Live Report – Motörhead a Ljubljana (Slovenia)

Di Daniele Peluso - 13 Dicembre 2012 - 10:00
Live Report – Motörhead a Ljubljana (Slovenia)

A poco più di un’ora dal confine italiano, Ljubljana, capitale della vicina repubblica slovena, si prepara ad accogliere uno dei protagonisti indiscussi del rock degli ultimi trent’anni. Il “The Wörld Is Yours Tour” è pronto a mettere a soqquadro il tempio dell’Hockey sloveno assieme a tutti i numerosi astanti.
Tra manifesti sportivi risalenti all’epoca yugoslava e le sagome del Roadie dell’Olimpija buone per le foto ricordo, uno sciamare disordinato di capelloni inizia ad occupare ogni centimetro quadrato dell’ Hala Tivoli. Su tutto e tutti domina il bianco Snaggletooth del genio statunitense Petagno: leggenda. Sarà pure suggestione, mi ripeto, ma sul campo di gioco di un palazzetto dedicato all’hockey ghiaccio, qualche brivido gelato sale dai polpacci fino alle ginocchia. Tempo di prendere posto e via, venghino siore e siori, che si aprino le danze!
“I Know How To Die”, e i dolori alle vertebre cervicali iniziano a far capolino. Nel corso degli anni mi son convinto che Lemmy quando parla alla folla sembra un vecchio. Quanto canta, invece, assomiglia ad un dio dell’Heavy Metal dispensatore generoso ed instancabile del sacro verbo. Idolo. Assoluto. La voce roca e graffiante non mostra il minimo segno di cedimento quasi a volersi far beffa dello trascorrere del tempo. Overdose di decibel, testosterone e whiskey. Puledre raggianti vengono cavalcate da indomiti corpulenti stalloni al ritmo di una indemoniata “You Better Run”. C’è chi si abbandona a tenere effusioni, chi già alla prima canzone è ubriaco da far spavento, chi fotografa un emulo di Butthead dalla maglietta blu cobalto mentre si scapicolla in tarantolata frenesia. Anche Phil ci mette del suo, concedendo al pubblico un assolo al buio con chitarra illuminata da luce verde acido tipo pesca notturna nel Po. Effetto economico ma d’impatto che prosegue anche per la seguente “The Chase Is Better Than The Catch”. Aggiudicato.
I Motörhead sono famosi per il contagioso variare della proposta musicale, questo si sa. Ma ai fan della band britannica poco importa, ed è giusto così. Cambia il rullo di Mikkey, non cambia il copione. La gente  ritorna di diritto in visibilio alle prime note dopo il forzato pitt-stop. Cosa chiedere di più? Suoni corposi e tutto sommato ben bilanciati, visuale più che decente anche da distanze considerevoli, birra fresca a poco più di quattro euro al litro.

Santo trigger. Un assolo frugale di batteria diviene miele nelle gole avide degli astanti. Elettronica o no, vince mister Dee. Uno stangone di tre metri e mezzo, con i capelli palesemente acconciati alla Pietro Maso si lancia tra la folla in preda ad un delirio che ha un che di mistico. Coinvolgente. Corrosiva come acido muriatico la voce di Lemmy sciorina un “Killed By Death” da far saltare a carte quarant’otto l’Hala Tivoli. Bacchette Vic Firth volano dalla batteria come sputnik incontrollati mentre attacca un “Ace Of Spades” che spacca orecchie, culi ed ossa. Tutti, indistintamente, cantano in un delirio metallico di massa. Fanculo, penso mentre mi unisco metaforicamente all’arena ruggente: We Are Motörhead!
Vecchi cani bastardi, fottutamente attuali, giovani, energetici: alla faccia di centinaia di nuove proposte taglieggiate da network e reality. Qui c’è un reality a portata di tutti, a 45,50€. Non molto economico, certo, ma al costo di un qualsiasi week end in una qualsiasi città medio grande abbiamo la possibilità di ammirare una delle ultime icone del rock ancora in vita. Coraggiosi Motörhead: senza nessun gruppo di supporto accendono la miccia del palazzetto stracolmo, lo fanno esplodere, e se ne vanno lasciando attorno un mare di lattine di birra a buon mercato, fiasche di Jägermeister e pacchetti di sigarette vuoti.


“Non dimenticateci, siamo i Motörhead e suoniamo rock’n’roll.” Ma come vuoi/puoi minimamente dimenticare, Lemmy? Sto aspettando solamente che mio figlio di due anni si regga in piedi a sufficienza per sgomitare sotto quel cazzo di palco. We Are Motörhead: Everything louder than everyone else!
I meno dieci gradi di Ljubljana si fanno sentire, non tanto per la temperatura di per se stessa, quanto per il fondo completamente ghiacciato fuori dall’arena. All’uscita, sparati fuori dal palazzetto come un tappo di spumante a capodanno, dopo una ventina di passi le scarpe da basket possono ben poco contro la lastra infame. Si sbatte, ci si rialza bestemmiando ma con il sorriso. “Devi lodare il ghiaccio quando è passato e la birra quando è stata bevuta”. Questo dicono i saggi. Superato il ghiaccio, quindi, davanti non resta che l’ennesima birra gelata.
Il mondo è nostro. Il mondo è vostro.
Basta crederci.
 

 

Set list:

I Know How to Die
Damage Case
Stay Clean
Metropolis
Over the Top
The Chase Is Better Than the Catch
Rock It
You Better Run
The One to Sing the Blues
Going to Brazil
Killed by Death
Ace of Spades
Encore:
Are You Ready
Overkill