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Dave Gallegos (Power Of Omens)

Di - 6 Agosto 2003 - 15:52
Dave Gallegos (Power Of Omens)

Parole di Eugenio Giordano

I Power of Omens sono a mio avviso una delle band più tecniche e raffinate della scena metal americana, ma sfortunatamente il loro nome è tutto sommato poco conosciuto, alla luce di due cd prodotti, entrambi di fattura superlativa, l’interesse nei confronti della band è aumentato senza però riuscire ad infrangere i limiti dell’underground a cui i Power of Omens sono ancora relegati, questa intervista è un eccellente occasione per conoscere meglio questi musicisti.
Ne parliamo con Dave Gallegos, chitarrista e mente centrale nella composizione dei brani del gruppo.

Per prima cosa, siete stati intervistati di recente da altre web-zine o magazine italiani in merito al nuovo “Rooms of anguish”?

“Qualche anno fa abbiamo avuto delle interviste con diversi magazines italiani, ma in questo caso siamo onorati di essere intervistati da www.truemetal.it e in generale tutte le volte che qualcuno si interessa a noi, ti ringrazio davvero molto per l’opportunità che ci offri”.

Sono un grande fan dei Power of Omens e vorrei che presentaste ai nostri lettori la band, quali sono state le vostre origini?

“Grazie davvero Eugenio, è grandioso sapere che ci segui da sempre, allora i Power of Omens sono nati nel 1994 eravamo Alex Arellano alla batteria, Chris Salinas alla voce e io alla chitarra, rapidamente abbiamo registrato la prima demo e abbiamo incominciato a cercare un bassista. All’inizio del 1996 abbiamo incontrato Matt Williamson che si unì a noi immediatamente, registrammo una nuova demo completata nei primi mesi del 1997.
In quel periodo riuscimmo a garantirci un contratto con la DCA Recordings che sfortunatamente ci portò solo a una lunga attesa di un anno e a nessun buon risultato da parte loro, e così decidemmo di recidere ogni relazione con la label.
Era il 1998 quando fummo contattati dalla romana Elevate Records, con loro firmammo un contratto che garantiva alla band una distribuzione mondiale e così incominciammo a scrivere il materiale che sarebbe andato a comporre il nostro primo cd “eyes of the oracle” che venne pubblicato nel giugno del 1998.
Successivamente abbiamo avuto dei problemi personali e il nostro bassista Matt ci ha lasciato, sono passati quattro anni e nella band è entrato Chris Herring a sustituirlo e finalmente abbiamo composto i brani che sarebbero entrati nel nuovo cd “rooms of anguish” nel 2002.
Ad essere sincero i nostri problemi non sono finiti qui, la Elevate Records ha trovato grossi problemi di marketing e business e il nostro secondo disco iniziò a venir rimandato mese dopo mese, finchè capimmo che la Elevate non l’avrebbe mai pubblicato.
Secondo il contratto potevamo andarcene mantenendo i dirittti sul nuovo cd e così abbiamo fatto e abbiamo avuto la fortuna di incontrare Deron Blevins della Metal Ages Records che ci ha ingaggiato e ha completato il lavoro che la Elevate aveva interrotto producendo il nostro secondo cd.
Tra l’altro stiamo riregistrando e rimasterizzando il primo cd per ristamparlo e renderlo disponibile nuovamente ai fan”.

Quale tipo di educazione musicale avete seguito per raggiungere la vostra tecnica sopraffina, avete affrontato studi di musica classica?

“Siamo autodidatti per essere sinceri (incredibile nda.). In ogni caso a scuola io ho studiato teoria musicale ed ero coinvolto in una band, suonavamo jazz e musica classica, Alex invece ha seguito i corsi del Musicians Institute of California e ha studiato le percussioni con il batterista dei Jethro Tull Marc Craney e con Mark Zonder che ha militato nei Warlord e nei Fates Warinig, ma gli altri membri della band si sono educati da soli sui singoli strumenti”.

Il vostro primo album è stato licenziato dalla Elevte Records, vorrei far luce sul cambio di etichetta in sede al secondo album, cosa è successo con esattezza?

“Guarda, sfortunatamente la Elevate ha conosciuto grossi problemi di business e questi problemi hanno finito per coinvolgere ogni band del loro rooster, semplicemente non esisteva un supporto economico per pubblicare il nuovo cd e a causa dei loro debiti verso terzi non avevano nemmeno la possibilità di distribuire i dischi, siamo stati costretti ad andarcene e grazie a dei cavilli tecnici ci siamo potuti liberare dagli accordi contrattuali presi nei loro confronti in passato, mi spiace dirlo, avevano davvero delle ottime intenzioni ma sfortunatamente hanno dovuto fare i conti con le regole del mercato e non sono sopravvissuti molto”.

I Power of Omens sono una progressive metal band, puoi descrivere il vostro stile e il vostro approccio musicale ai nostri lettori? Ci sono delle band che potete considerare come una fonte di ispirazione per il vostro gruppo?

“Allora, la nostra musica può essere descritta come se fosse una miscela di tecnica e complesse architetture sonore, una sorta di metal orchestrato. Abbiamo la tendeza a usare partiture con tempi irregolari e insoliti, un continuo senso di cambiamento ritmico è sempre osservabile nella nostra produzione. Molti hanno definito la nostra musica come l’incontro tra lo stile di tre differenti progressive band, i Dream Theater, i Queensryche e i Fates Warning. In ogni caso credo che i Power of Omens si siano spinti verso soluzioni ancora più complesse rispetto a queste tre band. Il nostro è un apporccio molto sperimentale e non abbiamo paura di finire fuori dal seminato o di suonare differentemente dagli altri. Usiamo moltissimi passaggi strumentali e le nostre canzoni hanno una durata molto variabile da un minuto fino a venti minuti. Sotto il profilo vocale Chris viene spesso paragonato a Jeoff Tate ma la nostra band vuole essere il più lontano possibile da qualsiasi paragone con i Queensryche per quanto possibile, penso che più continueremo a scrivere in questo modo  e maggiore sarà l’unicità del nostro suono”.

Adesso passiamo al discorso delle composizioni, mi puoi descrivere questo processo? C’è una singola mente alla base del song writing oppure è un lavoro di gruppo che interessa l’intera band?

“Tutti nella band hanno mano libera nel processo di composizione, scriviamo tutti le nostre parti e poi le uniamo in una sorta di puzzle musicale, di solito arriviamo in sala di registrazione e con calma lavoriamo sulle idee proposte da ogniuno jammandole, quando notiamo una parte che ci sembra particolarmente originale e brillante ci concentriamo su questa e la sviluppiamo fino a farne l’ossatura di un brano. Io personalmente mi occupo di tutte le parti di chitarra e tastiera mentre gli altri ragazzi pensano ai loro strumenti in modo indipendente, poi al momento dell’arrangiamento lavoriamo tutti insieme. Quando la musica di una canzone è finita Chris la prende e vi appone un testo che ritiene il più adeguato e compone le melodie vocali, se ci dice di apportare qualche modifica noi cerchiamo di rendere il pezzo il più confortevole possibile per le sue caratteristiche, a questo punto registriamo una demo del brano finchè arriviamo alla registrazione definitiva per un cd ufficiale”.

Considero “rooms of anguish” la prova dell’ulteriore evoluzione della vostra musica, condividete questa mia opinione? Se fosse così puoi dirmi se ci sono delle differenze dal primo “eyes of the oracle”?

“Io condivido davvero quello che hai detto, questo nuovo cd è il definitivo passo avanti nella nostra crescita musicale, l’unica grande differenza rispetto al disco precedente è una notevole maturità e credo che “rooms of anguish” dimostri quanta riflessione e fatica mentale ci sia stata durante il processo di composizione, sia per quello che riguarda i brani, ma anche le melodie, le orchestrazioni e le architetture sonore rispetto a “eyes of the oracle. Questo cd è più coesivo rispetto al precedente e riesce a raggiungere una maggiore solidità delle strutture musicali”.

La lunga durata dei vostri brani è qualcosa di prestabilito quando cominciate a scrivere un nuovo brano oppure è una naturale sviluppo della vostra arte?

“La lunghezza del brano non è mai un concetto prestabilito quando ci mettiamo a comporre. Quando cominciamo a scrivere un nuovo pezzo ci preoccupiamo di essere riusciti ad esprimere tutto quello che potevamo all’interno di quella composizione, quindi può nascere un brano da un minuto come “the quest” oppure un brano da venti minuti come “test of wills” o “in the end”. Ogni brano è una avventura artistica, lasciamo che la musica ci porti dove vuole e il tempo è irrilevante in questo viaggio”.

Cosa puoi dirmi approposito delle liriche, sono legate in un concept nel nuovo disco? Quali sono i principali argomenti delle vostre canzoni?

“Tutte le canzoni del cd sono legate in un tema universale, Chris scrive sempre di esperienze personali e in questo cd ha raccontato la sua relazione nei confronti della religione e della fede e della sua lotta contro le critiche e il giudizio degli ipocriti. Una lotta contro la gente che non rispetta quello che fai nella vita perchè non è mai abbastanza buono e ti dice che pagherai per i tuoi peccati nel giorno del giudizio e non importa quanto tu sia buono o quanto provi a migliorare te stesso. Il tema centrale è la libertà di vivere la propria vita secondo le proprie convinzioni e non lasciarsi condizionare da altri. Non ci si deve sentire colpevoli se si è se stessi e si si compiono le priprie scelte con coerenza, è questo il tema centrale”.

Voi siete Texani, nel vostro paese ci sono molte possibilità per suonare dal vivo, lo fate spesso? Se così fosse potete descrivermi la situazione in Texas per quello che riguarda il panorama metal?

“Per essere sincero non suoniamo spesso, lameno non quanto ci picerebbe fare, non è facile suonare da queste parti senza un adeguato supporto, è possibile fare qualche data ma poter girare il paese con un budget basso è davvero difficile, solo le band che hanno un contratto con una major possono permetterselo, speriamo che le cose cambino, il prossimo anno suoneremo molti più shows in giro per il Texas e anche nel resto degli Stati Uniti”.

Molti nostri lettori stanno cercando il vostro nuovo cd , in Italia non è distribuito, come possono trovarlo? E’ possibile ordinare il cd dal vostro sito?

“Sul nostro sito trovate una serie di mail order che distribuiscono il cd, guardate nella sezione “merchandise”, ce ne sono di diverse nazioni e anche degli italiani, oppure potete rivolgervi direttamente alla nostra label www.metalages.com”.

Avete una relazione stretta con internet? Cosa ne pensate dello sharing di file mp3? Dove possiamo scaricare dei file mp3 dei Power of Omens?

“Se non ci fosse stata internet non avremmo mai avuto le oppurtinità che abbiamo ora è sensazionale come sia facile raggiungere centinaia di persone con la propria musica, oggi è semplice scaricare degli mp3 e decidere se una band ti piace e se vale la pena di ordinare il disco. E’ incredibile il potere della rete, per questo motivo renderemo sempre disponibili mp3 e video della nostra musica sul nostro sito www.powerofomens.com, potete cercare nella sezione “media”.

Avete intenzione di andare in tour per promuovere il nuovo cd? Verrete in Europa? Vi paicerebbe suonare in Italia?

“Ci piacerebbe tantissimo, ma non credo che ci muoveremo verso l’Europa finchè in nuovo disco non sarà completato, incomincieremo a lavorarci nei prossimi mesi. Probabilmente suoneremo in Olanda all’Headway Festival nell’Aprile 2004 e poi cercheremo di fare altre date in Europa se possibile, ci picerebbe venire in Italia ma per ora è solo un sogno, vorremmo suonare per tutti voi fan italiani ma sono necessari maggiori supporti per rendere possibile questo desiderio”.

Per me va bene così, vi lascio questo spazio se volete dire qualcosa ai vostri supporter italiani…..

“Sono passati quattro anni e mezzo dal nostro primo cd, e a tutti voi fan fedeli vogliamo dire un immnso grazie per averci aspettato ed essere rimasti dalla nostra parte, il nuovo cd è per voi perchè se non ci foste voi noi non saremmo qui, è tutto merito del vostro grandioso supporto, dal profondo del cuore grazie, siete i più grandi!!!!!”