Heavy

Intervista Running Wild (1986)

Di Stefano Ricetti - 23 Gennaio 2009 - 0:00
Intervista Running Wild (1986)

Intervista a Rock’N’Rolf Kasparek, leader dei Running Wild, direttamente estratta dal glorioso magazine H/M numero 3, del 1986, effettuata dallo storico giornalista Alex Solca, nell’occasione anche autore delle tre foto incluse.

Buona lettura.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Running Wild: un gruppo capace di accoppiare musica di classe e immagine. (Metal Forces).

Questo e molti altri i pareri positivi di buona parte della stampa specializzata: tutt’altro che negativi. Infatti, dopo due album (Gates To Purgatory e l’ultimo Branded And ExiIed) il gruppo di Amburgo si sta prepotentemente facendo largo. Rock’N’Rolf (guitar e lead vocals), Majk Moti(guitar), Stephan Boriss(guitar) e Hasche (drums), sono stati indicati da molti come i naturali discendenti della stirpe “Priest”, non soltanto a causa del look (cuoio nero e borchie), ma per l’estrema duttilità della band, capace di passare da tempi super speed (Adrian Son Of Satan), a tempi medi e più pesanti (Chains And Leather). Recentemente la band era impegnata ad assicurare l’apertura ai Motley Crue durante alcune date del loro tour europeo e si può dire che ha svolto brillantemente il suo compito (una quarantina di minuti di buon heavy) con assoluta professionalità e perizia tecnica, cosa che molto spesso manca ad altre bands. Branded And Exiled, Fight Of The Oppression, Marching To Die, Satan e la finale Prisoner Of Our Time, hanno impressionato anche i più scettici: coloro che erano venuti solo per Motley Crue. Una visitina backstage era dunque d’obbligo, giusto per saperne un po’ di più sulla band.

Dopo qualche decina di minuti (sono tutti esausti) Rock’N’Rolf si rivela molto disponibile e inizia il dialogo.

Running Wild è stato fondato nel 1980 da me. Poi sono arrivati Asche e un bassista (che sarà poi sostituito da Stephan). Abbiamo cambiato recentemente il chitarrista: poco prima di iniziare la registrazione del secondo album.

Perché se ne è andato Preacher, il vecchio chitarrista?

Preacher stava ancora studiando teologia e per lui la questione era: continuare gli studi o guadagnarsi la vita con la musica? Si è quindi deciso per lo studio perché suonando non poteva guadagnare così tanto da potersi permettere un proprio appartamento e così via. Con lo studio alla lunga potrà guadagnare ben più soldi che con la musica.

Non è che gli studi che faceva gli creavano alcuni problemi con i testi?

No, per niente. Ad esempio Adrian (Son Of Satan) è stata scritta da lui. Il testo l’ho fatto io e non lo ha affatto criticato. Altri testi, fra i quali Prisoner Of Our Time, li ha fatti lui.

Che differenza c’è fra il primo ed il secondo album?

Il primo album possiede un suono migliore. Il secondo Lp è stato fatto in un periodo in cui eravamo molto impegnati a fare concerti. Inoltre lo abbiamo registrato in un nuovo studio: eravamo la prima band a metterci i piedi dentro e ciò ha influito in modo negativo. Per il terzo album invece ci permetteremo un po’ più di tempo e cureremo maggiormente i particolari.

Avete già iniziato il nuovo album?

Abbiamo già un paio di idee ma non abbiamo ancora iniziato ad elaborarle. Ci saranno tempi speed e tempi più lenti. Avrà certamente uno stile differente. Ci sarà un certo sviluppo perché con il suonare si acquista una maggiore padronanza tecnica e ciò si riflette anche nella composizione.

Cosa differenzia Running Wild dalle altre band tedesche?

Esistono molte nuove band tedesche: Warlock, Helloween, Sinner ecc. però il suono di Warlock è molto differente dal nostro così come Helloween sono differenti da noi e Warlock. Non c’è un tipico sound tedesco: ognuna possiede un proprio stile. Le band californiane invece, hanno un suono molto simile fra di loro (Exodus suona quasi come Metallica ecc.). Da noi ci sono diversi tipi di heavy metal.

Cosa è la cosa più difficoltosa per un gruppo come voi, che non è da molto tempo nei music business?

Il problema sono sempre i soldi: necessari per le tournée, sostituire le chitarre e molte altre spese. La musica ti deve dare da vivere e i primi tempi è molto difficile tirare avanti.

I testi sono molto variati…

Noi siamo contro il fascismo, contro l’oppressione e per noi il diavolo (Satana) rappresenta sempre una figura politica. La gente però molto spesso li h amale interpretati: li ha presi troppo alla lettera. Abbiamo quindi deciso che per il prossimo album toglieremo tutti i riferimenti a Satana e all’inferno. Noi cerchiamo di far pensare la gente: è giusto quello che sta succedendo o no? La gente invece metteva i testi dei Venom e i nostri sullo stesso piano: Venom ha testi differenti dai nostri.

Come è stata la reazione ai concerti? Molta gente veniva per vedere i Motley Crue…

La reazione è stata inaspettatamente molto buona e si è anche riflettuta positivamente sulla vendita dei nostri dischi. Con questo tour abbiamo avuto anche la possibilità di fare due concerti all’estero (Strasbourg e Lousanne) e ciò è molto importante. Motley Crue sono stati molto gentili con noi e ci hanno permesso di disporre di un suono veramente buono: avevamo a disposizione una tavola di missaggio tutta per noi e abbiamo potuto utilizzare una buona parte del light-show.

La tua più grande speranza…

Fare buoni album e divertirci un casino. Questa è l’ultima data che facciamo con i Motley Crue, poi faremo una o due settimane di vacanza, giusto per rifarci un po’ dalla stanchezza del tour, e poi faremo il nuovo album. Probabilmente ci occuperemo noi della produzione perché un buon produttore (ad esempio Michael Wagener) costa troppi soldi.

Alex Solca

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti