Death

Defeated Sanity (Jacob Schmidt)

Di Andrea Poletti - 9 Agosto 2016 - 1:05
Defeated Sanity (Jacob Schmidt)

Con l’arrivo della nuova doppia opera dei Defeated Sanity non potevamo lasciarci scappare l’opportunità di fare due chiacchiere in merito a questo lavoro. Un doppio EP che prende parti sia “Avantgarde” che del classico Old School per creare qualcosa di atipico per i classici fans, ma che non mancherà di riservare gioie ai più sperimentali. Ecco la nostra chiacchierata con Jacob Schmidt, bassisita del gruppo. Buona lettura.

Ciao Jacob, sono passati tre anni dall’uscita di “Passage into Deformity” che ha confermato la vostra fama e potenza all’interno della scena brutal death metal; vorrei che ci introducessi a questo nuovo doppio album attraverso le tue stesse parole e ituoi pensieri.

Ciao, dato che molto è già stato detto e scritto in merito all’uscita cercherò di essere breve e conciso. Un concept album che divide le nostre più grandi influenze all’interno di un EP di Brutal death metal. Dall’altro lato abbiamo una parte più progressive old school; tutto questo abbiamo deciso di farlo a dispetto delle volte passato dove univamo il tutto per ottenere un prog-jazz brutal death metal.

Cosa puoi raccontarci in merito ai titoli scelti per i due EP ed alle cover che sono differenti? C’è un messaggio o un significato specifico dietro?

Dato che la musica è divisa in due mondi opposti ma complementari abbiamo tenuto questa strada anche per i testi. “Disposal of the Dead” rappresenta l’aspetto più carnale e sepolcrale mentre “Dharmata” abbraccia il lato più spirituale che si avvicina all’aldilà. La vita dopo la morte sotto una visione Buddhistica ci ha affascinato moltissimo e sopratutto Lille che è responsabile dei testi. Le due cover erano necessarie perché non potevano mantenerne una sola essendo i due mondi molto differenti tra loro; vedo fondamentalmente il tutto come due EP più che come un grande unico album.

Avete creato due album dunque distanti tra loro come sappiamo, “Dharmata” dal canto suo ha alla voce Max Phelps (Death To All NdR), come avete scelto di inserirlo nel progetto? Come mai non avete lasciato cantare il tutto a Kostantin (Lühring frontman ufficiale del gruppo sino qualche giorno fa)?

Desideravano uno stile vocale differente su “Dharmata” ed lo stile brutal classico non sarebbe stato congeniale per certe sonorità. Abbiamo deciso di guardarci intorno, abbiamo optato tra una rosa dei nostri favoriti e chiedendolo a Max si è dimostrato molto disponibile; ha svolto molto bene il ruolo e lo trovo anche un ottimo chitarrista che ha compreso al meglio la complessità dei nostri arrangiamenti.

Molto vecchi fans da come ho letto non riesco a comprendere come mai avete scelto questo suddivisione così marcata, potete spiegarci come è uscita fuori l’idea di comporre “Dharmata”? Potremmo ipoteticamente considerarlo come avantgarde se proporzionato al vostro stile classico?

Si certamente è sperimentale. Il nostro primo album di sempre, “Prelude to Tragedy”, era molto più old school rispetto a ciò che siamo oggi. Col tempo siamo diventati sempre più brutali e abbiamo sentito che era ora il momento perfetto per creare qualcosa di più sperimentale, penso che giustamente potresti definirlo quale avantgarde.

Tornando invece a “Disposal of the Dead” riesco a percepire una progressione, un aumento delle vostre capacità che siete stati in grado di acquisire attraverso questi anni. Il fattore “jazz” è ancora alla base del vostro sound ovviamente, ma rispetto al passato questa caratteristica è stata nascosta bene all’interno del suono complessivo. Mi sento di dire che ad oggi abbiate trovato il giusto bilanciamento tra le vostre due anime, quella più brutale e quella progressiva, voi come la vedete?

Certamente, abbiamo anche voluto alleggerire le difficoltà stilistiche con questo nuovo album. Amiamo molto il classico brutal sullo stile dei Brodequin e dei Devourment così riflettendoci abbiamo tirato via l’aspetto prettamente jazz quasi su ogni brano. Puoi notare ancora quanto il tutto suoni perfettamente “Defeated Sanity”, solamente è privo di tutti quegli inserimenti che un tempo mettevamo all’interno delle tracce. Credo però che ci sia ancora molto progressive nascosto e sepolto in profondità, siamo fatti così (ride NdR)

Parlando della produzione invece risulta più profonda e pulita rispetto al passato, meno grezza lasciando ogni singolo strumento venir fuori meglio, come se provenisse da un mondo distante. Cosa puoi dirci in merito? Avevate delle intenzioni ben precise o delle volontà su come far suonare il tutto?

Certamente avevamo un volontà ben specifica, “Disposal of the Dead” volevamo che suonasse più brutale, quasi a livello dei demo anni 90 ma con l’aggiunta di una verve da studio professionista. Per quello che riguarda “Dharmata” volevamo che si avvicinasse molto al suoni che uscivano dai Morrisound studios degli anni 80, qualcosa sullo stile dei Watchtower, anche se il nostro suono è fortunatamente riscontrabile in ogni aspetto, le nostre peculiarità non si tolgono facilmente.

Prima parlavamo di Kostantin, che ha lasciato la band qualche giorno addietro. Al suo posto troviamo Josh (Fondatore ed unico membro degli Autonomy Ndr), come l’avete scelto?

Kostantin non voleva più fare parte di una band con un’attività così elaborata come la nostra, tra studio, registrazioni, tour e tutto il resto. Abbiamo rispettato la sua decisione e alla fine Josh è venuto alla nostra attenzione grazie una cover che fece di una nostra traccia, anche se già il lavoro svolto con gli Autonomy è molto valido.

Tornando invece a parlare di Max Phelps quali sono i piani per le sue eventuali apparizioni live? Dobbiamo considerarlo solo come guest da studio oppure riuscirà a esibirsi con voi anche dal vivo?

Penso sia fin troppo impegnato con le sue altre band ma se ci fosse la possibilità sarebbe la scelta migliore per la sede live. Avremo comunque un cantante alternativo per proporre i pezzi di “Dharmata” durante i concerti.

Questo è il vostro terzo album che pubblicate attraverso Willowtip Records, una casa discografica che sta aumentando i propri consensi e la sua importanza a livello globale anno dopo anno. Possiamo dire che siete parte della famiglia a tutti gli effetti, come vi trovate con loro?

Alla grande, fortunatamente abbiamo una relazione ottima con la Willowtip ed è per questo che abbiamo scelto di declinare case discografiche più grandi e potenti. Tutto è realizzato nella maniera più semplice ed indolore, proprio come siamo noi e credo ne guadagnamo entrambi da questa relazione così amichevole.

Parlando di altro ho una domanda un po’ particolare. Non sentite che ad oggi molte delle band che suonano brutal, technical o old school abbiano tutte lo stesso suono? L’idea è che tutti vogliano mostrare i muscoli, le loro abilità suonando più note possibili all’interno di una singola traccia che alla fine risulta senz’anima, insignificante. i Defeated Sanity hanno un suono molto riconoscibile senza estremizzare tutti questi aspetti e funziona alla grande, come la vedere questa scena moderna?

Guarda onestamente non mene frega molto di questi segaioli che il tech ci propina ogni giorno. Non c’è nulla di sensazionale oggigiorno in tutto quello. Tutto ora possono registrare insieme alla propria mamma un album in casa ed editarlo sino a quando riescono a sembrare dei grandi shredders. Per me tutto sta nell’energia che risiede nell’attitudine del creare questo genere, non fraintendermi amo il tecnichal ma preferisco che sia suonato da musicisti, da esseri umani piuttosto che da robots. Quando i Necrophagist vennero fuori era accettabile e bello così, ma tutto invecchiò molto velocemente e non ha più senso ad oggi proporre qualcosa di finto, nulla che possa suscitare il nostro interesse. Mi piace pensare che ai nostri fan piaccia la nostra visione avversa del Techincal death e sono convinto che abbiamo anche portato alcune influenze su altri musicisti.

Quali sono i vostri piani nel prossimo futuro? Andrete in tour a supporto del nuovo doppio EP già nel 2016 o dobbiamo aspettare il 2017?

Quest’anno vorremmo prendercela più con calma perché abbiamo avuto un lungo tour negli Stati Uniti agli inizi del 2016 e di recente abbiamo fatto qualche apparizione nei festival Europei. Il 2017 sarà più adrenalinico e a breve annunceremo il tutto, quando si concretizzerà al meglio.

Grazie per questa opportunità, ancora complimenti per questo nuovo grandissimo album, I nostri migliori auguri alla band.