Intervista Disagio (Savino Magnifico Disagio)
Intervista a cura di Jennifer “Jenny” Carminati
Oggi abbiamo il piacere di scambiare quattro chiacchiere con la storica band italiana Disagio, giunta al traguardo dei 30 anni di carriera, e lo facciamo con il loro fondatore Savino Magnifico Disagio.
Ciao Savino, anzitutto, benvenuto sulla pagina di TrueMetal.it e grazie per la disponibilità.
Toglimi una curiosità. Il nome della band è stato scelto sulla base del tuo soprannome o viceversa? Immagino sia stato oggetto di critiche più o meno ironiche, vuoi raccontarci qualche aneddoto a riguardo?
Il nome della band è stato scelto in una nebbiosa sera di autunno del 1993, all’epoca la band era composta da Diego, Savino e Giorgio, da lì semplicemente DISAGIO … No! scherzo, ma mi piace raccontarlo, in realtà non c’erano nessun Diego e Giorgio … All’epoca ci piaceva l’idea di avere un nome in italiano semplice, diretto e immediato, che lasciasse pochi dubbi sul genere da noi proposto. Con l’avvento poi dei social ho deciso di utilizzare Savino Magnifico Disagio come nome per i vari profili. Oggi della parola disagio se ne fa largo uso, tant’è che ci ritroviamo taggati da moltissime pagine che si “scusano per noi” per i più svariati motivi, ah ah …, comunque in diverse occasioni siamo stati annunciati come: Disguido, Disagiati, Dissesto, etc. Ci fai l’abitudine e ci ridi sopra.
Parliamo del vostro ultimo EP Harvest Eve, uscito lo scorso anno, di cui ho fatto la recensione che i nostri lettori possono trovare a questo link. So che non amate etichettarvi con un genere preciso, ma quali sono le coordinate stilistiche che avete seguito? Qual è il sound dei Disagio oggi?
Hai perfettamente ragione sul fatto che non abbiamo mai gradito le etichette in quanto riduttive e talvolta fuorvianti. In due parole non lo si può descrivere. Stilisticamente parlando possiamo dire che le nostre radici crescono in un terreno misto tra l’Heavy Metal e il Death Metal, o meglio, ciò che più apprezziamo di questi generi. Ma questi diciamo che sono solo i riferimenti più lampanti, entrando nel dettaglio di ogni singolo brano puoi trovare molte sfumature diverse che possono rimandare: al doom, al black, al prog, al melodic ma anche non necessariamente al metal. Ogni brano è ben riconoscibile e differente dagli altri e la melodia è parte fondamentale nel nostro songwriting. Oggi il nostro sound, rispetto al passato, è più compatto, pesante e incisivo ed il merito è da attribuirsi ad una formazione rodata, capace ed affiatata.
Avete subito numerosi cambi di formazione che non hanno certo permesso una progettualità a lungo termine per te e la tua band. Vuoi dirci chi sono stati i Disagio nei 30 anni che vi lasciate alle spalle e chi siete oggi, in questo 2024 appena iniziato.
Be si, diciamo che la perseveranza non mi manca. La progettualità di cui parli purtroppo si è un po’ perduta nelle pieghe del tempo, è stato un po’ come un “Gioco dell’Oca”, di tanto in tanto devi tornare alla casella Uno e ripartire. Ti ritrovi, dopo trent’anni, a giocare ancora allo stesso gioco ma con persone diverse e con tanti giocatori passati a questo tavolo. All’inizio ero un ventenne con la voglia di mettersi su un palco a dimenar la testa con grandi sogni nel cassetto. Gli anni passano e senza accorgertene ti ritrovi nel corpo di un cinquantenne a voler continuare a salir su un palco a dimenar la testa non ricordando più nemmeno dov’è il cassetto e cosa esso conteneva. Oggi siamo ciò che avremmo voluto essere fin dall’inizio ma con più esperienza. Non ti nascondo una sorta di rammarico per i diversi “treni perduti”, ma così stanno le cose e indietro non si può tornare. Sono comunque riconoscente verso tutti quei musicisti che per più o meno tempo hanno fatto parte della band, ognuno di loro ha lasciato qualcosa e qualche insegnamento di cui ne faccio tesoro. Questa volta vogliamo tentare di non farci scappare nessuna occasione anche perché abbiamo ancora molto da dire.
Domanda ambiziosa lo so, ma come vedi il futuro dei Disagio? non siete legati ad etichette né promoter, vi piacerebbe riuscire a trovare qualcuno che vi possa dare la giusta spinta o va bene così?
Certamente avere qualcuno che crede in ciò che fai e decide di investire su di te può fare solamente piacere. Continuo a sperare che la nostra genuinità possa essere valorizzata da chi vede la musica come elemento primario e non come un mezzo. Purtroppo però i presupposti non sono sempre quelli. Il nostro futuro è roseo e ricco di soddisfazioni che devono ancora venire, se non vedessi il bicchiere mezzo pieno avrei appeso la chitarra al chiodo da parecchio, ma sono ottimista e credo fortemente nel valore di ciò che facciamo. Se strada facendo incontreremo le persone giuste allora nascerà una collaborazione propizia per entrambi e ne saremo contenti. In caso contrario non ne faremo certamente una malattia, continueremo a fare ciò che ci piace e a sguazzare liberamente nel nostro laghetto.
Avete delle date previste a supporto dell’uscita di Harvest Eve? quanto è importante per voi la dimensione live? negli anni avete suonato tantissimo ma sempre in contesti medio piccoli. Vi pesa questo vostro non riuscire ad emergere dall’underground o tutto sommato vi trovate bene perché è la vostra giusta dimensione.
Siamo in parola per un paio di occasioni importanti per questa primavera/estate e sempre alla costante ricerca di situazioni dove esibirci. La dimensione live per noi è fondamentale per trasmettere quell’onda di energia che sprigionano i nostri concerti, anche perché è su un palco che vedi quanto vale una band. Chiunque è rimasto piacevolmente soddisfatto dai nostri show. Esibirsi su palchi medio/piccoli ti offre la possibilità di instaurare un contatto diretto con chi ti ascolta e questo è bello. Negli anni abbiamo suonato nelle più svariate situazioni, da locali dove ti dovevi spostare mentre suonavi per far passare la gente che andava in bagno, a palchi dove non riuscivi ad avere nemmeno il contatto visivo con gli altri componenti. Ogni live è crescita, è scuola, è esperienza e sono grato di poter avere avuto questa fortuna. Siamo in grado di adattarci a qualsiasi dimensione e situazione anche se è indiscutibile che il palco grande sia più attraente, ma la differenza la fa il pubblico. Il nostro compito è quello di dare comunque il 100% indipendentemente da quanta gente ci sia ad ascoltarti. L’underground è una dimensione nella quale pochi ci vorrebbero stare, si ambisce sempre ad uscirne ed emergere, ma devi essere disposto a rimanerci se fai quello in cui credi.
Tornando un attimo al vostro ultimo EP, Harvest Eve, Chi si è occupato della copertina e cosa vuole significare la donna crocifissa rappresentata?
Dell’artwork me ne sono occupato io, ho utilizzato due opere di una pittrice che me ne ha gentilmente concesso l’utilizzo. L’immagine sullo sfondo rappresenta un grande albero, che simboleggia i Disagio, con inciso sulla corteccia “1993”, solidi, possenti, maturi e ben piantati a terra. In primo piano c’è invece questa donna crocifissa che sta a simboleggiare il sacrificio. In un momento storico come questo vuole anche essere un tributo per tutte quelle donne che silenziosamente e quotidianamente vengono sacrificate senza che venga data a loro voce. Mi piace l’impatto visivo forte che questa immagine trasmette, anche i colori nel loro insieme rendono, secondo me, questa copertina interessante. Non ultimo, l’evocativo titolo “Harvest Eve” (“vigilia del raccolto”) che auspica ad un cambiamento sia in termini di cessazione della sofferenza da parte della donna che in termini di albero che genera frutti. Due concetti distinti che trovano una rappresentazione comune.
Immagino sia tu a scrivere i testi delle vostre canzoni, c’è un filo conduttore che lega i 5 pezzi contenuti in questo EP, o comunque, un tema principale che ispira le liriche.
I pezzi contenuti in questo EP sono apparentemente slegati tra loro principalmente perchè provengono comunque da periodi diversi. Abbiamo inserito un brano inedito e abbiamo riregistrato, con la formazione attuale, quattro brani già editi in pubblicazioni precedenti. I testi sono scritti da me e quello che accumuna tutti i brani dei Disagio, in termini generali, è il rapporto tra l’Uomo (in senso figurato) e le varie emozioni o prove che la vita ti pone lungo la strada. Ad esempio affrontare le paure recondite, il credere in qualcosa di superiore, il concetto di instabilità mentale, di tristezza, di rabbia, l’elaborare un lutto o la sensazione di sentirsi invincibili. Situazioni in cui ognuno di noi può ritrovarsi nel corso del proprio cammino. Diciamo che queste sono le tematiche principali sulla quale mi piace muovermi. Reputo la stesura di un testo importante come la composizione di un brano, tant’è che in alcune occasioni sono partito da quello per poi sviluppare con la band la musica stessa. Quindi direi senza dubbio che il filo conduttore è l’essere umano e l’interazione degli agenti esterni su di esso.
Domanda più personale: sei un nostalgico della rivista cartacea, del comprare il cd/vinile nel negozio o mercatino di fiducia, o ti sei adeguato senza troppa fatica alla modernità digitale del giorno d’oggi, dove la sovrabbondanza di informazione spesso è controproducente, a mio parere. E se vuoi dircelo, ultimo tuo acquisto fatto?
Sono cresciuto nella metà degli anni ’80 sfogliando riviste e ritagliando loghi delle band preferite da appiccicare qua e là, risparmiando spiccioli per poter comperare il vinile tanto desiderato, ma onestamente non mi sento un nostalgico. Avrei sognato di poter avere ciò che c’è adesso, poter aver accesso ad informazioni, musica illimitata e quant’altro in un click. Oramai il negozio di fiducia non esiste quasi più. Mi sono adeguato ma allo stesso tempo anche allontanato, non sto più ad inseguire l’ultima uscita di questa o quella band, ad aspettare il concerto per prendermi la t-shirt ufficiale. In compenso ho scoperto band che prima non avrei potuto conoscere con tanta facilità o reperito discografie di artisti senza difficoltà. L’informazione digitale è spesso ridondante e rischia effettivamente di generare l’effetto contrario, cosi come tutte quelle cose che non sei tu a cercare, ma sono loro che cercano te. A livello di acquisti tendo a privilegiare il supporto alle band che reputo in grado di trasmettermi freschezza e fiducia.
Di seguito potete trovare i link dei loro social:
https://www.facebook.com/DisagioMetalBand
https://instagram.com/disagiometalband?utm_source=qr&igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg%3D%3D
Qual è il vostro rapporto con la scena metal underground italiana e come vi rapportate con gli altri gruppi tricolore. Ce ne è uno, o più di uno, che segui in maniera particolare o preferisci non sbilanciarti?
Il nostro rapporto con le altre band è sempre stato propositivo e collaborativo, negli anni abbiamo conosciuto moltissime persone e condiviso palchi e situazioni. Con molte di loro siamo rimasti in contatto e ci si incontra sempre volentieri. Ho visto band con sogni di gloria e tasche piene di superbia nascere e morire in un lustro, ho conosciuto ragazzi umili e genuini arrivare ad avere un nome nel panorama. Noi siamo sempre stati onesti e corretti con chiunque, dalle band ai gestori, agli organizzatori ai promoter e ad oggi questo atteggiamento è sempre stato apprezzato e ripagato. Nella scena underground nonostante la nostra longevità non siamo cosi conosciuti, principalmente il motivo sta nel non esserci dedicati particolarmente alla promozione e quindi essere rimasti un po’ fuori dal giro. Gruppi che stimo ed apprezzo ce ne sono in generale, nello specifico però non ti saprei rispondere. Oggi sono comparsi molti ottimi giovani musicisti con preparazione e tecnica davvero straordinarie, in compenso dai palchi sono spariti amplificatori e birre per lasciar posto a monitor e bottigliette d’acqua.. ah ah.. specchio dei tempi.
Se avete qualcosa da aggiungere prima di concludere questa intervista, questo è il momento giusto, a voi la parola.
Ti ringrazio innanzitutto per questa opportunità che è da noi molto apprezzata, supportare le band non è una cosa dovuta, ma un sincero e spassionato desiderio di contribuire, con i mezzi a propria disposizione, alla crescita di qualcosa in cui si crede e che trasmette emozioni. Dal canto nostro questa volta abbiamo deciso di metterci maggiormente in gioco attraverso una più intensa promozione, siamo consci del nostro potenziale e di quanto possiamo offrire. I feedback positivi nutrono lo spirito e ti invogliano a continuare, siamo aperti a proposte, collaborazioni o a qualsiasi cosa possa aiutare la nostra musica a propagarsi nell’universo e a far sì che il Disagio vi accompagni e vi sovrasti .. grazie ancora!
Savino Magnifico Disagio