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Intervista Associazione Rock Metal Events OdV (Paolo Ventruti)

Di Pasquale Ninni e Leonardo Ascatigno - 3 Settembre 2025 - 10:35
Intervista Associazione Rock Metal Events OdV (Paolo Ventruti)

Intervista a Paolo Ventruti, Presidente dell’Associazione Rock Metal Events OdV, organizzatrice del Rock Metal Fest 2025 (Pulsano, TA)

A cura di Leonardo Ascatigno e Pasquale Ninni

 

 

Da poco è calato il sipario sulla 15ª edizione del Rock Metal Fest (Pulsano, TA) e l’occasione è propizia per intavolare una conversazione con Paolo Ventruti, Presidente dell’Associazione Rock Metal Events OdV, organizzatrice dell’evento.

Paolo Ventruti appartiene a quella schiera di personaggi, tra terreno e spirito, che, se in quantità maggiore animassero il mondo, questo sarebbe senz’altro un luogo migliore e, aspetto da non trascurare, questa riflessione può essere estesa a tutti i suoi collaboratori (e associati) che si prodigano, in un territorio decentrato, per organizzare, in un modo impeccabile, un evento Metal di assoluto livello, gettonato e credibile.

Il Rock Metal Fest (RMF) ha ospitato nel corso degli anni headliner di notevole spessore, dai Sadist (quest’anno) ai Vision Divine, dai Deathless Legacy ai Furor Gallico, dai Necrodeath a una nutrita compagnia suonante e si configura come uno degli eventi Metal più importanti a livello nazionale. Non è peregrino affermare ciò perché, oltre ai tanti meriti dell’evento che saranno descritti nel futuro live report, l’organizzazione affianca a queste band, gruppi meno conosciuti, più underground, provenienti da tutta Italia. Considerato che il concerto è gratuito, questo coinvolgimento fa emergere il grande lavoro, con annessi sacrifici, che l’organizzazione mette a profitto per progettare sapientemente il Festival.

Una nota agli scriventi è consentita: questo evento è imperdibile, quindi si invitano tutti i lettori a partecipare all’edizione del 2026, perché chi la sa lunga sul panorama Metal è convinto che il RMF è entrato ormai, di diritto, nei libri di storia.

Tanti sono gli aspetti da attenzionare, ma come già anticipato saranno trattati nel live report.

Senza tergiversare ulteriormente iniziamo la nostra intervista.

 

TM: Ciao Paolo e grazie per il tempo che ci dedicherai. Adesso che, riprendendo Ornella Vanoni, “la musica è finita, gli amici se ne vanno”, cosa ti è rimasto dell’edizione 2025 del Rock Metal Fest? Rispondi senza pensarci!

PV: Ciao e grazie per lo spazio che ci concedete per parlare di noi. Devo dire che questa 15° edizione del Rock Metal Fest ci lascia abbastanza provati, stanchi, ma contenti del risultato. Abbiamo dovuto affrontare in extremis cose che pensavamo fossero risolte ma, alla fine, tutto è filato liscio e avere i Sadist come headliner è una grande soddisfazione.

TM: Quest’anno, per noi spettatori da 15 anni, si è avuta la netta percezione che “l’asticella sia stata alzata di un bel po’”; conosciamo bene le continue riflessioni che vi portano a mettervi sempre in discussione e a trovare alchimie nuove per migliorare lo spettacolo, ma quali sono stati gli elementi che quest’anno vi hanno portato a un simile risultato? Ovviamente non ci riferiamo soltanto alla grande affluenza di pubblico.

PV: A onor del vero ancora non abbiamo fatto un breafing sulla edizione appena passata. Gli elementi da tenere in considerazione sono tanti, in primis la data, caduta quest’anno prima del ferragosto, poi la scelta dell’headliner, in più il fatto che ci sono pochi eventi open air Metal nel sud Italia e in più il nostro è gratuito. Inoltre, abbiamo sposato il tema della parità di genere e intessuto nuove relazioni con esperti del settore che ci hanno sostenuto ed allargato il bacino di probabili spettatori o supporter. Queste le cose che al momento mi vengono in mente, ma abbiamo bisogno di un momento di pausa per fare mente locale e mettere tutto a fattore comune.

TM: Da dove nasce la volontà di mettere in scena un simile evento che, possiamo dirlo senza timore di smentita, ormai rappresenta un evento fisso, e tanto atteso, nella scena Metal italiana?

PV: Noi siamo un’associazione di volontariato, il nostro carburante è la passione, non solo per la musica, che rimane il faro della nostra esperienza, ma anche la voglia di migliorare il territorio, dare stimoli, incentivare un certo tipo di cultura e suscitare curiosità. Soprattutto quest’ultima, perché vorremmo davvero che la gente si avvicini a noi con curiosità e con la giusta apertura mentale per scoprire che forse non siamo poi tanto male come persone.

TM: Nella tua mente, cosa vorresti diventasse il RMF?

PV: Forse vi stupirò con quanto sto per dire, ma Il nostro obiettivo ambizioso è far diventare l’evento parte integrante della nostra cultura, vorremmo che il RMF diventasse una sorta di “Notte della Taranta” metal, un evento che nasce in un punto specifico della penisola e diventa di dominio nazionale. Noi crediamo che un piccolo paese di provincia come Pulsano possa dare vita a un concerto che abbia radici forti e che evolva nel tempo. Ecco vorrei che in qualche modo anche il metal facesse questo salto di qualità, che entrasse a fare parte della quotidianità delle persone e che venissero abbattuti quei pregiudizi che ancora oggi lo avvolgono.

TM: Pensi che il RMF sia un evento underground?

PV: Questa domanda evoca una risposta dalle mille sfaccettature. Quando si parla di underground ognuno la vede a modo suo. Ecco, in associazione ci piace pensare proprio così, ognuno lo faccia proprio come meglio crede, che sia underground o meno, la platea che ci viene a trovare è eterogenea e per me è una cosa davvero bella. Personalmente credo che qualsiasi artista vorrebbe che la propria arte venisse consumata da più gente possibile, indubbiamente parliamo di musica non usa e getta, non di tormentoni estivi, ma di musica che abbraccia tematiche profonde ed anche introspettive, cioè parliamo di analisi e di contesti non al popcorn, ecco l’underground può essere un passaggio verso la fama.

TM: Sappiamo che talvolta i musicisti sono un po’ fuori dagli schemi, ma qual è stata la richiesta più assurda fatta da una band (senza fare nomi)?

PV: Gli artisti sono sempre pieni di sorprese, il nostro approccio è sempre molto amicale, cerchiamo di mettere la band nelle migliori condizioni possibili e quindi spieghiamo in modo dettagliato dove verranno a esibirsi, cioè in una landa desolata dove bisogna portarsi tutto: l’energia elettrica, perché non abbiamo l’allaccio diretto alla rete Enel, l’acqua, perché essendo uno spazio aperto non abbiamo fonti di approvvigionamento, sedie, tavoli e così via. A oggi la richiesta che mi ha fatto troppa simpatia è stata l’aria condizionata. Il nostro backstage purtroppo non ha questo sevizio e, pensando alle temperature che si raggiungono sul piazzale, la reputo una richiesta che farei anche io, che non sopporto il caldo.

TM: Qual è il dettaglio organizzativo più sottovalutato dal pubblico, ma che fa la differenza nel successo del RMF?

PV: Indubbiamente è l’esperienza decennale e il rapporto che cerchiamo di avere con i nostri supporters, tramite i social e i rapporti face to face. Quando ci mettiamo a nudo, non nascondiamo nulla, difficoltà, successi o episodi comici. Alcuni aspetti organizzativi non possono essere di dominio pubblico, ma mettiamo molta attenzione alla questione sicurezza. Ecco, ci piace pensare che forse è per questo che molti genitori, accompagnano i propri figli per venire a vedere il RMF e una volta raggiunta la location vadano via tranquilli pensando di lasciare i ragazzi in un luogo protetto e sicuro e questo ci inorgoglisce.

TM: Hai mai pensato di aprire il RMF a forme d’arte diverse dal Metal (es. performance, installazioni, cinema underground)?

PV: Ci piacerebbe molto che il RMF abbracciasse altre forme d’arte, qualche volta ci abbiamo pensato ma le risorse a nostra disposizione, sia umane che economiche, non ce lo hanno permesso.

TM: C’è una band leggendaria che non sei riuscito a portare al RMF, ma che continua a essere nella tua “lista proibita”?

PV: Ci sono due band in particolare che mi piacerebbe portare al RMF, ma vi diro solo la loro nazionalità e il genere che fanno, la prima è italiana e suona Symphonic Death Metal, l’altra è moldava e suona Modern Groove Metal.

TM: Troppo scontato chiedere qualche anticipazione per l’edizione del 2026?

PV: Stiamo ancora chiudendo questa edizione e non sappiamo come ne usciremo in termini economici, quindi sì è un po’ presto chiederci qualche anticipazione per il 2026.

TM: Ormai il RMF è uno splendido quindicenne, in piena maturazione. Cosa ti rende più orgoglioso del RMF?

PV: I membri della mia associazione sono la cosa che mi inorgoglisce di più del RMF, seguono ogni aspetto della sua realizzazione, dalla progettazione alla conclusione, non si risparmiano mai, sono sempre sul pezzo, hanno acquisito competenze molto importanti in quindici anni. Tutto quello che vedete durante, prima e dopo la serata è curata da noi.

TM: Noi siamo pienamente convinti che il Metal sia, nelle sue varie declinazioni, un genere assolutamente culturale e sociale, si pensi ai vissuti e alla formazione di molti musicisti, alla ratio presente dietro i progetti ecc. e questa nostra attenzione ci ha fatto notare una caratteristica del RMF che potrebbe apparire inusitata, vale a dire il “garbo”. Stando tra il pubblico abbiamo sempre la percezione che voi abbiate impostato l’evento sull’“educazione” e sul “rispetto”. Abbiamo sbagliato o è così? Ove fosse così ci daresti una spiegazione?

PV: Hai pienamente ragione, il nostro modo di fare le cose è soprattutto guidato e fondato sull’educazione e il rispetto reciproco. Cerchiamo di essere di esempio ai giovani che ci vengono a trovare, quest’anno abbiamo sposato il tema della violenza di genere, un tema che ci sta molto a cuore, visto anche il numero nutrito di donne che compongono la nostra associazione. Crediamo che la musica in generale sia uno strumento potentissimo per lanciare messaggi, gli artisti svolgono un ruolo importante nel periodo di crescita dei ragazzi. Quando si è giovani di solito ci si rintana nella musica, così come lo è stato per me, credo lo sia ancora adesso. La musica crea comunità, crea sodalizi, crea amicizie, la musica è il filo col quale ci si cuce il proprio vestito, quello che gli altri vedono. Immaginare un mondo senza musica, senza ritmo è di una tristezza assordante.

TM: Ricollegandoci a quanto detto ci ha favorevolmente colpito la grande presenza di famiglie con figli, di tutte le età, al seguito. Crediamo che questo sia un passaggio meraviglioso, teso anche alla diffusione del genere e di tutto il bello che può trasmettere. Sai qual era il senso della serata vissuta tra il pubblico? Il “sorriso”. Cosa ne pensi?

PV: Il RMF nasce soprattutto per loro, per i neofiti, per coloro che sono curiosi di scoprire le cose. Crediamo che purtroppo ci si ancora tanto ostracismo verso il genere Metal, non è che questo per noi sia un problema, nel senso che anche questo è servito a farci sentire metallari, eravamo quelli strani, quelli che vestono sempre di nero, quindi un segno di riconoscimento; ma oggi credo che sia il tempo di farsi conoscere. Vedere famiglie e persone di una certa età assistere al RMF non ha prezzo, significa che iniziano a mischiarsi con noi e poco importa se ci sono quelli duri e puri, c’è posto per tutti. l giovani metallari di un tempo ora sono avvocati, ingegneri, operai, maestri o professori è gente integrata nella società e che cercano di migliorarla per quanto possono, sono genitori! E i genitori non vorrebbero un mondo migliore per i propri figli o i propri nipoti?

TM: Rispondi senza pensarci due volte: quale sarebbe la tua formazione Metal ideale?

PV: Mamma che domanda… Mi piacciono molti artisti, ma metterli insieme sarebbe un bel rompicapo, ti dico le band che mi piacciono in particola modo, Megadeth, Pantera con i fratelli Abbott, Type 0 Negative, Children of Bodom, Korn, Testament, Rammstein, G’n’R , Ozzy, Black Sabbath, Motorehead, Led Zeppelin, Fleshgod Apocalypse e tantissimi altri.

TM: Vuoi dirci qualcosa sulla vostra Associazione?

PV: Come detto in un passaggio di questa intervista la nostra è una associazione di volontariato, non è un ente commerciale e quindi tutto quello che raccogliamo durante la serata la rimettiamo a disposizione per l’edizione successiva. Non abbiamo sponsor come si può notare dalla locandina, a volte riusciamo a rientrare in qualche bando regionale, ma il grosso lo facciamo con il 5X1000 e le donazioni che riceviamo. L’associazione negli anni è cambiata è maturata, cerca sempre nuovi aderenti ed è sempre aperta a nuove sfide.

TM: chi senti di dover ringraziare?

PV: Ci sono tante persone che dovrei ringraziare, ma permettetemi di ringraziare Massimo Saracino. Lui è stato uno dei fondatori dell’associazione e anche mio cugino, con lui tutte le questioni diventavano una gag, non si amareggiava mai, disponibile fino allo stremo e soprattutto non era metallaro. Massimo era una persona a cui piaceva organizzare le cose, gli piaceva stare in compagnia e soprattutto sfottermi davanti agli altri. Era una gran bella persona e se oggi siamo alla quindicesima edizione lo dobbiamo anche a lui. Purtroppo il covid ce l’ha portato via.

TM: come ultimo scambio ti lasciamo uno spazio aperto, puoi dire tutto che vuoi!

PV: Dopo questa bella chiacchierata non posso che ringraziarvi di cuore per lo spazio che ci avete concesso, da ottobre ricominceremo a lavorare alla nuova edizione, quello che vi chiedo è di supportarci, purtroppo il supporto non è mai abbastanza e ogni edizione fa storia a sé. Al sud purtroppo siamo davvero in pochi ad organizzare eventi metal e senza di voi sarebbe impossibile. Diamoci una mano e vedrete che le cose possono solo che migliorare.

Ringraziamo Paolo Ventruti per il tempo che ci ha dedicato e per tutto il bello che regala alla comunità. Un grazie a te e a tutti i tuoi collaboratori.

Un caro saluto!