Live Report: Tremonti+Florence Black @ Magazzini Generali (MI) 27/01/2025

Testo di Vittorio Cafiero – Photo Gallery di Luna La Chimia.
In una fredda e piovosa serata milanese, tocca ai Tremonti provare a scaldare gli appassionati, in uno dei primi appuntamenti della stagione rock meneghina. Ad aprire, gli ancora poco conosciuti gallesi Florence Black.
Florence Black
Entriamo nei Magazzini (già abbastanza pieni) alle 19, quando il power trio gallese ha già iniziato la sua performance. Non conosciamo affatto la band, ma veniamo subito conquistati dalla potenza sprigionata dai tre. Il frontman Tristan Thomas, voce e chitarra, con la sua voce intensa e un’abile gestione dello strumento anche in fase solistica, riesce a trasmettere emozioni profonde, conquistando il pubblico che risponde con sorrisi e applausi. Lo stile proposto parte dal post grunge fino a spingersi all’alternative metal (Soil, Godsmack), ma non viene trascurato qualche breve excursus in territori hard-blues.
Il concerto dura solo mezz’ora scarsa ed è un vero peccato: l’energia palpabile e il desiderio di ascoltare ancora di più lasciano intendere che ci sarebbe voluto almeno un bis per saziare l’appetito dei fan. Nonostante ciò, la serata dei Florence Black si dimostra un concentrato di rock potente e coinvolgente, capace di lasciare un segno in chi è stato puntuale ed ha assistito alla loro esibizione.
In definitiva, i Florence Black hanno confermato il loro ruolo di esponenti di un hard rock moderno, robusto e senza compromessi, regalando una performance breve ma memorabile, in cui la tecnica, la passione e l’energia si sono fusi in un unico, potente elemento.
Tremonti
Con grande puntualità, alle 21 in punto la musica di sottofondo si abbassa e le note introduttive di “All the Wicked Things” danno il via alla performance della band americana che si rivelerà uno spettacolo intenso, carico di energia e qualità tecnica.
Mark Tremonti, sempre più a suo agio nel ruolo di frontman, dimostra di essere un cantante completo, non più un semplice vocalist. La sicurezza con cui si muove sul palco e la serenità che traspare dalla sua performance hanno un impatto tangibile sull’intero concerto, rendendo ogni canzone ancora più coinvolgente. Impressiona come, dopo oltre venticinque anni di carriera, continui a sfornare musica di alto livello senza mai sbagliare un colpo, sia con gli Alter Bridge, sia con il suo progetto solista, senza dimenticare tutto quello che ha realizzato con i Creed.
La scaletta, un mix ben bilanciato tra i classici e i brani tratti dall’ultimo album, “The End Will Show Us How“, soddisfa pienamente i presenti. Tra i momenti più emozionanti, spicca “The Things I’ve Seen“, durante la quale il chitarrista Eric Friedman si prende il suo spazio per brillare, mostrando ancora una volta di essere un partner musicale ideale per Tremonti.
Con “Throw Them to the Lions“, la band emerge in tutta la sua essenza “metal”, sprigionando una potenza sonora e un’aggressività che infiammano il pubblico, sottolineando il lato più estremo e viscerale del loro repertorio.
Un momento speciale si crea con “Dust“, quando Mark invita il pubblico ad accendere i flash degli smartphone. La platea, prontamente ascoltandolo, illumina i Magazzini Generali con un mare di luci, regalando un’atmosfera suggestiva e un colpo d’occhio davvero emozionante. La ballad si carica così di ulteriore intensità, creando uno dei picchi emotivi dello show.
Tremonti introduce “The Mother, the Earth and I” con un discorso pacifista che invita alla cura del pianeta e alla promozione della pace. Il messaggio, profondamente in sintonia con il testo del pezzo, colpisce il pubblico, che risponde con applausi sentiti.
La chiusura del set principale arriva con “Marching In Time“, un momento particolarmente significativo della serata. Tremonti spiega che il brano è stato scritto poco dopo aver scoperto che sarebbe diventato padre per la terza volta: una lettera indirizzata al nascituro, un invito a essere se stesso e a non seguire ciecamente la massa. Con parole toccanti, canta:
“Don’t let this cold world change you
Don’t ever go astray, and don’t you Fail to keep on giving Don’t fail to show your strength, no Like so many lives marching in time“Il messaggio di individualità e autenticità si sposa perfettamente con l’intensità dell’esecuzione, regalando un momento di grande impatto emotivo.
La base ritmica composta da Garrett Whitlock alla batteria e Tanner Keegan al basso si conferma solida e incisiva, elevando ogni brano con precisione e potenza. Questo si nota particolarmente in “Flying Monkeys“, un pezzo che richiama le influenze dei Metallica del Black Album con i suoi riff oscuri e possenti.
Il vero apice della serata arriva con il bis. La title track dell’ultimo album, “The End Will Show Us How“, seguita da “A Dying Machine” e dalla classica “Wish You Well“, sigilla una serata indimenticabile. Il pubblico canta a squarciagola, unendo le proprie voci in un coro travolgente.
Osservando l’energia e la qualità della performance, viene spontaneo chiedersi come Tremonti riesca a essere così prolifico, alternandosi tra Alter Bridge e il progetto omonimo, senza perdere un briciolo di ispirazione o di impatto. Anzi, con il passare degli anni sembra affinare sempre di più il suo songwriting e il suo stile esecutivo.
E se tutto questo non bastasse a renderlo un artista straordinario, c’è un altro aspetto che merita di essere sottolineato: con milioni e milioni di album venduti, Mark Tremonti potrebbe tranquillamente starsene a casa a godersi la sua famiglia, forte di una carriera che gli ha già dato tutto. Eppure, continua a mettersi in gioco, a scrivere nuova musica, a salire su palchi magari non milionari, ma autentici, dove si respira la vera essenza del rock. La sua dedizione è ammirevole, la sua passione è genuina, e ogni concerto come questo è la dimostrazione che non è mai stato solo un grande chitarrista, ma un vero artista a 360 gradi.
Non è più possibile considerare i Tremonti come una realtà che vive all’ombra degli Alter Bridge. Con una performance come questa, è evidente che la band ha raggiunto la piena maturità, imponendosi come una realtà solida e autonoma nel panorama heavy metal e hard rock. E con il concerto di oggi lo ha pienamente dimostrato.
Tremonti setlist:
All the Wicked Things
Cauterize
You Waste Your Time
If Not for You
The Things I’ve Seen
The Mother, the Earth and I
Just Too Much
Throw Them to the Lions
Another Heart
It’s Not Over
So You’re Afraid
Flying Monkeys
Dust
Catching Fire
My Last Mistake
Marching in Time
Encore:
The End Will Show Us How
A Dying Machine
Wish You Well
Vittorio Cafiero