Vario

Aivarim (Amon)

Di Alberto Fittarelli - 9 Settembre 2003 - 14:49
Aivarim (Amon)

Ho avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere via web con Amon degli Aivarim, una delle più promettenti black metal bands d’Italia: per i particolari sul loro demo Adore Mortal Passion vi rimando alla recensione; nel frattempo approfondiamo con Amon diverse cose interessanti…

Ciao! Prima di tutto di nuovo complimenti per il vostro demo, davvero un fulmine a ciel sereno nell’underground black italiano: ci vuoi raccontare qualcosa di più riguardo alla vostra storia?

Ti ringrazio per le belle parole usate nei nostri confronti, parole che apprezziamo sinceramente.
La band si è formata nel 1998, dopodiché sono iniziati i primi problemi di line-up, destinati a diventare una costante anche negli anni a venire. Dopo una serie di cambi dietro alle pelli verso fine 1999 la band ottenne una formazione stabile con me, Asmodeus, Ordog e Daniele alla batteria. Con questa line-up la band è andata avanti per due anni, periodo nel quale iniziammo a comporre materiale nostro. Purtroppo però le differenti influenze, che si tramutarono in autentiche divergenze musicali, minarono l’unione della band: nel gennaio 2001 decidemmo di scioglierci per intraprendere nuovi percorsi musicali personali. Dopo pochi mesi il nostro ex batterista Daniele morì in un incidente stradale così ci ritrovammo una sera e parlammo dell’eventualità di riprendere con Aivarim. Dopo poco tempo eravamo di nuovo insieme, più uniti che mai, convinti di fare uso di una drum machine senza cercare altri drummers. Il materiale nuovo risultava essere decisamente più ispirato e professionale e le cose continuarono nel migliore dei modi quando, appena pochi mesi prima di entrare in studio, Ordog (bassista) ci abbandonò per motivi personali. L’ingresso di Tod fu immediato, ci conoscevamo da anni e ritenemmo potesse essere il nostro uomo. E così fu.

Voi provenite dal Piemonte, che ha dato luce a più di un gruppo black metal, negli ultimi anni: vi sentite parte di un “movimento”, o riconoscete comunque delle intenzioni comuni alle altre bands? Ci sono contatti con altri black metal acts?

Si, la nostra terra diede i natali ad acts in grado di entrare di diritto nella storia della scena italica e non solo. Attualmente esistono bands di tutto rilievo che stimo ed apprezzo sinceramente (Mortuary Drape, Opera IX, Tronus Abyss, Adversam, per non parlare della scena più underground tra i quali spiccano The True Endless, Black Flame) ma, in tutta onestà, non posso dire di sentirmi parte di un “movimento” o di una scena. Personalmente sono in contatto con parecchie bands, con alcune delle quali sono anche in ottimi rapporti; esistono alcuni piccoli cartelli di bands oppure scene locali che si supportano a vicenda ma non esiste la mentalità di collaborazione che è fondamentale in una panorama più esteso, e non sto parlando solo del Piemonte, questa situazione riflette l’intera penisola. Il problema italico è vasto su ogni fronte: troppo provincialismo da parte delle bands, troppa esterofilia da parte degli utenti, troppo campanilismo da parte dei giornalisti. Molte bands fanno della presunzione e del pressappochismo autentici cavalli di battaglia, per non parlare di tanti addetti ai lavori. Gli ultimi arrivati tentano di recuperare il tempo perduto tra battaglie virtuali on line ed intransigenza tipica di chi non conclude: il nulla, parole al vento… occorrono fatti!

Cosa mi dici della produzione? Il fatto che siate andati sino a Roma a registrare indica una vostra grande attenzione alla qualità dei suoni…

Quando abbiamo deciso di incidere il nostro materiale volevamo il meglio. La scelta dei Temple of Noise divenne pertanto tappa obbligata. Volevamo un sound potente e maestoso per le nostre songs, in grado di permettere alle stesse di esalare tutto il loro potenziale. Christian Ice è un autentico professionista, è una persona estremamente intuitiva che riesce sin da subito ad entrare nell’ottica della band e a comprenderne necessità ed obbiettivi. Quando siamo entrati in sala di incisione avevamo ben chiare le idee sul prodotto che volevamo ottenere: ci siamo affidati a lui che ha saputo consigliarci in maniera intelligente e darci gli imput necessari per raggiungere il nostro obbiettivo. Siamo estremamente soddisfatti della resa sonora del disco, credo proprio che in futuro continueremo a lavorare con lui.

Cosa mi dici quindi della nuova ondata di ‘old school’ black metal bands, che tendono di nuovo ai suoni grezzi e sporchi, tipici dei primi Darkthrone, ecc…?

Io sono un autentico fanatico delle sonorità old school black metal, esistono bands di valore nell’underground, europeo e non solo, che hanno prodotto lavori di tutto rispetto. Non posso non citare gli ultimi lavori di Graven, Satanic Warmaster, Khrom, Leviathan, Primigenium, Besatt… tanto per fare qualche nome. Obbiettivamente non mi sento di biasimare chi vuole un suono brutale per la propria musica, tutt’altro, si tratta di scelte che debbono essere strettamente correlate al mood che la musica deve esprimere. E’ altresì vero che per tante ottime bands esistono troppi pessimi acts che si inseriscono nel grande calderone del trendy black metal del momento. Cinque o sei anni fa il trend era il sympho-black, ora l’attenzione si è spostata su sonorità più marce ed old-school. Il trend del sinfonico fu però meno dannoso: chi non amava le sonorità estreme si limitava ad ascoltare bands più easy-listening senza entrare nel circolo. Ora invece funziona al contrario: chi deve recuperare il tempo perduto tenta di farlo mordendo carne rancida con denti da latte… Forse era davvero meglio quando il trend lo facevano i synth che non i pentacoli indosso ai ragazzini saccenti. Non so quando finirà questa corsa all’ultima moda, forse è destino del black metal stesso morire a causa dell’eccesso di parassitismo. O forse un giorno il trend giungerà ad una fine e si ricomincerà a respirare quell’aroma ormai perduto. Io resto in disparte, da spettatore, a supportare chi, secondo me, merita. Per il resto sarà il tempo a giudicare.

Avete già ricevuto contatti da parte di label o distro interessate al vostro lavoro?

Abbiamo spedito pacchetti promozionali in tutta Europa e non solo, ma, al momento, non abbiamo ancora ottenuto alcuna proposta. Dall’altra parte invece stiamo ricevendo davvero molti consensi da addetti ai lavori, “colleghi” ed utenti, una serie di responsi positivi decisamente oltre le nostre aspettative. Questa è e sarà la nostra linfa vitale, con o senza label Aivarim continuerà a vivere di vita propria!

Mi puoi parlare delle vostre influenze? E’ giusto scomodare la scuola svedese, nel vostro caso?

Si, le influenze di scuola svedese sono sicuramente evidenti ma non esaustive. Il nostro background musicale è variegato, anche all’interno della stessa band. Abbiamo gusti ed interessi differenti che abbiamo imparato, non senza sacrifici, a miscelare e ad assemblare creando una unica identità seppur partendo da matrici differenti. Siamo tutti molto legati alla scuola svedese, in particolare a Dissection, primi Dark Funeral per non parlare dei grandiosi At The Gates, ma le influenze sono davvero eterogenee. Io personalmente ascolto davvero tanti tipi differenti di musica, dal rock progressivo degli anni 70 all’heavy anni 80, al thrash, death, black, dark ambient, noize, ebm, classica etc. Credo di poter dire che il nostro lavoro è eterogeneo, le influenze svedesi sono marcate nella title track, meno nelle altre che, a loro volta, si caratterizzano per spunti propri. Noi cerchiamo di fare si che ogni song possa avere una vita propria, andiamo alla ricerca del tema unico che deve caratterizzare ogni episodio pur restando legato, per mezzo di un filo rosso testuale ma anche musicale, alle altre traks. L’atto compositivo di una song è un momento unico: non pensiamo ad altro, ci ritroviamo a comporre riffs su riffs, a studiare le armonie, le ritmiche, ci autoisoliamo dalla restante produzione per ottenere un Episodio che possa vivere di vita propria ed esalare l’energia necessaria per potersi contestualizzare all’interno di un insieme di traks. Non intendiamo comporre un disco con 10 songs clone da usare come riempitivo, dedichiamo molto tempo alla ricerca del fine scartando decine di riffs e procedendo con i piedi di piombo. Questa scelta ci impone pertanto una lentezza, talvolta estenuante, nel songwriting. Ogni singola traccia del nostro lavoro può rappresentarlo nell’insieme ma nessuno potrà farsi una idea di come suonino gli Aivarim ascoltando una singola traccia.

E per quanto riguarda il filone “cyber-black”, a cui mi sento di accostarvi più volte nell’ascolto del demo, quali sono (se esistono) i vostri punti di riferimento?

E’ sempre difficile per un musicista definire la propria proposta musicale o inquadrare la propria band in un filone preciso, tuttavia non so quanto accosterei il nostro lavoro al filone cyber-black, a parte “Goetia” che è la song più sperimentale del lotto. Non abbiamo fatto uso di samples, loops etc, anche se la struttura di alcuni passaggi delle nostre songs è decisamente orientata verso ambienti più futuristici che non tradizionali. Per questo motivo non posso dire di avere un punto di riferimento preciso in tal senso, posso dirti di essere attratto da sonorità tecnologiche e moderne appartenenti a scene distanti anni luce dal black metal. Resta il fatto che il connubio con certe sonorità è frutto di elementi casuali che si sono intersecati senza che noi ci proponessimo fini precisi. Il nuovo materiale è parecchio distante da quello proposto sul demo per cui… time will tell.

Credi che sia importante espandere il più possibile l’audience di una black metal band? Mi riferisco per esempio ad episodi quali il tour americano dei compianti Immortal di spalla ai Manowar…

Il black metal è un genere nato come sovversione ed infezione, come autentica e barbara ribellione nei confronti di tutto ciò che è comune. Dieci anni fa il movimento era esoterico, destinato ad un audience ristretta e devota, le cose sono cambiate con il tempo… ma non del tutto. Il black metal è strettamente legato al binomio musica-messaggio. Il messaggio deve continuare ad essere ermetico ed impenetrabile, e fortunatamente, quantomeno finché certe vie del sapere lo rimarranno, continuerà ad esserlo a sua volta. La stragrande maggioranza dei nuovi arrivati (ma non solo) ignora troppi elementi per poter parlare con cognizione di causa. La conseguenza, secondo il mio punto di vista, è semplice: la musica può piacere ma quanti capiranno?  Quando e se si scinde il binomio la musica rimane tale ma perde lo status di veicolo del messaggio… a questo punto, per me, può espandersi quanto vuole.
Per quanto riguarda il tour degli Immortal non mi sento di colpevolizzarli: gli Immortal hanno finito di produrre dischi black dopo l’abbandono di Demonaz ed il conseguente smembramento del nucleo originale. Li posso considerare una discreta metal band, non più sicuramente paragonabile alla band di 10 anni fa. Credo abbiano preso una giusta decisione nel terminare la propria carriera, e lo dico con nostalgia, la nostalgia di un loro fan che è cresciuto con la musica di questa creatura norvegese.

Avete in mente di effettuare dei concerti, per promuovere la vostra musica? Quali obiettivi vi ponete da questo punto di vista?

A dire il vero la dimensione live non mi entusiasma affatto, preferisco di gran lunga restare chiuso in sala prove a comporre o in studio a registrare. Gli altri membri del gruppo sono più favorevoli ad una attività live, per quanto ristretta… per cui al momento ti posso solamente dire che non abbiamo date definite anche se abbiamo ricevuto alcune proposte di tutto interesse che valuteremo.

Fammi dei commenti a bruciapelo su queste bands italiane: Aborym, Thee Maldoror Kollective, Tronus Abyss, Ephel Duath.

Delle bands da te citate supporto incondizionatamente Aborym e Tronus Abyss, due realtà mutevoli che rispetto profondamente. Sono davvero curioso di ascoltare il nuovo lavoro dei Tronus Abyss anche se non so quanto dovrò ancora attendere per l’uscita.
Ephel Duath è una band maturata in un modo incredibile, sviluppando una attitudine tecnico-compositiva davvero notevole, con la quale esiste un rapporto di stima reciproca che apprezzo di cuore.
Dei Thee Maldoror Kollective non ho apprezzato l’ultima evoluzione, li preferivo alle origini anche se non sono mai stata una delle mie bands preferite. That’s not my cup of tea..

In una scena black metal che, obiettivamente, sembra spesso aver perso di vista la dimensione creativa, quali credi che siano i gruppi su cui puntare per un riflusso del genere?

La creatività è da sempre l’elemento più critico nell’ambito black metal. La creatività spesso viaggia di pari passo con il trend e, di conseguenza, si azzera a favore di prodotti standard di basso interesse ma che garantiscono un contratto discografico ed una distribuzione discreta. Non so se esistano bands sulle quali contare per un futuro prossimo, la scena è troppo vasta e troppo eterogenea per poter definirne una linea guida incarnata in una o più bands. Quale sarà, alla fine, la via che porterà alla purezza? Quella di Ved Buens Ende? Quella dei Mysticum? Quella dei Darkthrone? Quella di Shining? Non lo so, parliamo di un genere musicale eccessivamente diffusosi per potersi ricomporre sotto una unica forma. Forse non lo farà mai più e continueremo a gioire di dischi clone… oppure riuscirà a trovare realmente la via per la purezza scrollandosi di dosso clichès, etichette e fantomatici supporters. Per essere nuovamente creativo deve tornare ad essere incontaminato, il che non coincide con “immobilismo”. Penso alla scena dark ambient ad esempio: musica “pura” nel senso pieno del termine, in grado di sollevarsi completamente al di sopra del comune sentire perché richiede attitudini mentali fuori dal media per essere apprezzata e compresa. Essa è realmente ermetica poiché difficilmente assimilabile. Gli appassionati mi daranno ragione se affermo che non esiste un progetto (serio) dark ambient che suona come un altro. Ognuno ha identità propria, non esiste lo spirito di idolatria nei confronti di bands con 10 anni di storia come nel black metal, non esistono limiti e confini… ognuno esprime il proprio punto di vista senza dover scendere a compromessi di qualsivoglia tipo. Ma il serpente si morde sempre la coda, tra qualche anno ne riparleremo e forse le cose saranno già drasticamente cambiate.

E’ tutto, ti ringrazio per la cortesia: comunica quello che vuoi ai lettori di Truemetal.it!

Sono io che ringrazio te e www.truemetal.it per l’attenzione ed il supporto. Stiamo lavorando al nuovo materiale che potrebbe uscire già nell’anno prossimo anche se ancora non so in quale forma. Sarà materiale molto particolare che spiazzerà chi ci conosce, questo è sicuro. Chiunque fosse interessato a contattarci può farlo a questo indirizzo aivarim@hotmail.com il sito è in lavorazione e sarà on line spero entro poco tempo. Grazie a tutti quelli che ci hanno supportato e che continuano a farlo, Aivarim won’t forget! A tutti i parolai, ai venditori ambulanti di tempo da perdere, ai magnati del sapere di basso livello ed ai web-warriors della domenica porgiamo cordialmente i nostri sentiti omaggi: Death by Goetia!

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli