Intervistati gli Infernal Poetry

Di Keledan - 16 Gennaio 2002 - 20:03
Intervistati gli Infernal Poetry

Ho approfittato del tempo di Daniele Galassi, chitarrista degli Infernal
Poetry di Ancona. Mentre gli chiedevo dettagli sull’ennesimo live annullato
quest’anno, ho pensato bene di fare qualche domandina sull’ambiente metal
italiano. E vi assicuro che vale la pena leggere le risposte!

Ho pubblicato la notizia dell’annullamento del vostro previsto tour con
Incantation, speravo fosse un falso allarme, invece mi è stata confermata.

Potresti rilasciarmi qualche dichiarazione al riguardo?State preparando tappe
alternative?

É tutto vero… Kiles, il batterista degli Incantation, pare abbia
avuto un infortunio sul lavoro e che il tour sia stato cancellato o comunque
spostato… un colpo terribile per noi: tutto programmato, pubblicità,
interviste e promozione. Non è la prima volta che ci salta un tour
europeo, a giugno dovevamo fare il nostro secondo tour coi Rotting Christ
nei paesi dell’est, ma è saltato anche quello (il primo invece l’abbiamo
fatto a novembre 2000 ed è andato tutto liscio). Vedi il problema è
che in questo ambiente girano pochi soldi, quindi pochi soldi investiti =
pochi impegni presi = facile cancellazione di tour. É così,
chi non li ha mai fatti non lo può sapere, ma è così.
Comunque ci hanno chiesto di partecipare ad un altro tour europeo sempre di
grosse dimensioni, però non dico nulla, per ovvi motivi…

Credete che il tour potrebbe essere riprogrammato per questa primavera?

Forse…ma vorremmo farne uno adesso…il cd è uscito nei negozi il 14
gennaio (il giorno del mio compleanno!) e il momento giusto è questo…

Già che ci siamo, mi piacerebbe anche fare un paio di domande sulla situazione
italia, su www.truemetal.it c’è un sondaggio a riguardo.

Se foste svedesi, probabilmente adesso in Italia avreste un successo 10 volte
superiore.

Come rispondereste a questa affermazione?

Che probabilmente è vero…il pregiudizio è duro a morire…prima di
tutto tra le label…pensa che lo scorso anno la Massacre ci ha visto suonare
in belgio e il vice-boss ci voleva offrire un deal…ma appena il boss ha saputo
che siamo pizza-spaghetti-mandolino ha detto “no italiani please!”

Un esempio: in Germania, le band sono affiatatissime, vedi per esempio il
clan Hansen. C’era un periodo, negli ultimi anni, durante il quale ogni cd di
power e heavy tedesco aveva da qualche parte scritto ‘Kay Hansen’. In Italia
esiste una situazione del genere?


Non credo…comunque noi siamo in ottimi rapporti con un sacco di band nostrane…

 

In Italia, appena fanno un disco le band iniziano a tirarsela. I nord
europei, invece, perfino band culto come i Dark Tranquillity oppure figure leggendarie
quali Quorthon, te li puoi trovare fuori dai locali, prima di un concerto, che
ti chiedono di fargli fare un giro per la città (capitata realmente con i DT
a un amico). Che ne pensate?

Che solo un demente se la può tirare per un disco…e lo stesso dicasi
per due, tre, quattro dischi…voglio dire, se te la tiri con i tuoi fan sei
proprio scemo, perchè fondamentalmente sono loro che hanno decretato il tuo
eventuale “successo”…non pensi? adesso che mi ci fai pensare anche io con
il cantante dei DT ho avuto una bella chiacchierata fuori dal fronitera…davvero
alla mano in effetti…idem con Chuck (pace all’anima sua).

Ora parliamo finalmente di voi. Volte descrivere gli Infernal Poetry ai lettori
di TrueMetal ?

Siamo un gruppo death metal che fonde prevalentemente riff di matrice americana
con melodie più prettamente europee…alterniamo continuamente fasi molto aggressive
(quasi brutal a volte) con aperture melodiche…questo è il nostro tratto distintivo…assieme
ad un altra cosa: molti dicono che siamo una band con una forte attitudine live… 

Nella recensione pubblicata su queste pagine, siete stati descritti come
un ‘mix di death metal estremo e melodico’. Che ne pensate delle classificazioni
in sottogeneri all’interno del metal?

che sono inevitabili…come fai a chiamare tutto death o tutto black senza aggettivi?
è impossibile, approssimeresti troppo..qualcuno ci definiva “melodic brutal
death, altri “brutal swedish death”…come vedi la sostanza non cambia…melodia
e brutalità…poi in pratica ritrovi anche influenze black power o prog,
ma non puoi mica scrivere “brutal power thrash prog swedish techno death metal!!!”

Quanto tempo vi ci è voluto per trovare la fatidica etichetta che vi pubblicasse?

9 mesi circa…abbiamo avuto anhe proposte diverse dalla fuel records/self all’inizio,
ma abbiamo scelto quest’ultima…trovare una label seria è difficilissimo…i
soldi che girano sono pochi…e anche se trovi una label grossa come la SELF
non è facile convirceli ad investire su di te!

Avete mai avuto la tentazione di sciogliervi o, peggio ancora, di passare
a generi commerciali per riuscire a fare più serate?

Ci sono stati momenti difficili, in primis l’estate 98…siamo rimasti solo
noi due chitarristi fondatori del gruppo, ma poi abbiamo trovato una stabilità
che ancora oggi perdura…passare ad altri generi per suonare di più? ma guarda,
onestamente penso che suoniamo più noi di molti gruppi rock!certo è difficle
fare più di 25-30 date l’anno, però anche suonando altra roba (a meno che
non fai pianobar o cover band) le cose non migliorerebbero! abbiamo la foruna
che il nostro nome inizia a diffondersi, e quindi ogni tanto ci chiamano i
locali oppure dei promoter per dei festival…e poi ogni tanto ci propongono
qualche tour…se non salta all’ultimo è sempre una cosa buona!

Avete qualche episodio particolare da raccontarci riguardo al vostro lungo
periodo nel cosiddetto ‘underground’?

Abbiamo fatto un po’ di tutto…dormire in macchina seduti, per terra,
dentro i locali, suonato gratis, guidato un camper per 15.000 km in 23 giorni
dormendo 3 ore a notte se andava bene…roba da restarci secchi!!!! però sono
tutte cose di cui è valsa la pena, di questo siamo sicuri…comincio ad avercela
con quei locali che offrono 150-200 mila lire per le serate…capisco che un
gruppo molte volte è praticamente sconosciuto, però questi locali non si sforzano
neanche di promuovere bene le serate affinchè vi sia gente…in questo modo
il rischio del flop pesa tutto sulle spalle del gruppo perchè tanto il gestore
più di tot non dà…se poi adesso aggiungiamo la chicca ENPALS-SIAE c’è poco
da ridere e da stare allegri…

Conoscete band che, a vostro parere, vivono ancora e ingiustamente nel limbo?
Sparateci un po’ di nomi, chissà mai che serva a qualcosa!

Bisogna vedere cosa intendi per limbo…se intendi gruppi che non hanno ancora
un contratto sicurmente potrei fare diversi nomi (ma non li faccio perchè me
ne dimenticherei sicuramente qualcuno e non volgio fare torti a nessuno!), se
intendi gruppi che non svolgono attività musicale professionalemnte (cioè in
modo da tirarci su un po’ di soldi per mangiare) direi che siamo tutti sulla
stessa barca! nessuno (specie in italia) camperà mai con questa roba,
fidati. E così i gruppi piano piano moriranno perchè la gente ha bisogno di
lavorare…triste ma vero, eppure molta gente non lo capisce, vive tra le nuvole
e mi chiede”avete bisogno di lavorare?”…CHE CAZZO CERTO!

Un album metal in italiano… è possibile? Voi ci avete mai pensato?

Il nostro primo gruppo cantava thrash in italiano…quindi sì, ci avevamo
pensato nel 94…ma è un’idea del cazzo secondo me..in europa ti riderebbero
in faccia al solo pensiero, fidati…però se uno lo vuole fare per sperimentare
o perchè gli piace esprimersi nella propria lingua è giusto che sia liberissimo
di farlo! comunque in italia esistono delle esperienze passate che avevano dato qualche
risultato…vi ricordate gli INSIDIA?

Vi lascio ruota libera per un saluto ai lettori  TrueMetal, grazie per
la vostra disponibilità!

Grazie a te, chiedo ai lettori di ascolatare qualche pezzo dal nostro sito www.infernalpoetry.com e di acquistare
il cd nei negozi se di loro gradimento…e ovviamente di venire a qualche nostro
concerto! Infine un consiglio: non pensate MAI che una volta trovata la label
voi non dobbiate più sbattervi per ottenere quacosa…tutto l’opposto!

Ciao 🙂

Ciao, alla prossima!