Dark Tranquillity – Circolo degli Artisti (Roma) 26/11/03

Di - 28 Novembre 2003 - 10:48
Dark Tranquillity – Circolo degli Artisti (Roma) 26/11/03

Il live di una delle più importanti bands della scena svedese è sempre un evento. I Dark Tranquillity, godono di una certa fama e di un certo rispetto da parte del pubblico metal, un pubblico difficile, molto pretenzioso e spesso conservatore. Non vengono ammessi passi falsi, come quello che per qualcuno è stato ‘Projector’ e per altri (me compreso) è stato ‘Damage Done’.
Non capisco perchè la data romana dei D.T., accompagnati, in questa calata italica, dai “nostrani” Dark Lunacy, è avvenuta al Circolo Degli Artisti: un locale non molto grande, riempito al colmo dai fans degli svedesi.
Causa l’inadeguadezza del locale e la non troppo buona organizzazione della “Tour De Force” (in pratica sono stati venduti troppi biglietti) mi sono dovuto sorbire una fila sotto la pioggia e in conseguenza di cio’ mi sono perso la performance dei Dark Lunacy.
Il locale era letteralmente oberato di gente. la visuale laterale non mi ha permesso di vedere bene lo show, tanto meno di scattare foto decenti. L’acustica non era delle migliori, ma bastevole per poter dare un giudizio, spero il più obiettivo possibile.
La band è salita sul palco seguita dal boato del pubblico ed è partita a mille con una serie di songs tratte dall’ultimo Damage Done, reo di essere carente di idee, ma ‘spaccatimpani’ in quanto a potenza di riffs.
Non sono mancati rimandi ad album storici quali The Gallery o The Mind’s I.
Il fomento a mille quando è partita Punish My Heaven, l’apripista di The Gallery. Gli spettatori più giovani hanno creato un putiferio sia su ‘Damage Done’ che su ‘Monochromatic Stains’.
Il coro un po’ scomposto del pubblico su Thereln(da Projector) ha pero’ fomentato ancor di più il singer Stanne, mattatore unico della serata.
Finito il concerto, prima dei bis, vi era un po’ di rammarico per non essere riusciti ancora ad ascoltare brani tratti da Skydancer e The Mind’s I. Siamo stati in parte ripagati poichè i “nostri” hanno tirato fuori dal cilindro magico: una superba Lethe (da the Gallery) e una spaccaossa (causa pogo sfrenato) Zodiackyl light (da The Mind’s I).
Per dare spazio anche al lato riflessivo della band, quello più tastieristico, abbiamo avuto il piacere di ascoltare: The Wonders At Your Feet, Indifferent Suns e Haven tratte da ‘Haven’. Il pubblico ha partecipato con molto calore. Calore ricambiato principalmente da Stanne (voce) e Nicklasson (basso).
A livello scenico (causa forse anche l’esiguo spazio concesso al palco) la band non è stata l’emblema della sfrontatezza, fatta eccezione per il trascinatore Stanne e il pazzoide Nicklasson. Sundin e Henriksson sono stati forse un po’ troppo freddi, così come il resto della band.
A livello tecnico nulla da eccepire, una band professionale, nessun errore, se non un paio di stecche a ‘cura’ del batterista, ma nulla che penalizzasse la resa delle canzoni. Forse mi aspettavo qualcosa di più da Stanne. In studio sfoggia una voce sporca calda e piena, dal vivo non rende bene come dovrebbe…mentre, in quei pochi momenti in cui canta pulito, è molto bravo. Mi ha sorpreso.
In definitiva davvero un bel concerto, in cui la band ci ha regalato una chicca: una composizione che andrà a far parte del nuovo imminente album, una canzone veloce, intricata nei riffs, come non si sentiva dai tempi di Skydancer e The Gallery.
Il mio rammarico più grosso è stato quello di non aver assistito alla performance dei Dark Lunacy.