Thrash

Intervista Machine Head (Robb Flynn)

Di Davide Sciaky - 22 Gennaio 2018 - 9:00
Intervista Machine Head (Robb Flynn)

Intervista a Robb Flynn da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.

Buona fruizione

 

Sedere al tavolo con Robb Flynn è come sedere a fianco di una sorta di “vecchio saggio” del Metal che con pacatezza esterna le proprie opinioni sul mondo che lo circonda. Qualcosa gli piace, qualcosa non gli piace ma – di certo – non si arrende di fronte all’incessante cambiamento che caratterizza gli ultimi anni da noi vissuti sul pianeta. Robb non ha proprio l’atteggiamento di una star, di una leggenda: l’uomo cinquantenne, padre di famiglia, parla ancora con la voce del giovane scatenato ed appassionato che poga di fronte ai Metallica nel 1983. Con un pizzico di saggezza in più, in modo da poter sopravvivere in questo folle mondo…ladies & gentlemen, mr. Robb Flynn on TrueMetal!

 

Dunque, caro Robb, cosa devono aspettarsi i fan italiani dal vostro imminente tour. Credo si tratterà di locali demoliti (ride, n.d.M), un vero tour da headliner senza band di supporto, una lunga scaletta e nessun festival…

Esattamente! Sai, è divertente, credevo di averlo già fatto qui…forse in qualche altro posto ma non siamo venuti a Milano durante l’ultimo tour! Quindi sarà la prima volta che porteremo qui An Evening With Machine Head, di solito dura due ore e mezza/tre, suoniamo canzoni da ogni singolo album. Abbiamo iniziato a fare questa cosa nel 2014 e i fan la adorano, noi la adoriamo dunque abbiamo iniziato a farla e la faremo ancora per un bel po’!

 

E cosa possiamo aspettarci da Catharsis? Da quello che ho sentito, il marchio Machine Head è ancora intatto: riff potenti, melodie coinvolgenti e una produzione incredibilmente potente! Cosa devono aspettarsi i vecchi e i nuovi fan?

Credo che tutti dovrebbero abbassare le aspettative nei confronti di qualcosa di pesante. Credo sia un disco molto melodico, con tanto groove, non troppa roba Thrash presente…e la ragione per cui lo dico è che reputo facile promuovere ampiamente qualcosa che è pesante: non credo che sia il nostro disco più pesante! Voglio essere onesto con i fan e dare loro le giuste aspettative: è un disco imponente, un disco lungo – 15 canzoni, 75 minuti – sto dicendo a tutti che è Il Signore Degli Anelli (ride, n.d.M)! Devi sederti e dedicargli molto tempo, ma ne vale la pena! E’ molto, come dire…è come un film!

 

Ci sono elementi orchestrali…

Sì, per me ha la scena iniziale potente, degli alti, dei bassi, una storia…sai, non voglio dire che è un concept album ma…è una specie di concept album in effetti! Sono molto, molto orgoglioso di questo disco!

 

Di cosa parlano i testi di Catharsis? Intendo dire, cosa significa per i Machine Head vivere negli USA nel 2017? Io mi sono immediatamente innamorato della canzone Bastards e del testo…

Sì, è un’epoca abbastanza folle questa! Ci sono state un paio di volte in cui ci siamo detti: “Caspita, stiamo dicendo cose grosse in questo disco! Abbiamo bisogno di dire questo? E’ ok dire questo? I fan cosa diranno?”…io credo che parte dell’essere un artista sia seguire il proprio istinto! Non puoi alleggerire le cose perchè questa o quella persona potrebbero non apprezzarlo, se vuoi farlo devi farlo e accettare le coseguenze nel caso la gente non lo apprezzi. Ma sai che stai seguendo il tuo cuore, il tuo istinto: alla fine della giornata devi dire la tua! Penso che molta gente…non so come la pensino le altre band ma non mi sembra che nel Rock e nel Metal ci siano molte band che si alzano e dicano la loro! Questo disco è una sorta di reazione a tutto questo.

Catharsis

 

E anche il pubblico, la gente non pensa troppo a quello che sta succedendo nel mondo, forse pensa troppo a cose legate ad una realtà fantasy…

Naturalmente non posso parlare dal punto di vista di un italiano perchè non ne so a sufficienza, onestamente, però da americano parlo in maniera specifica del posto in cui vivo.

 

23 anni sono passati da Burn My Eyes: cosa ti manca e cosa non ti manca dei primi tempi, anche coi Vio-Lence?

Cosa mi manca di quei giorni?…non lo so, era così diverso, non puoi nemmeno fare un paragone! Quando andavo ai miei primi concerti non c’erano transenne, non c’era la sicurezza…andavo agli show Thrash Metal nella Bay Area, ai concerti dei Metallica che aprivano per i Raven davanti a 250 persone! Questo prima che diventassero il più grosso gruppo Metal sulla faccia del pianeta…era diverso, sì! Credo che molta gente abbia nostalgia per i vecchi tempi, ma io adoro i tempi attuali, mi piace come vanno le cose oggi! Mi ricordo che allora l’obbiettivo era far sì che il tuo disco fosse nel negozio, possibilmente in testa allo scaffale…oggi non ci sono più fottuti negozi di dischi, non in America, almeno! Oggi l’obbiettivo, anzi la sfida è far sì che la gente metta giù i loro iPad, che chiudano Facebook, Instagram per dare un po’ di attenzione ad una fottuta canzone che hai scritto! Questo (indicando il mio iPad, n.d.M.) è qualcosa che consuma!

 

E’ anche consumato, è rotto (indicando l’iPad col vetro rotto)!

Hahahaha, è vero!…ecco qual è la sfida: continuiamo a fare quello che facciamo. Sai, per certi versi per la gente la musica non è più così importante come lo era una volta…

 

Sì, il posto della musica nella vita di tutti i giorni…

Decisamente! Voglio dire: la musica Rock dappertutto non è più così importante, per la prima volta nella storia in America è stata superata dal Rap e dal Pop, proprio quest’anno! Intendo in termini di vendite e popolarità…è diverso, ma tutto deve cambiare! E tu devi cambiare insieme al resto e per me non è un problema, mi piacciono i social media, sento la gente lamentarsi di Internet: io amo fottutamente Internet! Chiunque ama il fottuto Internet, ecco perchè la gente è impantanata là! Ma amo anche parlare direttamente coi fan, mi piace fare delle chat in diretta su Facebook o YouTube, puoi rispondere ai fan sul momento e con tutto il mondo! Anni fa non potevi farlo, ed è fottutamente fantastico!

 

Di recente hai affermato che i grandi Cypress Hill sono stati una grossa influenza, diciamo una sorta di influenza per i primi testi. Cosa ricordi dell’influenza che l’Hip Hop aveva nei primi anni Novanta?

Amo ancora l’Hip Hop e questo influenza la musica. Ma allora adoravo i Cypress Hill, il primo disco era così fottutamente grande, era fantastico! Loro, i Wu-Tang, Snoop Dog, Dr. Dre…un po’ prima di quello per me c’erano i Public Enemy e gli NWA, c’era un grande confronto allora! E mi piaceva che fosse così violento, che ci fosse così tanto sesso…allora era così, oggi si parla di gioielli, macchine, non era così prima che diventasse avido! Ed era anche ignorante…e mi piaceva! Parte di esso era provocatorio, voleva essere irritante…era bello e specialmente la parte relativa al confronto arrivò ai Machine Head. E i groove, non so quanti groove abbiamo preso in prestito dall’Hip Hop e dalla Dance, dai Cypress Hill…il modo in cui il ritmo fluisce!

Robb Flynn e Mickey E Vil

Robb Flynn e Mickey E Vil

 

Ora sto parlando dell’Italia: c’è una sorta di nuova generazione di giovani musicisti Thrash. Gente molto giovane che suona Thrash Metal: tutto è arrivato all’improvviso, che suggerimenti daresti a questi ragazzi che suonano la musica di 30-35 anni fa con così tanta passione?Allora non erano nemmeno nati…

Davvero, eh? E’ strano…come se io avessi suonato musica di Elvis! Beh, se questo è quello a cui si sentono vicini e che li ispira, è fantastico! Siate una band, provate, state insieme, sedetevi in una stanza e suonate insieme, è davvero importante! Penso che molta gente non lo faccia più, le band non provano più, non stanno insieme…certo, suonano sul palco ma se pensi alle band storiche: i Lynyrd Skynyrd provavano 6 ore al giorno, i Beatles provavano 10 ore al giorno, 7 giorni su 7 a Liverpool per un mese intero, strafatti di anfetamina! Ma questo li ha resi un gruppo così grande, dei musicisti così grandi! E’ un aspetto importante…

 

Quale messaggio e saluto finale vuoi mandare ai fan italiani dei Machine Head?

Non vedo l’ora di tornare in aprile, sono felicissimo di sentire la gente che canta con noi e canta i nostri riff: questa è una delle cose che mi vengono immediatamente in mente quando penso all’Italia…voi cantate, anche gli assoli di chitarra e i riff ed è fottutamente fantastico! Nessun altro lo fa, è una cosa esclusivamente italiana! Non vedo l’ora, amico!

 

Hai dei ricordi di concerti italiani del passato?

Certo! Abbiamo suonato per la prima volta a Roma nel 2015 ed è stato fottutamente incredibile! Era la prima volta che venivo a Roma…ogni volta che torniamo andiamo in questi ristoranti, mangio formaggio, cibo…e metto su 5 fottuti chili! Non vedo l’ora di tornare!