Intervista Harley Flanagan (ex-Cro-Mags)
Intervista ad Harley “Cro-Mags” Flanagan da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.
Buona fruizione,
Steven Rich
Harley Flanagan
Harley Flanagan è sicuramente, come si dice dalle sue parti, “one of a kind”. Un personaggio poliedrico, la cui vita – che sembra tratta da un violento film d’azione americano (o potrebbe ispirarlo) – è giusto che sia raccontata da lui in persona. Risse, coltelli, armi da fuoco, arti marziali, filosofia Hare Krishna, musica Punk e Hardcore, skinhead, gang, imboscate, prigione e chi più ne ha, più ne metta. Dall’altra parte del “filo” sento una voce cordiale, rilassata, che mi mette a mio agio dato che dopo aver letto La Mia Vita Hardcore non avevo idea di come sarebbe stato il mio interlocutore. Lui stesso sa di avere una “bad reputation” e incoraggia i fan ad avvicinarlo senza timori: sono sicuro che incontrarlo di persona sia un’esperienza che va vissuta, perché tutto si può dire di Harley Flanagan ma non che non sia una persona vera, forgiata dalle esperienze più estreme che si possano immaginare. Ne sentirete delle belle…
Perché hai deciso di raccontare la tua vita avventurosa su carta, in questa bizzarra era digitale?
(Ride, n.d.M.) Sai una cosa? Sono “old school”, per i libri è così! Effettivamente è una cosa a cui ho iniziato a lavorare molto tempo fa. Come musicista, come artista è quasi inevitabile che qualcuno racconti la tua storia dopo che sei morto e sepolto, senza riguardi. Quindi ho pensato che se non avessi raccontato io stesso la mia storia, ci sarebbero state buone possibilità che venisse raccontata da qualcun’altro con le proprie opinioni e interpretazioni della realtà. Credo di dovere a me stesso la possibilità di raccontare la mia storia, in modo che sia vera…viene davvero dal cuore ed è stata una…come si dice…
Una catarsi?
Sì, è stato catartico, mi sono scrollato un sacco di peso di dosso! E’ stata davvero una buona cosa, mi ha aiutato a crescere e mi ha fatto maturare per il prossimo livello della mia vita.
Hai fatto esperienza di un’America completamente diversa nella vita di tutti i giorni, credo. Com’è vivere negli Stati Uniti nel 2017 e cosa pensi dell’Europa, la trovi diversa da quando vivevi qui?
Sai, si tratta di un mondo diverso, tutto quanto intendo. Quando guardo New York oggi non vedo molto di quello che ricordo, persino il panorama non è più lo stesso! Dicevo ad un amico a Roma che quando guardi New York da lontano non ha più la stessa immagine: non vedi più l’Empire State Building perché è completamente coperto da altri edifici più alti! Anche in Europa le cose sono cambiate parecchio ma è la vita, sai? I cambiamenti continuano ad esserci intorno a noi e non ce ne rendiamo conto perché siamo troppo avvolti dalla nostra vita personale e non realizziamo che tutto, anche se rimane uguale, cambia sempre! Succedono tante cose…io sono felice, è un bel periodo della mia vita: faccio musica, vado ancora in tour, la vita è bella e non mi lamento!
Tua mamma ti ha dato l’opportunità di incontrare persone come Andy Warhol ed Allen Ginsberg, due icone americane diverse ma altrettanto importanti. Cosa ricordi di loro?
Beh… Allen era quasi parte della mia famiglia, mia madre era molto intima, mia zia pure e i miei nonni lo conoscevano. Per me dunque non era una figura iconica di un’altra epoca, era semplicemente Allen e gli ho sempre voluto molto bene. E’ sempre stato buono con me, era una brava persona. Warhol l’ho incontrato solo poche volte, non lo conoscevo davvero, mi capitava di essere negli stessi posti. Mia madre lo conosceva quando era più giovane e frequentava la Factory, dove lui creava molta della sua arte e produceva molti dei suoi film. Lei fece parte di uno dei film che non uscirono ma fortunatamente ho un paio di immagini tratte dalla pellicola, con mia madre accanto a Warhol quando aveva qualcosa come 16 anni! Mia madre era una donna molto interessante, mi ha esposto a tanta controcultura dalla quale molti genitori avrebbero tenuto lontani i figli…era una giovane donna molto avventurosa e, nel bene e nel male, mi ha portato con sé durante le sue avventure!
Più tardi le tue memorie sembrano tratte direttamente da I Guerrieri Della Notte, sono anche più violente e spaventose del film! Come ti ha aiutato il tuo stile di vita estremo a formare la tua personalità di oggi?
Mi ha reso quello che sono, non ci sono dubbi! Fortunatamente non mi ha ucciso, ho avuto tempo di crescere ed ecco perché oggi sono quello che sono. Sì, era peggio di qualsiasi film come I Guerrieri Della Notte o persino Arancia Meccanica…era una vita quasi indescrivibile, ho fatto del mio meglio per descriverla nel mio libro nel modo migliore! I migliori complimenti ricevuti durante il mio primo incontro coi fan a New York sono arrivati da persone che sono cresciute nel mio quartiere e persino ragazzi coi quali sono stato a scuola che naturalmente oggi sono miei coetanei. Sono venuti persino membri delle gang che menziono nel libro e tutti erano d’accordo sul fatto che ho descritto esattamente come stavano le cose! Qualcuno mi ha detto: “Sai, ho preso delle copie del tuo libro per degli amici che non credono a com’era la vita allora! Gli ho mostrato il libro perché lo realizzassero loro stessi!”… grazie a ciò, sento di aver fatto un buon lavoro: tutti mi dicono che li fa tornare ai giorni della loro infanzia, a quello che ricordano. Questa è la miglior recensione che abbia mai ottenuto, mi dimentico delle recensioni della stampa o su internet quando la gente che ha condiviso le stesse esperienze mi dice che le cose stavano esattamente così! Mi sento realizzato perché ho raccontato la storia correttamente e questo è più importante di qualsiasi gratificazione dell’Ego o del vantarmi di aver fatto questo e quello…chi se ne frega? Non è quella la cosa importante, ciò che è importante è che sono sopravvissuto…sai, non augurerei la mia vita al mio peggior nemico ma allo stesso tempo non la cambierei con nulla al mondo!
Il libro di Harley Flanagan
Hai scritto una sorta di documento storico…
Sì, era parte delle mie intenzioni! Volevo che la città di New York fosse quasi un personaggio del libro in modo che si potesse avere un’idea di com’era. Cercavo ispirazione, credici o no, da Tom Sawyer, Huckleberry Finn…quella era un’altra epoca e viene raccontata con gli occhi di una giovane persona che ne ha fatto esperienza. Allo stesso tempo ti fai un’idea di com’era la storia di allora e volevo che essa fosse presente: ecco com’era New York attraverso i miei occhi, le mie esperienze e fortunatamente – o sfortunatamente, dipende da come la vedi – ho visto molta storia, ho incontrato molta gente influente e alla fine sono diventato uno di loro anche se non è stata una mia scelta! Sono stato fortunato, credo, ad avere energia creativa dentro di me e nelle persone che mi circondavano…
Una sorta di sincronicità…
Sì! E’ bizzarro, è strano guardare indietro alla tua vita e realizzare che è un pezzo di storia! Non solo la mia storia personale, ma qualcosa che ha coinvolto anche altre persone…è parecchio bizzarro!
Il contatto con la cultura Hare Krishna e soprattutto con la potente famiglia Gracie e il Brasilian Ju-Jitsu: come hanno definito la tua visione della vita?
In modi molto diversi, prima vorrei dire cosa ho imparato dall’influenza della coscienza Krishna, ci sono stati anni durante la mia gioventù durante i quali mi sono aggrappato ad essa per avere un senso di sicurezza, presumo, per un significato dato che quello che avevo imparato è che la vita è folle e può esserti tolta in ogni momento! Ho visto così tanta gente morire, così tanta violenza, gente in overdose e via dicendo…avevo bisogno di qualcosa che mi desse un’ancora spirituale, forse, qualcosa che mi desse sicurezza, che mi facesse pensare che non era tutto là, che la vita che vivevo fosse solo una porzione di realtà. La coscienza Krishna mi ha dato la forza nel momento del bisogno e mi ha aiutato a diventare vegetariano e via dicendo ma ripeto: sono una persona spirituale ma non religiosa, non mi aggrappo a nessuna definizione di “religione”, a nessuna definizione di ciò che la gente pensi sia Dio! Non ho occhi sovrumani per conoscere, sono solo un essere mortale e non ho questa visione globale della strada spirituale: cosa diavolo conosco? Non voglio fingere, molta gente dice stronzate ma non sanno nulla, stanno solo vendendo qualcosa! Dall’altro lato anche la famiglia Gracie mi ha cambiato la vita in molti modi, sempre per il meglio! E la cosa più incredibile è che a differenza delle cose di Krishna, i Gracie sono persone reali, si tratta della vita reale, sono persone vive a cui puoi guardare…sono stati una grande influenza e sono molto fortunato, Renzo Gracie è il mio maestro di Ju-Jitsu ma in molti modi è anche un’ispirazione per me, è una delle poche persone che…è un uomo che guardo e aspiro ad essere come lui. Ho imparato molto da lui e per certi versi gli devo la vita!
Leggendo il tuo libro uno ti immagina come una macchina da guerra umana senza paura (ride, n.d.M.)… c’è qualcosa che ti spaventa del presente?
…non saprei…durante la battaglia non hai tempo di avere paura, hai solo il tempo di reagire. Può sembrare che sono senza paura ma non credo di esserlo, ho le stesse paure di tutti…le mie paure più grandi, le più grandi preoccupazioni sono per le altre persone, specialmente i miei figli e mia moglie. Ho combattuto parecchio in vita mia e credo che ciò mi abbia formato…più ti avvicini alla morte e alla realtà, più la tua mente diventa acuta. Non credo di essere impavido…sono poche le cose che mi spaventano, lo ammetto (ride, n.d.M.)… forse uno squalo o cadere con l’aereo!
Che suggerimenti daresti ai giovani che vogliono seguire le tue orme e formare un gruppo per esprimere idee e canalizzare la rabbia?
Dovete essere onesti con voi stessi, con ciò che volete esprimere dato che credo che ci siano un sacco di band false, specialmente nell’Hardcore troviamo un sacco di immagine, di finzione, di recitazione…penso che la musica e l’arte debbano venire dalla vostra anima per liberarvi. Per me è una combinazione di meditazione ed espressione di me stesso ed ecco perché ho influenzato molta gente, perché viene dalla mia anima! L’unica cosa che direi alle band è: fate quello che vi piace ma assicuratevi di avere un avvocato, leggete i contratti prima di firmarli!
E’ un buon consiglio, suppongo!
…e restate a scuola perché non riuscirete a vivere con la musica a meno che non siate fottutamente fortunati (ride, n.d.M.)! Questo è il mio consiglio: prendete un avvocato, fate ciò in cui credete ma restate a scuola (ride, n.d.M.)!
Io ho una maglietta con Mr. T che dice: “Non siate sciocchi, restate a scuola”!
Hahahaha!
Che piani hai in ambito musicale?
Ho appena terminato un EP di cinque o sei canzoni che presto uscirà, potete pre-ordinarlo su Pledgemusic.com…il 48% dei profitti andrà a Dr. Know, il chitarrista dei Bad Brains perché anni fa ha avuto grossi problemi di salute e come vecchio amico volevo fare qualcosa per aiutarlo, so che ha ancora molte spese da affrontare. Poi ho 15-16 nuove canzoni che ho progettato di registrare in febbraio, quindi oltre a questo EP ho altri due EP che usciranno: quest’ultimo e delle canzoni che ho registrato nei primi anni Ottanta, si tratta dei demo dei Cro-Mags. Poi registrerò un nuovo album: ho tante cose in ballo!
Ok, caro Harley: un messaggio e saluto finali ai fan italiani?
Posso solo dire che non vedo l’ora di tornare in Italia, è stato bellissimo e ogni volta che faccio concerti lì i fan danno una grande risposta, c’è così tanta passione, è parte della cultura! E’ stato un onore e un privilegio per me e non vedo l’ora di tornare: suonerò a Milano a dicembre, spero di aggiungere altri show…non vedo l’ora! E non si sa mai…un giorno potrei trasferirmi lì, mia moglie ha la cittadinanza italiana e parla italiano correttamente, dunque è una possibilità!
Fantastico… grazie davvero!
E’ un piacere, amico mio, non vedo l’ora di incontrarti di persona! Manda tutto il mio amore e rispetto ai fan italiani, non vedo l’ora di vedervi…talvolta le persone sono spaventate all’idea di approcciarmi perché ho una certa “reputazione”! Voglio solo dire: sono sempre felice di incontrare i fan, se vogliono farmi firmare libri o dischi ne sono orgoglioso e onoratissimo di essere parte della loro vita e di averli influenzati con la mia musica. Sono grato di poter firmare…se il mio autografo significa qualcosa per voi sono fortunato ad essere parte della vostra vita, è tutto quello che voglio dire: grazie a tutti!
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