Death Progressive

Live Report: Cynic+Obscura+Cryptosis @Slaughter, Paderno Dugnano (Milano) – 23/03/2024

Di Vittorio Cafiero - 29 Marzo 2024 - 1:34
Live Report: Cynic+Obscura+Cryptosis @Slaughter, Paderno Dugnano (Milano) – 23/03/2024

Le immagini della serata nel photoreport curato da Davide Sciaky.

Soltanto poche sere fa il palco dello Slaughter accoglieva due gruppi che hanno fatto del death metal e dell’approccio progressivo alle composizioni la spina dorsale della loro carriera: dopo Atheist e Cryptopsy, questa sera è il turno di Obscura e Cynic (accompagnati dai promettenti Cryptosis – e attenzione allo spelling onde evitare confusioni!) insistere ancora una volta sul lato progressivo del metal più pesante. Il locale strapieno è il migliore punto di partenza per una serata che si rivelerà decisamente interessante.

Cryptosis

Quando entriamo in un già affollatissimo Slaughter, il trio dai Paesi Bassi è già all’opera, scaricando sulla platea il suo hyperspeed thrash progressivo. Subito si nota la trovata di sostuire il solito logo sul backdrop con la proiezione dei video delle canzoni riprodotte, perfettamente in sincrono, nonché la grinta mostrata dai tre in scena: bravissimo Laurens Houvast a farsi carico sia di cantato che di chitarra solista, ma anche i suoi compari Frank Te Riet al basso e Marco Prij alla batteria non sono da meno. Il gruppo, sostanzialmente un’evoluzione dei disciolti Distillator, ha alle spalle il buon album d’esordio “Bionic Swarm” e propone un thrash evoluto e progressivo sulla falsariga dei Vektor, anzi, diciamo pure che i tre giovani Olandesi sono sostanzialmente dei figliocci della band di David DiSanto e non solo stilisticamente, anche nella pratica, tanto da essere già stati loro spalla nel tour di qualche anno fa (passato anche da queste parti) e da aver pubblicato uno split cd con loro. I suoni non sono perfetti (e sarà ahimé così per tutta la sera), ma si apprezzano i bei giochi di fumo sul palco, cosa rara per una band di apertura. I pezzi sono tutti tiratissimi, ma sono comunque evidenti le capacità tecniche della band, grazie anche a frequenti “fughe” solistiche di basso. Bravi a non far sentire in alcun modo la mancanza della seconda chitarra, i Cryptosis intrattengono al meglio i presenti e si prendono i merirati applausi di uno Slaughter sempre più stipato.

Cryptosis setlist:
Decypher
Death Technology
Prospect of Immortality
Transcendence
Conjuring the Egoist
The Silent Call
Flux Divergence

Obscura

Il posizionamento di maxi teloni sul palco (fin troppo ingombranti, tanto da coprire la visuale sul batterista almeno per chi ha trovato posto lateralmente) fa capire che la performance degli Obscura sta per iniziare. Se i Cryptosis sono quasi un tentativo di clonazione dei Vektor, la band di Steffen Kummerer in determinati passaggi (chiaramente quelli più progressivi) ricorda decisamente proprio i Cynic e lo si nota in certe svisate jazz (“Forsaken”) che Alex Weber (che sostituisce Jeroen Paul Thesseling dal vivo) si concede al suo basso fretless a 6 corde. Il pubblico è certamente dalla loro parte e ha i suoi buoni motivi, trovandosi davanti musicisti estremamente preparati e una setlist decisamente di qualità. Ancora tracce di Cynic sul finale di “Emergent Evolution” e certe progressioni, oltre ai migliori Death, riportano anche e in parte agli Opeth. Benché non aiutati dai suoni, i quattro sul palco sembrano essere in gran forma, con i fans che rispondono alla grande. Il circle pit è limitato agli irriducibili, gran parte del pubblico segue con attenzione i virtuosismi del gruppo sul palco. Forse soltanto l’arrivo del cameraman ufficiale con tanto di telecamera panoramica scuote la scena e ben presto tutti gli astanti danno prova di grande vitalità.

Orbital Elements” cattura fin dall’inzio e, permetterete l’accostamento, potrebbe essere definita una sorta di “The Call Of Ktulu” in salsa progressive death metal. Nota di merito anche per l’ottimo Christian Muezner alla chitarra solista. Da tempo fido compare di Steffen Kummerer, sa ritagliarsi i suoi spazi perfettamente, erigendosi a perfetta controparte rispetto al mastermind della band. Da ricordare, tra le altre cose, la sua laurea in tecnica chitarristica presso il Munich Guitar Institute e la sua versatilità in progetti ben lontani dal death metal (Eternity’s End su tutti). In definitiva, ottima la performance degli Obscura, band che dopo il botto iniziale di “Cosmogenesis” ha portato avanti egregiamente la sua carriera, ma che forse bisognerebbe approfondire e celebrare ancora di più.

Obscura setilist:
Forsaken
Emergent Evolution
Mortification of the Vulgar Sun
Devoured Usurper
Orbital Elements
Akróasis
The Anticosmic Overload
Septuagint
When Stars Collide 

Cynic

La lunga pausa per il cambio di palco ci dà la possibilità di osservare la platea ormai piena in ordine di posti. Sicuramente durante Cryptosis ed Obscura erano stati più i deathster a far sentire la loro presenza…ma cambierà qualcosa con i Cynic? Detto diversamente, la band capitanata da Paul Masvidal nel 2024 è ancora un gruppo per amanti di musica estrema, oppure sono diventati materia da progster? Del resto, subito dopo la reunion e più precisamente nel 2009, accompagnarono in tour nientepopodimeno che i Dream Theater

Ma intanto lo show ha inizio e sul telone posto dietro il palco iniziano a scorrere vecchie immagini del passato, tra gli applausi del pubblico. Di fatto tra gli spettatori regna decisamente uno spirito goliardico (e sarà così per tutta la sera, a volte come vedremo anche fuori luogo) e ciò si contrappone alla seriosità della band.

Si parte alla grande con “Veil Of Maya”, forse il pezzo più famoso dei Cynic e subito si nota Steffen Kummerer ospite speciale in background ad occuparsi delle harsh vocals (del resto è noto che fin dai tempi della registrazione dell’album Paul Masvidal si era rifiutato di farlo): il pubblico è subito catturato dalla performance e pare immediatamente chiaro come la band dovrà sempre “fare i conti” con il suo passato death metal. Eppure, chi scrive ha la convinzione che se fosse per lui, Masvidal ne farebbe volentieri a meno. I suoni continuano ad essere tutt’altro che perfetti, con il rullante di batteria che sovrasta gli altri strumenti – tra l’altro, quelli a corda sono tutti headless, ossia senza paletta, il che dona un tocco ancora più intellettuale ai musicisti, che fanno sfoggio della loro maestria, con le parti prog da “Focus” ancora più jazzate, come se si stesse assistendo ad un’improvvisazione. In particolare, da segnalare Mike Gilbert (Severed Savior) alla seconda chitarra e Brandon Giffin (The Zenith Passage) al basso.

La prima parte della performance è dedicata alla riproposizione integrale dell’album capolavoro d’esordio e, fino alla metà della setlist, Paul Masvidal non rivolge quasi parola al pubblico. Ma almeno è sorridente….

Un piccolo break e sull telone viene proiettata l’immagine di Sean Malone e Sean Reinart, la base ritimica storica della band, entrambi venuti a mancare nel 2020. Momento toccante, considerata anche la dedica rivolta a loro durante la riproposizione di “Integral”. Peccato per qualche buzzurro che non riesce a percepire l’intensità del momento e rompe il silenzio con bestemmie assolutamente fuori luogo in questo caso. E anche in momenti come questi, sorge spontaneo pensare come probabilmente lo stile dei Cynic stia cominciando a diventare sempre più fuori contesto in ambiti estremi come questo, in quanto risulta più naturale godersi le lunghe digressioni progressive (come in “Carbon Based Anatomy”) piuttosto che cercare la bolgia.

Dopo una coinvolgente “Adam’s Murmur”, i Cynic chiudono con la splendida “Evolutionary Sleeper” e ancora una volta danno l’impressione tanto di essere più a loro agio in questa nuova fase di carriera, quanto di essere una grandissima band in ogni caso.

Cynic setlist:
Veil of Maya
Celestial Voyage
The Eagle Nature
Sentiment
I’m but a Wave to…
Uroboric Forms
Textures
How Could I
Integral
Kindly Bent to Free Us
In a Multiverse Where Atoms Sing
Carbon-Based Anatomy
Adam’s Murmur
Evolutionary Sleeper

 

Vittorio Cafiero