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Forgotten Tales (Marty Desharnais)

Di - 22 Ottobre 2003 - 19:06
Forgotten Tales (Marty Desharnais)

Parole di Eugenio Giordano.

I Forgotten Tales sono una delle migliori formazioni metal della scena underground canadese li ho raggiunti per presentarli a tutti voi, la parola a Marty Desharnais, il chitarrista della band.

Prima di tutto puoi raccontarmi qualcosa sulle origini dei Forgotten Tales e su come vi siete incontrati la prima volta?

“Bene, tutto è incominciato con una idea il nostro attuale manager Renè Pineault. Lui è il fratello della nostra cantante Sonia. Lui ha preso i primi contatti con Patrick, Cedric e con me per assemblare un progetto musicale, ci siamo uniti nell’ Ottobre 1999. La sua intenzione iniziale era di formare una band capace di suonare una sorta di “tributo” ai maggiori gruppi power metal europei in modo da poter supportare questo genere musicale in Quebec. Tutti noi abbiamo accettato la proposta, ma ci mancava un tastierista, quindi io ho contattato Fred che studiava musica classica con Patrick al college. Avevamo anche bisogno di un secondo chitarrista, ho scelto un mio studente che si chiama Marc-Andrè Gingras che mi ha aiutato molto nelle date live come turnista. Dopo una serie di concerti tutti sold-out, la reazione del pubblico era talemente entusiastica che abbiamo deciso di trasformare la nostra band in una realtà artistica capace di scrivere la priopria musica originale”.

“The promise” è il vostro album di debutto autoprodotto, come avete affrontato il processo di composizione delle canzoni? C’è all’interno della band un compositore principale che sviluppa le cenzoni indipendentemente dal resto della band, oppure si tratta di un processo collettivo?

“Entrambe le cose, io sono il principale compositore della band. Le canzoni vengono inizialmente concepite a partire dai testi che mi ispirano nella stesura delle parti musicali. Tendo a seguire il mood dei testi nel comporre le musiche. Renè mi ha proposto alcune liriche per il nostro disco e io ho incominciato da quelle per comporre le canzoni dell’album. Poi magari ho aggiunto delle modifiche successive ai testi sempre con l’aiuto di Renè e di Sonia. A questo punto musica e testi diventano coerenti. Comunque lavoro molto col computer nella prima fase di composizione musicale preparando le linee di tutti gli strumenti. Quando un brano è completo io lo consegno ai vari membri della band che lo interpretano aggiungendo le loro personali modifiche, se lo migliorano. E’un buon metodo, useremo lo stesso sistema per il prossimo disco”.

Ho notato il sound perfetto che avete raggiunto su “The promise”, dove avete registrato il disco? Avete avuto bisogno di un produttore durante le registrazioni oppure avete svolto tutto il lavoro per conto vostro?

“Il disco è stato registrato a Montreal da Pierre Remillard che è un ingeniere del suono molto famoso in Canada e si occupa di vari generi musicali. Per esempio si è occupato della produzione dell’ultimo disco degli Anvil. Durante il tempo speso in studio io mi sono preso la responsabilità di occupare il ruolo di produttore e controllavo la realizzazione sonora del cd. Pierre comunque ha contribuito moltissimo e ha fatto un lavoro sopraffino, il sound del cd è più che soddifacente”.

Ho davvero apprezzato molto il vostro approccio al power metal sinfonico, le vostre canzoni sono pesanti, potenti ed epiche, questa attitudine è davvero sintomo di talento e dedizione alla causa del metal, come discrivereste le vostre canzoni e il vostro stile musicale ai nostri lettori?

“Molti giornalisti ci definiscono una power metal band melodica, ed è quello che ci rappresenta meglio! Non ci stiamo nascondendo da questa realtà. Lo stile non lo abbiamo inventato noi, ma ne siamo seguaci, comunque penso che abbiamo registrato un platter capace di combinare bene il power metal europeo e il classico stile metal americano. Questo è il motivo che spiega le influenze statunitensi alla base del nostro sound, credo che aumenteranno nel nostro secondo disco. A Quebec City, la mia città, noi siamo al centro della scena, da una parte il metal statunitense, pensa ai Dream Theater, dall’altra i canadesi Rush e poi l’influenza europea dei Maiden e di Malmsteen. Noi siamo una jam di queste diverse culture musicali”.

Nel disco possiamo trovare sia pezzi molto rapidi e diretti, sia brani più progressivi e tecnici, questa combinazione di stili pone i Forgotten Tales al di sopra della media delle band power di oggi, questa considerazione è corretta?

“Sì Eugenio, è un modo molto corretto di vedere la nostra band, e posso dirti che siamo molto felici di sapere che la maggioranza della gente vede la nostra band allo stesso modo tuo. Tutto ciò che vorremmo sarebbe trova una maggiore visibilità in Europa, vorremmo venirci in tour al più presto e spero già col secondo disco”.

Trovo molto importante il fatto di avere una cantante femminile nella vostra band, Sonia possiede una timbrica personale e una sua interpretazione dei brani. Lei è capace di esprimere sia una forza potente, sia molto sentimento nelle canzoni. Penso che lei sia l’asso nella manica della band, mi sbaglio?

“Sarei un bugiardo se ti smentissi. Guarda, nella maggioranza delle recensioni che abbiamo ricevuto lei è la prima cosa che viene notata dalle persone. Ma spero che anche la nostra musica sia una piccola causa del nostro successo” (risate nda).

Quali sono i temi centrali delle vostre liriche? C’è una storia precisa alla base del disco? Ho notato una suite dal titolo “The tale of Neeris” puoi dirmi qualcosa approposito di questo racconto?

“Le nostre canzoni parlano di differenti aspetti della nostra vita, in generale. Allo stesso tempo trattiamo le emozioni dell’essere umano, come l’odio, la gelosia, la paura e la felicità. Aggiungendo un pizzico di fantasia. Per quello che riguarda il brano “The tale of Neeris” è la storia di una donna che cerca vendetta nei confronti dell’uomo che la uccise abbandonandola un paio di anni fa. E’ una canzone epica che racconta di come sia giusto pretendere giustizia senza rischiare di diventare degli strumenti dell’odio privi di coscienza. Ad ogni modo, penso che l’ascoltatore possa trarre le sue personali considerazioni approposito dei testi. Dipende da ogniuno di noi”.

Adesso state lavorando sul nuovo disco, cosa puoi dirmi in questo senso. Dobbiamo prepararci per qualche sorpresa, ci saranno dei cambiamenti di stile o di direzione? Quando pensi che il disco sarà pronto per i fans?

“Il nuvo disco si intitolerà “All the sinners”, non credo che ci saranno cambiamenti drastici nel nostro stile rispetto al primo disco. Di sicuro qualcosa sarà migliorato. La Musica è già stata realizzata, si tratta di composizioni più complesse e consistenti. Il disco sarà un poco più aggressivo e maggiormente progressivo. Lavoreremo molto sui cori per renderli più fruibili dal vivo, le liriche invece sono incentrate sulla magia in tutti i suoi aspetti, nel bene e nel male. Di certo ci sarà una nuova storia ma non te la racconto ancora”.

Voi siete originari del Quebec, ci sono molte possibilità nel vostro paese di suonare live? Avete pianificato un tour per supportare il disco? Come dicevi prima sperate di suonare in Europa?

“Non abbiamo mai avuto una possibilità di venire in Europa e ci piacerebbe tantissimo. Non abbiamo mai pensato a un tuor vero e proprio fino a questo punto, adesso siamo concentrati sulla realizzazione del secondo cd. Il rpossimo anno ci penseremo seriamente. Qui in Quebec souniamo nelle grandi città due o tre volte all’anno e in tutto abbiamo fatto quindici concerti. Comprendi che il nostro stile non è molto popolare ma la richiesta sta crescendo. Abbiamo aperto per Nightwish, Edguy e Gamma Ray nel loro tour canadese, grandioso!”.

Ho letto le vostre note biografiche, ho natato che “The promise” ha ricevuto ottime recensioni sia sui magazines americani che su quelli europei. Quali sono le vostre considerazioni alla luce diquesto largo successo? Penso che sarete felici….

“Siamo molto grati a tutti per questo. E’ sempre un grandissimo piacere essere apprezzati dai fans e dagli addetti ai lavori che ci hanno sempre recensito positivamente. A volte capitano delle critiche ma cerchiamo di vederne il lato positivo, questo è il modo giusto di crescere”.

Trovo incredibile che i Forgotten Tales non abbiano ancora trovato un deal con una label europea per la distribuzione del disco nel Vecchio Mondo, come è possibile? Avete intenzione di firmare un contratto nel prossimo futuro?

“Guarda Eugenio, il mondo della musica è piuttosto complicato. Probabilmente non abbiamo ancora parlato con le persone giuste e il fatto che noi siamo così lontani da voi rende le label europee piuttosto titubanti nei nostri confronti. In ogni modo anche senza contratto stiamo lavorando al secondo platter. I fans sono grandissimi e fin ora i piccoli distributori indipendenti ci hanno aiutato tsntissimo. Forse alla fine ci noteranno anche quelli delle case discografiche maggiori comunque faremo di tutto per distribuire il secondo disco in giro per il mondo”.

Noi siamo una web zine italiana, come possono fare i nostri lettori a comprare il vostro primo disco? Puoi diermi come contattare la band?

“I tuoi lettori possono contattarci tramite e-mail dal nostro sito ufficiale www.forgottentales.com e da questo sito possono ottenere tutt le informazioni necessarie, ma per voi che siete italiani consiglio il ditributore tedesco Just for Kicks www.justforkicks.de perchè è molto più conveniente per voi, grazie”.

Per me questo è quanto, ti ringrazio per il tuo tempo e spero di risentirti presto….

“Grazie davvero moltissimo Eugenio e da oggi anche tu sei una parte della nostra storia”