Deep Purple: Ian Gillan, non voglio commentare la nuova generazione di band rock
Fermato sul red carpet del Ivor Novello songwriting awards, al cantante dei Deep Purple, Ian Gillan, è stato chiesto se ci fossero nuove band nascenti che avessero attirato la sua attenzione.
No, sto allla larga da queste cose e per una buona ragione. Durante la mia adolescenza rigettavo artisti come Frank Sinatra, Bing Crosby, Andy Williams e Dean Martin, che poi ho realizzato essere degli artisti grandiosi. Ma al tempo pensavo come un giovane uomo, avevo dentro di me una sorta di vandalismo psicologico necessario per ritagliarmi il mio spazio. Ed ora mi ritrovo nella situazione di dover scansare certe cose, per cui non voglio commentare le nuove generazioni. Mi ricordo di quando mio zio, che era un pianista jazz, ascoltò per la prima volta “In Rock”. Se ne andò dalla stanza urlando e tappandosi le orecchie. “Non si riesce a sentire niente… Non si distinguono gli strumenti!”. Io mi stavo già sfregando le mani pensando: “fantastico!”. Ho sconvolto la vecchia generazione, un uomo che ho sempre rispettato tantissimo. Ecco perché non voglio commentare ora.