Heavy

Intervista W.A.S.P. (1984)

Di Stefano Ricetti - 9 Dicembre 2007 - 10:05
Intervista W.A.S.P. (1984)

Altra intervista d’altri tempi su TM: stavolta è il turno degli W.A.S.P. di Blackie Lawless, gruppo molto amato in Italia, ancora adesso. L’intervistatore è lo storico Piergiorgio Brunelli, colonna portante del magazine Rockerilla nei primi anni Ottanta. Lo scritto risale al numero 50, anno 1984, della rivista appena menzionata. Gli W.A.S.P. avevano da poco pubblicato il singolo Animal Fuck Like a Beast, che precedeva l’album scoppiettante di esordio semplicemente intitolato “W.A.S.P.”, uno dei migliori ancora oggi relativamente al genere HM di stampo selvaggio e nichilista. Parola dunque al buon PG Brunelli e a mister Nerino Senzalegge.

Buona lettura.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Blackie Lawless

 

W.A.S.P.
INTERVISTA

PG – li vostro aspetto è veramente oltraggioso per la pubblica opinione…

BL – Tutto è relativo, quello che può essere oltraggioso per te non lo è per me e viceversa. Quello che vedi si è sviluppato da un gruppo nato per registrare degli album, l’aspetto visivo è accaduto successivamente e si è sviluppato per due motivi: principalmente per rendere la cosa interessante a noi stessi. Uscire sera dopo sera facendo sempre la stessa cosa senza che essa abbia un certo interesse per noi sarebbe molto noioso.

PG Come vi difendete dalle facili accuse che ciò è stato visto e fatto prima da altri?

BL – Lo psyco-drama nel rock non è stato fatto prima d’ora. Per psyco-drama si intende fare uno spettacolo in cui gli spettatori diventano coinvolti in prima persona in quello che accade sul palco. In generale, non si tratta di una forma di intrattenimento totalmente nuova, in quanto Shakespeare l’ha introdotta in alcuni dei suoi lavori, ma si tratta di un tipo di teatro che non è mai stato applicato nel rock’n’roll, è come un evento sportivo in cui devi sempre essere attento per non perdere l’azione, per cui difficilmente ti annoi. Se vedi le nostre foto puoi avere l’impressione di aver già visto questo prima, ma dal vivo ci sono diversi tipi di feeling coinvolti. E’ molto interessante per me, è un passo avanti rispetto ad altri gruppi. E’ evolutivo.

PG – Pensi che il pubblico sia preparato a capire il vostro messaggio?

BL – Ogni 4 anni c’è una nuova audience che viene fuori e loro non hanno visto niente di quello che c’era 10 anni fa o più, parlano di Paul McCartney come appartenente ad un gruppo che si chiamava The Beatles che non conoscono bene, però questo non mi interessa perché quando morirò vorrei poter dire di aver fatto qualcosa di diverso che mi ha caratterizzato dagli altri. Se ciò non accadesse il rock’n’roll sarebbe qualcosa di stagnante, mentre, entro certi confini, bisogna cercare di mantenerlo il più fresco possibile spingendo verso gli estremi il più possibile. Il rock è uno sport per le persone giovani e quando invecchi arrivi ad una saturazione fisica e mentale per cui esaurisci le idee. La chiave di volta è la differenza, cambiare per poter sopravvivere. I Beatles non avrebbero potuto fare «Please please me» meglio di quello che fu, per cui si sono evoluti verso il più ovvio passo successivo.

Non so cosa faremo tra due anni, a parte che non suoneremo musica folk. Entro un certo genere ci dovranno essere dei cambiamenti, ti devi divertire in quello che fai. Penso che uno dei più grossi errori che si possano fare sia quello di essere pretenziosi, non solo nel pop, ma anche nell’HM, per me l’Heavy Metal è come una religione e non sopporto che ci sia gente che porta via la semplicità che il rock deve contenere. Certi gruppi tanto progressisti e complicati che arrivano al punto di dover essere analizzati non sono più dei veri gruppi rock. La stessa cosa è per lo show: apparentemente complicato, ma, in pratica, di facilissima assimilazione. E’ facile e divertente. Il rock’n’roll è sudore e puzza, se i due elementi non ci sono più, allora non si tratta più di rock. Molta gente crede che ci sia tanto glamour nell’essere in una band come questa, ma bisogna lavorare anche come delle bestie, altrimenti è meglio cercarsi qualcos’altro.

PG – Animal Fuck Like a Beast è stato pubblicato anche neqli States?

BL – Certo! ed ha venduto moltissimo. E’ stata una canzone che abbiamo usato per farci pubblicità per l’album, e non ci saremmo mai aspettati di andare così bene e, in ogni modo la si guardi abbiamo ottenuto la parte migliore dell’affare. Sapevamo di essere banditi da certi negozi e che non avremmo avuto molto airplay alla radio, ma ha venduto tantissimo. Ci sono volute tre o quattro settimane perché raggiungesse una valida distribuzione nel territorio. Quando c’è richiesta la macchina politica si mette in moto per far arrivare il prodotto dove è necessario.

Noi continueremo a suonare il pezzo dal vivo per un paio d’anni e penso sarà sicuramente incluso in un eventuale album Live. La Capitol rinunciò ai diritti per il brano e noi avevamo già firmato il contratto con loro; credo che sia stato il primo caso del genere nella storia del rock. E’ stato un grosso traguardo sia per la MFN che per noi e loro continueranno a vendere il singolo per molto tempo.

 

 

 

 

PG – Se esce l’album dal vivo per la Capitol potete includerlo nella registrazione oppure il contratto con la MFN lo impedisce?

BL – Ci sarà probabilmente un cavillo burocratico da superare, ma tutto dovrebbe essere risolto facilmente.

PG – Sareste costretti a cambiare il testo?

BL – No, lo canterei esattamente come è sul singolo. Sicuramente negli States nessuno si lamenta del contenuto della canzone quando la suoniamo dal vivo. Non è tanto la parola Fuck che ha scocciato tutti, quanto l’accoppiamento con Beast che ha scatenato la fantasia della gente ad immaginare come questa cosa orrenda potesse essere. Per me il sesso è come farmi un drink, non è una canzone d’amore, ma…

PG – Se aveste cambiato il testo sarebbe stato un grande singolo…

BL – Su questo non abbiamo avuto mai dubbi. La EMI ci chiamò a Los Angeles chiedendoci di cambiare il testo perché era una bella canzone, ma noi abbiamo molte belle canzoni e se dobbiamo cambiare per fare sell-out… non siamo interessati nella cosa a questo punto della nostra carriera. Inoltre la canzone sarebbe annacquata e deludente, mancando così di impatto ed effetto. Se facessimo così saremmo come i fratelli Jackson. Il rock per essere vivo deve essere qualcosa di cui si è innamorati, non per i soldi che si pensa di guadagnare, nel qual caso è meglio andare a fare il carpentiere o il bancario.

PG Perché la Capitol si è rifiutata di pubblicare il singolo Animal Fuck Like a Beast?

BL – La copertina di Kerrang! con la mia foto, quella del teschio insanguinato, arrivò nelle mani del Queen’s Council. Il singolo doveva uscire nei negozi quella settimana per la Capitol. Il Queen’s Council vista la copertina ed ascoltata la canzone chiamò i tre capi della EMI a rapporto minacciandoli di 20 giorni di prigione se la canzone fosse uscita sul mercato. La EMI ci telefonò immediatamente a Los Angeles presso la Capitol dicendo che non potevano fare niente contro la decisione dei magistrati. A quel punto noi avevamo già investito 10.000 dollari e non potevamo fare completa marcia indietro, così abbiamo siglato il contratto con la M.F.N.

PG – Non pensi che ci sia molta ipocrisia dietro tutto ciò?

BL – Sì, ma ci ha fatto comodo, per cui non mi lamento. Ti ricordi gli MC5 che dovettero cambiare le parole di Kick Out the Jams perché erano oscene? Noi non l’abbiamo fatto, e questa è la nostra forza; se fai compromessi sei un debole. A Los Angeles c’è una squadra di football americano chiamata L.A. Raiders che ha vinto il Superbowl l’anno scorso, che ha adottato lo stesso principio usato da me per la formazione dei W.A.S.P.: ha reclutato un gruppo di gangster e gente che nessun altro voleva ed ha dato a tutti un obiettivo in cui credere; loro hanno uno slogan che è: «Impegno per raggiungere il meglio». Questo è quello che anche noi ci prefiggiamo di ottenere. Se si vuole rimanere a quel livello non ci si può vendere, bisogna essere coerenti.

Piergiorgio Brunelli

 

Servizio a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti