Graveworm + Mystic Circle + Into Eternity – report

Di Alberto Fittarelli - 14 Novembre 2004 - 0:00
Graveworm + Mystic Circle + Into Eternity – report

Devo prima di tutto scusarmi con voi se il report che state per leggere non
si presenta completo: a causa di un inconveniente non ho infatti potuto
presenziare all’esibizione degli headliners Kataklysm, se non per i primi 2
pezzi dello show, fermandomi quindi ai concerti dei tre gruppi spalla proposti
per la serata. Serata che, presentandosi in un giorno feriale e con gruppi
ottimi ma, si sa, di non enorme richiamo, si presentava da subito difficile.

E purtroppo la cosa è stata confermata dalla bassa affluenza: ad occhio e
croce, operatori del settore a parte, ci saranno state non più di 100 persone
ad assistere allo spettacolo; un peccato visto che il bill non era niente male,
e che si trattava di gruppi che non è sempre facilissimo vedere dalle nostre
parti…

Iniziamo infatti dagli Into Eternity: combo relativamente giovane, i
canadesi sono protagonisti di un “progressive death metal” non
malaccio su disco, anche se non mi hanno mai fatto impazzire; e dal vivo ce la
mettono tutta per convincere i pochi presenti, bisogna dargliene atto. La loro
esibizione è stata segnata da suoni non sempre ottimi, anzi, e forse mancava un
po’ di motivazione nel vedersi davanti poche decine di spettatori, ma l’energia
profusa non è stata certo poca: in una ventina di minuti la band ha dato
fondoalle sue risorse con pezzi molto melodici, puntando appunto più sulle
linee vocali (spesso in pulito) che sul muro di chitarre. Forse in via di
maturazione (anche se tre album pubblicati non sono pochi), spero di poterli
rivedere in condizioni migliori in futuro.


Tutt’altro discorso per i tedeschi Mystic Circle: non c’è niente da
fare, passano dal black sinfonico al death/thrash grezzo e non convincono
comunque, almeno on stage. Il trio si è infatti reso protagonista di uno show
che dire noioso sarebbe poco, francamente, con pezzi di una banalità
compositiva disarmante; il tutto coronato dalla conclusiva (e lunghissima) Medina
(Satan’s Whore), dal primo album del combo, intervallata dall’unico riff che si
sia potuto apprezzare a pieno: quello di Raining Blood, non vi dico di chi.
Qualche sbavatura tecnica, ma non è quello il punto: il problema risiede nel
fatto che uno show di questo tipo non è concepibile per un gruppo che riceve
promozione e budget per fare albums dal lontano 1997. Bocciati.


Per fortuna a rialzare le sorti dello spettacolo arrivano gli italo/austriaci
Graveworm: pur non essendo certo un fan del sound proposto dal gruppo,
devo dire che il loro affiatamento, la presenza scenica del cantante Stefan e la
potenza del suono, che non rinuncia ad ampie concessioni alla melodia, mi hanno
lasciato un’ottima impressione. La partecipazione die ragazzi davanti al palco
è finalmente notevole, e pur notando lo stesso Stefan la poca affluenza
l’impegno è stato massimo. Ottimi i pezzi proposti, tra cui spiccavano quelli
dell’ultimo Engraved In Black, non così immediatamente rimandabili allo stile
“COF/Dimmu Borgir” come alcune vecchie composizioni, anzi; ha lasciato
un po’ perplessi solo la canzone presentata in anteprima dal gruppo e tratta dal
prossimo album, in uscita ad inizio 2005: si trattava infatti di un pezzo del
tutto diverso dal tipico stile del gruppo, tutto basato sulle chitarre e di
impostazione thrasheggiante… speriamo bene! Un gruppo che comunque ha saputo
ricavarsi una propria nicchia di fedeli fans, tanto che molti dei presenti erano
chiaramente lì per loro. Ottimi, e da rivalutare.



Per i problemi di cui sopra non riesco poi a cogliere abbastanza impressioni
sullo spettacolo dei Kataklysm da poterne scrivere: ad un ascolto veloce,
i suoni sull’iniziale (splendida) As The Glorious Weep, Roma: Part 2
erano nettamente da rifinire, impastati e confusi come sembravano. Ma non posso
dire molto altro, se non che da impressioni rilevate nei giorni successivi il
loro concerto ha lasciato soddisfatti i fans accorsi. Li avevo già visti
qualche anno fa sempre a Milano, non potevo che aspettarmi un’esibizione di
primo piano da loro.

Un peccato quindi che il tour dei canadesi abbia riscosso, almeno in questa
data italiana, così poco successo a fronte dell’ottima poposta: sicuramente da
rivedre gli headliners ed i Graveworm, capaci di non deludere ed ormai
decisamente rodati e meritevoli dei successi di mercato.