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Live Report: Brutal Assault 23 08-11/08/2018

Di Davide Sciaky - 26 Settembre 2018 - 13:00
Live Report: Brutal Assault 23 08-11/08/2018

Exhorder

Il nostro secondo giorno di Brutal Assault inizia con l’esibizione di un gruppo di culto, gli Exhorder.
Considerati tra i padri del Groove Metal, sono tornati sui palchi quest’anno (passando anche dall’Italia per il Rock the Castle) dopo vari anni di inattività.
Suonando presto nel pomeriggio il tempo a disposizione degli americani è limitato, ma viene fatto valere con una performance molto intensa; il cantante Kyle Thomas sottolinea come questo sia il primo concerto in Repubblica Ceca per la band ringraziando il pubblico che li acclama rumorosamente.
Come i Cannibal Corpse il giorno prima, anche gli Exhorder dedicano una canzone a Bret Hoffman – e aggiungono una dedica anche a Ralph Santolla – ‘(Cadence of) The Dirge’.
Otto canzoni tiratissime, un pubblico già molto attivo, niente male per il debutto in terra Ceca della band.

 

Municipal Waste

I Municipal Waste sono ormai una realtà affermata e amatissima del Thrash Metal.
Con la loro attitudine prettamente Punk, i loro concerti sono sempre una festa del Thrash più ignorante, spensierato e divertente; velocissimi, riescono a infilare ben 18 canzoni in 50 minuti di concerto mentre, altrettanto veloci, gli spettatori si lanciano in un pogo super energico.
Prima ancora dell’arrivo degli americani, il pubblico canta a gran voce “Municipal Waste is gonna fuck you up!”, semplice (e veritiero) ritornello di ‘Born To Party’ che fa intendere come i presenti siano fan ben consci di cosa li aspetti.
Si parte con ‘Breathe Grease’, veloce, violenta, il mosh si scatena ed inizia la festa; le canzoni si succedono rapidamente, tra classici e meno classici, ‘You’re Cut Off’, ‘Beer Pressure’, una ‘I Want to Kill the President’ introdotta da un breve discorso sulla poca simpatia della band per Donald Trump (intuibile forse dal backdrop con il Presidente che si spara in testa), e tante altre canzoni provenienti dall’intera discografia della band.
Il tempo vola ed in un attimo siamo già alla fine con Tony Foresta che incita il pubblico urlando “Municipal Waste is gonna…” per sentirsi rispondere “FUCK YOU UP!”: parte ‘Born to Party’ con un mosh ancora più grosso e veloce di prima, e poco dopo il concerto è finito.
I Municipal Waste sono un certezza, essenziali per chi ama il Thrash ed il mosh.

 

Myrkur

In posizione quasi da headliner arriva il turno di Myrkur: in pochissimo tempo la danese si è imposta come una delle realtà più interessanti, amate e di successo del Metal estremo, per quanto alcuni fan oltranzisti storceranno il naso a sentirlo dire data la grande presenza di melodie folk e di cantato in pulito.
Lo show inizia bene, un grande pubblico sotto al palco, Amalie in forma che con la sua voce cristallina ipnotizza mentre la band di supporto fa il suo onesto lavoro.
Le canzoni dei due album pubblicati finora si alternano, con l’aggiunta di qualche cover di canzoni folk tradizionali scandinave.
Purtroppo il concerto è colpito dalla sfortuna: proprio quando la Bruun si dice ispirata dall’atmosfera del festival ed inizia a cantare ‘De Tre Piker’, una canzone a cappella non prevista dalla scaletta, un blackout la interrompe.
Una volta ripristinata l’elettricità la magia è interrotta e la cantante non ricomincia a cantare la canzone acustica; ma come inizia la canzone successiva la danese viene nuovamente interrotta, questa volta da uno degli organizzatori che sospende il concerto perché un piccolo incendio è scoppiato sopra uno degli edifici tra le mura del festival.
Insomma, un ottimo concerto per quanto si è potuto sentire, peccato per le sfighe che lo hanno colpito.

 

Laibach

Arriviamo all’headliner del secondo giorno, i Laibach, che portano sul palco uno show impressionante: schermi che mostrano ininterrottamente video e animazioni, luci quasi stroboscopiche, mentre la musica marziale, ripetitiva e cadenzata esce dalle casse.
I video alternano simboli che scorrono velocissimi, ipnotici, che accompagnano una musica alienante; gli sloveni però scelgono una scaletta più “soft” per questa sera, suonando un numero di pezzi forse più facilmente apprezzabili da chi non li conosce o non è abituato alle loro sonorità come ‘The Whistleblowers’.
Chi scrive conosceva poco i Laibach ma ne è stato assolutamente conquistato, il concerto è sicuramente uno dei più interessanti della giornata sia dal punto prettamente musicale, che in quanto show a tutto tondo grazie allo spettacolo visivo di schermi e luci coordinati alla perfezione con la musica.

Marduk

La giornata si chiude con delle leggende del Black Metal, i Marduk.
La setlist è variegatissima e va a toccare quasi tutti gli album dei norvegesi: si inizia con ‘Panzer Division Marduk’, ci si sposta sul nuovo album “Viktoria” con ‘Werwolf’ per poi tornare nuovamente al passato con ‘Of Hell’s Fire’ e si continua con un alternarsi di pezzi provenienti da un po’ tutta la discografia della band.
L’esibizione è infernale con un Mortuus che si aggira per il palco gridando i testi in maniera straziante, accompagnato da una batteria schiacciasassi e da riff violentissimi; i musicisti, nascosti da luci che pur non essendo troppo fioche li lasciano nella penombra, ci trasportano in un mondo cupo e sanguinoso.
Un concerto cattivissimo, perfetto per chiudere il secondo giorno di festival.