Heavy

Intervista Twisted Sister (Dee Snider – 1986)

Di Stefano Ricetti - 23 Aprile 2017 - 12:30
Intervista Twisted Sister (Dee Snider – 1986)

Intervista a Dee Snider dei Twisted fuckin’ Sister realizzata da Piergiorgio “PG” Brunelli e apparsa sulla rivista H/M numero 2 dell’anno 1986. Il periodo è quello successivo all’uscita del quarto album della band, Come out and Play.

Buona lettura.

Steven Rich   

 

HM 2 TWISTED SISTER 1

La copertina della rivista H/M numero 2, anno 1986, con riportato Dee Snider con la “y” canaglia nel cognome, errore molto diffuso in quegli anni e non di certo imputabile a Brunelli 

 

INTERVISTA A DEE SNIDER

Incontro londinese con il leader of the pack Dee Snider. Metal o non metal il fuoco ancora brucia!

LONDRA – È Natale. La tradizione vuole che sulle tavole inglesi (nessuna esclusa) debba esserci un tacchino ripieno. I tempi sono duri e forse qualcheduno non se lo potrà permettere, ma si farà il possibile per rispettare questa usanza. In fatto di usanze, anche Dee Snider sembra ricorrere in questo periodo. L’anno scorso era venuto a scusarsi con i fans inglesi (i primi a osannare i Twisted Sister, tanto sottovalutati in madrepatria). Come si sa, i kids britannici sono assai permalosi e si sentono presto traditi da coloro che disertano l’Hammersmith Odeon per troppo tempo. «Stay Hungry» per i TS era stato prodotto con un occhio (anche due, forse) rivolto agli States ed aveva funzionato: milioni di kids avevano acquistato quell’album ed i Twisted Sister dovevano suonare per loro. Si aggiunga che il tour europeo come supporto degli Slade era saltato all’inizio del 1985 per malattia di questi ultimi e per trovare un loro concerto in cartellone in un teatro di questo continente bisogna andare indietro di un anno e mezzo.

Le scuse di Dee erano state troppo divertenti per non essere accettate. Quella volta i kids europei erano stati raggiunti tramite Music Box, un network televisivo britannico che viene trasmesso in molti paesi europei. Quest’anno oltre a Music Box, Dee ha fatto visita agli studi di Sky Channel, la stazione quasi gemella, che arriva anche in Italia tramite Video Music la quale ha i diritti di trasmettere alcuni suoi programmi. Guardato a vista da un enorme guardia dei corpo negra, Dee ha conversato per una decina di minuti con Amanda Reddington, la graziosa presentatrice di Sky Channel, fingendo di essere a New York, ma solo per pochi istanti. Ben presto i due si sono uniti davanti alle telecamere e la sagace e brillante personalità di Snider ha generato un divertentissimo finale pieno di proclami pro Twisted Sister.

 

HM 2 TWISTED SISTER PER TRUEMETAL 1

Twisted “fuckin” Sister: Dee Snider

 

ROCK ‘N’ ROLL STAR

Più tardi alla casa discografica, a Berners Street.

Dee — Con «Staty Hungry» siamo diventati delle stars in USA, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Messico, Svezia. Abbiamo ottenuto dischi d’oro e di platino per un totale di tre milioni e   mezzo di lp venduti. In Europa, a parte la Svezia, quasi nulla: una rock’n’roll band di mezzo valore. C’è molto lavoro da fare. Finanziariamente abbiamo belle case, auto sportive, molto denaro. Tuttavia, se la band decidesse di smettere domani, i miei soldi durerebbero un paio di anni e dovrei tornare a lavorare in fabbrica. Devo ancora raggiungere una posizione per cui posso essere certo che non dovrò lavorare finché campo e quello è qualcosa che mi preoccupa. Dopo aver sudato sette camicie suonando per più di 15 anni rock’n’roll non si riesce a pensare di dover tornare a cercare un lavoro. A trentacinque anni non ce la farei. Un adulto con una famiglia non può ricominciare tutto daccapo.

C’è gente, forse sfortunata, se vuoi, che lo fa in altri campi.

Dee — lo voglio ritirarmi e passare il tempo con mia moglie, i miei bambini, i miei amici, viaggiare il mondo, fare il mio sollevamento pesi, divertirmi, insomma. Un divertimento diverso da quello di adesso. Abbiamo ancora tanto da dar via per arrivare alla sicurezza. In Italia, ad esempio siamo poco popolari.

 

HM 2 TWISTED SISTER PER TRUEMETAL 2

 

 

Negli States «Stay Hungry» ha venduto 2,5 milioni di copie. Non si è trattato, tuttavia di un successo ottenuto Durante la tournée estiva (supporto di Dio), infatti, le cose hanno stentato molto a decollare e non è stato prima di settembre, quasi tre mesi dopo la pubblicazione dell’album, che i Twisted Sister sono diventati un fenomeno anche in USA.

Dee — Era già abbastanza hot quando tornammo dall’Europa, un mese dopo la sua nascita. «Stay» diventò gold (500.000 copie) con i Ratt, diventò platinum (1.000.000 di copie) in tournée con gli Y&T e celebrammo il doppio platinum con gli Iron Maiden. Cresceva poco a poco. La gente dice che il trucco è nell’avere un buon video, ma il fatto è che, se la canzone puzza, il video non può nulla. La combinazione delle due cose è necessaria. “I Wanna Rock”, (una divertente storia girata in un college americano – Ndr) e “We’re not gonna take it” erano delle buone canzoni ed in più i video erano talmente giusti che divennero leggendari l’anno scorso e spinsero l’album oltre la linea d’arrivo.

Il tema scolastico ricorre abbastanza spesso nelle canzoni dei Twisted Sister. Nel nuovo album, «Come out and play» c’è una canzone intitolata “Be chrool to your scuel” che… (notare il gioco di parole)

Dee — (interrompendo) “I Wanna…” non aveva niente che facesse riferimento alla scuola nel testo, decidemmo solo dopo di girarlo in una scuola. “Be chrool…” è la prima vera canzone scolastica per noi e non ha niente a che vedere con “I Wanna”. Dopo aver deciso il titolo ho pensato che sarebbe stato l’ideale per fare un duetto con Alice Cooper (che è l’unico vero eroe di Dee, ndr). Lo incontrai, ne parlammo e l’idea gli piacque. Così scrissi la canzone. Se non lo avessi incontrato avrei aspettato ancora a scrivere la canzone, perché è perfetta per noi due. Abbiamo girato anche un video, ma non sarà in commercio per alcuni mesi. Finisce con Al ed io vecchi con il make up addosso in giro per la città.

S tratta per te del sogno della tua vita trasformato in realtà.

Dee — Sì, il mio rock’nroll dream: registrare con lui, essere suo amico (ora lo sono). A lui piacciono i Twisted Sister, abbiamo lo stesso approccio: qualcosa che proviene dal cuore, ma è intrattenimento allo stesso tempo. Sempre con il divertimento in vista, il disco deve divertire chi lo ascolta, il concerto chi lo vede. I kids devono ridere, sentire delle emozioni positive. E’ questo il modo di farlo, per noi è un impegno di lavoro.

 

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UN TRIBUTO AD ALICE

Dee Snider ha sempre avuto Alice Cooper come punto di riferimento musicale e non. La copertina di «Come out and play» non può non portare alla mente quella di «School’s out» di Cooper fatta a mo’ di banco scolastico apribile, contenente penne, riga, quaderno… ed un paio di mutande femminili. La sorpresa di «Come out…» è, invece, Dee stesso che appare come da una scatola magica. È un tributo ad Alice?

Dee — Non esattamente. Ho pensato: che cosa mi piacerebbe avere sulla copertina di un mio album? Che cosa mi piaceva quando ero un kid anch’io? Le copertine di Alice Cooper mi affascinavano, erano divertenti, davano qualcosa di più del solito. Oltre a «School’s out», «Killers» aveva un calendario da appendere. Noi volevamo offrire qualcosa di speciale, di diverso. Abbiamo agito secondo il modo di pensare di Al e vi abbiamo aggiunto un piccolo elemento in più di originale per far sì che quella copertina si evidenzi all’interno di una collezione di dischi. E’ grande, rende le cose più interessanti.

Musicalmente ci sono dei passi effettuati in direzione un po’ diversa rispetto ai primi tre album. La produzione si è avvolse di notevoli raffinatezze tecniche, ma le critiche sono piovute copiose in quel di Londra. Trattasi di risentimento per la lunga assenza, oppure il prodotto è veramente peggiorato rispetto al passato?

Dee — Mi è dispiaciuto sentire questi commenti negativi. lo la chiamo crescita. Sull’album ci sono molte raffinatezze tecniche: volevamo il ragazzo che interpretò “The Warriors”, ma non ha accettato l’offerta, dicendo che lui è un attore, non avrebbe ripetuto una parte già fatta. Gli ho detto: “Fuck You” e l’ho interpretato io il “Warrior”. Lui ci ha rimesso qualche migliaio di dollari. Ritengo che l’album sia un passo avanti per noi. In passato, per vari motivi, non c’era mai stata la combinazione giusta di denaro, tempo e produttore. Musicalmente, si tratta del quarto album, ne abbiamo registrati già tre che io ritengo abbastanza simili. Al punto in cui siamo, le opzioni sono due: i fans protestano perché l’album è esattamente uguale al precedente, oppure protestano perché è troppo diverso rispetto al passato. Non si vince mai. Si tratta quindi di fare qualcosa che ricorda il passato, ma se ne distacca allo stesso tempo. Nei paesi in cui non siamo famosi, essendo il quarto album non possiamo permetterci di rimanere una rock band di media popolarità. La gente si aspetta che tu migliori. Nei paesi dove siamo famosi guadagniamo denaro in tournée, mentre dove non lo siamo ci rimettiamo. Hai un numero limitato di possibilità, prima che anche i fans più accaniti ti abbandonino. Sto parlando di grandi masse di fans, a quel pubblico è rivolto «Come out and play», a loro vogliamo dimostrare la nostra crescita. Dopo tre Lps i tuoi fans dovrebbero essere in grado di accettare un certo cambiamento. Mi piace che ci sia varietà nell’ambito della cornice dell’heavy metal. Ogni fan che mi viene a dire che «Come out and play», «Kill or be Killed» o «The fire still Burns» non sono abbastanza heavy per loro sono “assholes”, sono pieni di merda. Quelli che ci criticano dicendo che l’album non segue il tradizionale suono dei T.S. fatto di anthems sono pure pieni di merda.

PIERGIORGIO BRUNELLI

 

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti