Dream Theater: James LaBrie, ci vuole una certa genialità per comporre musica semplice
Nel corso della trasmissione radiofonica Full Metal Jackie è stato intervistato James LaBrie dei Dream Theater, focalizzandosi sulle differenze tra il doppio “The Astonishing” e il più heavy e conciso “Distance Over Time”.
Discutiamo sempre prima il genere di album che vorremmo realizzare e la direzione da prendere. Per quanto concerne “Distance Over Time” ne abbiamo iniziato a parlare prima che finisse il tour. Di solito lo facciamo qualche mese prima che finisca, anche sei mesi. Decidiamo di rivederci dopo una pausa di 6/8 mesi, ma prima definiamo il tipo di album che andremo a realizzare, quello che riteniamo necessario, quello che sentiamo ci dia più motivazioni o che ci influenza in una certa direzione. Con questo album sapevamo di voler realizzare un album più Heavy. Sapevamo anche di non voler rimare intrappolati in epiche costruzioni, dato che per noi è facile che finisca così. Possiamo sempre fare dietro-front, ma volevamo che questo suonasse in maniera più organica e fosse più conciso. Poi ci saremmo ritrovati un po’ a girovagare o a prendere la tangente, musicalmente parlando, qua e là, ma avremmo sempre tirato le redini a un certo punto. Con Mike Mangini è stato tutto molto divertente. Ogni tanto si alzava e ci spronava: “forza ragazzi, ragazzi, ragazzi, stiamo un po’ ammattendo; stiamo andando fuori dai binari”. Ed era vero, per cui tornavamo sui nostri passi. Per noi è sempre più facile prendere e scrivere una lunga canzone epica. La sfida era dire “no no no, abbiamo questa sezione, questa sezione e questa sezione, adesso chiudiamola e impacchettiamola qui”. Ho sempre detto che, per quanto si possa pensare dall’esterno che la musica semplice sia anche facile da scrivere o qualcosa per cui basta seguire una formula, in realtà il genio sta nel creare musica che abbia risonanza, un qualcosa che rimanga impresso e che sia brillante. Una formula che un gruppo come gli U2 hanno usato magnificamente nel corso degli anni.