Black

Live Report: Marduk @ Druso, Ranica (BG) – 27/04/2024

Di Jennifer Carminati - 28 Aprile 2024 - 23:10
Live Report: Marduk @ Druso, Ranica (BG) – 27/04/2024

Live Report: Marduk @ Druso, Ranica (BG) – 27/04/2024
a cura di Jennifer Carminati

In questa primavera 2024 che stenta ad iniziare, i Marduk, leggendario gruppo black metal svedese, guidato dal chitarrista Morgan Håkansson, grazie a eRocks Production torna a farci visita da headliner con il tour europeo, Memento Mori European Tour, supportati da Origin e Doodswens.

Tre le date previste in Italia e quella oggetto di questo Live Report sarà l’ultima di queste, sabato 27 aprile al Druso di Ranica (Bergamo), per l’occasione popolato da blacksters locali e non solo.

Un surreale weekend di fine aprile, che coincideva anche con un ponte festivo per molti, caratterizzato purtroppo da freddo, vento e neve sulle montagne, non solo quelle che si vedono attorno nelle valli bergamasche.

Clima perfetto però per questa data al Druso che vede protagonisti i Marduk, una band storica della scena black metal che non ero ancora riuscita a vedere in sede live, sino ad oggi, e questa è l’occasione anche per sentire i brani del nuovo album Memento Mori, oltre che i grandi classici che non possono certo mancare ad un loro concerto.

I Marduk fanno parte certamente della mia personalissima top cinque delle band black metal, con una carriera di oltre tre decenni che ha visto gran pochi cedimenti, e una nomea di potenza in sede live che pochi hanno.

Io e Luca, amico e compagno di concerto di oggi, ci siamo quindi avventurati in quel del locale in provincia di Bergamo per vedere se gli svedesi riusciranno a mantenere la loro feroce reputazione.

Doodswens

Arriviamo al locale poco dopo le 20.15 e troviamo già sul palco gli olandesi Doodswens, gruppo di cui ignoravo l’esistenza fino a pochi giorni fa, lo devo ammettere.

Con piacere noto che la sala principale del Druso è già abbondantemente piena, con l’aria satura di incenso e fumo. Avvicinandomi al palco vedo una sorta di altarino, con tanto di candelabri, teste di caproni, pentacolo e tutto l’occorrente che si conviene per un gruppo black metal, che fa del ritualismo una scelta anche scenica.

Un solo album all’attivo per i tre giovani ragazzi, Lichtvrees del 2021, dal quale attingeranno principalmente per la scaletta di questa sera. Una mezz’ora di esibizione, sfruttata a pieno dai nostri, con il chitarrista e bassista praticamente immobili ai lati di quella che è la protagonista indiscussa di questo gruppo.

Dietro le pelli troviamo infatti una ragazza, Inge Van Der Zon, che, con un face painting d’ordinanza davvero ben fatto, come gli altri due compagni, del resto, si esibisce in una performance più che meritevole, considerando che appunto oltre a suonare la batteria è impegnata alla voce, a volte supportata dagli altri due componenti del gruppo.

Al termine della loro più che convincente esibizione, come si trattasse della chiusura di un rito pagano vero e proprio, sempre lei si adopera nello spegnere le varie candele poste sul palco e a salutarci, ma solo dopo aver alzato al cielo, come fosse un oracolo, un teschio ed un grosso cero.

Un ottimo inizio serata, che ci fa immergere sin da subito nelle atmosfere più macabre e tetre che è lecito aspettarsi dal culto della fiamma nera.

Lineup
  • I. –  batteria, voce
  • N. – basso
  • S. – chitarra
Setlist
  1. In mijn bloed
  2. I
  3. IJsheiligen
  4. Het Zwartewaterland
  5. II
  6. III
  7. IV
  8. Devils stone
  9. Vlaamse Vloek

 

Origin

Un veloce cambio palco e compaiono quelli che per me sono i vincitori indiscussi di questa serata, non me ne vogliano i fan accaniti dei Marduk, ma gli americani Origin, con la loro esibizione micidiale mi hanno davvero impressionato.

Il loro è un technical brutal death metal che non fa prigionieri: una decina di canzoni in circa 45 minuti al limite della devastazione, come quella che si verrà a creare in un pit davvero partecipe della loro esibizione, con pogo e moshpit costanti, aizzati a più riprese dal carismatico frontman, Jason Keyser.

Sembra una bestia che vuole scappare dalla gabbia, con una furia micidiale va da una parte all’altra del palco, riuscendo a tenere altissimo il livello di interpretazione di ciò che canta, con un implacabile growl a farla da padrona.

Mi è piaciuta molto la sua presenza scenica, la sua cattiveria mista a violenta sedata solo dal fatto di poterla scatenare in musica. È stato subito evidente che l’atmosfera è completamente cambiata rispetto all’esibizione precedente, qui ci fa male davvero se non si sta attenti, è un attimo prendersi una gomitata nelle costole o uno spintone.

Tutti i musicisti hanno dato prova di un’esibizione impeccabile dal punto di vista tecnico, con il virtuoso bassista Mike Flores alle prese con una maniera tutta sua di suonare lo strumento, e quel modo di muovere le dita sulle corde che ti catturava lo sguardo.

Chiacchiera molto Jason, e non capisco tutto quello che dice con il suo accento spiccatamente americano, ma certamente mi è arrivato il messaggio rivolto a tutti presenti di andare oltre le barriere di genere, di apprezzare il black come il death metal, uniti dalla stessa attitudine estrema che di certo a loro non manca.

I gruppi come gli Origin sono certamente vere e proprie macchine da guerra che in sede live danno il meglio di sé, e sono sicura che stasera avranno conquistato i cuori neri di molti qui presenti per gli headliner e non amanti di questo genere di metal.

Bravi davvero, anche perché essere totalmente fuori contesto in una lineup del genere, non deve essere per nulla facile, e invece loro hanno dimostrato ancora una volta, come la passione e la giusta attitudine sul palco, fanno sempre raccogliere consensi anche dal pubblico più intransigente come lo è chi ascolta e ama il black metal.

E dopo questa esibizione al fulmicotone che mi ha lasciato piacevolmente esterrefatta mi appresto a bere la prima e unica birra della serata, in attesa dell’arrivo sul palco dei tanto attesi headliner della serata.

Lineup
  • Jason Keyser – voce
  • Paul Ryan – chitarra
  • Mike Flores – basso
  • John Longstreth – batteria
Setlist
  1. Expulsion of Fury
  2. Chaosmos
  3. Accident and Error
  4. Disease Called Man
  5. The Burner
  6. Saligia
  7. Decolonizer
  8. Portal
  9. The Aftermath
  10. Unattainable Zero

 

Marduk

Dopo una mezz’ora, a mio parere estenuante, di canti gregoriani come intro, arriva finalmente il momento degli headliner, quella band che stasera, la terza e conclusiva data della loro incursione italica, è riuscita ancora una volta a richiamare tantissimi fan da ogni dove all’interno del locale in provincia di Bergamo, che si dimostra più che all’altezza di accogliere eventi di questo genere.

Quella band guidata dallo storico chitarrista Morgan Håkansson e che vede alla voce un Mortuus, altezzoso e spavaldo come pochi frontman, forse mai accettato del tutto dai fan più incalliti, ma sempre molto pieno di sé e del suo personaggio.

Sono le 22.15 quando i Marduk, uno ad uno, fanno il loro ingresso sul palco del Druso, quasi completamente immerso nel fumo e nel buio più totale.

Nulla da dire sulla prestazione del batterista, Simon Schilling, e del giovane bassista, Simon Wizén, che, per forza di cose, rimangono sempre in una posizione di secondo piano, rispetto a quella dei due, potremmo definirli entrambi, frontman di questo leggendario nome che ha sempre fatto parlare di sé, nel bene e nel male.

Morgan, nel silenzio e immobilità totali, tira le fila di quello che a tutti gli effetti è il suo gruppo oramai, e Mortuus, dal canto suo, ha sempre cercato di portare avanti un’eredità pesante come meglio gli è riuscito, con un forte carisma e le sue urla infernali con cui ci scaraventa addosso i diabolici pezzi della scaletta.

I Marduk con la solita attitudine intransigente che li contraddistingue da sempre, fanno scivolare via un brano dietro l’altro come nulla fosse, sputandoci addosso continuamente odio e violenza, confermandosi ancora una volta una delle band più brutali e aggressive in sede live del panorama black metal.

Una setlist a mio parere ben studiata, che tocca tutti i loro album principali, passando dall’opener, senza nessun fronzolo particolare, On Darkened Wings, a Equestrian Bloodlust ai blastbeat vecchia scuola, di The Funeral Seemed To Be Endless, tratta dall’album di debutto del 1992 Dark Endless.

Come non citare l’acclamatissima da tutti The Blond Beast dal grandioso Frontschwein, che resta uno dei miei loro album preferiti in assoluto.

Tra una discesa e l’altra dal palco di Mortuus, che si lamenta continuamente di non so quali problemi al microfono prima, e delle luci che gli davano fastidio poi, i nostri ci propongono un assalto frontale disarmante, con una carrellata dei loro grandi classici, come With Satan And Victorious Weapons, The sun Has Failed, Throne of Rats e l’intricata Wolves, dopo la quale il gruppo si prende qualche attimo per riprendere fiato prima del tanto acclamato bis conclusivo.

Il recente Memento Mori è rappresentato da soli due brani: la cupa ed atmosferica Shovel Beast Sceptre e la più furiosa Blood Of The Funeral, completamente nel loro stile.

Come tutti ci aspettavamo, tornano per un unico brano, quello più atteso da tutti i quei presenti, Panzer Division Marduk, che, facendo tremare le Druso per un’ultima volta questa sera, chiude il concerto, o sarebbe meglio dire, il devastante massacro dei Marduk, come sempre una garanzia di fredda intransigenza black metal.

Chi conosce bene i Marduk sapeva cosa aspettarsi da una loro esibizione dal vivo.

Io che non li avevo mai visti prima di oggi, posso solo confermare che sono a tutti gli effetti un gruppo solido sul palco, che pur avendo un atteggiamento distaccato al limite dell’altezzoso con il proprio pubblico, riescono comunque ad avere un forte seguito, sempre, dovunque e comunque.

Finché ci saranno in giro band come i Marduk, e la loro ininterrotta blasfemia, la nera fiamma del black metal continuerà fieramente ad ardere.

Serata ben al di sopra delle mie aspettative, e credo di molti altri qui presenti, che dopo aver ricevuto il contentino di violenza quotidiana, possono tornare a casa felici e soddisfatti per esserci stati.

Ringrazio l’amico Fabio C. per avermi concesso la possibilità di utilizzare alcune sue foto in questo report, e finalmente possiamo dire di conoscerci di persona, dopo anni di messaggia via schermo.

Il potere della musica è anche questo, unire e far conoscere persone, ed è bellissimo.

Till next time.

Lineup
  • Mortuus – voce
  • Morgan – chitarra
  • Simon Wizén – basso (session)
  • Simon Schilling – batteria
Setlist
  1. On Darkened Wings
  2. Equestrian Bloodlust
  3. Shovel Beats Sceptre
  4. Souls for Belial
  5. The Funeral Seemed to Be Endless
  6. With Satan and Victorious Weapons
  7. Wartheland
  8. Blood of the Funeral
  9. The Levelling Dust
  10. The Sun Has Failed
  11. The Blond Beast
  12. Throne of Rats
  13. Wolves
Encore
  1. Panzer Division Marduk