“10 ragioni per iniziare a suonare e 1000 per smettere” – Quinta puntata
Puntuale, ecco il quinto capitolo della rubrica. La quarta parte è disponibile qui.
5 – Le Supercategorie
Ancora una volta un titolo mendace, ingannatore, fuorviante: a qualcuno potrebbe venir in mente che si stia per parlare di individui appartenenti ad una elite dotata di chissà quali superpoteri. Tipo un gruppo di super chitarristi in grado di suonare col pensiero o dei batteristi in grado di non rompere i coglioni al prossimo. E invece se avete letto l’introduzione avrete capito che si tratta di tutt’altro: si parlerà di quegli orientamenti (già definiti “filosofici”) che possono appartenere a chiunque faccia musica.
Anche qui, la cosa migliore è rifarsi ad un approccio tassonomico che non abbia pretese di esaustività.
- Supercategoria 1: L’assenteista
Trattasi di una vera e propria piaga sociale. Si manifesta con assenze sistematiche seguite da scuse palesemente etichettabili come sporche menzogne. “Mi fa male la testa”, “Ho una cena con una mia zia”, “Devo lavorare anche dopo cena” sono tutte frasi altamente sospette. Ma anche le ben più subdole scusanti del tipo “Mi devo alzare presto per accompagnare mia madre all’ospedale” o “Mia nonna è sola le volevo farle compagnia” sono classici campanelli di allarme. Queste ultime deplorevoli bassezze si caratterizzano per l’appoggiarsi a figure più deboli come, appunto, nonne e madri.
L’assenteista presenta spesso la così detta sindrome della “digitazione pigra”. Questo significa che non sarà mai lui a telefonare per sapere se si suona o meno: se non sentirà nessuno allora vorrà dire che non si suona. Frasi di legittima lamentela come “Cazzo ma suoniamo da 20 anni sempre lo stesso giorno!” non varranno nulla a cospetto di un assenteista affetto da digitazione pigra.
I profili solitamente più soggetti all’assenteismo sono i cantanti di tipo A. Quelli di tipo B purtroppo ne sono immuni. Anche i bassisti, che sappiamo essere fisiologicamente stanchi, sono piuttosto inclini a fare sega.
- Supercategoria 2: Il menefreghista
Altra piaga sociale, meno destabilizzante di quella vista in precedenza, ma comunque molesta.
Si manifesta più che con frasi, con atteggiamenti passivi: mutismo in fase compositiva, impatto zero in missioni operative e organizzative (spedizioni, telefonate ai locali, etc…).
Il menefreghista non si capisce perché mai stia ancora suonando in questo cazzo di gruppo. Non gliene frega niente, è palese, eppure continua. Invero, ad un’analisi più attenta, si capisce che il menefreghista è quello che potrebbe avere il massimo in termini di rendimento. Infatti lui si sforza talmente poco, che il rapporto tra quanto ottiene e quanto dà schizza alle stelle. Tipiche figure appartenenti a questa superclasse sono i chitarristi ombra e i bassisti tarocco.
Il menefreghista può essere (e spesso è) anche un assenteista (e viceversa).
- Supercategoria 3: L’organizzatore
Questa è una supercategoria diametralmente opposta a quella appena descritta. Chi vi appartiene pianifica tutto, sempre, anche quando non c’è un cazzo da pianificare. Non è detto che ci riesca, ma prova a razionalizzare tutti i flussi di lavoro. Finisce molte volte col fare del lavoro inutile. E’ spesso un chitarrista di tipo creativo o un batterista. E’ comunque una figura destinata allo struggimento perenne.
- Supercategoria 4: L’eroe romantico
Il suo motto è: “Non lo faccio per soldi”. Lui suonerebbe gratis anche in culo al mondo, l’importante è che la sua musica si diffonda a macchia d’olio. Non guarda mai il portafogli, guarda al mantenimento di quella tensione eroica verso l’infinito. La sua autostima si gonfia a vista d’occhio quando si autopercepisce come “musicista”. La sua ossessione è “riuscire a non finire a fare l’impiegato in banca”, e questo lo porta spesso a gettarsi in tematiche organizzative. E in quel caso la supercategoria 4 si può sovrapporre alla 3.
L’eroe romantico soffre come un cane, si strugge, si logora. E’ spesso un chitarrista creativo, un cantante Tipo A, un batterista.
- Supercategoria 5: Il cavaliere del lavoro
Il suo motto è: “Lo faccio per soldi”. Lui suonerebbe anche in garage tutta la vita, l’importante è che lo paghino. Guarda sempre il portafogli, la tensione eroica lui l’avverte verso la remunerazione crescente. La sua autostima viene dopo il flusso di denaro che gli passa per le mani. E’ evidente a tutti che ha sbagliato lavoro, ma andateglielo a spiegare voi. Non ha visione strategica, “suonare gratis” è per lui un ossimoro. E infatti, il più delle volte, rimane a suonare in garage, ovviamente senza vedere denaro alcuno.
Tutti possono ricadere nella trappola del cavalierato del lavoro, ma difficilmente questo accade a un chitarrista creativo o a un cantante Tipo A. Profili particolarmente inclini sono invece il bassista (forse perché per vincere la sua spossatezza cronica questi ha bisogno di uno stimolo monetario) e il batterista (“Cazzo dopo che monto/smonto/rimonto tutta sta roba manco i soldi per un caffè?”)
- Supercategoria 6: cover man
Chi appartiene a questo supergruppo non ha velleità creative di sorta, vuole solo riproporre pezzi altrui più o meno fedelmente. Tipiche figure appartenenti a questa supercategoria sono i chitarristi ultravirtuosi e i chitarristi smanettoni. Il chitarrista creativo aborra questo approccio mentale, mentre il cantante Tipo A, pur di sentirsi rock star, è disposto a cedere in questa direzione.
Occorre segnalare che, nei casi più estremi, i cover men approdano a forme maniacali di emulazione, arrivando a spendere cifre impensabili per eguagliare la strumentazione dell’originale (in questo caso si passa alla supercategoria degli emuli, appunto).
Infine, per completezza, è bene segnalare che spesso la supercategoria dei Cavalieri del Lavoro si riversa avidamente in quella dei cover men.
- Supercategoria 7: emulo
Attenzione a non confondere l’emulo col cover man. L’emulo può essere consapevole o meno della sua situazione. Nel primo caso egli è un cover man che vuole fare le cose per bene: quindi oltre che dilapidare il suo patrimonio per avere lo stesso suono dell’originale, si deturpa anche nel look per avvicinarsi al modello in questione.
Nel ben più grave caso dell’emulo inconsapevole, il poveretto presenta una vera e propria distorsione mentale che causa grotteschi movimenti creativi: in pratica ogni parto della mente dell’emulo ricorda, chissà perché, qualcosa fatto dall’originale oggetto di emulazione.
Misteri della mente. - Supercategoria 8: original sound system
Tutto l’opposto dei cover men: anche schifezze abominevoli, “basta che sia roba nostra”.
Tipico, appunto, del chitarrista creativo ma spesso anche dei cantanti Tipo A. Notare che è una categoria che per poter sopravvivere deve giocoforza coincidere, almeno all’inizio, con quella dell’Eroe Romantico. Ovviamente può anche trattarsi di emuli: in quel caso, si presenta il così detto paradosso del “creativo cover man mancato”. In pratica il creativo, sebbene aborri l’approccio mentale dei cover men, si ritrova ad essere un emulo, cioè una degenerazione della categoria dei cover men che egli tanto disprezza. - Supercategoria 9: Garage People
Questa è la supercategoria che racchiude tutti quegli individui che, per un motivo o per l’altro, rimangono a suonare a casa. Spesso confluiscono in questo supergruppo altre supercategorie: in questi casi si potrebbe quindi parlare di una sorta di super-supercategoria. Infatti all’interno dei Garage People possiamo trovare: - cover men formati da ultravirtuosi smanettoni che non si presentano in pubblico finché tutto (dal suono all’esecuzione) non sarà perfetto (cioè mai);
- cavalieri del lavoro che non si accontentano di quello che viene loro offerto;
- original sound system che offrono un livello qualitativo troppo scarso anche per suonare gratis;
- assenteisti (nei casi estremi in cui tutta la band sia assenteista convinta si farà sega di massa anche ad un eventuale concerto no?)
- menefreghisti (più o meno come sopra)
© 2004 Daniele Galassi www.danielegalassi.com