Cropment + Bastard Saints + Psychofagist: mini-report

Di - 12 Aprile 2004 - 11:27
Cropment + Bastard Saints + Psychofagist: mini-report

Seratina un po’ nascosta nell’agenda italiana ma a cui ho assistito con sincero piacere, e che merita un piccolo report.

In apertura gli PSYCHOFAGIST, sicuramente malati su disco ma ancora di più dal vivo! Il monicker è tutto un programma e rispecchia alla grande l’attitudine insana dei tre ragazzi. L’insostenibile ritmo con cui Stefano lavora alla chitarra, un riff isterico dietro l’altro, è retto e supportato a pieno dal lavoro di Fiamma alla batteria. Non è da meno Marcello (basso e voce) che aggiunge un tocco di follia qua e là col suo cantato. Ci si riappoggia su lidi un po’ più standard con una cover dei Nasum, e poi eccoli che tornano alla carica con i loro tempi impossibili. Sembra di sentire la lucida follia dei Dillinger Excape Plan unita alla grinta di gruppi come Burnt By The Sun.

I BASTARD SAINTS non sono certo da meno, anzi! Incredibilmente veloci, con uno stile che definire incazzato è poco, sforano spesso i confini del Brutal / Grind e si trovano in territori al limite del rumoristico. Anche loro trovano il tempo per una cover, questa volta presa dal vasto repertorio dei Mortician.

Del loro show vanno sottolineate la mitica prova di Andrea, con la sua versatilità vocale e un growl che fa paura, e di Simone, entrato da non molto in formazione come batterista. In sostanza tuttavia il gruppo si muove compatto e mostra una professionalità e una grinta eccezionali, ben oltre quel che danno a vedere molte bands più note. Un gruppo che tra le altre cose mostra come le vie per suonare estremo non siano univoche, ma possano portare in ambiti esplorati ancora da pochi.

Chiudono i CROPMENT, band svizzera dedita ad un tiratissimo Brutal / Grind. Sicuramente il gruppo più standard della serata, ma non per questo inferiore agli altri! Un cantato ultra-gutturale, riffing letteralmente assassino e tiratissimo derivato direttamente dalla scuola del buon Fasciana, una prova di Claudio (batteria) encomiabile. Trovano lo spazio per suonare tre quarti d’ora abbondanti (forse di più) e catturano l’attenzione dei pochi rimasti, mostrando una classe che si è soliti attribuire ai soli grandi nomi.

Come coordinate sicuramente i Cropment si piazzano nella scena classica americana, con stacchi ultra-veloci alla Deeds Of Flesh, con qualche inserto da headbanging totale. Sul palco si muovono il minimo indispensabile (causa anche le dimensioni ridotte dello stesso), quanto basta per sottolineare il loro coinvolgimento in quello che propongono. La chiusura dello show è poi una cover dei Malevolent Creation, “Living In Fear”. Avessero suonato anche il doppio del tempo me li sarei goduti senza stancarmi un attimo. Grandissimi!

La considerazione finale che mi tocca fare è piuttosto amara, visto che a fine spettacolo erano rimasti i ragazzi dei gruppi e qualcosa come 4 spettatori. Non nascondo di aver aiutato gli Psychofagist nel pubblicizzare questo show, ma non è per questo motivo che sono indignato. Lo sono perchè molti dei miei concittadini hanno pensato bene di saltare la serata perchè svoltasi in un centro sociale. Perdendosi dunque una grandissima prestazione per motivi che trascendono la musica. Poi apro forum e webzine italiane e non vedo altro che gente che si lamenta per la carenza della nostra scena, perchè non ci sono posti dove suonare, perchè all’estero ci snobbano.

In condizioni simili la maggior parte dei grossi nomi italiani avrebbe abbandonato la serata indignato. I Cropment si sono preparati con professionatità e hanno suonato come se davanti a loro ci fossero 400 persone, non 4. Vorrei avere un filmato per poterlo spedire come cassettina rieducativa a tante persone, non solo membri di gruppi ma anche fan. La musica di qualità in Italia c’è, eccome. Quello che manca, o meglio, che c’è ma non è di qualità, è la mentalità.