Doom

Intervista Di’Aul (tutta la band)

Di Roberto Castellucci - 15 Giugno 2022 - 14:04
Intervista Di’Aul (tutta la band)

Un nuovo e interessante capitolo si aggiunge al Nostro Archivio Interviste… abbiamo l’onore, e soprattutto il piacere, di ospitare su TrueMetal.it un gruppo che sta riscuotendo un notevole e meritato successo, anche grazie all’ultimo album pubblicato nel mese di Marzo 2022: sto parlando dei lombardi Di’Aul e del loro recente ottimo disco, “Abracamacabra”. Buona lettura a chi li ha già scoperti, mentre chi ancora non li conosce approfitti dell’occasione per rimediare…avanti con le domande!

Ciao Ragazzi, bentornati tra le pagine di Truemetal.it! Dopo aver raccontato in un Live Report le vostre imprese in terra piemontese, è finalmente giunto il momento per farVi un bel terzo grado…iniziamo nel modo più classico possibile: quando, come, dove e perché si sono formati i Di’Aul? Ci narrate la storia della band, che se non erro è attiva già da una decina d’anni? E soprattutto…che diamine significa Di’Aul?

Il Di’Aul altri non è che il Diavolo nel dialetto Pavese. L’idea del nome e della band parte da Lele (il chitarrista), che fin da subito ha voluto mettere insieme un progetto di musica Heavy. Così nel 2010, insieme a Carlo (il bassisita) e a Diego Bertoni (ex batterista), cominciano a scrivere i primi brani che poi andranno a formare il primo EP “Giov. 12:13”. Momo (il cantante) arriverà nel 2011 giusto in tempo per mettere le voce sull’EP. Da quel momento in avanti si sono susseguite una marea di ore in sala prove, di live e di registrazioni: “…And Then Came The Monsters” (2013); “Garden Of Exile” (2015); “Nobody’s Heaven” (2018); LP split Di’Aul/Mos Generator (2020). Insomma, siamo vecchi…ahahah

Daniele ‘Lele’ Mella
Carlo ‘Jeremy’ Toma

 

Il Vostro chitarrista mi ha confermato, in occasione del Vostro concerto all’Associazione Positive Music, che l’ultimo disco “Abracamacabra” sta andando piuttosto bene…volete raccontarci qualche dettaglio riguardo alla composizione e alla produzione dell’album? Se i numerosi bicchieri scolati in Vostra compagnia non mi ingannano, oltre a parlarmi del titolo, così particolare, e dell’artwork che adorna la copertina, mi accennavate al fatto che il disco è stato registrato in presa diretta…

I brani nascono principalmente da riffs sui quali poi improvvisiamo molto, fino a dare una struttura sulla quale poi lavoriamo tantissimo con gli arrangiamenti e devo dire che reggi bene i numerosi bicchieri di alcol, perché ricordi benissimo…ahahah…il disco l’abbiamo registrato in presa diretta. Volevamo dare un’impronta live, dinamica e di amalgama, quindi questa era la soluzione migliore: suonare tutti insieme nella stessa stanza (solo la voce era in una sala separata), ma serviva la persona giusta. Fortunatamente la conoscevamo: Marco Barusso (Lacuna Coil, Cold Play, Pooh ecc…)! Ha fatto un lavoro di ‘ripresa’ e mixaggio spettacolari, con anche un lavoro eccellente di audio editing di Giorgia Viriglio e un gran mastering di Marco D’Agostino. Poi l’artwork è stata la ciliegina sulla torta, volevamo che tutti i personaggi descritti nell’album fossero presenti in copertina e Francesca Vecchio (FV illustration) ha fatto una figata!!! Si capisce e che siamo soddisfatti del disco? Ahahah!

Andrea ‘Rex’ Ornigotti

Cosimo ‘MoMo’ Cinieri

Come definireste il Vostro sound? Io ci sento molto Stoner, molto Doom, molti Black Sabbath…tra l’altro, il titolo del Vostro EP uscito a Gennaio sembra abbastanza eloquente: “Cannabinoidoom”…sarò poi un tantino esagerato, ma spesso penso all’inizio della title track di “Nobody’s Heaven”, il vostro full-length del 2018: il cantante Cosimo ‘MoMo’ ruggisce come se lo aveste strappato via da un disco Black Metal! Insomma, da quali generi e/o bands pensate di aver tratto maggior ispirazione per definire il vostro stile musicale?

Sicuramente i Black Sabbath sono la nostra maggior fonte d’ispirazione, però amiamo molto anche la southern music dei Down, Corrosion Of Conformity, Crowbar e Eyehategod, quindi cerchiamo di fondere insieme le atmosfere malvagie inglesi con il groove americano… un po’ come fare un mix tra i Wizard e gli Sleep.

Parlando dei testi delle Vostre canzoni, se non sbaglio tutti scritti in lingua inglese: quali tematiche preferite affrontare? I brani dei Vostri dischi sono legati da un concept o ‘viaggiano’ per conto loro?

Generalmente i testi dei brani che compongono i nostri dischi sono sempre legati da un filo conduttore che molto spesso è un viaggio introspettivo nell’animo umano. Proviamo a descrivere, a volte in maniera estrema, ogni singola e comune sensazione, che tutti noi possiamo aver provato una volta nella vita e ci inventiamo una storia sopra. Poi, come è naturale, negli anni si viene investiti da eventi, felici o tristi che siano, ma che ti cambiano la prospettiva e quindi ti influenzano, e trasporli in un testo è una sorta di esorcismo personale. In Abracamacabra ogni storia parla di scelte, che normalmente definiremmo errori (o gap), ma i personaggi che le hanno fatte le hanno sublimate: riconoscere l’errore come parte di sé stessi ed accettarlo per accettarsi.

Non ho potuto fare a meno di notare, sul Vostro banco del merch ‘apparecchiato’ dopo il concerto all’Associazione Positive Music, un bel vinile…uno split con i Mos Generator! Dal momento che non capita tutti i giorni di dividere un disco con una band così importante, ci raccontate qualcosa a riguardo? Come avete fatto a raggiungere un così bel traguardo?

In realtà siamo rimasti molto sorpresi da quanto sia stato semplice; ci piacciono molto i Mos Generator e, dopo averli visti live di supporto ai Saint Vitus, ce ne siamo innamorati. Appena pronti due pezzi abbiamo scritto a Tony Reed che ci ha risposto che per lui era ok… non ci potavamo credere!

Vale lo stesso discorso fatto in occasione della domanda sul Vostro ultimo “Abracamacabra”: nonostante gli alcolici consumati prima, durante e dopo il Vostro concerto, mi ricordo che qualcuno di Voi mi parlava con orgoglio e con un pizzico di nostalgia dei vostri Tour in giro per l’Europa…volete raccontare qualcosa ai nostri Lettori del Vostro (o dei Vostri) Euro Tour?

Abbiamo avuto la fortuna di suonare diverse volte all’estero, in particolare nel 2018 siamo riusciti a portare la nostra musica tra Slovenia, Croazia, Ungheria e Romania, con una mini tournée di 10 giorni. A breve, invece, torneremo a Praga: un nostro caro amico ci ha invitato a suonare al Modra Vopice, storico locale della città, al Morphing Fest.

Suonare all’estero, per una band come noi, è ossigeno puro. Soprattutto nei paesi in cui si vive ancora la realtà del club o della sala concerti intima: è nei sotterranei, negli scantinati o nelle bettole che va suonato il Doom! Con la gente addosso che ti trasmette energia pura.

L’Estate 2022 si avvicina, per il momento il Covid non sembra curarsi molto degli esseri umani…avete in programma un altro Tour o qualche data sui palchi di un festival estivo, in modo da promuovere degnamente “Abracamacabra”? Elencateci qualche data, così ci organizziamo…

Per ora siamo riusciti a fare due date in provincia di Milano e il 2 luglio suoneremo nel festival a Praga, però, solo per gli amici di TrueMetal, possiamo anticipare che presto firmeremo per una buonissima agenzia di booking, quindi da settembre state sintonizzati perché ci vedrete in giro!

Eccoci giunti al fatidico momento temuto da tutte le band e atteso da tutti i Lettori…le anticipazioni! Ok, avete appena fatto uscire un bell’album, lo sappiamo, ma c’è già qualcosa di nuovo che bolle in pentola? Qualche videoclip, un nuovo EP, uno split con qualche altro gruppone americano?

In realtà abbiamo già praticamente scritto il disco nuovo e abbiamo anche un paio di pezzi per un altro EP split…vedremo cosa succede, ahahah!

Ragazzi, grazie infinite per la Vostra disponibilità! Come ormai si fa di consueto, se Vi fa piacere, lascio a Voi il compito di rivolgere un saluto ai nostri Lettori. In bocca al lupo per tutto e a presto!

Un saluto e un abbraccio enorme a tutti i lettori di TrueMetal e grazie mille a te, Bob… ci vediamo sopra e sotto i palchi, STAY DOOM!!!

 

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