Iron Maiden: Bruce Dickinson, “Se dovessimo suonare The Parchment dal vivo, farò una pausa tè di 5 minuti e mezzo nel backstage”
Ospite su “Trunk Nation Virtual Invasion”, Bruce Dickinson ha spiegato come mai gli Iron Maiden attuali abbiano una propensione per la scrittura di lunghe canzoni progressive. Queste le sue parole:
Steve ed io ne siamo in parte responsabili. Mi sono occupato personalmente di tutta la vicenda del disastro aereo dell’R101, che poi è diventata un brano di 18 minuti (si riferisce a ‘Empire Of The Clouds’, ndr). Fondamentalmente era arrangiata per un’orchestra, che però al tempo non avevamo. Per quest’album, sì, Steve è un gran fan del Prog, come lo sono io. Ne ho discusso con qualcun altro di questa cosa, delle differenti band che entrambi amiamo. Steve, per esempio, è un grande fan dei Jethro Tull. Io pure. Lui ama A Passion Play e Thick As A Brick, io sono più per Aqualung e i primi lavori. Tuttavia, ci incontriamo entrambi a metà strada, diciamo. Ama molto i Genesis, quelli di Peter Gabriel, di The Lamb Lies Down On Broadway. Io non vado pazzo per i Genesis, ma amo Peter Gabriel e il suo terzo – credo – album solista. Canzoni come ‘Intruder’ o ‘No Self Control’. Roba spaventosa, oscura, davvero lunatica. Poi una band chiamata Van Der Graaf Generator, contemporanea dei Genesis, e in un certo senso anche più fuori di Genesis. Beh, li ho sempre amati. Ho preso qualcosa da Peter Hammill, lo stile vocale del loro cantante. Per cui entrambi abbiamo questa vocazione per il Prog che ci gira costantemente in testa, oltre ovviamente a Thin Lizzy, Deep Purple, Black Sabbath. Lui è anche molto fan di Nektar e Scorpions. Io non ero un grande fan dei Judas Priest, almeno fino a che non siamo andati in tour insieme (il tour del 1982, ndr), con i Maiden. Discorso simile per gli Scorpions. Non ero mai entrato molto nel mondo dei Priest a parte Sad Wings Of Destiny finché non siamo andati in tour assieme. Poi ho pensato: “Wow. Fanno delle cose davvero fighe”. Ecco, queste sono tutte le influenze che si percepiscono qua e là e che ci hanno portato a comporre quei grandiosi brani così lunghi. E non mi importa se sono un po’… Voglio dire, parte del materiale, tipo The Parchment, è quasi auto-ipnotico ascoltarlo, per davvero. Se dovessimo suonare The Parchment dal vivo, probabilmente mi farò un giro nei camerini con un bel bicchierone di acqua analcolica. Farò una pausa tè di 5 minuti e mezzo nel backstage, nel bel mezzo di The Parchment.