Heavy

Live Report: FIL DI FERRO @ Circolo Arci LA SOCE – Ciriè (TO)

Di Roberto Castellucci - 19 Aprile 2022 - 9:49
Live Report: FIL DI FERRO @ Circolo Arci LA SOCE – Ciriè (TO)

Il periodo storico in cui stiamo vivendo è davvero straordinario. Fino a qualche mese fa, in completa crisi d’astinenza da musica live, divoravo registrazioni audio e video di concerti come se non ci fosse un domani. Nel giorno del Signore Sabato 2 Aprile 2022, invece, non so nemmeno a quale concerto assistere per tornare ad abbuffarmi di decibel. Incredibile a dirsi, vengo subissato da notifiche di eventi nella sola provincia di Torino: serata Hard Rock a Vigone con S.O.A.B. e Bouced Back presso l’ASSOCIAZIONE POSITIVE MUSIC, Necrodeath e Mindsnare al Circolo Arci ZIGGY di Torino, Fil Di Ferro al Circolo Arci LA SOCE di Ciriè. Per superare la sensazione di totale disorientamento scelgo la via più difficile: il vagabondo ventenne che ancora vive in me, pur mal sopportando qualche capello in meno e i molti chili in più, mi spinge a selezionare l’opzione più impegnativa. Qual è il luogo più lontano da casa? In questo caso Ciriè, ai piedi delle Valli di Lanzo, zona storicamente prolifica in quanto a musica e derivati. Non essendoci mai stato approfitto dell’occasione per conoscere il luogo e, soprattutto, per togliermi un grosso sasso dalla scarpa: si tratterebbe della prima volta in cui riesco a vedere in azione i gloriosi Fil Di Ferro. Aggiudicato: stravince lo spettro del ventenne con il benestare dell’attuale quarantenne, che grazie alla miracolosa e mai troppo osannata invenzione del navigatore satellitare, non ha più nessun timore nell’affrontare strade sconosciute. L’estrazione dall’armadio del chiodo in pelle, rito propiziatorio sacro e immutabile, mette subito moglie e figlio al corrente della zingarata. Noto però una certa rassegnazione nel loro sguardo: ormai hanno capito l’antifona, la pandemia sta finalmente mollando la presa ed è sempre più difficile tenermi in casa. Sospetto che a mio figlio la faccenda inizi addirittura a far piacere, considerando che lo sorprendo sempre più spesso a guardare sul PC i brevi video che amo registrare durante i concerti…vedrò di aggiungerne alla collezione qualcuno dei Fil Di Ferro, allora! Mentre mia moglie mi sommerge di raccomandazioni entro in modalità ‘yes man’ e in men che non si dica mi ritrovo in macchina, pronto ad abbandonare per poche ore la placida Provincia di Cuneo. Partendo dal presupposto che bisogna sempre farsi trovare preparati, l’autoradio spara a tutto volume “Wolfblood”, ultimo epico disco dei Fil Di Ferro: la velocità e le furiose note di “King Of The Night”, ultimo brano dell’album, accompagnano il mio arrivo nella ridente cittadina di Ciriè.

La corrispondenza quasi perfetta tra il minutaggio del CD e il tempo impiegato nel viaggio è un primo, ottimo auspicio; un altro segno che mi conferma di aver scelto con saggezza l’evento a cui assistere è l’estrema facilità con cui trovo parcheggio. Mi trovo in un’ampia piazza apparentemente a poca distanza dalla SOCE, e intraprendo senza indugio l’esplorazione del bel centro storico di Ciriè alla ricerca del Circolo Arci. Nelle indicazioni su come raggiungere il luogo leggo ‘interno cortile’: è forte il timore di trovarmi in un locale circondato da case private piene zeppe di persone dalle orecchie finissime, pronte a invocare al primo colpo di rullante l’intervento di Forze dell’Ordine ed Esercito per interrompere il divertimento altrui. Fortunatamente gli stabili che fanno da cornice all’ampio cortile, interamente trasformato nel dehor della SOCE, paiono tutti uffici o sedi di associazioni. Si crea così un’oasi cittadina in cui senza dubbio si debbono evitare schiamazzi esagerati, ma in quanto a schiamazzi ragionevoli il livello di tolleranza sembra essere piuttosto elevato. Il concerto, inoltre, si svolgerà all’interno del locale: mi aspetto quindi con un certo ottimismo il classico rimbombo nelle orecchie a fine spettacolo, da sempre indice di shows ben riusciti. Appena metto piede nella SOCE vengo salutato cordialmente da Paola Goitre e Miky Fiorito, rispettivamente cantante e chitarrista dei Fil Di Ferro, seduti vicino alla loro strumentazione. Noto subito che le barriere tra pubblico e artisti sono completamente assenti: le aste dei microfoni e gli strumenti musicali sono piazzati verso il fondo del locale, senza transenne o pareti divisorie atte a separare gli spettatori dai musicisti. Con grande piacere mi rendo conto che i Fil Di Ferro e il pubblico saranno sullo stesso livello, in una situazione che aumenterà esponenzialmente il contatto e lo scambio di emozioni. Dopo aver conosciuto Paola e Miky e aver scambiato qualche chiacchiera di rito, li avverto che cercherò di scattare qualche passabile foto del concerto…sempre sperando che il mio mediocre smartphone riesca a mostrarsi all’altezza.

Tre metallari e una chitarra (da sin. Miky Fiorito, il sottoscritto e Paola Goitre)

Il ghiaccio è stato rotto in un paio di minuti e subito la voglia di mettere le mani su una birra fresca mi guida verso la zona beveraggi: la SOCE è un locale piuttosto raccolto e bastano pochi passi per avvicinarmi al bancone. Vengo dapprima attirato da una lunga serie di bottiglie di birre artigianali disposte una di fianco all’altra, ma mi si confida subito che le birre artigianali alla spina, costante obiettivo di ogni mia serata fuori casa, sono state sistemate nel dehor. Dopo aver assaggiato il primo boccale capisco che dovrò spesso affrontare le rigide temperature che ancora affliggono questa freddolosa Primavera piemontese: la bionda con cui inizio il mio percorso di degustazione è veramente ottima. Man mano che il boccale si svuota sale il numero di persone che entrano nella SOCE: nonostante i molti eventi in corso questo sabato, il concerto dei Fil Di Ferro potrà contare su di una nutrita schiera di fans e di curiosi. Il vociare aumenta e lo spazio a disposizione degli avventori pian piano si riduce: arriva così il momento di dare inizio alle danze. La scaletta dei Nostri, come è giusto che sia, è ricca di brani estratti da “Wolfblood”, che ricordiamo essere uscito nel 2019: la canzone scelta per far capire a tutti che alla SOCE stasera non si faranno prigionieri è “The Curse Of The Werewolves”: con la sua alternanza tra ritmi riflessivi e parti più movimentate il brano permette ai musicisti di scaldarsi e al pubblico di ‘prendere le misure’. Come infatti accennavo poco fa, la totale mancanza di ostacoli tra i Fil Di Ferro e il pubblico rappresenta per Paola Goitre un invito irresistibile a posizionarsi in mezzo agli astanti, simpaticamente investiti dalle ondate prodotte dal suo possente headbanging. L’esempio della cantante verrà più volte seguito da Miky Fiorito e dal bassista/tastierista/contrabbassista Gianni Castellino: i tre si infiltreranno spudoratamente e a più riprese tra le fila degli spettatori, aumentando a dismisura la piacevolezza dello spettacolo e purtroppo affossando definitivamente le limitate capacità fotografiche del mio telefono…sorprendere i Fil Di Ferro immobili è un’impresa pressoché impossibile! Sono convinto comunque che i Lettori mi perdoneranno: se non altro le immagini nell’articolo veicolano egregiamente il dinamismo e le emozioni che hanno caratterizzato l’esibizione.

Headbanging di un certo livello

Dopo “The Curse Of The Werewolves” ascoltiamo la rocciosa “Ambush”, uno dei rari brani pescati dagli album storici della band: in questo caso parliamo di “Fil Di Ferro” del 1988. La canzone è particolarmente adatta per incitare il pubblico ad accompagnare la cantante con qualche coro e i fans non si fanno certo pregare; l’atmosfera si scalda ulteriormente e la successiva, epica “Warriors” abbatte definitivamente le difese di tutti i presenti, compresi alcuni spettatori che, pur non sembrando particolarmente avvezzi alle dure sonorità Heavy Metal prodotte dai Fil Di Ferro, assistono con ammirazione alla performance dei musicisti e ai potenti acuti emessi dalla cantante. Viene ora il turno della terremotante “King Of The Night”: avendo accompagnato il mio arrivo a Ciriè la riconosco fin dalle prime note. Il brano, presente nel primo indimenticabile album di debutto dei Fil Di Ferro, “Hurricanes” del 1986, meriterebbe un mosh pit furibondo che purtroppo le dimensioni della SOCE non permettono…poco male, l’energia accumulata durante la scatenata esecuzione di “King Of The Night” può benissimo venire sfogata durante l’intensa e maestosa “Memories And Thoughts”, sicuramente uno dei punti più alti di “Wolfblood”.

Nel testo della canzone Odino parla in prima persona del rapporto che lo lega ai suoi due corvi Huginn e Muninn, nomi norreni traducibili rispettivamente con ‘pensiero’ e ‘memoria’. I due corvi vengono inviati da Odino nel mondo degli uomini dall’alba al tramonto, e al loro ritorno sussurrano al loro padrone le notizie e le conoscenze assimilate. L’emozionante parte centrale del brano in cui Odino si augura di non venire mai separato dai due corvi, e cioè dai ricordi e dai pensieri che fanno di lui un essere intelligente e senziente, è addirittura più coinvolgente dal vivo rispetto alla pur ottima registrazione discografica. Passato il doveroso momento da pelle d’oca, i Fil Di Ferro riprendono l’offensiva con “Wolfblood”, veloce title track dell’album, che a quanto pare viene proposta con un ritmo ancora più veloce dallo storico batterista Michele De Rosa, unico membro fondatore della band presente nell’attuale formazione. Le scherzose rimostranze dei tre colleghi riguardo alla velocità incrementata con cui De Rosa ‘prende’ il brano vengono rispedite ai mittenti in men che non si dica: trattasi di canzone veloce e non si può suonare lenta, che diamine! Là dove scrivo ‘che diamine’ in realtà sto traducendo un’espressione molto più colorita, ma d’altronde, come giustamente Paola Goitre ricorda ai presenti, ‘è dal ’79 che Michele spacca i c**i’…e pensare che io nel ’79 venivo al mondo!

Giungiamo ora al ‘giro di boa’ con la ballad di “Wolfblood”, “Bitter Is The Wind Tonight”, anch’essa intensa e carica di emozioni: il brano è ricco di inni e la cantante, dopo aver notato il buon livello di partecipazione fra i presenti, ritorna ad incitarli per accompagnarla ancora una volta nei cori. I Fil Di Ferro si avvicinano a questo punto alla fine dell’esibizione e assestano una doppietta fulminante, proponendo la solenne “Destiny Of The Gods” subito prima di uno dei brani più tradizionalmente Heavy di “Wolfblood”, la lunga “Sacrifice”. I suoi sette minuti di durata passano in un lampo: “Sacrifice” è una delle canzoni più varie e ricche di “Wolfblood”, e dal vivo si conferma come uno dei migliori episodi in una scaletta già di per sé ottima. Il compito di chiudere la serata spetta a due brani storici: “Licantropus”, vigoroso mid tempo che come la precedente “Ambush” fa parte della tracklist dell’album “Fil Di Ferro”, e la più recente “It Will Be Passion”, title track dell’omonimo disco del 2005. La canzone si distingue per un’accelerazione finale che lascia agli acuti di Paola Goitre la libertà di minacciare per un’ultima volta la stabilità del soffitto della SOCE.

Gli applausi di fine concerto sciolgono la tensione accumulata durante l’esibizione: i fans sono soddisfatti e anche gli avventori non metallari si complimentano con gli artisti, evidentemente contagiati dall’energia prodotta da musicisti con molti anni di esperienza live sulle spalle. Ricordo ancora con piacere una gentile signora, quasi certamente non metallara, che poco prima di abbandonare il locale si è avvicinata al tavolino intorno al quale io e Paola Goitre stavamo gustando un buon paio di birre, sia per complimentarsi con la cantante che per esprimere la sua meraviglia per una voce ‘che va sempre più SUUU’. Tra l’altro, chiacchierando con Paola Goitre, è venuto fuori che un paio di brani per il nuovo album sembrano essere quasi pronti…rimanete con le antenne dritte, può darsi che fra qualche tempo ne sapremo qualcosa in più! Concludo la serata prendendo qualche appunto e continuando la degustazione delle birre artigianali che ancora mancano all’appello, con il benestare di Gianni Castellino che mi consiglia caldamente di assaggiare un’ottima IPA alla quale non avevo ancora rivolto la mia attenzione. Oltre che un buon bassista, un buon degustatore…che vuoi di più? Manca solo la ciliegina sulla torta per chiudere degnamente la serata a Ciriè: la simpatica Terri Marietta, patronne della SOCE, approfitta della mia più o meno costante presenza intorno agli spillatori di birra per esaminare alcune delle foto scattate durante il concerto. L’intenzione di Terri è quella di attaccarne qualcuna alle pareti del locale, e con molto piacere concedo il mio benestare…a patto di trovarne qualcuna decente, ovviamente. Ho così un motivo in più per tornare alla SOCE: oltre all’ottima birra e alla calorosa accoglienza di proprietari e dipendenti, devo controllare se qualcuno è riuscito a cavare qualcosa di buono dalle mie foto! Faccio a questo punto un veloce ma dispendioso passaggio al tavolino del merchrompo le bal passo in rassegna tutti componenti dei Fil Di Ferro per porgere omaggi e saluti, ringraziando per la bella serata e per l’esibizione riuscitissima.

Da sinistra: Gianni Castellino, Paola Goitre, Bob, Miky Fiorito, Michele De Rosa

Uscito dalla SOCE mi getto nuovamente nel freddo della notte pedemontana, ritrovando con grande facilità l’automobile nonostante i molti boccali scolati. Riparto alla volta di casa portando con me un paio di ulteriori souvenirs, diversi rispetto alle consuete t-shirts e alle toppe da cucire: 1) il rimbombo nelle orecchie a cui accennavo poco fa, quello che viene dopo i buoni concerti, risuona a dovere; 2) sono riuscito a registrare qualche bel video durante il concerto, così da sistemare mio figlio per le sue prossime scorribande davanti al PC. Grazie alla SOCE per aver organizzato questa bella serata e grazie soprattutto ai Fil Di Ferro!