From The Depths – L’occhio di TM sull’underground – Luglio/Agosto/Settembre 2011
Nuovo numero per la nostra rubrica sull’underground italiano. Qui, e nelle prossime edizioni, troverete informazioni sui demo che ci arrivano in redazione, da sommare alle recensioni dei demo migliori, che continueremo a pubblicare nell’apposita sezione.
Ricordiamo che i sample di tutte le band sono disponibili sulle relative pagine MySpace, segnalate a lato della recensione.
Buona scoperta!
Cruscifire Chaos Season 2010, Autoprodotto Death Metal |
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Tracklist:
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I Cruscifire sono un gruppo musicale nato nel 2003 a São Paulo, in Brasile, da un’idea dei fratelli Caio e Victor Angelotti, rispettivamente chitarrista e bassista/cantante della band.
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Furious Ruins 2011, Autoprodotto Heavy Metal |
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Tracklist:
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Nati nel 2006 e con all’attivo già un demo oltre al presente Ruins, i Furious di Lucca si ripresentano sulle scene in questo 2011 per dare prova di compattezza e potenza tramite un heavy metal classico con accenni power/speed. Il tiro dei brani non è indifferente ed il lavoro di composizione si fa apprezzare parecchio senza, però, colpire al primo ascolto. Per arrivare a comprendere appieno la proposta del quartetto toscano è necessario ascoltare qualche volta Ruins in quanto, a causa di una registrazione non eccessivamente pulita, molti particolari restano nascosti, soprattutto quelli relativi alla sezione ritmica. Oltre a ciò va anche segnalata una prestazione altalenante del cantante Gabriele Tovani, il quale ogni tanto scivola sulle note più acute compromettendo l’equilibrio stabilito dalla chitarra di Federico Bertagna, sempre in primo piano con ritmiche e momenti solisti piuttosto ispirati. Andrea Rodella
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Grim Monolith Intempesta Nox 2011, Autoprodotto Black Metal |
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Tracklist:
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Il 1994 fu un anno fondamentale per l’intero movimento black metal: i Mayhem rilasciarono sul mercato “De Mysteriis Dom Sathanas”, i Satyricon tornarono a calcare le scene con “The Shadowthrone”, in casa Emperor nacque niente meno che il loro capolavoro, quel “In the Nightside Eclipse” che avrebbe profondamente segnato l’intero movimento musicale estremo, e i Darkthrone regalavano al mondo quel gioiello di musica nera intitolato “Transilvanian Hunger”. Emanuele Calderone
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Historica Historia Magistra Vitæ 2011, Autoprodotto Thrash Metal |
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Tracklist:
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Dalla provincia di Torino arrivano gli Historica, band che propone una miscela di heavy e thrash condita da temi legati alla Storia e alla Mitologia. Composto da Danielle Fiore (voce), Danilo Bonuso (chitarra), Dario “Dax” Casaletti (basso) e Claudio Berruto (batteria), l’ensemble muove i primi passi nell’estate del 2009, giungendo quindi a pubblicare quest’anno il suo primo lavoro, l’EP autoprodotto “Historia Magistra Vitæ”, assemblato da cinque tracce originali e una cover dei Grave Digger. Il dischetto, registrato, missato e masterizzato da Alessandro Tortone presso i Tortonia Studio di Poirino (To), si presenta assai bene, comprendendo testi e foto artistiche, in virtù dell’artwork curato da Bonuso, autore, anche di tutte le musiche. E si presenta molto bene anche il suono del lavoro, dal taglio professionale, equilibrato in tutte le sue parti. Molto buono sia il lavoro di Bonuso alla chitarra, sia quello della sezione ritmica, agile e possente come da migliore scuola del thrash. Lo stile, pur non essendo così innovativo, è adulto e ricco di sfaccettature melodiche, aiutato dalla capacità della Fiore di affrontare ben quattro modi di cantare: growl, scream, clean e lirico. A parere di chi vi scrive, è assai azzeccato il connubio growling (molto cattivo!)/riffing, soprattutto nei momenti in cui quest’ultimo assume i connotati tipici dell’U.S. power metal, così da raggiungere un effetto-potenza davvero non indifferente. Buono, anche, l’insieme delle canzoni, come già accennato stilisticamente omogenee e ben bilanciate per quello che riguarda l’energia sonora e la melodia. L’idea degli Historica di unire lo stile classico dell’heavy a quello più ruvido del thrash non è niente male e merita di avere altri e migliori sviluppi, in futuro. Daniele ‘dani66’ D’Adamo
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Hyban Draco Dead Are Not Silent 2011, Autoprodotto Black Metal |
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Tracklist:
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Nati nel 2004 a Terragona, gli Hyban Draco sono una realtà relativamente giovane del panorama black metal spagnolo. Emanuele Calderone
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I Will Kill You Plastination 2011, Autoprodotto Death Metal |
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Tracklist:
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Lo chiamano “extreme obscure metal”. Cioè, una sorta di death/thrash intriso sino all’osso di tinte noir. Loro sono i siciliani I Will Kill You che, con l’EP autoprodotto “Plastination”, debuttano nello sterminato Mondo discografico del metal. Klaudia (Disasterhate – vox), L.m. (Goya – guitars & synth, backing vocals), Andrea (Mannaka – bass) e Peppe (Memories Of A Lost Souls – drums) sono i quattro membri della band, di recente formazione (2010), che ha registrato la sua Opera Prima presso ben tre studi (NUNU LAB, RC; Overflow studio, CT e Room001studio rec., RG). La passione di L.m. (autore di tutte le musiche) per le tonalità più cupe, come da definizione, emerge immediatamente con l’horrorifica intro ambient “Plastination”, perfetto per creare la giusta atmosfera plumbea su cui erigere l’aggressivo stile musicale proposto da quattro ragusani. Uno stile personale e originale, fondato sull’ugola al vetriolo di Klaudia, ottima singer che nulla ha da invidiare alle più blasonate colleghe straniere. Il lavoro svolto in fase di realizzazione si sente tutto e, infatti, il dischetto suona pieno e cristallino: un ideale trampolino di lancio per una tipologia musicale basata sulla violenza sonora ma, anche, sulla ricerca di climi psicologici assai rarefatti. Eccellente la strumentale “Senza Respiro (To Ophelia D.)”, esemplificativa dell’attitudine – da parte di L.m. – di sapersi muovere con abilità nei meandri della psiche umana. Anche le altre canzoni, tuttavia, non mostrano la corda anzi si rivelano riuscite nella loro fedeltà al concetto di base, sospeso fra sperimentazione (“Dissembled The Faults”) e forza bruta (“Black Vendetta”). “Se il buongiorno si vede dal mattino”, allora, ai I Will Kill You il futuro non potrà che riservare, nonostante l’attitudine, un colore più che roseo.
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Lunar Explosion Beyond The Demo… 2011 2011, Autoprodotto Power Metal |
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Tracklist: 1. Vasa Warship |
I Lunar Explosion sono una giovane band vicentina nata nell’agosto 2010. I ragazzi si presentano con questo demo, intitolato Beyond The Demo 2011, composto da quattro tracce di power metal fortemente influenzato da elementi neoclassici e progressive. La tecnica messa in campo è notevole: assoli veloci e articolati, anche se a volte leggermente prolissi, mettono bene in evidenza le capacità dei due chitarristi Mattia Sisca e Paolo Ferraro, supportati da una sezione ritmica di tutto rispetto a cura di Riccardo Bortolaso al basso e Andrea Grespi alla batteria. Stefano ‘Elrond’ Vianello
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Lycanthropy Beware 2010, Autoprodotto Thrash |
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Tracklist:
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Anche in Brasile, come nel resto del Mondo, si sta riscoprendo il piacere di suonare metal estremo dal sapore vintage. Lo dimostra il progetto Lycanthropy, avente l’obiettivo di far rivivere le morbose e sulfuree atmosfere del black/thrash di band primordiali quali Ghostrider, Hellhammer e Sargofago. Il gruppo di Ituiutaba, nato nel 2007, prima di questo EP ha inciso soltanto il demo “Run While You Can” (2008). Malgrado ciò Diogo “Bald” Vilela (vocals), Laurencce Martins (guitars, backing vocals) e Silas Demetrio (bass, backing vocals) godono del forte appoggio di Ricardo Confessori, batterista degli Angra, che ha suonato con loro in quest’occasione e che ha missato, masterizzato e prodotto “Beware”. La spinta professionale di Confessori si sente tutta e, infatti, le quattro tracce del dischetto (o meglio, tre; poiché “Augenmord” è solo un intro ambient) hanno un suono più che buono: carnoso, potente e ordinato come pochi. Difficile, invece, farsi un’idea precisa dell’abilità artistica del terzetto sudamericano. Una dozzina di minuti di musica è davvero poca roba, per esprimere un giudizio completo. Tuttavia sembra ben centrata l’idea di risalire indietro nel tempo tenendo ben chiaro il concetto di modernità. Anche il songwriting non sembra male, soprattutto se riferito alla buona “M.I.N.D.”, song dal ritmo trascinante e dall’infernale umore malato. In attesa pertanto di una più congrua produzione in termini quantitativi, si può affermare che se i Lycanthropy avevano in mente di far rivivere la leggenda del black/thrash brasiliano, allora ci sono riusciti. Daniele ‘Dani66’ D’Adamo
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Mantide The Eyes In The Jar 2011, Autoprodotto Thrash/Southern Metal |
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Tracklist:
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Un concentrato di thrash/hardcore tinto di ricche venature southern rock è quello che viene sputato in faccia dalle casse dello stereo una volta inserito il primo demo a firma Mantide. The Eyes In The Jar vede il debutto di questa formazione pescarese con armi affinate e pronte a far male davvero grazie a dei suoni piuttosto nitidi, una buona dose di groove ed un buon tiro generale dei pezzi, dato soprattutto da una sezione ritmica pulsante e ben bilanciata. Tra i cinque pezzi presenti sul disco va sicuramente segnalata la titletrack, canzone che tocca diverse sensazioni e cambi di tempo passando da un’intro lenta e grave ad una sezione centrale decisamente più rapida che ben esplicita l’urgenza tipica del thrash. Andrea Rodella
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Northanger Northanger 2011, Autoprodotto Epic Metal |
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Tracklist:
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Piacevole debutto quello dei piemontesi Northanger, fautori di un heavy metal classico dalle tinte epiche ed attivi dal 2006 sulle scene. Pronti a sfoderare le asce in una sempiterna battaglia, i cinque membri della formazione vercellese affidano all’omonimo disco il compito di biglietto da visita ed i risultati sono più che discreti. La grinta e la carica di brani come l’iniziale Earthquake e You Are My Disgrace ben dimostrano di che pasta siano fatti i Northanger i quali non si risparmiano nel farcire la loro proposta di azzeccati assoli di chitarra. Lodi anche al cantato di Samuel Mander, dotato di una timbrica acutissima ed in grado di impreziosire a dovere le composizioni con linee vocali ben congeniate. Andrea Rodella
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Overfall Rise Of Glory 2011, Autoprodotto Power Metal |
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Tracklist:
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Gli Overfall sono una band nata ad Aprilia in provincia di Latina nel 2002. Dopo alcuni contrasti tra i vari membri, la formazione finale prende vita: Giacomo Cerfeda e Alessio Farinelli alle chitarre, Sandro Guida al basso, Paolo Riccio Della Selva alla batteria e Fabio Rossi alla voce. Stefano ‘Elrond’ Vianello
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Psycho Scream Psycho Scream 2011, Autoprodotto Death Metal |
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Tracklist:
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Gli Psycho Screm, formasi nel 2009, arrivano da Reggio Emilia e si fanno accompagnare da questo mini-CD di quattro tracce, interamente autoprodotto. Ivan (vocals), Pato e Claudio (guitars), Lando (bass) e Bob (drums), ciascuno fedele al proprio background musicale, propongono una miscela di death metal, thrash e heavy. Anzi, per meglio dire un heavy massiccio e potente ove, però, le linee vocali sono rappresentate da un feroce growling sconfinante addirittura, a volte, nell’inhale. Un sound quindi poco usuale, che elabora assieme uno stile classico a elementi più moderni, con risultati teoricamente interessanti. Teoricamente, poiché i cinque ragazzi emiliani devono ancora maturare parecchio, per costruire qualcosa di tecnicamente e artisticamente valido. Pur potendosi individuare l’embrione di quel che potrebbe essere una fruttuosa creatura futura, allo stato attuale la prestazione complessiva del combo di Reggio Emilia è ancora insufficiente. Sia sotto l’aspetto esecutivo, sia sotto quello compositivo. Benché ciò determini delle lacune evidenti in termini di resa sonora, dall’esame delle quattro tracce dell’EP si evince, invece, una buona capacità di saper tirar fuori dal cilindro uno stile personale, che definisca cioè la band in modo univoco. Questo è un pregio non da poco che fa ben sperare per il futuro, nonostante “Psycho Scream” e compagnia bella siano ancora troppo rozze e involute per essere, in qualche modo, accattivanti. Il proto-death che, alla fine, permea in misura maggiore il lavoro regala poco, che possa poi rimanere in testa. Ancora troppo approssimativa la concretizzazione del sound, foriera d’imprecisioni e ingenuità che, tuttavia, non potranno che essere migliorate, con il passare del tempo e con l’approfondimento dello studio degli strumenti. Paradossalmente, un buon inizio anche se… da bocciare. Ora. Daniele ‘dani66’ D’Adamo
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Sinheresy Promo 2010, Autoprodotto Power Metal |
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Tracklist:
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I triestini Sinheresy nascono come cover band dei Nightwish e dopo poco tempo decidono di dar vita a musica originale. Ecco quindi capitarci per le mani il promo d’esordio: due brani che offrono all’ascoltatore una vasta gamma d’idee. Idee che spaziono dall’heavy metal classico al power di matrice statunitense, fino al gothic più melodico. Due brani sono di certo pochi per poter esprimere una critica sostanziale, ma è certo che il quintetto ci sa fare, sopratutto per quanto riguarda il gusto. Le melodie che caratterizzano il cuore dei brani sono ben definite e regalano una godibilità notevole. Questo anche grazie alla raffinata timbrica della cantante Cecilia Petrini, delicata e ipnotica nella sua caratteristica espressività vocale. Infine, che i brani non appaiano scontati, ma ben studiati, lo si coglie dalla presenza di soli azzeccati e incastonati perfettamente nelle brillanti strutture compositive. Un pizzico di groove in più in qualche passaggio ritmico e una produzione in grado di dar profondità al sound più atmosferico e il gioco è praticamente fatto. Nicola Furlan
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Six-Point Laed General Anæstesia 2009, Autoprodotto Death Metal |
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Tracklist:
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Dopo la nascita avvenuta nel 2008 occorre un anno, ai Six-Point Lead, per dare alle stampe il primo EP autoprodotto, “General Anæstesia”; composto da quattro tracce registrate e missate da Luca Sbaragli nei Phobic Studios, e masterizzate da Alessandro Vanara. I Nostri (Benny Bianco Chinto – Vocals, Sergio Costa – Guitars, Claudio Strazzullo – Guitars, Luca Sbaragli – Bass, synth, Cosimo De Nola – Drums), ottimi musicisti, macinano un cyber death metal alla maniera dei Fear Factory, nel quale trovano ottima intesa una spiccata vena melodica e un’assassina brutalità. Il guitarwork si contrae in una densa nube di riff segaossa dall’accordatura ribassata, il cui incedere meccanico è scandito dalla coppia-metronomo basso/batteria. Accanto al cantato growl/clean, specifico per esaltare l’intesa sopra citata, ci sono degli ottimi inserti di tastiera, abili nel ricreare futuristiche ambientazioni dal forte sapore fantascientifico. Il sound, in effetti, per quanto descritto non è un campione di originalità ma appare solido, ben fissato entro i canoni stilistici caratteristici del gruppo piemontese. Il suono del dischetto, pieno e corposo, è professionale e adulto; in grado cioè di competere con quello delle migliori produzioni internazionali. Ed ecco quindi il punto di forza dei Six-Point Lead: il songwriting. “Giveaway”, “Starvation & Desire”, “Until The Last Drop” e “General Anæstesia”, infatti, sono canzoni dall’alta qualità artistica, bagnate da una classe posseduta solo dai più blasonati act mondiali; con delle linee melodiche assolutamente vincenti come quelle di “Starvation & Desire”, hit che non sfigurerebbe in nessun ipotetico confronto con i pezzi da novanta del genere. I Six-Point Lead devono arrivare al contratto discografico e dare alle stampe il primo full-length (i brani, peraltro, sarebbero già pronti…). Lo meritano, e il metal nostrano non deve disperdere un simile talento tecnico/compositivo. Daniele ‘dani66’ D’Adamo
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The King’s Band The King’s Band 2011, Autoprodotto Hard Rock |
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Tracklist:
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The King’s Band si presenta sulle scene con un demo di tre pezzi e porta con sé tutta la sfrontatezza dell’hard rock anni ’80. Tutto questo si concretizza in un piccolo lotto di canzoni caratterizzate da un approccio leggero e forse un po’ troppo semplicistico al genere, facendo scaturire un songwriting sicuramente vincente, ma che pecca di coinvolgimento ed attitudine in-your-face. Andrea Rodella
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Vintrage Demo CD 2011, Autoprodotto Hard Rock |
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Tracklist:
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“Il nostro progetto musicale è molto semplice: sarà l’età, la maturità, la diversità di back ground dei 4 musicisti, ma alla fine possiamo “catalogare” il nostro genere come un rock primordiale, settantiano, dal sound leggermente più moderno (ma non troppo) e barocco”. Idee chiare e pochi giri di parole. Un modo sincero ed onesto di presentarsi per i Vintrage, quartetto attivo nell’area di Bolzano che sin dalle note d’apertura della primissima ed omonima autoproduzione, mette in mostra una pregevole padronanza degli strumenti ed una cifra tecnica davvero molto importante, frutto evidente delle molteplici esperienze maturate dai quattro musicisti in ambiti, spesso, estremamente dissimili tra loro. Fabio Vellata
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