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Exodus (Gary Holt)

Di - 11 Marzo 2004 - 20:58
Exodus (Gary Holt)

È stato con grande piacere che mi sono recato all’intervista con gli Exodus, uno dei gruppi che ha letteralmente inventato il Thrash ormai più di venti anni fa. Mi scuso anche per il ritardo con cui pubblico questa intervista, ma lo slang usato da Gary durante l’intervista ha messo a dura prova il mio inglese, ma dopo una dura battaglia col mio fido registratore ho vinto io, e adesso potete leggere anche voi quello che mi ha detto il chitarrista fondatore degli Exodus.

(Matteo Lavazza)  Inizio subito parlando ovviamente del vostro nuovo disco. È stato difficile per voi tornare a comporre un nuovo disco dopo ben 7 anni dal precedente?

(Gary Holt)  Difficile? No non direi, anzi è stato tutto piuttosto semplice, ci siamo semplicemente ritrovati ed abbiamo iniziato a comporre come abbiamo sempre fatto. Ci siamo subito resi conto che le idee non ci mancavano.

(M.L.)  Ma avete in qualche modo pianificato le songs da comporre? Nel senso, vi siete forse messi intorno ad un tavolo e avete iniziato a parlare di come avrebbero dovuto uscire i pezzi oppure vi siete limitati a suonare ed a vedere cosa veniva fuori?

(G.H.)  No abbiamo preso i nostri strumenti e abbiamo iniziato a suonare, nessun fottuto calcolo.
Non abbiamo mai pensato a comporre un pezzo veloce piuttosto che uno lento, abbiamo semplicemente messo in musica le nostre idee.

(M.L.)  Quando è nata l’idea di una reunion degli Exodus?

(G.H.)  Più che quando ti posso dire il perché abbiamo deciso di riformare gli Exodus.
L’abbiamo fatto perché era la cosa giusta, perché tutti sentivamo la mancanza della band.
La band dopotutto non si è mai veramente sciolta, ci eravamo anche riuniti per un tour nel 1997.

(M.L.)  Avete già pianificato il tour di supporto al nuovo disco?

(G.H.)  Oh Yeah, e passeremo certamente anche dall’Italia.

(M.L.)  Durante il Bonded by Metal tour avete già proposto delle nuove canzoni dal vivo, che tra l’altro sono davvero potenti dal vivo, ed ovviamente nel nuovo tour proporrete molte più cannzoni dal nuovo lavoro, quanto spazio avrà il vecchio materiale?

(G.H.)  Ovviamente nel corso del prossimo tour le canzoni di “Tempo of the Damned” avranno molto spazio, ma certamente non potremo scordarci delle nostre vecchie canzoni, i nostri classici avranno sempre spazio nella nostra set list, su questo ci puoi giurare!

(M.L.)  Il fatto di aver richiamato Zetro è stata una scelta immediata dopo la morte di Paul Baloff?

(G.H.) Oh yeah, assolutamente.
Abbiamo richiamato Steve subito dopo la morte di Paul, chiedendogli se voleva tornare a cantare con noi, ovviamente lui è stato subito entusiasta della proposta, ci siamo trovati, ne abbiamo parlato e abbiamo ricominciato. Il tutto è stato molto naturale.

(M.L.)  Cosa puoi dirmi a proposito dei testi del nuovo disco?

(G.H.)  Le canzoni parlano della rabbia, in tutte le sue forme.
Ci sono pezzi che parlano di quello che succede intorno a noi, di come venga uccisa tanta gente.

(M.L.)  La situazione per il Metal negli Stati Uniti mi sembra che stia migliorando rispetto a qualche anno fa, cosa mi puoi dire a proposito?

(G.H.)  Sì rispetto a qualche anno fa la situazione è molto migliorata, il Nu Metal è finalmente morto e sembra che i kids stiano tornando ad ascoltare buona musica finalmente.
Il tempo per poter tornare ai fasti del passato è adesso.

(M.L.)  Tra l’altro molte Thrash Metal band si sono riunite nell’ultimo periodo, oltre a voi anche Nuclear Assault e Death Angel tanto per citarne un paio, credi che il Thrash possa davvero tornare a fasti passati?

(G.H.) Sicuramente, perché no?
Io credo che la gente voglia sentire della musica fottutamente veloce, fottutamente cattiva, e quindi sono convinto che band come noi possano avere un buon successo.

(M.L.)  Come mai Rob McKillop (il bassista della formazione originale, n.d.r.) non fa parte della band?

(G.H.)  Rob ormai non suona più.
C’era nella reunion del 1997, così all’epoca potemmo dire di aver riformato davvero la line up originale, ma dopo quel tour ha praticamente smesso di suonare, quindi non abbiamo nemmeno cercato di convincerlo a tornare.

(M.L.)  Gli Exodus sono uno dei gruppi che ha creato il Thrash, ma non tutti si ricordano di voi quando parlano di Thrash. Credi che voi sareste potuti essere più fortunati nella vostra carriera?

(G.H.)  Sì forse sì.  Anche se mi sembra che tutti riconoscano quello che abbiamo fatto per la scena all’inizio degli anni ’80, ci sono un sacco di gruppi che ancora oggi ci esprimono il loro rispetto per quello che abbiamo creato tanti anni fa. Sai insieme ad altre bands, come i Metallica per esempio, siamo stati quelli che hanno creato il movimento Thrash, e questo nessuno lo potrà mai negare. Poi ognuno si è evoluto per la sua strada, qualche gruppo dell’epoca fa ancora musica che mi piace ed altri invece no, ma è solo una questione di gusti miei.

(M.L.)  Ma secondo te c’è una ragione particolare che ha fatti sì che il Thrash muovesse i suoi primi passi proprio a San Francisco?

(G.H.)  Non credo che ci sia stata una ragione particolare, è stato un caso che tutto sia nato li secondo me, il movimento poteva nascere in qualsiasi città, forse in quel momento a San Francisco c’era gente con qualche idea in più che altri posti (ride, n.d.r.)

(M.L.)  Tornando a parlare del vostro nuovo disco, c’è una canzone in particolare che mi ha colpito, cioè “Scar Spangled Banner” (è qui parte un siparietto viste le mie difficoltà a pronunciare il titolo, n.d.r), che ha un riffing delle due chitarre davvero particolare…

(G.H.)  E’ pazzesco vero? Il tutto è stato molto semplice da scrivere ad arrangiare comunque, ormai tra me e Rick c’è un intesa perfetta, ci capiamo al volo e questo di sicuro semplifica molto le cose quando si tratta di arrangiare pezzi con riff di chitarra articolati come “Scar Spangled Banner”.

(M.L.)  Voi siete venuti in Italia la prima volta tantissimi anni fa, nel 1985 mi pare. Tu cosa ne pensi del pubblico italiano?

(G.H.)  Noi siamo venuti in Italia la prima volta nel 1985 coi Venom, e mi ricordo che è stato fantastico, la gente qui è veramente pazza!

(M.L.)  Ma qual è il paese che vi riserva l’accoglienza migliore?

(G.H.)  La Spagna è fantastica, il pubblico là è molto caldo, anche i ragazzi della Repubblica Ceca sono grandi, ci siamo stati nel corso dell’ultimo tour, tutto i fans del sud  e dell’est europa sono molto calorosi con noi.

(M.L.)  Sul nuovo album c’è anche una nuova versione di “Impaler”, come mai questa scelta e che tipo di reazione vi aspettate dal pubblico quando suonate canzoni come questa dal vivo?

(G.H.)  Mi aspetto la stessa reazione che potrebbe provocare qualsiasi canzone degli Exodus. La scelta di registrare nuovamente “Impaler” è stato un modo per……(fa una pausa, n.d.r.) rendere giustizia a questa canzone direi.

(M.L.)  Quando stavate componendo l’album non avete mai pensato alle reazioni dei vostri fans? Voglio dire, avete in qualche modo composto le canzoni per soddisfare i vostri fans o solo per soddisfare voi stessi?

(G.H.)  Per me l’importante è che le quello che scrivo soddisfi me innanzitutto. Poi se alla gente piace quello che faccio tanto meglio.

(M.L.)  Che genere di reazioni vi aspettate verso il disco?

(G.H.)  Come è normale noi siamo molto fiduciosi, siamo convinti al cento per cento di aver fatto un grande disco. Finora il giudizio di chi ha sentito l’album è stato molto positivo, per cui sono ancora più fiducioso.

(M.L.)  Riascoltando il disco che emozioni provi?

(G.H.)  Sai tutti quando hanno un nuovo album dicono la solita cosa “è il miglior disco che abbiamo mai fatto”, io non voglio essere banale quindi ti dico che secondo me non è “bullshit” (scoppiamo a ridere, n.d.r.).

(M.L.) Ma al momento non cambieresti proprio nulla?

(G.H.)  Oh sai…..credo che tutti i musicisti cambierebbero qualcosa una volta terminato un album, ma in fondo sono davvero molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto.

(M.L.)  Pensi che se Paul non fosse tragicamente morto avreste registrato lo stesso un disco come “Tempo of the Damned”?

(G.H.)  Non credo sai…..se Paul fosse ancora qui forse noi saremmo ancora dei mezzi drogati…..
Sai la droga ha avuto un grosso peso nella morte di Paul, e questo ci ha fatto capire tante cose, prima di tutto che non siamo più dei ragazzini, adesso dobbiamo stare attenti.

(M.L.)  Quindi si può quasi dire che la morte di Paul vi abbia aiutato sia a livello personale che a livello di band….

(G.H.)  In un certo senso sì, ovviamente la morte di Paul è stato un colpo durissimo per noi, lui era un vero amico, però ci ha anche permesso di guardarci attorno e capire cosa stavamo facendo e che così non potevamo certo andare avanti.

(M.L.)  Che reazioni avete ricevuto dall’audience quando avete proposto un paio di nuove canzoni durante il “Bonded by Metal Tour”?

(G.H.)  Da quello che ho capito parlando con i fans dopo gli shows erano tutti entusiasti dei nuovi pezzi.

(M.L.)  Siete soddisfatti del vostro nuovo contratto con la Nuclear Blast?

(G.H.)  Oh yeah! Loro sono assolutamente fantastici, soprattutto perchè prima di tutto sono dei fans degli Exodus, non semplici discografici, anche se ovviamente il loro lavoro lo fanno più che bene, lo dimostra il fatto che sono qui a Milano a parlare con te.

(M.L.)  Ok Gary, ti ringrazio molto per l’intervista, il finale lo lascio tutto a te.

(G.H.)  Spero che tutti i nostri fans italiani possano ascoltare il nostro nuovo disco, sono certo che piacerà a tutti.
Ci vediamo durante il nostro prossimo tour!

 

 

Personaggio strano Rick, a volte sembrava quasi che non avesse la minima voglia di parlare del suo nuovo disco, nonostante tutto a volte rispondeva con un tale entusiasmo che mostrava chiaramente quanto sia convinto del suo lavoro. Certamente potrebbe evitare certe arie da rockstar, come per esempio fare l’intervista con me con gli occhiali da sole nella hall dell’albergo mentre fuori era già buio, ma finchè gli Exodus continueranno a sfornare dischi di altissima qualità come il nuovo “Tempo of the Damned” certe piccolezze si possono anche perdonare.