Editoriale: CD protetti, chi ci perde?

Di Keledan - 23 Aprile 2002 - 22:09
Editoriale: CD protetti, chi ci perde?

Meditavo da tempo di scrivere un articolo sugli abusi delle protezioni dei cd audio, e questa notizia sul newsgroup Italia Arti Musica Metal mi ha dato lo stimolo. Saprete certo che da tempo l’industria discografica si sforza per ottenere sistemi anti pirateria sempre migliori.
La novità è che iniziano a nascere casi molto interessanti: eccone uno di un acquirente di cd troppo protetto, tanto che non poteva leggerlo su nessun cd di casa sua. Fortunatamente, ha ottenuto il giusto rimborso.

Decine di aziende software si sono buttate nella ricerca della protezione perfetta, e ormai sono diversi i sistemi anti pirateria professionali a disposizione dei produttori di dischi
Uno dei sistemi che pare aver preso piede consiste nel creare cd impossibili da riprodurre sui lettori dei PC. Non sono solo i dischi delle grandi star come Celine Dion a essere protetti in questa maniera, ma anche i dischi che di sicuro non venderanno milioni di copie, come l’ultimo di Cadaveria.

Come al solito, chi ci perde in questa maniera? Non certo quelli che della pirateria hanno fatto una professione.
Pure un inesperto del settore come me sa benissimo che basta collegare un qualsiasi cd audio al line in del computer per registrare il cd su hard disk e poi masterizzarselo a piacere.
Quindi, chi ci perde? Ci perdono quelli che si comprano i cd originali, che se vogliono sentirsi il cd sul computer devono farsi una copia, che se hanno un lettore magari un po’ antiquato, non riescono a sentirlo e devono farsi un mazzo tanto per riuscire ad ottenere il giusto rimborso.

Invece gli stronzi che vendono copie ingrassano e se la ridono sempre di più, vantandosi pure che le loro copie sono più compatibili e leggibili degli originali.

In più, e aggiungiamo danno al danno, rendendo i cd illeggibili su computer, ci siamo giocati pure gli inserti speciali, che almeno a volte ti rendevano più sopportabile la spesa di 20 e passa euro per un cerchietto di plastica.

Case discografiche, fate marcia indietro, evitate di dare soldi a sti genialoidi che vi progettano le protezioni, e sfruttate la minor spesa per ridurre il prezzo dei cd!

E invece di stare a bruciare tempo a farvi seghe mentali su come proteggere i vostri miserabili tesori di plastica, investite altri soldi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione dell’IVA sui cd, che deve essere assolutamente ridotta al 4%, equiparandoli ai libri.