AEternal Seprium (tutta la band)
Neonata promessa dell’Heavy-Epic Metal tricolore, gli AEternal Seprium sono appena approdati al traguardo del debut-album sotto Nadir Music. Il loro primo disco, “Against’ Oblivion’s Shade”, è un concentrato di metallo classico, epico e inneggiante, condito a innesti melodici che spaziano dal folk al prog. I Seprium, come si deduce già dal nome (dedicato allo storico contado del Seprio, nell’attuale zona di Varese), sono una band profondamente legata alle proprie radici, che ha alle spalle due demo (“A Whisper From Shadows” del 2007, e “The Divine Breath Of Our Land”, 2010) e una buona serie di live, tra cui alcuni show in apertura di band quali Omen, White Skull, Tokio Blade e Phantom X.
Ce n’è abbastanza per fare due chiacchiere con loro: ci hanno risposto Adriano Colombo, Stefano Silvestrini e Santino Talarico, rispettivamente chitarrista, cantante e bassista del combo del Seprio.
Buona lettura.
Marco “Dreki” Turco
Ciao guerrieri, e benvenuti su Truemetal. La domanda d’esordio è d’obbligo: chi sono gli AEternal Seprium?
(Adriano): Ciao a tutti voi e grazie dello spazio che gentilmente ci concedete! Gli AEternal Seprium sono, prima che una band heavy metal, un gruppo di amici uniti da una grande passione per la musica. L’amicizia che ci lega rappresenta un ingrediente fondamentale per ciò che facciamo, a partire dalle prove e dalle sessioni di composizione, nelle quali regnano democrazia e libertà assolute, per arrivare ai live che, oltre ad essere momenti intensi ed importantissimi per ogni musicista, si trasformano in occasioni di puro divertimento! Probabilmente se non ci frequentassimo anche al di fuori dall’ambito musicale, verrebbe meno l’amalgama che costituisce il collante della creatura AEternal Seprium.
Come siete entrati in contatto con la Nadir, e qual è la sensazione di una band che si trova finalmente fra le mani il primo album finito? Di cosa siete soddisfatti, e cosa invece cambiereste?
(Adriano): Dopo due demo ed una considerevole quantità di esibizioni live, un full length era d’ obbligo! Credo diventi necessità primaria di ogni musicista dare alle proprie composizioni una veste “ufficiale” che renda al massimo ciò che si vuole trasmettere. Proprio per questo forte desiderio ci siamo messi alla ricerca di una etichetta che potesse promuoverci al meglio, ne abbiamo contattate parecchie in tutta Europa ed alla fine ci siamo affidati all’enorme esperienza e competenza di Trevor e Tommy Talamanca, due nomi che non necessitano certo di presentazioni! Lavorare con loro è stato un onore, sono dei maestri indiscussi nella scena metal nostrana e ci è servito per crescere e scontrarci con i nostri limiti. Poter finalmente stringere tra le mani il nostro debut album, nel quale sono condensati una sconfinata passione per il metal, anni di studio e prove, è per noi una grande soddisfazione, è il coronamento di un sogno! Siamo assolutamente soddisfatti, sia per quanto concerne la promozione affidata a Trevor, che per la produzione di Tommy che ha fatto si che l’album suonasse esattamente come volevamo. Un particolare ringraziamento va poi all’autore dello splendido artwork Tommaso Bianchi, giovane disegnatore varesino che ha realizzato un concept perfetto per la nostra musica.
Una delle cose che mi hanno più colpito del vostro debut, “Against Oblivion’s Shade”, è il fatto che avete un sound per nulla scontato, denso di atmosfere epiche ma non banali e melodie dall’impatto abbastanza drammatico: come siete arrivati a forgiare un suono simile? È stata una scelta voluta o un percorso naturale?
(Sa): Ti ringraziamo per il complimento! Il percorso che ci ha portato a scrivere “Against Oblivion’s Shade” è stato un percorso molto naturale; nella maggior parte dei casi parte tutto da un riff di chitarra, poi in sala prove lo si elabora e sviluppa tutti insieme fino alla stesura finale del pezzo. La cosa molto bella è che ogni pezzo viene scritto da ognuno di noi, sin dalla struttura iniziale senza esclusioni. Il sound dei nostri brani risulta particolare e per nulla scontato alle orecchie degli ascoltatori perché noi stessi abbiamo gusti musicali differenti in quanto c’è chi ascolta hard rock, chi thrash, chi epic etc. La cosa che ci rende particolari quindi è una pasta fatta da tutti questi ingredienti ed il risultato non può essere che un sound del tutto personale.
Domanda doverosa sulle liriche del disco, tutte incentrate su protagonisti della storia italiana: perché questa scelta?
(Stefano): Perché la nostra patria e la sua gloriosa storia non ha nulla da invidiare a nessuno e perché troppo spesso ci dimentichiamo di quanto è epico e onorevole essere italiano. Quello che fa di un uomo ciò che è sono le sue esperienze e le sue azioni, in alcuni casi anche i suoi sbagli. Questi però risulterebbero vani se non ci fosse la memoria: la memoria è un arma contro l’errore e l’ignoranza è per questo che abbiamo scelto di parlare della storia dimenticata della nostra terra per combattere contro l’oblio. Il titolo stesso è uno scongiuro alla dimenticanza e all’oblio, che si rifà all’immagine dell’artwork, ovvero la salvezza dell’anima dell’Italia rappresentata da una donna per mano di un guerriero.
Il guerriero rappresenta ogni persona che abbia il coraggio e la forza di credere in essa, nella sua essenza e storia e quindi essere in grado di salvarla. Il disco non è un concept ma il filo conduttore dei pezzi è senz’altro l’Italia, perché le storie e i personaggi semi sconosciuti di cui narriamo nei pezzi hanno vissuto in epoche diverse sullo stesso teatro, la nostra terra. Nei nostri pezzi c’è anche una preponderante antropologica: non ci fermiamo a enunciare battaglie gloriose di eroi senza macchia ma a dir la verità a noi ci piacciono di più gli eroi macchiati, eroi che sono in primis uomini con le loro debolezze e quindi corruttibili dalla paura e dal dolore ma capaci di fare grandi imprese quando gli spiriti gridano il loro nome.
Potete farci un breve excursus, traccia per traccia, sui soggetti di cui parlate nei vostri testi?
(Stefano): Il cd si apre proprio con un pezzo che tributa un grande uomo sotto certi aspetti, o un grande farabutto sotto altri: “The Man Among Two Worlds” è l’interpretazione degli ultimi anni di vita di Giuseppe Garibaldi, esiliato con solo il mare a ricordargli il suo passato così confusamente glorioso in bilico tra il bene ed il male quindi non eroe dei due mondi ma un uomo sospeso tra due mondi. “Vainglory” è la vendetta di un templare usato dalla chiesa e gettato nella polvere, sporcato con l’onta dell’eresia dopo aver servito con l’acciaio e il sangue le tonache romane. “Sailing like the Gods of the sea” è il nostro omaggio ad uno degli uomini di mare più astuto e geniale di tutti di tempi, il genovese Andrea Doria: la sua destrezza e scaltrezza in mare erano senza eguali quasi benedette dagli dei, un uomo che a quarant’anni mise ordine nei mari italiani infestati dalla pirateria.
“Soliloquy of the Sentenced” ed “In Sign of Brenno” rappresentano il rispetto che abbiamo verso le popolazioni celtiche che vivevamo nella penisola al tempo dell’Impero romano. uomini orgogliosi che si scontrarono con un esercito troppo forte. Anche se in certi frangenti le mura di Roma tremarono, il mallo romano era troppo pesante. “Victimula’s Stone” è la storia del genocidio del popolo degli Ictimuli per mano dell’Impero Romano bramoso di oro, che gli Ictimuli estraevano dal fiume Elvo vicino ad Ivrea. In quella zona vi è un monito a questa popolazione nella riserva naturale della Bessa… è un posto davvero suggestivo. “Solstice of Burning Souls” invece parla dell’onore di essere italiani, discendenti dei soldati che combatterono la prima guerra mondiale.
“L’Eresiarca” è un pezzo voluto fortemente da me, è un omaggio ad un uomo, Fra Dolcino, dedito alla ricerca della spiritualità e della religiosità nelle cose semplici ed umili, nella natura e nella santità dell’uomo. Un pensiero scomodo per il tempo che indusse la chiesa a una crociata contro di lui ed i suoi seguaci: fu un massacro, in cui la terra del Monte Rubello nel Biellese si tinse di rosso. “The Oak and the Cross” sposta le lancette del tempo nel periodo di cristianizzazione romanica delle popolazione celtiche dove la mente di un ragazzo non comprende l’effimera repressione del culto pagano dedito alla natura e a suoi ritmi chiedendo agli dei del perché il dio cristiano voglia la loro morte. Si ritrova di fronte ad una quercia infusa della divinità della natura che abbracciandolo nell’unità del sacro gli mostra come le vie spirituali sono travisate dagli uomini corrotti che non concepiscono una sola una via primordiale da dove provengono tutti gli dei. Infine “Under Flag of Seprium” è un tributo al “contado” del Seprio, distrutto da chi ebbe paura del vento di indipendenza che sferzava la sua bandiera, e alla sua storia troppo dimenticata e ormai nell’ombra ma che risulta splendida e viva nei cuori di chi crede in essa.
Continuerete a trattare questi temi, o per il futuro pensate di dedicarvi ad altri argomenti?
(Stefano): “Against…” rappresenta un sunto di pezzi composti durante questi anni, ma non sono gli unici pezzi da noi composti. Per coerenza stilistica abbiamo scelto dei pezzi con tematiche attinenti, ma ti sorprenderà sapere che nel nostro paniere ci sono pezzi che parlano di storie attuali sempre italiche e pezzi in cui il testo è lasciato alla fantasia e alla libera interpretazione, aspetta e sentirai…
DoomSword, Wotan e gli AETernal Seprium… tutti in un raggio di qualche decina di chilometri. Che accidenti scorre nell’acqua dei laghi da quelle parti? Cos’è, ve lo insegnano a scuola l’Epic Metal??? In breve: cosa ne pensate della scena dell’Heavy Metal Epico che esiste nelle vostre terre?
(Stefano): Accidenti, ci affianchi a due mostri sacri del genere! Si in effetti sembra proprio che nella nostra zona tra Milano e Varese risuonino ancora i corni di battaglia. E adesso che ci penso mi sembra di ricordare un professore delle medie, che se non sbaglio si chiamava Sigfrido, che al suono di Wagner predicava la via dell’acciaio… A parte gli scherzi forse il segreto è proprio la cultura del nostro territorio un bagaglio fiero e maestoso che rende credibile chi vuole parlare di queste tematiche perché fin da piccolo ci è sguazzato dentro. Tra rovine romane, celtiche, castelli medievali, e casati nobili c’è solo l’imbarazzo delle scelta. Andiamo molto orgogliosi e siamo debitori a queste band che veramente credono in quello che fanno, non si sono mai venduti a cliché e vincono sopra tutti per la loro integrità morale. C’è anche un altra band storica che viene dal territorio milanese devota all’epicità, gli Adramelch. Quindi credo proprio che tu abbia ragione: gli Dei sciolgono nella nostra acqua concentrato di epicità. Sarebbe niente male organizzare un concertino…. tu che ne pensi?
Ehm… sarebbe il sogno del sottoscritto e di parecchi altri! Anche se di spalla agli Adramech vi ho già visti, qualche anno fa, assieme agli Holy Martyr… Torniamo a noi. Avete alle spalle, fra cambi di monicker e pochi ritocchi di line up, più di 10 anni di battaglia. Quali sono stati i passi più importanti della vostra crescita, e le delusioni più brucianti?
(Sa): Il primo passo importante che facemmo fu nel 2002 con il cambio del cantante sostituito da Stefano. Successivamente, nel 2007, decidemmo di dare una nuova svolta alla band, forse la più grande che fu quella di scrivere pezzi nostri e di mutare il nome della vecchia band “Black Shadows” in Aeternal Seprium. Un altro passo molto importante della nostra storia fu quello del reclutamento della seconda chitarra (Adriano) che apportò un arricchimento di frequenze e di idee del vecchio sound. E, ovviamente, la produzione e pubblicazione di questo disco. Per quanto riguarda le delusioni avute, beh, direi che è stata molto dura la strada per arrivare all’uscita di un full length… ma tra i mille momenti difficili c’era sempre un gruppo di amici uniti e pronti a spalleggiarsi l’un l’altro, questa è stata e tuttora è una fortuna non da poco!
Cosa avete in serbo per la promozione del disco? E quale importanza date all’aspetto live, per la vostra musica?
(Sa): Purtroppo la scena live nelle nostre zone non è particolarmente ricca; sono pochi i locali disposti a promuovere l’Heavy Metal nel Varesotto. I live, per noi come per le altre band nell’underground, sono molto importanti e fortunatamente proprio in questi giorni stiamo chiudendo un contratto con un’agenzia di booking che dovrebbe facilitarci il duro compito di andare a caccia di date. Nel 2012 grazie a questa collaborazione sarà previsto un mini tour nella nostra penisola, quindi rimanete sintonizzati sulle nostre pagine Myspace Facebook per gli aggiornamenti/date future.
Siamo alla fine… grazie per la disponibilità, lasciamo a voi la conclusione!
(Adriano): Ancora grazie a voi per lo spazio concessoci, non ci resta che salutare e invitare tutti quanti a supportare il metal italiano, speriamo di incontrarvi numerosi ai nostri live per una sana birretta tra amici!
Marco “Dreki” Turco