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Ancient Dome (Paolo Porro)

Di - 9 Gennaio 2011 - 0:10
Ancient Dome (Paolo Porro)

‘Mi piacerebbe tanto cominciare a vedere gente nuova ai concerti, mi piacerebbe tanto che si cominciasse a prendere atto che non esistono solo cover e tribute band, mi piacerebbe tanto che si aiutasse anche con critiche costruttive l’operato di quanti cercano di suonare la propria musica’
(Paolo Porro)

Ormai è certo, da tempo la scena italiana in ambito thrash metal non ha da invidiare nulla a quella straniera, per lo meno se i nomi chiamati a confronto sono quelli che caratterizzano l’underground. Ovvio che i mostri sacri tornati alla ribalta, oltre a quelli da sempre presenti sul mercato, non fanno testo, ma non per questo ci si deve solo focalizzare a livello di mainstream. Il thrash metal s’è sempre alimentato ai ‘bassi livelli’, là s’è valorizzato e sviluppato. Gli Ancient Dome fanno parte di questo underground e, per quanto riguarda il panorama nostrano, spiccano per idee e capacità. Già ne avevano dato prova con il precedente disco “Human Key”. Ora, dopo un anno circa, sono nuovamente on-the-road con l’atteso “Perception Of This World” …

Non proprio un anno dopo; alla fine sono quasi due gli anni intercorsi, considerando che “Human Key” è uscito nel gennaio 2009 mentre “Perception Of This World” è datato fine settembre 2010! Comunque fa piacere notare come la gente abbia apprezzato i miglioramenti; devo dire che la risposta fino ad ora è stata positiva, forse ho trovato solo due o tre ragazzi che mi hanno confessato di preferire il nostro esordio al suo successore. Per il resto, direi che ci siamo dati da fare com’è giusto che sia per ogni band underground come noi!

Lo sapete che eravate una delle mie più grandi attese in questo 2010? A dirti la verità “Human Key” è stato davvero un grande album per cui m’aspettavo quel briciolo di maturazione che non snaturasse il sound dell’esordio, ma che arricchisse il tutto… Ci siete riusciti. Come sono arrivate le idee?

Niente leccate di culo, ma le parole che avevi speso per noi prima e ora sono state fra le migliori mai ricevute, quindi posso dire che immaginavo ti aspettassi dagli Ancient Dome un ritorno con tutti i sacri crismi!
 
Credimi, ho solo fatto una considerazione sincera, figurati se deve esser considerata una ‘leccata di culo’. Ho solo detto quello che penso…, ma ora veniamo ai contenuti…
 
Le idee non sono poi così recenti se penso che l’inizio delle registrazioni di “Human Key” si pone alla fine del 2007 (e si è protratto per un anno per una marea di intoppi!) e alcuni dei brani che avrebbero in seguito costituito il nuovo capitolo erano già abbozzati quasi in via definitiva. Abbiamo avuto più tempo per lavorare sugli arrangiamenti e più tempo per capire noi stessi e per capire come volevamo suonasse questo disco; il risultato è un thrash metal vecchio stampo con un punta di progressive che non fa mai male (attenzione: io definisco progressive anche i Control Denied, giusto per intenderci…). Diciamo che siamo sulla buona strada per trovare una personalità ben definita e riconducibile a noi, senza avere pretese di originalità e senza pensare di poter diventare la prossima “new sensation” del panorama underground mondiale.
 
Bene. Approfondiamo allora il discorso di “Perception of this World”. Quali sono le tematiche affrontate?

Se qualcuno ha letto le interviste agli Ancient Dome fatte sinora, questa domanda la salta a pié pari… questo per dirti che riutilizzo per l’ennesima volta la risposta che era scaturita di getto la prima volta che era stata posta questa domanda…
“L’album può essere visto come una metafora, dal punto di vista lirico, del continuo comportamento irrazionale che ha portato l’uomo a costruire attorno a sé un futuro ben poco roseo; una critica mai velata, senza doppi fini, sull’uso delle risorse a nostra disposizione che è meglio identificabile come un vero e proprio sfruttamento. Teniamo a precisare che questa visione non deve essere per forza di cose intesa in senso negativo: forse sotto molti aspetti non vi è più possibilità di tornare indietro, ma si può (e si deve) compiere lo sforzo di reagire perché anche le generazioni future abbiano la possibilità di godere di quanto di buono ancora ci circonda!”. Direi che è abbastanza esaustiva, a mio modo di vedere!
 
 
Chiarissimo! Ora, a tuo parere, quali sono le sostanziali differenze tra l’esordio e questa seconda fatica discografica della vostra carriera?

Le differenze maggiori stanno nella complessità dei brani che è aumentata, ovviamente senza esagerare; il mood e la voglia di divertirsi rimangono tali e quali! Stilisticamente, la musica degli Ancient Dome tende sempre a ritmiche proprie dello speed thrash anni ’80 e dell’heavy americano, infarcite da una massiccia dose di melodia e armonizzazione, come insegnano numi tutelari del calibro di Heathen e Control Denied, davvero cari al nostro sound. Credo che i due dischi siano più simili di quanto possa sembrare, l’unico punto di svolta si pone nel fatto che “Perception Of This World” ha visto una band più impegnata in fase di arrangiamento e rifinimento dei brani. Forse i pezzi un pelo più cinici, ma sempre emozionali!
 
Ho avuto anche io la percezione che lo stile sia rimasto lo stesso. Un’altra curiosità: qual è stato il modo di operare sul songwriting e chi è stato di voi il più attivo in termini di riff iniziali e spunti poi sviluppati nel corso delle prove?

I brani nascono praticamente dal sottoscritto che impronta la canzone e mostra come vorrebbe suonasse la versione definitiva. Dopo aver scritto e suonato il brano nella sua interezza, utilizzo programmi midi per tablarlo con i quali posso “dilettarmi” con chitarra, basso e batteria, quindi lo scheletro che presento ai miei compari è completo; ciò non toglie che ognuno è libero di interpretare a proprio piacimento il brano, mantenendone il filo logico. Quindi Joe ha carta bianca per variazioni sulle linee di batteria (le mie sono ovviamente limitate), Cuzzo su quelle di basso, mentre Ale si limita a metterci del suo nelle partiture soliste. Per il resto devo dire che si affida a quanto gli propone il sottoscritto senza voler stravolgere nulla, almeno a livello di registrazione. Dal vivo invece si sbizzarrisce a più non posso!
 
E chi ha messo mano ai testi?
 
Ho ricevuto una mano da Joe e da Cuzzo che hanno scritto tre degli otto testi presenti in “Perception Of This World”.
 
Qual è stato il brano su cui avete dovuto lavorare con più attenzione e perché?

Principalmente sono due: la titletrack e la strumentale “Gordian Knot”. La prima voleva essere l’emblema del disco, per la sua varietà e per il suo impatto e abbiamo provato a lungo varie soluzioni, soprattutto a livello di accompagnamento ritmico. La seconda doveva riuscire a non stancare pur non presentando una parte cantata e, considerata la durata superiore ai cinque minuti, abbiamo ritenuto scelta ovvia lavorare parecchio sugli arrangiamenti: speriamo di essere riusciti nell’intento!
 
È un brano notevole, ritengo sia andata bene! Senti, quali sono state le strategie sul tipo di suoni e volumi da settare in sede di missaggio?

Ti risponderei volentieri se solo lo sapessi!
Strategie? L’unica strategia che avremmo dovuto adottare ad occhi chiusi sarebbe stata mollare dopo il primo giorno lo studio a cui ci siamo (inconsciamente) affidati!
 
Che è successo, se non sono indiscreto?
 
Non abbiamo ottenuto nulla di quello che speravamo, solo tante promesse mai mantenute e un prodotto mediocre, non lo nego! Pensa che anche un utente del forum di Truemetal, a registrazione, missaggio e masterizzazione ultimata, dopo aver ascoltato un brano che avevo caricato su Myspace mi aveva chiesto quando avremmo cominciato con il mix! Se sta leggendo quest’intervista lo ricorderà di certo, ah ah ah! Non cerchiamo nemmeno più di inventarci balle a riguardo; ma il prossimo sarà una bomba, promesso!
 

 
Ok, ti sento furente…eh eh. Cambiano discorso. È in programma un calendario di date live promozionali a supporto di “Perception Of This World”?

Abbiamo fatto una sola data finora e sinceramente dovremmo davvero cominciare a suonare più spesso in giro, altrimenti la promozione ‘andrà a farsi benedire’ e il cd passerà molto più velocemente del solito nel dimenticatoio. C’è da cambiare il modo di ragionare anche a livello di band, cominciare a metterci più impegno di quanto speso finora sennò rischiamo di perdere la “coincidenza” e stancarci noi stessi. Per conto mio, difficile che avvenga nell’immediato futuro, ma non tutti la pensiamo e la viviamo alla stessa maniera, purtroppo.
 
Ma il momento è propizio, la scena sta rinascendo e questo comporta stimoli e occasioni. Infatti a mio parere, il thrash metal sembra vivere davvero una seconda età dell’oro. Come vedi la scena italiana in questo ritorno di fiamma?

Vedo una scena che non ha nulla da invidiare a quella estera, ma che si trova le Alpi di mezzo a tappare le ali a moltissime band che potrebbero davvero fare un salto di qualità notevole. Scusa il gioco di parole, ma troppe volte trovo ragazzi che si lamentano di quanti si lamentano che non si supporta a dovere l’underground! Hanno solo ragione! Più che i soliti nomi famosi, qui non si fa nulla per dare un perché alla nostra scena. In giro si vedono solo le solite facce. Mi piacerebbe tanto cominciare a vedere nuovi volti ai concerti; mi piacerebbe tanto che si cominciasse a prendere atto che non esistono solo cover e tribute band, mi piacerebbe tanto che si aiutasse anche con critiche costruttive l’operato di quanti cercano di suonare la propria musica. Non solo per il movimento thrash, ma per tutti i sotto generi esistenti! Saranno anche solo parole al vento, ma se non siamo noi i primi a tenere viva la fiamma, chi lo farà mai? Perdonate questa polemica, ma ci tengo a ribadire le potenzialità di molti epigoni della nostra penisola.
 
Discorso che condivido, ma che deve essere supportato anche dal ‘sistema’ promozionale, discografico, ecc… Colgo la palla al balzo: Punishment 18 Records si sta dimostrando davvero un’etichetta attenta al proprio roster e dall’attitudine spontanea e fedele alla rinascente scena thrash metal (e non solo). Con le debite proporzioni mi ricorda l’Earache Records di inizio carriera. Ritieni si possa ancora sperare di avere punti di riferimento in grado di sostenere l’underground e renderlo importante a livello internazionale?

Sono contento di aver conosciuto Corrado e Marita e sono contento che a loro sia piaciuta la nostra musica. Vi assicuro che lavorano molto bene; abbiamo ottenuto più di quanto sperassimo appena cominciato a cercare un’etichetta per il primo album… sono convinto che la P18R, come altre etichette indipendenti nostrane, possa espandere il verbo italico nel mondo e renderlo importante a livello internazionale. Che poi diventi una major questo non te lo so dire, servirebbe davvero una sfera di cristallo per leggere il futuro. Alla fine partiamo da una nazione che si basa su una differente cultura musicale, siamo una minoranza e il tutto si muove di conseguenza intorno ad altri nomi; Lacuna Coil e Rhapsody Of Fire. Lasciate stare la bontà o meno della proposta, sono solo due grandi eccezioni. Questo per come la vedo io, onestamente…
 
Mi hai accennato qualcosa circa i primi responsi al disco.  In definitiva, sei concento di come l’ambito critico abbia risposto alla pubblicazione di “Perception Of This World”?

Abbiamo già raccolto un buon numero di recensioni e pareri esterni e devo dire che tutti sono convinti della qualità del prodotto! Non per tutto ovviamente, vedi tre domande prima, eh eh… i ragazzi che già ci supportavano continuano a farlo, spero che altri se ne siano aggiunti, ma per una realtà piccola come la nostra è ancora presto per dirlo, specie in considerazione dell’attività live quasi nulla che abbiamo avuto finora… vedremo come si muoverà il tutto nei prossimi mesi!
 
Bene siamo giunti a conclusione. Ti ringrazio per la chiacchierata… e, come rito vuole, lascio a te i saluti ai ragazzi che si sono sbattuti per leggere questa intervista. Ciao!

Sono io a doverti ringraziare ancora una volta per aver speso tempo a realizzare quest’intervista! Chiedo a quanti hanno avuto voglia di leggersi il mio fiume di parole di ricordarsi che è importante sostenere l’underground, direi vitale: alla fine in Italia è la nostra scena principale e la linfa da cui tutti traiamo vita! Con questo posso solo dirvi molto schiettamente che se possiamo interessarvi anche solo un minimo, un aiuto in termini di supporto corrisponde all’acquisto del cd: potrà sembrare venale a molti, ma per noi significa feedback e riuscire a poter pensare serenamente al futuro della band. Scaricatevelo anche prima, ma se vi piace, chiedetecelo e supportateci! …estendo questo discorso a tutte le realtà grandiose che il nostro underground propone!
Fate un salto sui nostri siti, http://www.ancientdome.com e http://www.myspace.com/ancientdome; speriamo di vederci a qualche concerto, nostro o di altre band. Tenete alta la nostra bandiera che ha davvero poco da invidiare ai colleghi d’oltralpe e d’oltreoceano! Keep the metal faith alive!