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Hatesphere (Peter Lyse Hansen)

Di Alberto Fittarelli - 2 Febbraio 2005 - 0:11
Hatesphere (Peter Lyse Hansen)

Gli Hatesphere sono uno di quei gruppi che si possono definire
tranquillamente come “rampanti”: 3 albums sfornati uno dopo l’altro,
un crescente successo tra gli amanti del death/thrash (anche se è il secondo a
prevalere nei loro pezzi) scandinavo ed ora un contratto con una label di grosse
dimensioni. E’ proprio da qui che parte la chiacchierata col chitarrista Peter.

Ciao Peter, iniziamo subito parlando del contratto che avete appena firmato
con la Steamhammer/SPV, un bel salto per voi…

Sì, decisamente! Con la Steamhammer abbiamo più possibilità di farci
sentire, di ottenere promozione, è un traguardo non da poco, sicuramente. E’
stata una cosa abbastanza improvvisa…

E che mi dici del vostro periodo con l’italiana Scarlet Records, che vi ha
lanciati sulla scena metal?

E’ stato una bella fase, abbiamo pubblicato con loro 3 album e 1 minicd, solo
che ovviamente quello che manca sono i soldi per ottenere una promozione
completa a livello mondiale, cosa che invece possiamo permetterci ora con la
Steamhammer. Niente da dire comunque sulla Scarlet, anzi, le siamo riconoscenti
per quello che ha fatto con noi.

Prima di parlare della vostra nuova uscita mi piacerebbe sapere da te che
feedback ha avuto, in termini di vendite, il vostro ultimo disco: Ballet of the
Brute.

Oh, è stato grandioso! Non per niente abbiamo trovato un contratto così
prestigioso, l’album è stato accolto benissimo dai fans e ne abbiamo guadagnati
di nuovi, sicuramente. Andiamo dritti per la nostra strada, ma sempre con un
ottimo risultato, almeno sinora… “Ballet of the Brute” ci ha permesso di aprire
diverse porte, anche se non era certo un album accessibile, anzi.

Parliamo ora del nuovo MCD “The Killing EP”: possiamo considerarlo
come una sorta di presentazione ad un pubblico più vasto?

Sì, sicuro! Vedi, siamo arrivati al nuovo contratto ed abbiamo voluto dire
“Ecco, questo è il nostro sound!”. In realtà non cambiamo di molto
dalla nostra passata produzione, ma non ci importa: noi non suoniamo solo per
evolverci, anzi, suoniamo per offrire a tutti la nostra musica così com’è, e
siamo fieri di ciò che componiamo.

In effetti i 3 pezzi nuovi non si differenziano di molto da “Ballet…”,
si tratta del vostro death/thrash tipico, ancora più indurito…

Esattamente, abbiamo seguito la linea che attualmente ci viene naturale far
emergere, con i nostri riffs serrati, le ritmiche veloci, la voce di Jacob
sempre urlata… una sorta di continuazione del passato, ma non ci viene neanche
in mente di considerarla in questo modo: semplicemente è ciò che componiamo in
maniera spontanea in questo momento.

Cosa mi dici della cover di “Trip at the Brain” dei Suicidal
Tendencies? Suppongo che siate dei fans della corrente thrashcore storica…

Non proprio, o almeno io non lo sono particolarmente: sono più gli altri
ad amare quel tipo di sound, io non lo conosco neanche a fondo… sono di più
sul thrash classico, per quanto riguarda quegli anni. Però questo brano si
adattava bene al nostro sound e, visto che come ti dicevo agli altri ragazzi i
Suicidal piacciono parecchio, abbiamo deciso di renderla una canzone degli
Hatesphere… e mi sembra che ci siamo riusciti! Suona come una delle nostre
songs!

Proprio ricollegandomi al tuo amore per il thrash, non posso non notare che
il vostro successo sia legato strettamente a due importanti tour che vi
riguardano, quello svolto in passato con gli Exodus e quello, imminente, che
farete di spalla ai Kreator: quale dei 2 gruppi senti più vicino agli
Hatesphere?

Exodus! Sono loro quelli che personalmente preferisco e che di sicuro mi
influenzano di più. Anche i Kreator mi piacciono, ma non sono un fanatico del
loro sound… diciamo che preferisco il suono americano. Il tour con gli Exodus
è stato importantissimo per noi, sia come band che come responso del pubblico,
che ci ha accolti molto bene.

E se dovessi scegliere una sola tra le 3 bands che vi accompagneranno in tour
tra poco (Kreator, Dark Tranquillity ed Ektomorf)?

Direi Dark Tranquillity: ora non li seguo più moltissimo, ma i primi album
sono delle colonne del death melodico, mi hanno ispirato parecchio e restano dei
capolavori indiscussi. Mi piacevano quando erano più aggressivi e tecnici, ma
anche ora sono un’ottima band.

Continuando a parlare di live, aspetto che per voi mi pare importantissimo,
che mi racconti delle date italiane che avete svolto a Novembre 2004 coi Node?

Sono andate molto bene, i ragazzi dei Node sono molto amichevoli ed è stato
un piacere suonare con loro… ci siamo divertiti molto, dalle vostre parti è
sempre bello suonare. I Node non suonano esattamente la mia musica preferita, ma
sono bravissimi in ciò che fanno, questo è poco ma sicuro.

Tra l’altro di una data sono state fatte delle foto dalla Imago Live, mi
confermi che avete intenzione di utilizzarle per l’artwork del prossimo album?
Si tratta di uno stile fotografico ch ha suscitato pareri spesso opposti…

Sinceramente non lo so ancora, è tutto da decidere al momento. Potrebbe
darsi, ma non posso dirti di più, mi dispiace. Per quanto riguarda lo stile…
sì, sono… come dire… tutte “shhhhhh!” (imita quello che dovrebbe
essere un movimento convulso, ndr), però sono particolari e belle
soprattutto per questo motivo.

Ho visto che un’etichetta underground si occuperà di ristampare in formato
LP i vostri primi 2 album, tu sei un amante del vinile?

Beh, è sempre bello vedere una cover di grandi dimensioni come accade sugli
LP, quello di sicuro. E poi è una cosa molto “underground”, mi piace
anche per questo… fondamentalmente è quello il motivo per cui abbiamo
accettato la ristampa su vinile di quei dischi, il risultato sarà sicuramente
di buona qualità, o almeno lo spero.

Qualche mese fa parlavo con Michael degli Mnemic riguardo alla scena metal
danese, lui mi diceva che finalmente ogni band sta pensando a suonare in modo
personale e quindi i gruppi riescono ad emergere, sei d’accordo?

Oh yeah! Mi pare che sia cambiata soprattutto l’attitudine: i gruppi si
sbattono, hanno capito che per ottenere risultati di buon livello, che possono
raggiungere come molti altri, devono lavorare duro e puntare dritto alla meta.
Ci sono parecchi esempi di gruppi delle nostre parti che stanno finalmente
avendo il succeso che meritano… e un po’ in tutte le sonorità del metal. La
Danimarca ha sempre avuto poche bands famose ma di grande livello, ora è il
momento di farne conoscere molte altre.

L’anno scorso vi ho visti sul palco del Summer Breeze, in Germania: avete
già fissato la vostra presenza a qualche festival estivo, per quest’anno?

Guarda, per il momento di sicuri abbiamo il Fuck the Commerce e un altro
che ora non mi viene in mente… stiamo trattando per altri festival, ma non
c’è ancora niente di confermato. Ora come ora siamo concentrati sulla tournèe
che stiamo per iniziare, ovviamente… il Summer Breeze, come la maggior parte
dei festival estivi, è un enorme party, dove vai a suonare, ma anche a
divertirti, incontrare gente e bere all’inverosimile. E’ stata una grande
esperienza per noi, sono sincero, abbiamo messo l’anima sul palco e credo che si
sia visto.

Ok Peter, ti ringrazio per la tua disponibilità: chiuderei con qualche
anticipazione sul vostro quarto album, sempre che ci stiate già lavorando!

Sicuro, è già in cantiere! Vi potete aspettare ovviamente un album del
tutto “Hatesphere”, fino al midollo. Probabilmente seguiremo la strada
dell’indurimento già sentita su “Ballet…”, ma le cose sono ancora
troppo indefinite per poterne parlare approfonditamente. Tenete gli occhi
aperti!

Alberto “Hellbound” Fittarelli