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Anthrax (John Bush)

Di - 12 Marzo 2003 - 18:59
Anthrax (John Bush)

Gli Anthrax sono appena tornati sul mercato col nuovo “We’ve Come for you All”, vediamo quello che mi ha raccontato il singer della band John Bush durante una chiaccherata in un lussuoso albergo milanese.

(Matteo Lavazza) Iniziamo subito a parlare del nuovo album “We’ve Come for you All”, che mi puoi dire a riguardo?

(John Bush) Come per tutti i nostri album anche per questo abbiamo seguito solo i nostri sentimenti, siamo ormai nel 2003 ed abbiamo cercato di scrivere le canzoni giuste per questo periodo, abbiamo cercato di trovare le melodie giuste senza però perdere di vista le potenza e l’energia che sono un marchio per gli Anthrax, proprio dalla combinazione di melodia e potenza credo che possano venire le canzoni migliori.

(M.L.) Sono passati molti anni dalla pubblicazione di “Volume 8”, so che avete avuto parecchi problemi con la vostra vecchia etichetta, come vi trovate adesso con la vostra nuova label?

(J.B.) Ci Troviamo davvero bene, loro sono stati subito entusiasti del nostro nuovo materiale. Sai dopotutto da un etichetta tutte le band vogliono le stesse cose, una buona promozione e l’opportunità di fare dei buoni tour, a me non interessa essere troppo presente sui giornali o cose del genere, io voglio solo avere la possibilità di poter fare al meglio quello che mi piace.
Noi dobbiamo solo pensare a scrivere delle buone canzoni ed a suonare dal vivo, a tutto il resto ci deve pensare la casa discografica. Noi vogliamo avere un etichetta che creda nella nostra musica, in modo che noi possiamo scrivere la nostra musica tranquillamente, non ci piace pensare a tutto quello che è business, ma non possiamo nemmeno dire “ok questo è il nostro nuovo album, non ci interessa se viene promosso o no”, purtroppo bisogna stare attenti a molte cose in questo ambiente.

(M.L.) Il tuo arrivo negli Anthrax è coinciso con un cambiamento piuttosto marcato dello stile della band, che è passata da un tipico Thrash Metal a qualcosa di sicuramente più moderno, qual è stato il tuo peso in questo cambiamento?

(J.B.) E’ tutta colpa mia !(e scoppiamo a ridere, n.d.a.).
E’ stata sicuramente una scelta non forzata, ma una cosa che è venuta naturale a tutti noi, di certo il peso maggiore lo hanno avuto Scott (Ian, il chitarrista storico, n.d.a) e Charlie (il batterista, n.d.a.) che sono i maggiori compositori del gruppo, ma tutti noi abbiamo seguito con entusiasmo il nuovo materiale. Io penso che sia naturale per una band cambiare qualcosa nel suo stile nel corso degli anni, l’obbiettivo di qualsiasi band è quella di scrivere sempre della musica migliore di quella del disco prima, e credo che gli Anthrax siano sempre riusciti a fare questo.

(M.L.) Tornando a parlare del vostro nuovo album, sono stato colpito da due canzoni del disco, cioè “Cadillac Rock Box”, per via del suo stile molto Rock ‘n Roll, e da “What doesn’t Die”, la canzone più vicina allo stile degli Anthrax diciamo “storici”, mi puoi parlare dei testi di queste songs?

(J.B.) “Cadillac” parla di cose tipicamente Rock ‘n Roll! Sai parla di donne, di macchine e di viaggi lungo le Highways americane. Questa song è perfetta per parlare di queste cose, è fatta di puro divertimento. “What doesn’t Die” è brutale, sai con Charlie che all’inizio usa la doppia cassa molto velocemente (e si mette a picchiettare con le dita sul tavolo, n.d.a), come se fosse una mitragliatrice, e con Scott che parte con un riff davvero Heavy. Il testo parla di quelle organizzazioni che in America cercano di spillare soldi alla gente con la scusa della religione, secondo me dei veri e propri criminali che truffano le persone.

(M.L.) So che questa estate hai suonato alcuni show con il tuo vecchi gruppo, gli Armored Saint, ma è stata una cosa fatta solo per divertimento oppure possiamo sperare in un nuovo album?

(J.B.) Yes!!!!! È stata una cosa molto divertente per noi, ma non credo che faremo un nuovo album, è una cosa nata solo per divertirci un po’. I ragazzi dei Saint sono quasi dei fratelli per me, siamo praticamente cresciuti insieme ed è sempre un piacere per me tornare a suonare con loro, ma per adesso l’unica priorità sono gli Anthrax.
Un nuovo album dei Saints sarebbe fantastico, ma non so proprio se troveremo mai il tempo per farlo, siamo tutti molto impegnati con le nostre band attuali.

(M.L.) Come prevedi si evolverà la musica degli Anthrax nel futuro?

(J.B.) Guarda, quando saremo in tour suoneremo delle canzoni da ogni album degli Anthrax, quindi potrebbe anche accadere che in un certo senso potremmo venire influenzati da noi stessi, da quello che la band ha fatto in passato, o forse no…..quando noi andiamo in sala prove per scrivere del nuovo materiale non pensiamo a nulla, ci limitiamo a mettere in musica quello che ci viene in mente. Quindi è difficile per me fare delle previsioni su quella che sarà la musica degli Anthrax in futuro. Comunque penso che anche nel futuro cercheremo di mixare al meglio la melodia con l’aggressività.

(M.L.) Io ho trovato una versione live di “Superhero” in rete già parecchio tempo fa, tu cosa pensi della diffusione della musica in Internet?

(J.B.) Io penso che se una persona ha la possibilità di sentire qualcosa prima di decidere se acquistare o meno un disco è un ottima cosa, ma se la gente scarica album interi senza poi andare a comprarli non va per niente bene. Le persone devono capire che quello che viene messo a disposizione gratis lo può scaricare, ma poi bisogna anche sostenere i gruppi comprando i dischi.
Non so bene come funzionano le cose adesso, ma sono che le vendite dei dischi sono in calo, e di certo è anche colpa dei prezzi dei cd, ma anche di chi sfrutta la rete per scaricare album completi, è questa non è una buona cosa. La gente deve capire che sia i musicisti che le etichette hanno dei costo da sostenere, se non si riesce a sostenere questi costi con la vendita dei dischi le case discografiche non produrranno più niente, e questo porterà sicuramente la musica ad un punto morto. A me non piace tutto il business che c’è dietro la musica, ma purtroppo è un male necessario, non se ne può fare a meno. Di sicuro anche le case discografiche devono fare qualcosa per cercare di limitare questo fenomeno, magari iniziando proprio ad abbassare i prezzi dei dischi.

(M.L.) Quali sono le vostre aspettative verso il nuovo album? Che tipo di reazioni vi aspettate da parte della critica e del pubblico?

(J.B.) Io sinceramente non ho aspettative di nessun tipo, quando sta per uscire un nuovo album l’unica cosa che mi interessa è che io sia soddisfatto del lavoro svolto, non sto a pensare a come la gente potrà accogliere il disco oppure a quante copie potremo vendere, anche perché magari poi ti metti intesta certe cose e, se quello che pensavi non si avvera, rischi di buttarti giù col morale, con delle ripercussioni su tutta l’attività del gruppo. L’importante è che noi amiamo quello che abbiamo fatto, poi la gente deciderà con le sue orecchie se quello che sente gli piace, io non mi aspetto niente, certo che se la gente ama il disco è fantastico, ma anche se non gli piace fa niente, io sono contento di quello che ho fatto. Ogni disco che vendiamo è una soddisfazione per noi.
Io posso solo sperare che il disco piaccia a tutti, ma è solo una speranza, non mi faccio certo illusioni.