dolan, Malcolm Dome, Jean-Yves Thériault (Voivod), Varg Vikernes (Burzum), Paul Evans (Warfare), AC Wild e Andy Panigada (Bulldozer), Matt Harvey (Exhumed), Peso (Necrodeath), Alberto Penzin (Schizo) e Jim Clare.      

       

La nostra musica è Power Metal, Venom Metal, Black Metal… non Heavy Metal, che è roba per femminucce. Cronos (Venom)

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti  

 

 

Venom copertina

 

VENOM AXE