Heavy

Intervista Vicious Rumors (1988)

Di Stefano Ricetti - 8 Giugno 2010 - 10:44
Intervista Vicious Rumors (1988)

Intervista ai Vicious Rumors nella persona di Geoff Thorpe da parte di Alessandro Massara, colonna della rivista H/M negli anni Ottanta, testata dalla quale è tratta la chiacchierata, precisamente dal numero 40 del maggio 1988. 

Buona lettura,

Steven Rich

 

 

Già band di Vinnie Moore, oggi i Vicious Rumors tornano con “Digital Dictator”. H/M coglie l’occasione per parlare con l’axeman Geoff Thorpe.

La maggioranza di voi conoscerà il nome di Vicious Rumors solo perché nelle loro file ha militato per qualche tempo il chitarrista ‘extraordinaire’ Vinnie Moore. Moore è durato solo lo spazio di un album, “Soldiers of the Night” (’85), dopodiché ha preferito la carriera solista pubblicando il brillante “Mind’s Eye”. Ma i Vicious Rumors hanno continuato lo stesso e dopo un paio d’anni di silenzio sono recentemente tornati con “Digital Dictator” (Shrapnel/Roadrunner), l’album che dovrebbe consentirgli di effettuare il grande passo verso le ‘majors’.

Parlando telefonicamente con Geoff Thorpe, il chitarrista/fondatore della band, ci siamo accorti che i V.R. hanno molte carte da giocare… e sono tutte vincenti. Non ci dilunghiamo ulteriormente lasciando al simpatico axeman il compito di convincervi del valore del power-metal della sua band.

HM: Sul vostro primo album suonava Vinnie Moore. Chi e’ il vostro nuovo guitar-player?

G.T.: Si chiama Marc McGhee, e’ un nostro amico della Bay Area di San Francisco. Marc conosceva il nostro bassista, Dave Starr, da diversi anni, ed ha veramente tanto talento sia come chitarrista che come songwriter. Ha reso la band molto più unita di quanto non lo fosse con Vinnie, che pensava solo a se stesso senza dedicarsi alle attività di gruppo.

HM: Come entraste in contatto con Vinnie Moore?

G.T.: L’abbiamo incontrato attraverso Mike Varney. Avevamo appena firmato il contratto discografico e stavamo cercando un secondo chitarrista. Ci rivolgemmo a Mike e lui ci diede una pila di cassette da sentire; quella di Vinnie Moore era la migliore e per questo lo prendemmo.
           
HM: Ma la gente pensava che Vinnie Moore fosse il leader dei Vicious Rumors…

G.T.: Non è affatto vero, Vinnie Moore è rimasto nella band solo temporaneamente. Prima che arrivasse lui i Vicious Rumors erano insieme già da 4/5 anni. Vinnie e’ sempre stato solo un ‘sideman’ pagato per suonare la lead guitar.

HM: Ho un vostro demo che risale addirittura all’82. Perché avete fatto passare tanto tempo prima di far uscire “Soldiers of the Night”, il vostro album di debutto?

G.T.: Ci sono stati diversi cambiamenti nel gruppo, si sono avvicendati molti cantanti. E tutto questo ci ha fatto perdere un mucchio di tempo. A guardare come sono andate le cose, sono convinto che non si sarebbe potuto fare nient’altro. Adesso però sono contento della nuova line-up che comprende Carl Albert alla voce, Marc McGhee alla chitarra, Dave Starr al basso, Larry Howe alla batteria, oltre a me all’altra chitarra.

 

HM: Prima di andare a San Francisco, vivevi alle Hawaii. Avevi una band lì?

G.T.: Si, si chiamava Berlin, e quando mi sono trasferito a Frisco ho formato un gruppo con lo stesso nome. Purtroppo poi sono venuti fuori i Berlin di Terri Nunn (gli autori di “Count three and play”, presenti fra l’altro sulla famosa colonna sonora ”Top Gun”) da Los Angeles, che hanno cominciato a pubblicare dischi diventando molto popolari. Così abbiamo cambiato nome in Vicious Rumors.

HM: Dopo il cambiamento di nome cosa avete fatto?

G.T.: Siamo apparsi con una con una song su una compilation di una stazione radio di San Francisco. Nell’83 siamo entrati in contatto con Mike Varney che ci ha inclusi con “Ultimate Death”  sulla raccolta “U.S. Metal vol. III”. L’anno successivo abbiamo registrato “One Way Ticket” per “U.S. Metal vol. IV”, e nell’85 abbiamo finalmente firmato il contratto discografico che ci ha portato a pubblicare “Soldiers Of The Night”. Con “Digital Dictator” sono finiti i nostri obblighi contrattuali con la Shrapnel, e speriamo presto di firmare un ‘major deal’. Abbiamo anche nuovi managers, Elliot Cahn e Jeff Saltzman, gli stessi dei Testament.         

HM: Molti ti chiederanno di Vinnie Moore; ti da fastidio? Pensi di essere bravo come lui?

G.T.: Non mi importa affatto. Io sono un chitarrista differente da Vinnie. Lui ha molto talento, è molto tecnico ed ha un background ‘classico’. Mentre io ho un background piu’ blues, piu’ hard-rock… Non mi da fastidio parlare di Vinnie. Sta avendo molto successo ed attira molta attenzione sui Vicious Rumors. Gli auguro la migliore fortuna…

HM: Pensi che Mike Varney si sia interessato ai Vicious Rumors per il guitar-playing o per la qualità del songwriting?

G.T.: Penso sia stato attratto principalmente dalle songs, anche se nei V.R. c’e’ sempre stato un ottimo guitar-playing. Ciò che enfatizziamo di più nella band sono l’alto livello delle songs e la forza dei live-shows… Quando ci ha preso nella sua scuderia penso avesse bisogno di una band con delle buone canzoni per fare da contraltare a tutti i chitarristi con cui lavorava. Inoltre quando Vinnie e’ entrato nel gruppo, Mike ha ottenuto tutte e due le cose contemporaneamente.

HM: Vivendo a San Francisco, nella Bay Area, potevate cedere alla tentazione di diventare thrash, invece avete continuato il vostro discorso…

G.T.: Ci sono così tante thrash band, ma fatta qualche eccezione – Metallica, Anthrax, Exodus e pochi altri – sembrano tutte uguali. Inoltre noi apparteniamo alla vecchia scuola, le nostre influenze vengono da gruppi come Led Zeppelin, Black Sabbath, ecc… Quello che facciamo e’ combinare le ‘radici’ con un sound più moderno, e ne viene fuori il sound dei Vicious Rumors.

 

HM: A chi si indirizza il vostro prodotto?

G.T.: La nostra audience è la stessa dei Judas Priest, Iron Maiden e Dio, ma facciamo anche ‘crossover’ perché vengono  a vederci numerosi fans di Bon Jovi et similia, e diversi thrashers. I Vicious Rumors hanno una direzione musicale ben precisa; nello stesso però siamo fortunati che il nostro prodotto può piacere ad un audience più grande di quella di una thrash band.

HM: Mi sono sempre chiesto perché non avete pubblicato su vinile le songs “The Crest” e “Steeler”, presenti sul vostro primo demo tape…

G.T.: Se ascolti attentamente la canzone “Condemned” sul nuovo album ti accorgerai che si tratta di “Steeler” con delle parti un po’ cambiate. Nel tempo siamo cresciuti come songwriters e ci piace scrivere del materiale nuovo. Per questo ci lasciamo alle spalle qualche canzone. Adesso stiamo già provando delle composizioni per il terzo album, che vedranno ulteriormente svilupparsi il nostro stile. Sul prossimo disco ci saranno almeno un paio di ballads, qualche song d’atmosfera suonata sempre in maniera molto heavy, cose molto differenti fra loro. Intendiamo rimanere sulle scene a lungo, quanto gente del calibro di Judas Priest, Scorpions…

HM: Per far ciò avete senz’altro bisogno di una major. Avete già avuto qualche interessamento?

G.T.: Abbiamo appena fatto uno ‘showcase’ al country club di Los Angeles, dove c’erano diverse majors, ed abbiamo ricevuto responsi molto positivi. Non ti posso anticipare nulla perché stiamo ancora negoziando, ma i nostri managers sono sicuri che possono farci avere un buon contratto. C’e’ molto interesse in noi: il responso della stampa al nostro album e’ stato eccellente; siamo qui in Europa a fare promozione e quando torneremo negli States faremo anche un video. E’ stata una lunga battaglia, ma i forti sopravvivono…

HM: Per quel che concerne le vendite, com’è andato il primo album?

G.T.: Siamo sui 30.000 pezzi negli States, e sui 10-12.000 in Europa. Il disco è uscito anche in Giappone, ma non so quali siano i dati delle vendite. Penso debbano essere piuttosto buoni, perché abbiamo ottenuto un’ottima votazione sulla rivista “Burn” (l’equivalente giapponese di “H.M.”).

HM: Quali sono i tuoi guitar-players preferiti?

G.T.: Mi piace molto David Gilmour dei Pink Floyd, penso che possegga un feeling incredibile quando suona. Fra i chitarristi più Hard-rock mi piacciono Tony McAlpine, Michael Schenker, Robin Trower, e naturalmente tutti quelli della vecchia scuola come Jimmy Page, Jeff Beck, ecc…

ALESSANDRO MASSARA

 

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti