Avantgarde

Intervista Master Boot Record (Victor Love)

Di Giuseppe Casafina - 23 Giugno 2022 - 8:00
Intervista Master Boot Record (Victor Love)

TrueMetal, pur restando un portale attento alle tradizioni, ha da molti anni anche un occhio di riguardo per le novità più importanti offerte dal mondo della musica dura, soprattutto nelle sue forme più inusuali e bizzarre. Ed ecco quindi che dinanzi ai nostri schermi abbiamo l’onore di avere a che fare con un talento totalmente inusuale e del tutto nostrano: stiamo parlando di Victor Love, meglio noto nel mondo del Metal con lo pseudonimo di Master Boot Record,singolare unità Cyber-Electro-Metal! Il trionfo delle macchine sull’uomo? Non esattamente, e infatti il buon Victor ci spiegherà per bene su cosa si basa e come si muove la sua creatura, la quale condivide col mondo del Metal più classico più di qualcosa. A lui la parola.

Ave a te, o’misteriosa entità elettro-umanoide nota come Master Boot Record! Per gli amici di TrueMetal però, ti chiamerò Victor! Benvenuto sugli schermi digitali di TrueMetal, appunto!

Grazie a te per questa opportunità! Mi fa molto piacere.

…e insomma, ora ti ritrovi sotto le fila della Metal Blade Records, di certo non il primo nome che si aspetta quando si parla di Chiptune Metal, essendo che parliamo di una delle case discografiche più importanti dell’Heavy Metal più tradizionalista! Come sei riuscito a ottenere un contratto con questa storica entità di umanoidi metallari, appunto? Hai formattato la sezione “ideali della vecchia scuola” dei loro server mentali, oppure magari hai infettato tutte i loro computer aziendali con un virus Ransomware la cui sola possibilità di disinfezione sarebbe stata un contratto con loro? ( – Si scherza – Nda )

Questo è in realtà il secondo disco che faccio con loro e posso dire che mi trovo molto bene con Metal Blade Records e sono veramente onorato di rilasciare dischi per una label che ha rappresentato la storia del Metal. Devo dire che per quanto Metal Blade sia una label old-school è anche molto aperta alle innovazioni nel genere ed era già diverso tempo che mi seguivano per i dischi precedenti. Quando sono entrato in contatto la prima volta è stato più che altro tramite social media perchè avevano rilanciato alcuni miei tweet ma a quei tempi ero ancora con Blood Music che pur essendo una label che rilascia anche dischi metal è sopratutto nota per aver lanciato molti artisti della scena Synthwave e Darksynth. Ho sempre pensato però che questo progetto avesse molta più attinenza con il Metal e quindi per questo ho poi deciso di passare a Metal Blade per “Floppy Disk Overdrive” e poi ho continuato con questo nuovo disco, perchè appunto volevo spingermi verso quella direzione sia come sound che come audience. Posso dire che è stata la scelta giusta perchè ha anche aperto la strada a trovare contatti per suonare dal vivo e acquisire maggiore credibilità nell’ambiente Metal, cosa non proprio scontata considerato quello che faccio. Penso che c’è una grossa sintonia tra il pubblico Metal e quello che ascolta Chiptune comunque. Moltissime delle persone che conosco che ascoltano chiptune vengono per lo più dalla scena metal ma sopratutto molti gamer vecchia scuola sono cresciuti a Street Fighter e Thrash Metal, che poi è più o meno come son cresciuto io tra la fine degli anni 80 e inizi anni 90 ( – Concordo pienamente! – Nda ).

Ti seguo da tempo, infatti ho sempre cercando di supportarti come potevo su Bandcamp in questi anni, però “Personal Computer” mi ha spiazzato più del solito: mi aspettavo il classico lavoro nel tuo tipico stile, eppure a questo giro ci hai dato dentro con variazioni, influenze da generi più svariati e così via! Questo leggerissimo cambio di registro stilistico è precedente al contratto col colosso discografico statunitense oppure è qualcosa di che hai programmato sulla tua ROM, allo scopo di sorprendere il più possibile sia le entità umane facenti parte dell’etichetta che quelle più tipicamente facenti parti del tuo pubblico umanoide?

Diciamo che è un mix di volontà e assoluta casualità perchè come credo saprai la maggior parte del materiale dei miei dischi, non solo di questo ma anche di quelli precedenti, viene scritto live durante gli stream che faccio su youtube. Sicuramente ogni volta cerco di alzare il tiro e cambiare qualcosa per sperimentare qualcosa di diverso ma è difficile dire che sia tutto pensato a tavolino in qualche modo. Di certo a ogni disco cerco di aggiornare il sound, o meglio raffinarlo, visto che uso per lo più sempre lo stesso set di suoni che caratterizza il mio stile però per questo disco ad esempio ho fatto un importante upgrade sia per la DAW passando a Cubase 11 Pro per cui sono ora anche endorser e per la drum essendo passato ad usare Superior Drummer 3 che mi è stato gentilmente offerto da Toontrack. Quindi da una parte dal punto di vista tecnico ci sono stati dei cambi che mi hanno anche in qualche modo costretto a ridefinire un po di cose dal punto di vista di produzione, dall’altro io ho un approccio molto focalizzato sulla composizione piuttosto che il sound in se che rimane sempre abbastanza simile. Per questo disco posso dire che sicuramente ho speso molto più tempo del solito, sia nella fase compositiva durante le live sia per quanto riguarda l’arrangiamento finale, polishing e mix. Quindi sicuramente questo ha contribuito a una maggiore complessità e cura dei dettagli e mi fa piacere che tu lo abbia in qualche modo notato.

Come componi? Su cosa si basa il tuo operato? Utilizzi plug-in software emulanti le vecchie sonorità che tanti dimostri di adorare via Digital Audio Workstation? Oppure effettui tutto inizialmente in via puramente hardware, magari tramite vecchi Home Computer, per poi riversare tutto su di un  tipico software di missaggio digitale (tipo Pro Tools, per intenderci, la Digita Audio Workstation citata due righe più sopra)?

Insomma, tramite quali vie si esprime la tua entità elettro-umanoide? Ma soprattutto, fino a che punto percentuale sei ancora umano? ( – Dovrei smetterla con questo umorismo cretino che non fa ridere nessuno, accidenti… – Nda )

E’ tutto rigorosamente fatto via MIDI tramite VST e una DAW, appunto Cubase 11 Pro. Per la precisione utilizzo un unico synth VST che è Massive di Native Instruments per tutti i suoni, dalle synth guitar/bass ai lead o i pad. Per le chitarre fondamentalmete quello che faccio è far passare un suono di base di Massive dentro un emulatore di ampli per chitarra di Cubase che poi finisce dentro un altro distorsore e a seguire ci sono i soliti equalizzatori e riverberi. In realtà è una catena molto semplice ma si regge su un equilibrio molto precario e mi ci è voluto molto tempo per trovare un suono che sostituisse la chitarra ma che allo stesso tempo mantenesse quell’impatto delle chitarre distorte Metal. Per la drum invece come detto uso Superior Dummer 3 a cui si aggiungono un paio di sample digitali aggiuntivi di Kick e Snare. Il set è poi complwtato dal lead che fa le parti chiptune, arpeggi e i vari assoli, un paio di pad e un suono che emula la chitarra pulita. In realtà è un set molto semplice che però mi permette di scrivere musica molto rapidamente focalizzandomi appunto sulla composizione. Ho un framework ben definito di suoni e lavoro all’interno di quello. Questo rende anche possibile il fatto di comporre in live streaming perchè appunto non faccio altro che replicare i progetti e cominciare a comporre via midi senza stare li tanto a mixare le cose o dover registrare strumenti veri.

Parlaci delle origini del tuo progetto, soffermandoti soprattutto sul momento in cui hai fuso la tua natura umana con quella delle macchine: esprimendoci in termini tipicamente Metal, quali input ti hanno spinto, anni fa ormai, a mettere in piedi un progetto tanto particolare in un genere tipicamente così ferreo e tradizionalista, poco avvezzo alle sperimentazioni ?

Il tutto è iniziato nel 2016 quando stavo lavorando alla soundtrack del video game VirtuaVerse, un punta e clicca in stile cyberpunk che ho sviluppato insieme a miei due amici, il programmatore Elder0010 e il pixel artist Valenberg e che è poi uscito quattro anni dopo nel 2020. Stavo provando un po di cose e ad un certo punto ho pensato di introdurre un suono di chitarra synth che avevo già creato precedentemente ma che non avevo mai usato in chiave Metal. Per qualche ragione ho cominciato a sperimentare alcuni riff tipicamente Metal e sono usciti fuori alcuni brani che però erano troppo Metal per una soundtrack di un videogame. In quel periodo poi stavo riascoltando molta musica chiptune per lo stesso motivo ma anche molta roba di musica Demoscene e della scena Crack. Ad un certo punto ho pensato di mischiare tutto questo per creare un progetto che suonasse metal ma al tempo stesso fosse composto interamente da strumenti sintentici. A questo poi ho mischiato tutta l’estetica dei retro computer che comunque ho vissuto in prima persona avendoci lavorato. Mio padre aveva un negozio di computer nei primi anni 90 e io ho sempre lavorato nel campe dell’IT anche dopo aver lavorato al negozio ma sopratutto per tutta la mia infanzia e adolescenza ho sempre trafficato con i computer. Ho poi unito tutto questo a una parte visual che si ispira alla magia islandese e norrena che è anche un concept che è presente all’interno del videogame tra l’altro, creando questa idea di un computer 486 che incantato da una magia nordica ha cominciato a scrivere musica sintetica in chiave heavy metal con influenze classical. Da li poi ho iniziato a rilasciare diversi album uno dietro l’altro, per la precisione 4 album nel mese di settembre 2016. Poi ho cominciato a fare le cover dei video game tipo Doom, Castlevania, Dune, Another World e così via per trovare ancora altra ispirazione e da li il progetto ha cominciato a riscuotere un grandissimo feedback di pubblico. Poi ho cominciato a fare le live stream e così via fino a rilasciare praticamente 13 dischi e oltre 40 cover di videogame, che tra l’altro puoi scaricare gratuitamente dal mio server su mbrserver.com/warez.zip.

Conosci il tuo pubblico? Nel senso, sai se si tratta di metallari vecchia scuola, metalhead più aperti di mente oppure anche ascoltatori casuali di sonorità ricolme d’acciaio? Hai mai avuto a che fare con parte di questi? Ci puoi raccontare qualcosa a riguardo?

Diciamo che in generale la gran parte del mio pubblico viene comunque dal Metal ma c’è anche una gran parte di pubblico che ascolta musica elettronica e che non ha mai ascoltato metal prima. Allo stesso tempo nel pubblico Metal ci sono sia defender veri che però apprezzano comunque che metallari più open minded che comunque ascoltano diversi generi così come anche tantissima gente che ascolta prettamente chiptune o gente della scena underground, Demoscene e Crack scene. Ci sono addirittura persone over 60 che ascoltano solo musica classica e che vengono attirate dalla componente più neoclassica del progetto. La musica che faccio comprende diverse sonorità e influenze che risuonano in un pubblico molto diverso e riesce in qualche modo a metterli daccordo. Penso che alla fine il successo di questo progetto derivi principalmente da questo.

Il tuo background pare essere tipicamente neoclassico, dormi per caso con una foto di Malmsteen sotto il cuscino? Oppure preferisci una di Wagner? Seriamente, parlaci del tuo background musicale, del Vittorio D’Amore prima che divenisse Victor Love e di conseguenza Master Boot Record.

Comunque, spesso il tuo operato mi ricorda per certe cose quello del maestro Jeroen Tel, non so se lo conosci.

Assolutamente, io ascolto tantissima roba classical più che neoclassical e con questo intendo i grandi compositori di musica classica, in particolare adoro Beethoven e Bach a cui mi ispiro moltissimo. Tra un album e l’altro faccio delle lunghe pause dove non compongo nulla, ad esempio ora sarà almeno un anno che non apro Cubase per scrivere qualcosa di nuovo. Durante queste pause ascolto sopratutto musica classica, Thrash Metal, Death Metal e musica dei Crack e Demoscene. Quest’ultima in particolare ha anche notevoli influenze classical perchè appunto è un tipo di musica che è costretta in un framework molto limitato di suoni e pertanto è molto focalizzata sulla melodia e sulla composizione. Jeroen Tel è un grande e io adoro i suoi lavori. Tra l’altro ho fatto anche due cover di suoi pezzi, Robocop 3 e Overlord/Supremacy.

Parlando di passioni extra musicali, cosa ci racconti? Se punto sul Retrogaming sbaglio?

Se sì, hai delle console o dei Retrocomputer che prediligi particolarmente? Stai parlando con un Retropazzoide che tiene ancora le sue console a 8 e 16-bit fieramente ancorate al proprio televisore e che, non di rado, dà una spolverata al Commodore 64 oppure all’Amiga 500 di un suo parente stretto!

Mentre ti scrivo ho dietro di me un Commodore 64 modificato con una cynthcart, un Amiga 500 con un floppy disk USB modificato e una scheda midi, un Sega Mega Drive anche esso moddato per essere usato come synth e un 386 portatile della IBM con monitor monocromatico. Ho anche una valanga di floppy disk, cassette, cartucce etc. Alle volte quando è possibile porto i computer dal vivo per far girare della roba durante il concerto. Per dire cose tipo Doom che gira sul 386 a 3 fps che già è incredibile che parte con 4MB di ram. Oppure faccio girare protracker sull’Amiga o una demo su commodore 64. In realtà l’idea era quella di patchare tutta questa roba con cubase via midi e mandare tutto su un altro mixer per poi far suonare tutto all’unisono le parti midi del progetto dal vivo mentre noi suoniamo sopra in modo da aggiungere dei layer di suoni aggiuntivi. Il fatto è che realizzare questa roba all’atto pratico è una roba super precaria che può saltare per aria in qualsiasi momento e ci perdi un pomeriggio prima del concerto per patchare tutto e testare quindi alla fine quelle poche volte che mi è capito li ho fatti girare più che altro come visual a livello simbolico. Però si diciamo che sto decisamente in fissa con questa roba. Del resto se così non fosse non avrei fatto uscire un punta e clicca o messo su un server IRC e una BBS che tuttora mantengo così solo per il gusto di farlo. Tra l’altro ho una bella community che si riunisce li spesso mbrserver.com/chat (funziona anche via webirc), la bbs è sulla porta 23 dello stesso server.

I titoli dei tuoi pezzi sono tutte sigle: si tratta di messaggi in codice che se anagrammati porteranno alla distruzione della razza umana, oppure vedo troppi film di fantascienza? Non vorrei sbagliarmi, ma alcuni mi sembrano sigle di chipset per schede madri, tipicamente Intel… ma qui la mente (potrei citarti “Mother Brain” di Metroid) sei te, illuminaci!

I titoli di questo disco si riferiscono ai nomi in codice dei principali processori Intel del periodo d’oro che ha visto il successo appunto dei Personal Computer ai tempi in cui ero piccolo e mio padre aveva il negozio in pratica. Ogni album che faccio fa sempre riferimento a robe di questo tipo. Che siano parti hardware o i testi includi nei file di sistema per configurare l’MS-DOS o i protocolli di internet. Essendo musica strumentale non mi piace dare dei titoli con un senso compiuto perchè francamente lo trovo privo di senso e anche perchè non saprei francamente come chiamarli. Quindi preferisco associare ad ogni disco e di conseguenza ad ogni brano un concept specifico che poi si lega anche alla copertina e a tutto il concept del progetto in generale.

Una domanda un po’ fuori dalla linee: in tutta modestia, credi che il Metal tradizionalista (nel senso di tutte le nuove leve principalmente, ma non solo) possa imparare qualcosa dal tuo Metal in sala elettro-robotica?

Sentiti anche libero di non rispondere, se prediligi il silenzio tipico donato dal tasto Stand By.

Penso che c’è sempre da imparare da ogni stile di musica. Io ad esempio traggo tantissima ispirazione dal Metal old school. Se per Metal tradizionalista intendi tutta la nuova ondata di gruppi che si ispirano al Metal old school ce ne sono diversi che mi piacciono molto. Credo comunque che ogni artista tragga ispirazione da cose diverse in base anche alla propria esperienza di vita. Io ad esempio traggo ispirazione per questo progetto fondamentalmente da tutto quello che ho vissuto quando ero adolescente che ruotava prevalmentamente intorno ai videogame anni 80 e 90, i computer, il Thrash/Death Metal, la musica classica e la scena Crack/Demoscene. Penso che la cosa più importante è ispirarsi a cose che si conoscono davvero, che si è vissuto davvero perchè solo così si riesce a creare qualcosa che sia credibile e che viene percepito come tale anche dall’audience.

Oggi il mondo della musica dura e casinara si divide in numerose sfaccettature, dall’EBM con elementi Metal, alla Retrowave e alla Synthwave, con queste ultime che un qualcosa in comune con gli anni ’80 ce l’hanno, anzi è anche piuttosto evidente! Master Boot Records si relaziona in qualche modo con queste correnti musicali follemente creative (in senso buono, dato che spesso dietro tali progetti vi sono menti di metallari anche piuttosto convinti) oppure no? Inoltre, sarei curioso di sapere cosa il buon Victor ne pensa della corrente più bizzarra e “fattona” di tutte fra queste, vale a dire la Vaporwave. Ti si chiede troppo? Ascolti i suddetti generi? Che sensazioni ti elargiscono?

Sono tutti generi che ho ascoltato e che sicuramente hanno avuto una influenza su di me in qualche modo. Diciamo che in generale sono una persona facilmente influenzabile in generale e quando qualcosa mi piace inevitabilmente ne vengo influenzato per quello che faccio. Non posso dire che la Synthwave o l’EBM ad esempio sia stata determinante per quello che faccio, non più di altri generi come la classica o il Thrash Metal o la musica dei Crack o dei videogame però ogni genere musicale mi ha sempre appassionato. Io ascolto e adoro tantissimo anche la musica Techno e vado spesso a serate e rave Techno. In realtà la adoravo anche quando ero un metallaro solo che non si poteva dire al tempo perchè era sacrilegio. Per quanto riguarda la Vaporwave ho ascoltato sporadicamente qualcosa ma la roba troppo così..come dire, ambient non è decisamente un genere che ascolto.

Suoni anche dal vivo, oppure la tua creatura resta un progetto da studio?

In caso di live, in cosa consiste la tua strumentazione e relativa performance?

Certo. Abbiamo fatto dei live in passato prima del Covid però ora stiamo riprendendo a suonare. Prima eravamo solo in 2 più il computer con Giulio Galati alla batteria che è un batterista veramente incredibile. Adesso si è aggiunto alla formazione anche un chitarrista solista, Edoardo Taddei, che penso sia uno dei chitarristi più talentuosi che ci siano nel panorama italiano. All’inizio eravamo in due perchè non pensavo fosse possibile arrangiare delle parti soliste che potessero funzionare insieme con quelle elettroniche ma questo ragazzo è qualcosa di veramente fuori dal normale. Non vedo l’ora di portare tutto dal vivo, suoneremo presto al Resurrection Fest in Spagna, al Fekete Zaj in Ungheria e poi Euroblast in germania. Essenzialmente il live funziona in questo modo: mandiamo le sequenze delle parti elettroniche compreso synth guitar, basso lead e pad rimuovendo ovviamente la batteria programmata che viene invece suonata dal vivo. Poi da sopra con due chitarre suoniamo tutte le parti, io le ritmiche e Edoardo le parti lead che vanno a fondersi con quelle elettroniche. Le nostre parti sono arrangiate in maniera diversa rispetto a quelle “suonate” dal computer. Questo crea una esperienza live che oltre ad essere molto potente è anche diversa dal disco in studio e quindi rende il live secondo me ancora più interessante.

Ultima domanda, ma non per importanza: ti dispiacerebbe svelarci un segreto finora svelato a nessuno di noi altri umanoidi? A parte la conquista dell’intero pianeta al ritmo delle macchine, ovviamente: quello non è un segreto, si evince chiaramente ascoltando fra le righe!

Avevo provato a mantenere la mia identità segreta per un periodo per il fatto che molte persone tendono a dare maggiore credibilità a un progetto musicale se non sanno chi è che ci sta dietro realmente. Non ho in realtà mai nascosto assiduamente la cosa, semplicemente non la pubblicizzo e non scrivo mai i crediti o cose così. Forse è un tipo di attitudine che deriva anche dal mondo delle chat IRC dove si avevano solo dei nickname anonimi e questo alle volte portava a sviluppare delle conversazioni più autentiche e sincere. Oggi invece quando conosci qualcuno su un social basta un attimo e puoi vedere già tutta la sua vita, morte e miracoli in un secondo. Forse sarà anche per questo che che ho tirato su un server IRC per parlare con i miei fans senza necessariamente sapere chi sono.

Bene, è tutto! Io posso tornare a nascondermi nel mio covo da nerd dopo le mie terrificanti battute e te puoi tornare a conquistare il mondo del Metal più tradizionale col tuo Heavy Metal sintetizzato. Grazie davvero della tua presenza su queste pagine, a nome di tutti. Continua così, per quanto mi riguarda!

Giuseppe Casafina

Grazie a te per l’intervista e grazie a tutti i lettori di TrueMetal.it!