Vario

Crystal Phonenix (Myriam e Remo)

Di - 2 Gennaio 2004 - 15:23
Crystal Phonenix (Myriam e Remo)

Siamo felicissimi di presentare ai lettori di TrueMetal.it una maxi intervista ai mitici Crystal Phoenix, risaliti alla ribalta (in Italia e all’estero) qualche mese fa con la pubblicazione, grazie alla genovese Black Widow records, del loro atteso comeback “Twa Jørg-J-Draak Saga“.
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questa lunga intervista. Buona lettura!!

THE PRESENT

Salve ragazzi! É stupendo poter intervistare i Crystal Phoenix!! Una cosa del genere l’avevo immaginata solo nei miei sogni!! Allora, quali sono le ultime news dal gruppo??
Myriam: Ci stiamo preparando per suonare dal vivo con una nuova formazione (in prevalenza acustica, con violoncellista e percussionista). Ci sono alcuni problemi legati al lavoro per alcuni ed allo studio per altri, perciò la cosa va a rilento, anche se qualcosa abbiamo fatto, ad esempio un’uscita televisiva su un’emittente locale in una trasmissione chiamata Kre@tv, ed un live al Castello di Vogogna quest’estate (sul sito ci sono le foto).

Remo: una novità da webmaster J, abbiamo appena inaugurato il nuovo dominio www.crystalphoenix.it, al vecchio sito c’è una pagina con il reindirizzamento. Ci sono anche due nuove caselle di posta: remo@crystalphoenix.it e myriam@crystalphoenix.it.

Fin’ora qual è stato mediamente il responso al vostro attesissimo comeback? 
Direi bene, forse però qualcuno si aspettava qualcosa di più scenico. In realtà nelle nostre intenzioni, questo lavoro vuole essere una specie di preludio, un po’ come la luce sotto le ceneri prima del volo della Fenice.

Iniziamo un attimo chiarendo, a chi ancora non vi conoscesse, chi sono i Crystal Phoenix adesso e quali sono i loro obiettivi per l’immediato futuro. Grazie!
I musicisti che hanno suonato e cantato nel CD erano:
Myriam Saglimbeni : fondatrice del gruppo autrice, cantante, chitarra acustica, elettrica, basso, arpa e liuto.
Raymond (Remo) Sgrò : autore, flauti dolci, traverso, tastiere e basso.
Tina Vadalà: voce, cembali.
Roberto Mazza: batteria.
  
Ricordo che Roberto aveva già suonato nei Crystal Phoenix, ed il suo nome infatti compare nella formazione illustrata nella prima edizione del primo lavoro. Conosciamo Tina da molti anni, la sua voce è molto particolare, l’abbiamo quindi resa partecipe di questo progetto. Infine Remo, ha collaborato come autore nonché strumentista.
 Il progetto acustico di cui si parlava nella prima domanda, vede invece la seguente formazione:
Myriam Saglimbeni
Raymond (Remo) Sgrò
Paolo Marigonda
: flauto traverso e flauti dolci.
Mauro Pelletti : batteria, percussioni.
Raffaele D’Angelo: violoncello.

Paolo ha già suonato con Remo in alcune occasioni, Mauro è un ottimo percussionista, ed è, assieme a Raffaele, anche lui di talento, la new entry del gruppo. Sul sito troverete anche alcune nostre foto.
 
Dando un’occhiata ai ringraziamenti nel booklet, ho notato che oltre a grandissimi musicisti classici ringraziate anche loro…i mitici Kings of Metal!!…i ManOwaR!! Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate appunto dei 4 Re del Metallo e quanto abbiano inciso sul vostro di vedere/comporre musica..
Myriam: per quanto mi riguarda i Manowar sono uno dei gruppi con cui sono “cresciuta”, soprattutto per quanto riguarda il canto e lo spirito con cui affrontare la vita. Le loro canzoni mi hanno dato la forza di affrontare situazioni e momenti difficili; attraverso quanto sono riusciti a comunicarmi, ho trovato il modo di esprimere in maniera costruttiva emozioni e sensazioni che altrimenti mi avrebbero soffocato. 
La musica ci permette di comunicare al di là delle parole.
La lotta interiore di ogni essere umano, l’essere contrapposto all’apparire,  il guerriero perfetto che non uccide mai (quindi trascende la guerra stessa, qui mi permetto di fare un piccolo riferimento all’ultimo brano del CD: War Again) che comprende prima di vedere, che apre una strada di luce nelle tenebre.
La musica dei Manowar mi ha dato modo di riflettere su questo, ed ora cerco di trasmettere ciò in cui credo.

Sempre sui ringraziamenti ho letto che menzionate il Maestro dell’Animazione Giapponese. Quali sono le vostre serie preferite del mitico Go Nagaj? Cosa ne pensate della produzione anni 70 dell’Animazione Giapponese? Riconoscete ad essa valore artistico e/o comunicabilità che -fino ad oggi- solo poche altre espressioni creative sono riuscite a raggiungere? Come vi ponete nei confronti della censura riguardante le storie/disegni del papà di DevilMan?Myriam: la maggior parte di noi occidentali ha difficoltà di recepire i messaggi provenienti dagli orientali, questo naturalmente è vero anche al viceversa, il back ground  storico-culturale ci separa ed a volte erige un muro. La censura è un tentativo di evitare che il messaggio senza un appropriato back ground venisse male interpretato. Questo ovviamente ha impoverito in alcuni casi il messaggio stesso.

Remo: mi riallaccio a quanto detto da Myriam, nel senso delle barriere culturali che spaventano ma affascinano allo stesso tempo. Gli occidentali sono attratti dall’oriente (ne facciamo a volte un uso troppo consumistico), ed gli orientali  sono attratti dall’occidente. Bisogna trovare un equilibrio tra il giusto riconoscimento delle proprie radici storico culturali, la loro valorizzazione (il difetto dell’occidente è di dimenticare in fretta) e l’arricchimento attraverso il contatto con altre culture.
Per quanto riguarda le serie animate anni ’70, avendole vissute in pieno, non posso che amarle. Ritengo che abbiano avuto il pregio di trattare temi da cui in genere si teneva lontane le nuove generazioni. Sicuramente c’era un contenuto notevole in violenza o guerra, ma queste sono componenti della vita stessa, conoscere questi aspetti può essere educativo. Ovviamente non amo, e lo sottolineo, né la violenza (il nostro lavoro è contro la guerra e le oppressioni) né la guerra, né tanto meno non amo i programmi con contenuti gratuitamente violenti, ma ritengo che conoscere e capire questi aspetti della vita ci può aiutare a vivere meglio. Tra tutte forse sono più legato a Goldrake, appunto di Go Nagai,  trovo interessanti alcune caratteristiche di Actarus, quali appunto il ripudio della guerra pur dovendone far parte ed il conseguente sentimento di tristezza. Potrei citarne altre ma non voglio essere prolisso, delle ultime ho apprezzato Neo Getter anche se ancora non ho avuto modo di vederlo tutto (anche perché voglio confessarti un segreto: vado pazzo per i come back…).
Volendo infine affrontare il discorso censura che risulta tristemente attuale, ritengo che tutto dipende da chi sia il destinatario del prodotto, bisogna creare dei presupposti di carattere generale per cui i più piccoli non siano turbati da messaggi che possono essere male interpretati, grazie anche a fraintendimenti culturali, se il destinatario è invece più maturo, non ne vedo la necessità.

Una curiosità: perché, in ambito HM, avete citato solo i ManOwaR e -per esempio- avete “tralasciato” mostri sacri quali Judas Priest/Iron Maiden o eroi misconosciuti dell’underground epic metal?
Myriam: i ManOwar sono per me dei maestri per i motivi detti, quindi senza nulla togliere agli altri mostri sacri, abbiamo citato chi ha lasciato in noi un segno particolare.

Sempre nel booklet, ho visto che ringraziate un gruppo di giocatori di “Dungeons and Dragons”. Wow! Siete appassionati di altri GdR?
Si, in realtà giochiamo un GdR con un regolamento scritto da noi, ma comunque di ambientazione Fantasy (un saluto ancora a tutta la banda: Beppe, Michel, Massi, Ale, Lele, Ste, Sergio, Manuel, Satuan, Davide P., Elisa, Davide T., Stephen, Morena, ecc). Alcuni di noi partecipano anche a GdR Live… diciamo che anche gli aspetti ludici non vanno tralasciati.

Qual è la motivazione per cui avete scelto di aggiungere anche le versioni in italiano dei testi? 
I testi nascono in italiano, e solo per motivi di “comunicazione” che vengono tradotti in inglese. Teniamo al testo in italiano in quanto sono presenti alcune sfumature che non sono percepibili nella versione inglese (come tu stesso hai notato nella recensione).

So che è una domanda banalissima, ma -per me almeno- in questa occasione sembra veramente interessante: come nascono i vostri brani? Quanto può durare la composizione di un brano? Potreste riportare un esempio di un brano per la cui ultimazione è stato necessario molto tempo e di un altro terminato brevemente?
Myriam:
ogni brano ha una sua storia, nel mio caso prendo spunto dalle mie sensazioni, emozioni, da ciò che vedo e provo in prima persona. Cambio le circostanze e le utilizzo per “raccontare”. Solitamente scrivo quando “non sto bene”, anche solo una frase, poi rileggendo a volte ne sono ispirata. E’ come se sentissi la canzone prima di suonarla, quindi cerco di riprodurla, arrangiamenti compresi. Un esempio di brano che ha impiegato molto per venire alla luce è Black Out: è rimasta in sospeso 15 anni, non riuscivo a trovare il riff giusto per la chitarra. Mentre per Spring’s dance c’è voluto solo qualche giorno, come se fosse affiorata naturalmente.

Remo: mi sembra adatto raccontare come sia nata “War again”. Ci serviva un pezzo per chiudere l’album con un certo messaggio. Dapprima ci siamo concentrati sul contenuto ed abbiamo scelto una poesia da me scritta qualche anno fa, dal titolo appunto Ancora guerra, dopo di che ho ripescato 8 battute che avevo nel cassetto da un po’, le ho suonate ed a Myriam è subito venuto in mente il seguito, abbiamo perciò usato la parte scritta da me come strofa e quella di Myriam come ritornello. E’ curioso come i pezzi di testa e di coda siano quelli con una storia più travagliata.

Myriam, potresti darmi qualche parere sui seguenti chitarristi? Grazie!
Glenn Tipton; KK Downing; Ross the Boss; Karl Logan; David T. Chastain; Alex Masi; Steve Morse;

Hai citato dei professionisti di notevole bravura tecnica,  ma il genere che io cerco forse può essere meglio rappresentato da personaggi come: Y. Malmsteen, Ronnie Le Tekro, Randy Rhoads, J. Petrucci…
La mia scelta è legata soprattutto al messaggio espresso, non certo ad una discriminazione tecnica!!

C’è motivo/significato particolare per cui nel brano “Caled’s Last Flight” si accenna per la prima ed unica volta nella narrazione ad un personaggio singolo (magari anche simbolico)? C’è qualche episodio del racconto che ricopre una maggior importanza rispetto agli altri?
C’è motivo per cui Caled viene nominato (anche se non è l’unico, infatti nel primo lavoro c’è un pezzo intitolato Lother Siniell appunto un altro personaggio della storia). La trama per ora viene solo intuita, non è stata raccontata per intero ma solo attraverso dei flash, (nel terzo lavoro verrà chiarita la storia nella sua interezza). Alcuni episodi sono dunque messi in rilievo perché si parte da quelli a raccontare per ricostruire l’intera storia. Ogni personaggio vive in modo personale, ognuno deve fare la sua parte affinché l’esito sia positivo.
La leggenda dei due draghi di pietra è in realtà una tragedia nella tragedia: può essere risolta in un solo modo se si interviene in tempo, altrimenti ciò che è destino diverrà futuro inevitabile. 
   
Il disco si “divide” in due parti, non solo liricamente parlando. Potresti spiegarci da quale esigenza è stata imposta questa scelta?
Mi riallaccio alla risposta alla domanda 11, i due lavori sono ambientati in 3 momenti temporali differenti: presente passato e futuro, in cui i personaggi si muovono con storie ovviamente differenti ma strettamente correlate. Gli stili musicali cercano di riprodurre le atmosfere legate ai diversi momenti temporali. Per il passato lo stile e gli strumenti sono mirati ad aiutare l’evocazione delle sensazioni che si intendono comunicare.. così per il presente. Per il futuro tutto è più ovattato perché dovrà essere evidente nel prossimo lavoro (anche come sonorità).

Ascoltando alcuni pezzi del vostro nuovo album, mi è sembrato che siano presenti diverse influenze classiche; in particolar modo mi pare che le atmosfere di J.S. Bach aleggino un po’ sulla prima parte della Twa-J-Draak Saga..Che ne dite? 
A nostro avviso J.S. Bach raggiunge la perfezione nell’espressione musicale. Ascoltando la sua musica si viene trasportati in un’altra realtà, oltre ogni emozione. Ovviamente il nostro stile ne è stato influenzato in una certa misura. E’ comunque un onore il fatto che tu in qualche modo ci accomuni a questo autore.

Nel disco ho notato che a voi stanno molto a cuore giustamente tematiche riguardanti pacifismo/ambientalismo. In un “nuovo mondo” permeato dal globalismo, in che modo -secondo voi- potrebbero queste tematiche così importanti essere trattate e concretizzate? Quali messaggi potrebbe e dovrebbe suscitare la musica dei Crystal Phoenix e/o l’Heavy Metal oggi?
L’informazione, a tutti i livelli, è la cosa più importante: se non si conosce il problema non si può affrontarlo in modo concreto. Naturalmente l’informazione non è sempre sufficiente, è necessaria una sensibilizzazione su problemi così complessi. Troppo spesso l’ambiente passa in secondo piano sulla scena della politica internazionale, a vantaggio di interessi economici, pensiamo al protocollo di Kyoto che vede ancora la mancata adesione di alcune superpotenze mondiali. La guerra è deprecabile in ogni caso, deve essere lo strumento ultimo, da prendere in considerazione solo per difendersi, riteniamo che recentemente siano state prese delle decisioni senza valutarne le conseguenze, e soprattutto senza il consenso di organismi internazionali. Questi fatti gravi devono fare riflettere. 
La musica è espressione quindi anche comunicazione. Noi cerchiamo di comunicare emozioni, ricerca interiore, ma anche di lanciare messaggi che stimolino la riflessione e la sensibilizzazione di ognuno. In questo momento c’è bisogno di una forte mobilitazione di tutti, se tutti prendono coscienza dei questi temi, la loro concretizzazione risulta semplice. Non bisogna nascondersi dietro interessi personali, dietro la scusa che comunque il contributo del singolo è vano, ognuno deve fare la sua parte nel suo piccolo. 
Permettici una piccola citazione da “Sandokan”: ‘… credo che fuggendo le cose piccole e vicine, si finisca per non arrivare  mai a quelle grandi e lontane…’.

Myriam, quali dovrebbero essere i pre-requisiti ed i requisiti di un/a cantante coinvolto/a nel settore epico?
Il  settore epico richiede l’espressione di una certa carica, quindi dato che il cantante è l’elemento più in evidenza dovrebbe avere una voce con una buona estensione e potenza, anche il lato interiore non va trascurato, per trasmettere potenza bisogna averla dentro. Soprattutto serve essere se stessi, cantare e suonare se stessi… corpo e mente e spirito. Lo spirito è necessario, è la base, la mente controlla, il corpo comunica (anche se dei tre è il meno importante).

C’è qualche altro gruppo italiano (tipo Elevenking, DoomSword, Wotan, ecc..) che vi ha particolarmente colpito, musicalmente parlando? Avete mai collaborato/suonato con storiche e/o misconosciute bands italiane di Hard’n’Heavy?
Per primo citiamo gli ‘Arti e Mestieri’, pietra miliare del prog italiano, senza dimenticare la PFM. Recentemente ci sono piaciuti i lavori di Giancastello (edito BW), Il Segno del Comando e Sad Minstrel (sempre BW).

I Crystal Phoenix dal vivo me li immagino come un qualcosa di eccezionale, per l’intensità delle emozioni trasmesse. Come descriveresti, invece, un vostro “tipico” concerto dal lato visivo?  Dipende tutto dal taglio del concerto. In acustico vogliamo dare l’idea di evocazione, raccondo, flash-back, sogno, emozione. Le parti più heavy sono state presentate anche con supporti scenografici come esibizioni con la spada (Remo: mi intrometto, guardatevi le foto sul sito alla pagina live J ci sono concerti acustici ma anche più heavy www.crystalphoenix.it/Live.htm ). Il nostro obbiettivo è comunque raccontare una storia, il concerto, attraverso l’aspetto visivo, ci aiuta nel contatto emotivo con il pubblico.

Ok, senti questa: da più di venti anni un buon numero di grupponi HM hanno dedicato, chi più chi meno, un certo spazio alla narrazione/celebrazione di personaggi storici/civiltà appartenenti al passato ed alla memoria storica collettiva. Da quel che so, solo negli ultimi due anni, qualcuno ha iniziato ad interessarsi seriamente alla trattazione dal punto di vista lirico/musicale di qualche civiltà “non iper-glorificata sui libri di storia”. Mi riferisco ad esempio ai Virgin Steele, attualmente impegnati nella progettazione di un concept sulla civiltà sumerica. Non pensi anche tu che, con tutto rispetto per chi ne parla, sarebbe meglio attingere da questa “materia vergine” piuttosto che ripetere ad ogni album storie riguardo spade che si infiammano, cuori che si forgiano, cavalli che si impennano e regni che vanno conquistati?
Dico, non credi anche tu che -a dispetto di una proposta musicale sempre più competitiva- i testi, le atmosfere, gli stessi suoni degli strumenti, le idee, ecc.. si siano ormai paurosamente standardizzate? Eppure fonte per nuova ispirazione ce ne sarebbe, no?
Dunque, mi piacciono le cose originali ed apprezzo molto chi attinge da altre civiltà per creare nuovi concept, ma comprendo comunque perché si insista su certi temi. 
L’ideale epico-cavelleresco è piuttosto radicato negli europei e fa parte del nostro bagaglio storico-culturale, ci rispecchiamo e ci riconosciamo in alcuni aspetti della cultura e delle civiltà autoctone europee, malgrado la moderna civiltà ci voglia globalizzati, in fondo ricerchiamo le nostre radici, perciò è abbastanza naturale parlare di cappa e spada o di draghi e guerrieri…

Esulandoci un attimo dal discorso musicale, qual è la tua opinione riguardo quel vasto e complesso fenomeno di comunità che predicano e si danno da fare per il ritorno del Paganesimo e delle Antiche Tradizioni Tribali in Europa?
Facciamo una piccola premessa. Le radici dell’Europa sono da un punto di vista religioso, animistiche – sciamaniche, persino i Romani avevano gli “àuguri”. Nel corso della storia però, le culture più individualiste Nord-Europee (Celti, Goti, ecc.), sono state soppiantate da culture più massificanti, e se vogliamo,  per il periodo globalizzanti: i Romani. Noi siamo figli di questo scontro, e di un terzo fattore, non europeo da un punto di vista dell’origine: il Cristianesimo.
   Noi occidentali sentiamo l’adrenalina scorrere quando si parla di “guerrieri perfetti”, “potenza”, volontà di potenza, espressione di se… siamo attirati dall’addestramento interiore volto a fare di noi degli uomini. Tuttavia l’Europa da oltre un millennio segue una religione di origini orientali che ha portato alcune tematiche nuove, come il perdono e Dio-amore, e che ormai fa parte della nostra storia e del nostro back ground. Come tutto ciò che è orientale, il racconto lascia lo spazio vuoto (il ku giapponese) all’ascoltatore, che senza sentire pronunciare il messaggio, per intuizione, lo coglie anche emozionalmente. L’occidentalizzazione del Cristianesimo, per la nostra natura formale ne ha vista una forte strutturazione con precetti norme e regole da osservare. Le religioni animistiche ed aggiungerei sciamaniche ed il paganesimo antico-europeo, offrivano un modo più viscerale ed istintivo di ricercare la crescita e la salvezza. Da qui il loro comprensibile fascino.
   Tuttavia mi sento di sottolineare che il Cristianesimo per noi,  ormai contiene tutte le informazioni necessarie alla “salvezza dell’anima”. Come ha già detto Nietzsche, il Cristianesimo deve essere ritradotto, alla luce delle nostre radici culturali, per poterne capire il vero messaggio. Un ritorno al paganesimo su base puramente emozionale è fuori tempo: lo studio della religione va affrontato in maniera scientifica e tecnica come tutto il resto.

THE PAST

Facciamo un passo indietro adesso. Mi potreste dire come e quando i Crystal Phoenix si formarono la prima volta? Quali erano i sogni/intenzioni che animavano la band agli inizi??
Crystal Phoenix nasce nell’87 come progetto di Myriam. Già prima proponevano il racconto di una storia, esibendosi con cover scelte per lo scopo e pezzi propri. Ci sono stati molti cambi all’interno del gruppo, proprio perché ognuno voleva esprimersi con generi musicali diversi.

I Crystal Phoenix si sono mai esibiti in concerto? Se sì, sapreste mica dirmi quando? Siete a conoscenza di eventuali registrazioni (anche amatoriali) di vostre performances dal vivo? 
Ci siamo esibiti in concerto tra il 1988 ed il 1992 in occasioni di diverse manifestazioni del V.C.O., sul nostro sito sono presenti alcune foto di due di questi eventi (www.crystalphoenix.it/Live.htm). Non so se esistono delle registrazioni dei concerti. Recentemente però siamo stati ospiti di una trasmissione televisiva, come già dicevamo nella risposta alla prima domanda, di questo esiste la registrazione, ma non ne siamo ancora in possesso, (Remo: appena l’avremo sul sito sarà disponibile un demo).

Per quanto riguarda i demos invece, potreste elencarmi (magari, con dettagli/commenti personali) tutti quelli che avete prodotto dagli inizi della carriera dei Crystal Phoenix?
Abbiamo prodotto un solo demo con 4 pezzi, questi sono poi stati poi incisi e riarrangiati nel primo lavoro dell’89 con la Videostar, in questa occasione purtroppo il gruppo si è sciolto e Myriam ha inciso da sola, si è riformato poco dopo per poi sciogliersi nel ’93.
Una anticipazione: è prevista la ristampa del primo lavoro con copertina originale, da parte della Black Widow.

Se il mio “spirito deduttivo” non corre troppo, credo proprio che i Crystal Phoenix siano un progetto musicale generato principalmente dalla personalità di Myriam Sagenwells Saglimbeni. Fin’ora la sua creatività artistica si è espressa solo attraverso questa band o nel passato la mitica polistrumentista ha collaborato con altre bands o addirittura formato altre entità musicali? Se sì, sono mai stati registrate testimonianze audio di queste esperienze musicali?
Myriam ha suonato come chitarrista in diversi gruppi prima di Crystal Phoenix. Ha collaborato con un gruppo milanese per la registrazione di un pezzo, ha poi formato un complesso sempre a Milano (Reinless Race) e poi appunto Crystal Phoenix.

Quali furono le cause del vostro scioglimento ed in quale anno esso avvenne?
In realtà non si tratta di veri e propri scioglimenti ma di una serie di avvicendamenti di persone che sinceramente cercavano di portare il loro contributo espressivo in C.P., allontanandosi poi verso altri generi. Dopo il ’93 c’è stato il silenzio per motivi personali di Myriam, ma C.P. non ha mai cessato di esistere! L’attività compositiva è continuata e quando Myriam ha trovato altre persone di talento, il gruppo si è riformato nel 2000, per poi evolversi ancora verso la formazione che speriamo sia quella giusta e definitiva.

Siete a conoscenza del fatto che il vostro mlp di debutto è una rarità micidiale? Che impressione vi fa?
Sì ne sappiamo qualcosa, ma in realtà non ci dà molta soddisfazione … vorremmo essere apprezzati per la qualità non per la rarità.

Anche se non è puramente il vostro caso, nell’insano circolo di minatori del True Metal Misconosciuto (hail brothers!!!), spesso e volentieri alcuni dischi vengono valutati e ricercati fino a raggiungere limiti quasi maniacali solo basandosi sulla rarità dell’oggetto in questione. Qual è la tua opinione riguardo questo tipo di realtà? Pensi che al gruppo in questione possa gratificare il fatto che vengano ricordati ed “adorati” solo perché all’epoca stamparono 1.000 copie o meno del loro album (composto/suonato/prodotto in maniera comunque indecente o quasi)?
E’ terribile! Penso che ogni artista voglia essere ricordato principalmente per le emozioni che è riuscito a trasmettere. Ogni musicista vorrebbe essere capito, prima che apprezzato come rarità collezionistica.

Come entraste in contatto con la VideoStar di Savona?
Myriam ha partecipato ad un concorso nazionale di composizione, pubblicizzato in TV: 5 gruppi sarebbero stati selezionati per l’incisione di un L.P.

 

Saresti così gentile da elencare, per cortesia, quante più fanzine/riviste del passato abbiano recensito/intervistato i mitici Crystal Phoenix?
O.K. riporto quelle di cui ho notizie, sul sito alla pagina recensioni,  comunque stiamo inserendo poco alla volta tutto ciò di cui disponiamo. Per quanto riguarda il primo lavoro:

Per quanto riguarda l’edizione originale Videostar, sono a conoscenza di due recensioni:
una sul quotidiano La Stampa
l’altra di Mauro Rappo su Rockerilla n.107/108 dell’89

Per la ristampa della B.W.:
Rockerilla 148,  Dicembre ’92 (Massimo Gasperini)
Raro 32/33 credo del ’92 (S.C.)
Ciao Duemilauno, Giugno ’93 (Mario Giugni)
HM del Maggio ’93 (M.G.)
Metal Shock ? (Gianni Della Cioppa)
The Noisy Room, Giugno ’93
Harmonie, (rivista francese) Luglio ’93  (Didier Gonzalez)
Art Rock, (rivista coreana) n°4 ’93.

THE FUTURE

Credi che userete mai parti elettroniche per la vostra musica? Come credi che queste risorse possano integrarsi nel vostro contesto musicale, o più in generale in una dimensione sonora prettamente atmosferico-epica?
Non escludo nulla a priori, per ora l’attenzione è solo sulla ritmica (si può notarne un anticipo in Black out e Dragon Lord): dovrà avvolgere e dare una nuova veste a C.P.

Myriam, hai mai valutato l’ipotesi di cantare in altre lingue (antiche o moderne) a parte l’inglese? Non credi che questo potrebbe conferire un fascino singolare ai vari brani? Credi che in futuro ciò sarebbe possibile?
In programma ho qualcosa in un dialetto alto norreno (sorpresa!!) … ci stavo già lavorando.
 
Come reagireste se, ad esempio, qualcuno vi chiedesse di adoperare alcuni brani dei Crystal Phoenix per andare a comporre la colonna sonora di qualche film fantasy odierno?
Wow, sarebbe fantastico, ma credo sarebbe ancora più stimolante se ci venisse commissionata la composizione ad oc per il film.

In futuro immaginate mai di suonare/registrare qualche cover? Se sì, di quali gruppi ti vengono in mente adesso come adesso?
Sicuramente eseguiremo qualche cover in concerto, non credo che incideremo qualcosa (ma non si sa mai).  Per quanto riguarda i gruppi, sicuramente i Manowar, ho gia eseguito loro cover in passato con le precedenti formazioni. In acustico abbiamo anche un paio di tradizionali, uno irlandese e uno scozzese. In ogni caso, i pezzi scelti devono servire a raccontare meglio la “leggenda dei due draghi di pietra”.

Non è che potreste darci qualche info riguardo il vostro nuovo album?   War Again chiude l’album anticipando il concetto di ciclicità. Di fatto, la storia si svolge all’interno di un ciclo temporale.
In ognuno dei tre lavori potranno essere individuati due momenti evidenti, ma in realtà si può trovare il terzo sottinteso. Nel primo album troviamo le parti “This Life ” e “Another Life” il futuro è però mimetizzato nella canzone Heaven to a Flower: può sembrare una scena passata, ma rappresenta una premonizione. Nel secondo lavoro troviamo “The past” e “The future”, il presente può essere intravisto nella copertina, dove la ragazza con i capelli rossi rappresenta il mio aspetto fisico.
La copertina originale del primo lavoro è una scena fantasy che di fatto rimanda al passato. Se si osserva bene il disegno, si troverà in alto a sinistra, dentro la montagna fiancheggiata dai due draghi di pietra, un particolare che rimanda al futuro: una città ombra sospesa nell’infinito al di là del tempo. La copertina del secondo lavoro presenta uno stile radicalmente diverso, ingenuo, quasi infantile, proprio per voler accentuare la sensazione di sogno, ricordo, di “tra le nuvole”.
“War Again” passa quasi inosservata, ma introduce la sensazione dalla quale si partirà nel prossimo lavoro. Da lì verrà la presa di coscienza dei personaggi. In questo lavoro, troveremo due momenti: presente e futuro (il passato sarà intuibile e pervaderà l’album). Una tragedia riporterà il ricordo di un’altra tragedia a cui tutti siamo destinati, ma, forse anche una speranza: combattere il proprio destino per cambiare il nostro futuro.

Sapresti dirmi se sono già disponibili alcune più o meno imminenti date dal vivo dei Crystal Phoenix?
Ci stiamo lavorando ma, non abbiamo per ora date fissate. Su sito saranno presenti aggiornamenti sulla situazione live.

Ok, siamo arrivati purtroppo alla conclusione: è stato un grandissimo onore potervi intervistare! Scusate per le 34..anzi 35 domande! Ma, secondo il mio modesto punto di vista, meritate molta attenzione! Spero di vedervi dal vivo in futuro: tante belle cose! Ok, concludete come voi pare. Grazie ancora e ciao! 
L’onore è stato nostro, poter rispondere a domande poste con intelligenza e cultura ci gratifica!! Siamo noi a ringraziarti e ringraziamo anche tutti coloro i quali ci hanno dedicato anche solo un poco della loro attenzione. Speriamo di non deludere le aspettative. Grazie a tutti!! See You soon.