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Debauchery (Thomas Gurrath)

Di Daniele D'Adamo - 12 Ottobre 2013 - 23:29
Debauchery (Thomas Gurrath)

 

 

A qualche mese dall’uscita di “Kings Of Carnage”, sei in grado di valutarne il successo?

Penso che l’album stia andando bene. È entrato nelle classifiche tedesche, il che non è male, per un disco di death metal.

“Kings Of Carnage” è l’ottavo album dei Debauchery in dieci anni di carriera. Qual è il segreto della vostra prolificità?

In effetti è il decimo album in dieci anni, poiché ho anche pubblicato due lavori di hard rock: come Big Ball, “Hotter Than Hell”; come Blood God, “No Brain. But Balls”. Un disco all’anno. La creatività non arriva dal nulla: si deve lavorare, per essa. Questo è il trucco. E provare sempre qualcosa di nuovo per superare i propri limiti. Imparare cose nuove. Per ciò, scrivo per “World of Blood Gods” (gioco da tavola dei Debauchery, ndr), costruisco mostri, dipingo quadri, scrivo canzoni. Si tratta di campi diversi, che tuttavia confluiscono in un unico filone: “World Of Blood Gods” serve da sfondo per i temi delle canzoni, i mostri servono per le foto della band, i dipinti per il libretto.
 

 

Perché avete scelto un titolo così violento come, appunto, “Kings Of Carnage”?

Le storie rappresentate nell’album riguardano un mondo violento, fra draghi e mostri. Credo quindi che sia giusto, un titolo altrettanto violento.  

… e … ci puoi dare una motivazione per la quale hai scelto un nome come Debauchery?

No, non posso. Se potessi ragionarci su farei altrimenti, ma è troppo tardi per ciò. Ho ascoltato questa parola in un intro dei W.A.S.P. in “Crimson Idol” e ho pensato che fosse una figata.

C’è un comune filo conduttore che lega i vostri full-length?

Riguardano tutti “World of Blood Gods”.

 

 

Vi piacciono i wargame fra cui, in particolare, “Warhammer”. Questo gioco ha influenzato la vostra attitudine musicale?

Sì, naturalmente. Ho scritto molte canzoni, durante la mia carriera, attorno ai temi di “Warhammer”. Prendendo spunto anche dalle novelle di Graham McNeill come “Storm Of Iron”, “The Ambassador” e “The Ultramarines Stories”. Graham McNeill che a sua volta mi ha aiutato con “World of Blood Gods”. Sono stato inoltre ispirato da Ben Counter, Gavin Thorpe, Dan Abnett, ecc., da tutti i “Warhammer” e le relative “Fantasy Battles”, ma anche da “Chronopia”, “Mutant Chronicles” e “La Terra di Mezzo”.   

A proposito della vostra musica, non sembrano esserci molti cambiamenti fra un disco e l’altro. Il vostro stile sembra essere immutabile nel tempo. Condividete questa affermazione?

Alcuni affermano la cosa opposta, per cui non ne ho idea. Per me è sempre lo stesso. Heavy metal. Anche se ho scritto canzoni molto diverse: alcune molto veloci, altre lentissime, altre con le tastiere e anche alcune ballate. Ma tutte le heavy metal band fanno così. Priest, Metallica, Motörhead, hanno canzoni diverse fra loro che comprendono più stili, anche se alla fine, ascoltandole, si riconosce subito la band. Penso accada la stessa cosa con i Debauchery.    

Proprio il vostro stile, per la sua durezza e pesantezza, ricorda un po’ i Manowar. Vi hanno influenzato? Ci sono altri gruppi storici alla base della vostra musica?

I Manowar sono grandi. Su ogni loro CD c’è almeno una hit straordinaria da ricordare per sempre. Anche nei loro peggiori dischi. Per me sono una delle principali influenze. Altri sono i Judas Priest e Halford, Maiden, Motörhead, Metallica, Ugly Kid Joe, Guns N Roses e AC/DC.

 

Non temete di essere presi poco sul serio, per via dei vostri lunghissimi war-name e dei vostri testi sanguinolenti?

Il nostro è un mondo di fantasia. Lì è tutto serio, ma non ha niente a che vedere con il nostro mondo.

La forza dei Debauchery è tremenda. Ma, a volte, sembra essere un po’ statica. Pensate, per  il futuro, di aumentare anche la velocità dei brani, oppure è proprio la pesantezza, il vostro unico obiettivo?

No, non credo che faremo più canzoni veloci come “Demonslayer”. Penso che 210 o 220 BPM siano sufficienti. Ho fatto song con 280 blast beats come “Savage Mortician” nell’album “Rockers & War”, ma penso che ciò sia troppo rumoroso. Vedremo, ma non credo che suonerò più, così.

Ci puoi raccontare un vostro spettacolo-tipo?

Rock’n’Roll, sempre coperti dal sangue, a volte con una Blood Babe vestita al minimo. Una chitarra, un basso, batteria. Tre membri, come i Motörhead.

Verrete in Italia?

Sarebbe bello, ma tutto dipende dall’interesse dei promoter nei nostri confronti.

Ok siamo alla fine: cos’hai da dire ai lettori di Truemetal.it?

Hack Slash Kill!

Intervista a cura di Daniele “dani66” D’Adamo