Thrash

Live Report: Destroyer Night con Infection Code e Rawfoil @ The Old Jesse, Saronno (VA) – 17.02.2024

Di Jennifer Carminati - 18 Febbraio 2024 - 9:43
Live Report: Destroyer Night con Infection Code e Rawfoil @ The Old Jesse, Saronno (VA) – 17.02.2024

Live Report: Destroyer Night con Infection Code e Rawfoil @ The Old Jesse, Saronno (VA) – 17.02.2024
a cura di Jennifer Carminati

Che la serata di sabato 17 febbraio all’ Old Jesse di Saronno (VA) sarebbe stata ad alto tasso di devastazione era implicito nel nome dato all’evento, ovvero Destroyer Night, e in effetti, così è stato.

Sul palco del pub varesino si esibiranno infatti gli Infection Code, storica band industrial thrash metal alessandrina che ci presenterà Sulphur, l’ultimo album uscito a novembre 2023 per Time To Kill Records e recensito dalla sottoscritta (qui il link) con un parere ampiamente positivo, a onor del merito non certo per faziosità.

Ad aprire la serata ci pensano i brianzoli Rawfoil, band che ripercorre la strada del thrash metal americano in chiave piuttosto personale e che vedo esibirsi per la prima volta in questo contesto singolare facilmente associabile al mondo underground nel quale le band di questa sera sguazzano da molto tempo ormai.

Entrare all’Old Jesse significa fare un vero e proprio tuffo nel passato, quando da adolescenti si usciva con il gruppo di amici per bere birra e vedere live un gruppo che suona il tuo genere di musica preferito, qualunque esso sia; per me è sempre stato il metal sin da allora, che ve lo dico a fare.

In questo storico locale, dove vige il motto “La vita è troppo breve per bere birre mediocri“, si può trovare ovviamente un’ampia e ottima selezione di birre e possibilità di cenare in loco, ingresso gratuito, siamo nel weekend e non ci sono altri eventi in concomitanza nei dintorni, quindi, non ci sono scusanti per non essere qui a celebrare il nostro metal underground che sono ben felice di supportare scrivendone ancora una volta tra queste righe.

L’atmosfera è quella giusta, da pub del paese dove si ascolta della buona musica in compagnia di amici che si incontrano o nuove conoscenze che si fanno qui, aspetto da non sottovalutare assolutamente e per nulla scontato di questi tempi.

Buona anche l’acustica all’interno del locale, con un palco piccolo ma con tutto quello che serve alle band, e un impianto audio e luci niente male. Unica pecca a mio parere è la vicinanza del palco ai tavoli, che rende si l’atmosfera particolare e per certi versi più intima, ma, per un concerto metal forse sarebbe meglio creare più spazio per il pubblico e permettere così pogo ed headbanging sfrenati come si conviene in queste situazioni, e lasciare cenare e bere in tranquillità chi è lì solo per quello.

A parte questa piccola osservazione logistica, quella che sto per raccontarvi è stata una serata all’insegna prevalentemente del thrash metal e, ribadisco, della buona birra in compagnia.

Dato che mentre scrivo il live report sto bevendo l’ennesimo caffè della nottata, mi passa per la mente l’espressione di una nota pubblicità di capsule: “what else?”.

Nient’altro davvero, non e’ mancato nulla questa sera se non un po di affluenza in piu, che avrebbe certo fatto piacere sia al locale che alle band.

Ma come si dice sempre in questi casi, meglio pochi ma buoni.

Rawfoil

Ad aprire le danze ci pensano i Rawfoil, quintetto lombardo che ammetto di non conoscere, ma, come sempre faccio prima di un live a cui decido di presenziare, mi preparo e studio la discografia della band che salirà sul palco e di cui scriverò un live report.

Fin dal primo ascolto mi hanno trascinato nei loro riff travolgenti, tiratissimi e veloci, che non mancano mai di precisione tecnica.

Il loro thrash old-school con una dose non indifferente di hardcore, ci viene schiaffato addosso senza tregua, e scatena tra il pubblico presente tra le mura dell’’Old Jesse un headbanging convinto ed anche un leggero accenno di pogo, non libero di sfogarsi come accennato inizialmente, per la presenza dei tavolini troppo ravvicinati.

La band brianzola ci ha regalato una mezz’ora di thrash metal fatto senza infamia e senza lode, con la giusta attitudine e una massiccia quantità di divertimento, che rende il tempo in loro compagnia assai piacevole.

I padri fondatori di questo genere sono tutti, chi più chi meno, chiamati in causa nella musica dei Rawfoil, ma questi ragazzi sono in grado di rendere loro omaggio senza mai essere scopiazzanti in maniera imbarazzante, come purtroppo spesso capita, ma aggiungendo sempre un pizzico di personalità e reinterpretazione in chiave moderna.

Le capacità per evolversi ulteriormente e prendere una strada ancora più personale ci sono tutte, non sprecatele ragazzi, mi raccomando, ci conto.

E comunque, il monito “La gente che non beve non è gente”, tratta dal film di Sergio Corbucci “Il Bestione”, potrei averla detta anche io, quasi quasi vi chiedo il copyright. Nel frattempo, mi compro la maglietta e la portero’ in giro con me.

Battute a parte, è stato un ottimo inizio di serata, che spiana ulteriormente la strada ai veterani Infection Code, che di passione e attitudine per questo tipo di musica che tanto ci piace ne hanno da vendere, e ce lo dimostreranno tra poco.

Line-up
  • Francesco Ruvolo – voce
  • Lorenzo Riboldi – basso
  • Ruben “Charlie” Crispino – chitarra
  • Tommaso Guerra – chitarra
  • Marco ”Conte” Benedetti – batteria
Setlist
  1. Intro
  2. The Eagle
  3. Fail
  4. Prowler
  5. Circle of Hate
  6. People Who Don’t Drink Are Not People
  7. Cult of the Ignorance
Encore
  1. Thick Slices

 

Infection Code

E riecco che finalmente rivedo gli Infection Code, band alessandrina fondata nel 1999 da Gabriele Oltracqua, che ho avuto il piacere di intervistare poco tempo fa, qui potete leggerla se ve la siete persa, e Ricky Porzio, storici membri tutt’oggi presenti e attivi più che mai nel voler traguardare nel migliore dei modi la soglia dei 25 anni di carriera.

Una discografia la loro ampissima, che vede in Sulphur, di cui potete leggere la recensione qui, l’ultima fatica in studio che ci riproporranno interamente questa sera, tralasciando solo la quasi ballad che in sede live avrebbe reso molto meno che su disco.

La lineup attuale della band vede tra le sue fila, oltre ai già citati Gabriele e Ricky, Chris Perosino alla chitarra e Andrea Rasore al basso, e l’impressione che ho avuto è quella di una band compatta e rodata da tempo, non percependo per nulla il fatto che gli ultimi due membri fanno parte degli Infection Code da relativamente poco tempo.

Da questo e da come sanno stare sul palco, riuscendo a coinvolgere il pubblico presente, perche’ “non siamo all’oratorio vero Gabriele?” si vede la professionalità di questi musicisti esperti e appassionati, di un gruppo che, pur essendo in giro da tanti anni e avendo alle spalle una discografia ampia e di tutto rispetto, non è mai riuscito ad emergere dalle profondità dell’underground.

Carichi ed entusiasti più che mai i nostri fanno il loro ingresso sul piccolo palco dell’ Old Jesse ed e’ subito macello, con Andrea e il suo basso che girera’ tra i tavoli per quasi tutto il concerto e un Chris che non si risparmia certo, in termini di sudore e fatica uniti a perizia tecnica mai mancata questa sera.

Il timbro vocale di Gabriele, uno dei migliori frontman in circolazione nel metal nostrano, e la tecnica precisa e impeccabile nel suonare la batteria di Ricky, rappresentano, almeno alle mie orecchie, il marchio di fabbrica imprescindibile dei nostri.

Pur mantenendo sempre rimandi all’industrial delle origini, le maggiori influenze death e thrash metal si sentono eccome in Evil Side Of Mercy, brano con cui attaccano poco dopo la mezzanotte di fronte ad un pubblico a mio gusto troppo esiguo e statico.

Seguono a ruota Maze of Death e The Colour Out of the Space, pezzi micidiali dove il growl e lo scream di Gabriele vengono supportati egregiamente dalla sezione ritmica precisa di Andrea e Ricky, in equilibrio preciso con il groove veloce e altrettanto puntuale di Chris, tecnicamente tutti inattaccabili.

Protoplasm Hope e Deleted Errors sono tra i miei brani preferiti della nona fatica in studio dei nostri, e riprodotti in sede live si confermano essere delle vere e proprie mazzate in stile thrash/death, perfette per dar luogo ad uno scapocciamento forsennato e un pogo degno di tale nome, anche se fatto tra le quattro mura di un pub, dove troppi decidono di rimanere seduti purtroppo.

Ma i nostri non si fanno certo scoraggiare e trovavo anche il tempo, e soprattutto hanno il piacere questa sera, di farci ascoltare ben due nuovi pezzi: The Final Act e Cursed Breed e che dire, se queste sono le premesse, non vedo l’ora di ascoltare il decimo album che arriverà presto vero? Ci avete abituati bene, non potete deludere le aspettative di chi vi segue, come la sottoscritta, da poco dopo gli esordi per questioni anagrafiche, non per altro.

A chiudere la setlist, come l’album, ci pensa Blinded By Fear, cover degli At The Gates, e chi mi legge e conosce lo sa, non amo le cover a prescindere, ma questa versione mi piace, gli Infection Code sono stati bravi nel renderla propria, non snaturando completamente l’originale.

Il martellamento discografico a cui i nostri ci hanno abituati mi auguro che vada di pari passo ora con un altrettanto prolifica attività live dei prossimi mesi, che può e deve contribuire a far circolare sempre di più sulla bocca di tutti i metalheads della Penisola il nome Infection Code.

La compagine alessandrina da venticinque anni continua a diffondere il proprio verbo in maniera coerente e senza compromesso alcuno, confermando questa sera, qualora ce ne fosse bisogno, che sono a tutti gli effetti una delle migliori realtà del metal di casa nostra.

Finché saranno in circolazione band come gli Infection Code, il metal underground non morirà mai, garantito dalla sottoscritta che continuerà a supportarlo sempre e comunque, nonostante tutto e tutti.

Potenza, ma anche tecnica, estremo ma anche melodia, passione e attitudine viscerali, indomite ma restando umili.

Tutto questo sono gli Infection Code, perfetti per esorcizzare il male, dimenticare lo schifo e la cattiveria che dilagano, attraverso la musica, quella sentita, fatta bene e con il cuore, come la loro.

E come vi dico sempre alla fine di un mio live report, Stay Tuned and Stay Metal.

E per oggi, come dice sempre Gabriele, ci aggiungo uno Stay Infected.

Line-up
  • Gabriele Oltracqua – voce
  • Chris Perosino – chitarra
  • Andrea Rasore – basso
  • Ricky Porzio – batteria
Setlist
  1. Evil side of Mercy
  2. Maze of Death
  3. The Colour Out of the Space
  4. The Final Act
  5. Protoplasm Hope
  6. Cursed Breed
  7. Old Viral Order
  8. Deleted Error
  9. Something Wicked this Way Comes
  10. Blinded by Fear