Death Doom

Intervista Assumption (Giorgio Trombino)

Di Nicola Furlan - 11 Gennaio 2023 - 16:04
Intervista Assumption (Giorgio Trombino)

ASSUMPTION

Navighiamo a vista, come sempre, con la sola aspettativa di espandere la nostra formula sonora mantenendola il più possibile oscura e brutale.
(Giorgio Trombino)

Abbiamo sempre cercato di incanalare degli input visivi all’interno della nostra musica. Cercare di evocare l’ignoto, l’insondabile e l’incommensurabile è la missione di questo gruppo e crediamo che, in fondo, questo fosse l’obiettivo originario anche delle nostre influenze (Thergothon, Evoken, Disembowelment, Unholy). Sul nostro genere e, in senso più ampio, su una grossa porzione dell’heavy metal genericamente inteso incombe l’ombra lunghissima dell’universo concettuale di Lovecraft, con tutte le sue prolissità, col suo armamentario scenografico antiquato ma affascinante e con la sua immensa spinta immaginifica.
David e io avviammo il gruppo fra il 2010 e il 2011 a Palermo, la nostra città natale. La nostra passione per la roba lenta, se non lentissima, cresceva di giorno in giorno. In certi casi il bisogno di fare musica in quella direzione filtrava anche in altri progetti, come ad esempio successe con un pezzo presente sul primo album degli Haemophagus, “Slaves to the Necromancer”. Il brano si intitolava “Sunrise Over Fields of Dust”, lo registrammo nel 2008 e poi uscì insieme al resto nel 2009. Riascoltandolo ora puoi sentire tutto il funeral doom e le sonorità alla Winter che volevamo incanalare all’interno di un nuovo progetto che, appunto, finimmo con l’avviare pochi anni più tardi.
È in quest’ottica angosciante che “Hadean Tides” si contorce in differenti atmosfere. Ci sono riferimenti alla creazione del nostro pianeta, al potere illusorio della parola e, soprattutto, alla libera visione.

Nonostante avessimo cominciato a scrivere l’album con l’idea di farne un concept unitario, abbiamo visto i testi perdersi spontaneamente lungo diverse strade. La vera novità testuale, almeno per noi, è in “Triptych”, un’allegoria forse indecifrabile sul terrore della conoscenza. Questa si incarna in quello che nella prima parte del testo è il “Cloudless Child”, il “bambino senza nubi” simbolo dell’intuizione creativa.
Nell’ultimo paio d’anni sento di starmi “dinosaurizzando” parecchio. Sono attratto sopra ogni cosa da heavy e doom classici e tengo spesso d’occhio le nuove uscite di etichette come Shadow Kingdom, Cruz del Sur, No Remorse, Crypt of the Wizard e altre. Ad ogni modo, i gruppi attuali che riteniamo più interessanti sono tanti, vari sono italiani ma di sicuro tutti dal respiro internazionale al 100%.

Molte ragioni mi legano affettivamente ai Messa, un gruppo di indiscutibile qualità e valore e, al di là dei gusti individuali, importantissimi per l’affermazione di un modo eclettico e coraggioso di fare musica in Italia e non solo. Qualche anno fa ho avuto modo di conoscere qui in Veneto Matteo Gresele degli Ad Nauseam e di ascoltare quel capolavoro di album che è “Imperative Imperceptible Impulse”, un altro esempio di metal estremo che osa al di là di qualsiasi confine e con un linguaggio musicale più unico che raro. Sempre dall’Italia consiglio uno dei vari ottimi progetti di Gabriele Gramaglia, i Vertebra Atlantis. Suggerisco anche di dare un ascolto agli Inverted Matter e al loro ultimo full, “Harbinger”.


Uscendo dall’Italia invece posso dirti che abbiamo apprezzato molto l’ultimo album dei Faceless Burial, “At the Foothills of Deliration”. Nel gruppo siamo tutti curiosi ma spesso è Matija ad aggiornarci sulle uscite di area estrema. Nei nostri ascolti trovi dischi recenti di gruppi come Reveal!, Atramentus, Nacht Und Gnosis, Crypt Sermon, Negative Plane, Procession, Sijjin, Obliteration, Innumerable Forms, Qrixquor, Malthusian ecc.

Tra band e album, possiamo anche affermare che Bathory in generale più Altars of Madness (Morbid Angel), Forest of Equilibrium (Cathedral), Under a Funeral Moon (Darkthrone), Scream Bloody Gore (Death) e Onward to Golgotha (Incantation) sono stati alcuni tra gli album che più hanno influenzato la nostra formamentis.

Concludendo questo racconto, abbiamo da poco completato un tour di undici date in giro per l’Europa insieme agli Into Coffin e, nel frattempo, abbiamo cominciato a scrivere il seguito di “Hadean Tides”. Navighiamo a vista, come sempre, con la sola aspettativa di espandere la nostra formula sonora mantenendola il più possibile oscura e brutale. Al contempo continuiamo ad essere impegnati in diversi progetti come Kamra, Tenebra, Bottomless, Siderean, Becerus e altre realtà che verranno svelate nei prossimi mesi.

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