Bufera sul Venice Rock Festival

Di - 19 Agosto 2005 - 0:00
Bufera sul Venice Rock Festival

Sul gazzettino locale di ieri è apparsa questa notizia:

Bufera sul Venice Rock Festival
L’amministrazione comunale ne ordina la chiusura. Gli organizzatori: andremo avanti ugualmente

“Chiederemo i danni al Comune”. Non solo gli organizzatori del Venice Rock Festival non intendono chiudere i battenti, a seguìto dell’ordinanza di revoca delle autorizzazioni comunali allo svolgimento della kermesse, ma sono pronti ad ingaggiare una battaglia legale contro Ca’ Farsetti. Che sarebbe, a loro parere, la prima responsabile del “flop” della kermesse, inaugurata, in via dell’Elettronica a Fusina, poco più di un mese fa. “Stando a quanto ci hanno detto i vigili urbani che hanno consegnato l’ordinanza, venerdì,- esordisce Maurizio Chirico, detto “Cavallo Pazzo”, il promotore della manifestazione a tutto rock – non dovevamo nè interrompere lo spettacolo di quella stessa sera perchè si sarebbe rivelato difficoltoso, per questioni di ordine pubblico, nè bloccare il festival, su due piedi. Ci deve essere lasciato il tempo di impugnare l’ordinanza e, per farlo, dobbiamo attendere fino a martedì: fino ad allora, quindi, il Venice Rock Festival e le Cheyenne Nights andranno avanti”. Obiettivo prioritario, non cancellare l’unica tappa italiana dei “Motorhead”, la band più rumorosa della terra che festeggerà, a Fusina, i trent’anni anni di carriera. “Se facessimo saltare, adesso, questo concerto, che ci costa qualcosa come 40mila euro, – aggiunge Chirico – dovremmo pagare una penale stratosferica, che renderebbe ancora più nero il bilancio economico della manifestazione, dove sono giunte, in media 200 persone, contro le 2mila previste”. Bilancio tracciato, ieri, dall’organizzazione e da alcuni dei dieci standisti che hanno pagato fior di quattrini (40mila euro a testa) per aprire la propria attività di ristorazione o quant’altro, in via dell’Elettronica, nel corso di una conferenza stampa, promossa per illustrare le decisioni assunte, dopo la consegna della ordinanza. Ogni standista dovrà fare i conti con 30mila euro, non coperti dagli introiti, mentre l’organizzazione parla di oltre 500mila euro di buco. “E’ una vergogna: il Comune si è mosso per un esposto di un titolare di un campeggio vicino, contestandoci il superamento dei decibel, che mai nessuno ha misurato, e lo schiamazzo notturno. Nei giorni scorsi, quando sono arrivati i carabinieri, – racconta ancora Chirico – ci hanno chiesto di abbassare il volume e lo abbiamo fatto: tutti possono dire che alle 23,30, i concerti finiscono. Che vadano a controllare il Village: nessuno ha pensato di chiuderlo quando la gente protestava per il traffico”. Esisterebbero, insomma, manifestazioni di serie A, per cui tutto fila liscio, ed eventi di serie C, su cui accanirsi. Un accanimento vecchio di mesi come dimostra, secondo i promotori, il “pellegrinaggio” del Festival, per cui non veniva mai trovata l’area giusta ed il fatto che la Municipalità avesse contestato l’approdo a Fusina. “Abbiamo ripulito almeno tre aree, in cui dicevano che potevamo insediarci, con l’iniziativa e nessuno ci ha pagato i lavori. Il Comune- conclude Chirico – dovrà risarcirci per averci dato l’area tardi: ormai, i tempi per un’adeguata promozione non c’erano più.”
Giacinta Gimma


Da “Il Gazzettino Online“, edizione del 18 agosto 2005:

“Silenzio a Fusina”

Il Venice Rock Festival fa i bagagli. Sono cominiciate l’altro ieri, subito dopo il concerto ferragostano dei “Motorhead”, seguito da circa 2500 persone, giunte da tutt’Italia, le operazioni di sgombero dell’area di Fusina. L’organizzazione, guidata da Maurizio Chirico, detto “Cavallo Pazzo”, ha deciso di azzerare le ultime due settimane del festival , a seguito dell’ordinanza dell’assessorato comunale alle Attività Produttive di revoca delle autorizzazioni alla manifestazione. L’ordinanza, consegnata dai Vigili Urbani venerdì scorso, ha preso le mosse da una segnalazione dei Carabinieri che avevano constatato come i concerti proseguissero oltre l’orario stabilito dalle prescrizioni, imposte dal Comune. Erano stati i titolari del campeggio di Fusina ad inoltrare un esposto alle forze dell’ordine perchè verificassero il rispetto dei termini dell’autorizzazione.

Ma il silenzio è calato solo sulla musica rock . Non certo sulle proteste di Maurizio Chirico, che, a giorni, chiederà i danni al Comune e intenterà contro Ca’ Farsetti un’azione legale. «L’ordinanza di revoca dell’autorizzazione – denuncia Chirico – è stata predisposta, da subito, senza averci prima comminato una qualche multa o prima averci fatto presente che qualcosa non andava. Si è voluta mettere in atto, su due piedi, l’intezione, presente sin dall’inizio, di farci chiudere. E di questa intenzione qualcuno in Comune dovrà rispondere». E a quanto pare, “Cavallo Pazzo”, che parla di almeno 500 milioni di “buco” nel bilancio del Festival , non sarà l’unico a chiamare in causa la Magistratura, visto che qualche standista (esercenti che hanno speso 40mila euro per aprire un bar o un ristorante nei sette ettari del Venice Rock Festival ) potrebbe rivalersi sull’organizzazione. Hanno sottoscritto contratti che prevedevano che l’iniziativa proseguisse fino a fine agosto, mentre la manifestazione si è interrotta due settimane prima. «Abbiamo testimonianze di residenti che dichiarano che la musica restava a livelli più che accettabili e di ingegneri del suono che assicurano che, per feste temporanee, normative nazionali indicano in 108 decibel la soglia limite. A noi, – denuncia ancora Chirico – il Comune ha imposto i 35 decibel, con l’obiettivo di farci chiudere e di farci fallire. Proprio adesso che, dopo serate di magra, le presenze al festival , giudicato uno dei più qualificati da riviste europee, stavano aumentando».