Judas Priest: Rob Halford, ‘Temevo che se avessi fatto coming out agli inizi avrei danneggiato la band irreparabilmente’
In podcast con Ryan Roxie, Rob Halford è tornato sul suo conflitto interiore derivante dal contrasto tra il desiderio di fare coming out e la paura di danneggiare la band.
Quando diventi una figura pubblica, certe cose iniziano ad accumularsi l’una sull’altra e vanno fuori controllo. Ti porti dietro questo carico di ossessioni e aspettative da parte di altre persone. E tu non vuoi deluderle. Il mio dilemma autoimposto era: se dico pubblicamente di essere gay a questo punto della carriera dei Judas Priest, potrebbe causare al gruppo dei danni irreparabili. Sono nato e cresciuto in un periodo in cui, non solo nel mio Paese, ma in tutto il mondo, i gay venivano vilipesi. Ci chiamavano anormali o scherzi della natura. Aggiungi tutte queste variabili all’equazione e ne verrà fuori un bel casino. Diventa molto, molto difficile riuscire a capire qual è la cosa migliore da fare. Non solo per te stesso, ma perfino per i tuoi compagni di band. Per la tua etichetta e non ultimi i tuoi fan. Quando poi la cosa è venuta fuori (Halford stesso lo annunciò pubblicamente su MTV nel 1998, ndr), in quell’esatto momento, tutte le mie incertezze evaporarono. Un sacco di persone vennero da me a dirmi cose del tipo: “Amico, lo sapevamo già”. Oppure: “Grandioso, amico, vivi la tua vita come dovresti, a noi non importa. Importa solo la musica. Importa solo lo show”.