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Genius (Dario Ciccioni)

Di - 27 Maggio 2003 - 8:56
Genius (Dario Ciccioni)

Il mio interlocutore è Dario Ciccioni, batterista e co-autore del
progetto Genius, opera rock ideata e prodotta da Daniele Liverani per Frontiers
Records, il primo episodio della quale è uscito nel 2002 ed è
stato recentemente recensito sulle nostre pagine.

Innanzitutto rinnovo i complimenti per un lavoro che riesce ad emergere
qualitativamente dalla “massa”. Come è stato accolto Genius
da critica e pubblico?

Direi molto bene! I giornalisti dei vari magazines nazionali si sono rivelati
entusiasti, e i loro colleghi sparsi per il mondo hanno reagito con molto interesse,
chi apprezzando e chi criticando, in maniera sempre molto costruttiva.
Da parte del pubblico c’è stato sicuramente grande interesse intorno
alla partecipazione di voci storiche o comunque molto famose, che hanno di certo
aiutato il progetto a decollare con contributi vocali sempre originali e in
linea con le esigenze del concept. Molti ci hanno appunto svelato di essere
stati colpiti dal fatto che alcuni cantanti abbiano “adattato” il
loro stile a seconda del personaggio che era stato a loro assegnato, senza però
perdere di vista la naturalezza e il buon gusto musicale.

Leggo su booklet di Genius che il disco è stato prodotto da Daniele
Liverani. Questo significa che Daniele ha interamente sostenuto le spese per
questa opera a dir poco mastodontica o c’è stato qualche “aiuto”
esterno?

In questi casi è il produttore esecutivo (Serafino Perugino@Frontiers
Records) a gestire gli investimenti economici necessari alla realizzazione dell’album.
L’immenso lavoro di produzione attuato da Daniele è stato coordinare,
oltre alle riprese delle parti strumentali, la registrazione di parti vocali
di cantanti provenienti da tutto il mondo, chiaramente a distanza.
Questo significa ore e ore al telefono, centinaia di e-mail e sopratutto grande
organizzazione, per dare consigli e pareri ai vari cantanti, e per poter ottenere
poi un risultato finale che non suoni come un collage ma come una vera e propria
“opera”.
Senza parlare della post-produzione, vera e propria opera di assemblaggio delle
parti, curata interamente da Daniele nel suo studio.

La Frontiers è un’etichetta molto attenta a sonorità AOR/Melodic
Metal e non poteva non interessarsi a Genius. Siete soddisfatti del lavoro promozionale
e distributivo della label napoletana?

Siamo molto soddisfatti di quello che Frontiers ha fatto e continua a fare per
noi! Sono ragazzi molto in gamba e ci hanno dato molta fiducia in un momento
in cui tante etichette cercavano solo “affari sicuri”.
Per quanto riguarda la promozione, la label ci ha dato modo di aprire contatti
con importanti aziende promozionali in tutto il mondo, operando così
un’azione pubblicitaria ramificata fatta di interviste, recensioni, passaggi
in radio a livello praticamente mondiale.
A livello distributivo, nessuno può immaginare quanto sia difficile e
dispendioso far arrivare un disco in ogni singolo negozio! Per questo magari
è ragionevole puntare di più su alcuni “punti caldi”,
anche se bisogna rinunciare alla distribuzione più underground.

Sarei davvero contento di vedere la rock opera dal vivo, il massimo sarebbe
in un teatro, ma ho paura che il mio desiderio debba rimanere tale… Vero?

E’ uno dei nostri sogni ricorrenti, ma date le numerose collaborazioni importanti,
è utopistico pensare di poter organizzare un tour in grande stile, con
tutti i cantanti e scenografie cinematografiche. Magari con un cast ridotto
e per un piccolo tour…mai dire mai…

Io apprezzo particolarmente questo tipo di composizioni nel metal… trovo
molto azzeccata la definizione che Jon Oliva dei Savatage diede a questo genere,
“Hollywood Metal”. Sei d’accordo?

In un certo senso è una definizione molto azzeccata, ovvero è
un po’ l’unione tra la musica metal e il carattere fiabesco delle produzioni
Hollywoodiane. E’ anche vero però che, sopratutto negli ultimi anni,
il cinema americano è arrivato a chiedere troppo con produzioni iper-costose
e trame languide al limite del pacchiano: se questo fosse un secondo significato
“tra le righe” della definizione di Jon, allora non sarei troppo daccordo…

A proposito di concept album e rock operas, posso chiederti se esiste qualche
album di questo tipo (sempre in ambito rock/metal) a cui sei particolarmente
legato e che è stato fonte d’ispirazione artistica per Genius?

Il progetto Genius è nato relativamente presto, quindi al momento della
comparsa delle rock/metal opera più recenti (Nostradamus, Avantasia,
Leonardo – the absolute man) eravamo già presi dalla realizzazione della
trilogia. Forse l’opera che ha maggiormente influenzato Daniele è stata
Jesus Christ Superstar, la madre di tutte le rock opera! C’è anche un
piccolo richiamo al tema di JCS, quasi come una dedica a quell’opera grandiosa,
sul brano di apertura di Genius Ep.1 “Without me today”…

Come facevate a conoscere la voce di Philip Bynoe, bassista dei Ring Of
Fire e Steve Vai, al punto di sceglierlo come narratore della storia?

Grazie alla consulenza di Frontiers, abbiamo saputo che Philip, oltre ad essere
un bassista portentoso, era anche un doppiatore professionista: così
lo abbiamo scelto per la sua voce da speaker americano…molto onirica, non
trovate?
Considerando poi che lui e Mark Boals sono molto amici, credo abbia fatto piacere
ad entrambi partecipare allo stesso progetto, al di fuori dei Ring Of Fire.

Tra i cantanti che sono apparsi sul primo episodio di Genius, ce n’è
uno in particolare con cui sei stato contento di lavorare? Che so, un idolo
di gioventù o qualcosa del genere…?

Personalmente sono molto legato a Daniel Gildenlow, uno dei miei cantanti preferiti
e cantante di una delle band che ha rivoluzionato il mio modo di pensare al
prog-metal…
Daniele invece è da sempre legato alle figure di Boals e Midnight, due
singers grandiosi che hanno sicuramente fatto la storia del metal.
Il primo è legato alla figura di Y. Malmsteen, dai tempi del masterpiece
Trilogy, mentre il secondo è legato ai Crimson Glory, storica formazione
degli anni ottanta che aveva proprio in questo cantante così carismatico
e misterioso il proprio punto di forza.
Ovviamente siamo entrambi orgogliosi di aver potuto collaborare con voci importanti
come quelle di Walsh e Wetton e con personaggi + o – nuovi come Oliver Hartmann,
Joe Vana, Lana Lane e Chris Boltendahl.

Non posso che chiederti qualcosa sull’episodio successivo del concept. E’
in preparazione? Mi puoi già dare delle coordinate temporali per la sua
uscita? Qualcosa riguardo ai guest?

Purtroppo non posso svelarti troppo al riguardo, ma ti posso confermare che
le parti strumentali del secondo episodio sono completate e che stiamo definendo
gli ultimi dettagli riguardo al cast.
Chiaramente i protagonisti saranno sempre Boals e Gildenlow, ma aspettatevi
pure grandissime sorprese, dai miti dei primi anni novanta alle ultime rivelazioni,
anche di casa nostra…

Perché in Italia generi come l’AOR e il Metal Melodico fanno fatica
a trovare spazio? Io penso che siano quelli in cui più si evidenziano
le capacità di songwriting, e oltretutto per suonare questi generi bisogna
essere tecnicamente preparatissimi…

L’AOR è un genere nato e sviluppatosi oltreoceano, e che quindi è
stato in qualche modo “importato” successivamente in Europa e in Italia.
Hai perfettamente ragione quando sostieni che i pezzi più melodici e
“straight” sono anche quelli in cui un buon songwriting può
fare la differenza!
Per quanto riguarda la tecnica degli strumentisti, è chiaro che per ottenere
un buon risultato anche senza strabiliare con virtuosismi ma attenendosi al
feel del brano, è indispensabile avere non solo una buona padronanza
dello strumento, ma anche e sopratutto un’ottimo senso del groove.
E’ anche per questo che io e Daniele abbiamo accettato di buon grado la proposta
di produrre un album AOR con Steve Walsh, “Khymera” (released 29/04/03
– Frontiers Records): proprio per confrontarci con un genere che non avevamo
mai affrontato, e cercare di imprimere il nostro stile senza troppi tecnicismi
ed evoluzioni.

Ti concentrerai solo su i due rimanenti episodi o sei impegnato anche in
altri progetti?

Beh, Daniele sta completando il terzo disco della sua band, gli Empty Tremor,
oltre a seguire gli aspetti organizzativi del secondo episodio di Genius. Nel
frattempo è uscito anche l’album “Khymera”, che ci ha occupato
sia a livello musicale che a livello promozionale.
Inoltre stiamo lavorando a diversi progetti nuovi, di cui sicuramente sentirete
parlare, anche se non a breve termine…
Anche io sono attualmente coinvolto in questi nuovi progetti, e sono inoltre
in contatto con Oliver Hartmann per collaborare ad un suo prossimo debutto solista.

Ti saluto e lascio a te l’ultima parola, come di consueto: sei tu e i lettori
di Truemetal.it!

Non posso che ringraziare e complimentarmi con lo staff di Truemetal.it per
essere sempre interessati alle novità e aperti alle innovazioni, e con
tutti i lettori che passeranno di qua per aver avuto la curiosità di
sapere chi siamo e cosa facciamo…per maggiori informazioni sulla Genius Rock
Opera e per news sui nostri progetti, potete consultare www.geniusrockopera.com,
www.danieleliverani.com, www.dariociccioni.net.
A presto!! Keep playin’ loud!!!