Motorock 2004: Vision Divine + WhiteSkull (Report)
All’insegna di vecchi e nobili valori che rispondono al grido di `Birra, motori e rock’n’roll!`, anche quest’anno si è svolto in quel di Cremona il Motorock, evento che nella serata di sabato 22 maggio ha ospitato due importanti gruppi della scena nazionale: WhiteSkull e Vision Divine.
Il bill originario prevedeva come headliner i Grave Digger ma, come successe pochi anni fa sempre al Motorock, anche quest’anno la band tedesca ha dovuto rinunciare per cause di forza maggiore: nello specifico una infezione al chitarrista Manni Schmidt.
In leggero ritardo per un temporale che si è scatenato all’improvviso, i WhiteSkull salgono sul palco davanti a un pubblico decimato dalla pioggia insistente che non smette di scendere. Nonostante le condizioni climatiche avverse il gruppo non si scoraggia e con grinta inizia la propria esibizione. Le poche metalheads rimaste sotto il palco (una quarantina circa e ormai completamente inzuppate) gradiscono l’atteggiamento della band e cominciano a supportare il Teschio che intanto pesca dal suo cilindro, oltre ad alcuni brani del nuovo The XIII Skull, diversi classici come The Roman Empire e The Dark Age che scatenano i presenti. Highlight, come spesso succede, è senza ombra di dubbio la acclamatissima Asgard. La band è in una serata positiva e gode di un affiatamento notevole. Gus Gabarrò mostra doti canore e carismatiche sempre in miglioramento e Danilo Bar sembra ormai perfettamente inserito nella band. Tony Mad è una istituzione della band e della scena italiana e la sua simpatia non può non conquistare il pubblico di Cremona.
Dopo circa un’ora di martellante e genuino speed metal (non fosse per alcuni problemi di soundcheck) i WhiteSkull si lanciano nella conclusiva Tales From The North e lasciano la scena tra i meritati applausi.
La pioggia rallenta, il pubblico si infoltisce notevolmente e dopo il cambio di set è l’ora dei Vision Divine. La band si presenta con una formazione rivoluzionata rispetto agli albori (della line up originaria restano solo il padre fondatore Olaf Thorsen e il bassista Andrea Torricini) e con un nuovo album appena uscito alle spalle, quel Stream of Consciousness che ha interrotto un silenzio di 3 anni e che ha raccolto tanti giudizi positivi dalla stampa specializzata.
Sul palco del Motorock i Vision Divine sembrano però mancare di carisma, fatta eccezione per due artisti navigati come Thorsen e Smirnoff.
Il nuovo singer Michele Luppi è dotato davvero di una bella voce, le sue linee vocali sono ottime e un paio di acuti spettacolari. Canzoni vecchie come Send Me An Angel o Pain guadagnano notevolmente rispetto al passato e anche i pezzi del nuovo album come La Vita Fugge godono di una interpretazione da applausi… ma in quanto presenza scenica la situazione è imbarazzante. Tralasciando il fattore abbigliamento (il singer sembrava uscito da una discoteca: maglietta bianca attillata con numero che tanto va di moda e scritte cinesi in rosso) Luppi non riesce a conquistare il pubblico. Non approfitta dei momenti in cui il palco è completamente suo, come in Identities e la presentazione dei pezzi è spesso scarna e affrettata. Non mancano anche alcuni errori dovuti forse all’emozione. Fortuna che pare esserci tanto margine di miglioramento.
La proposta musicale è ben suonata ma mai diretta e incisiva; i riff non colpiscono a dovere e dopo una esibizione adrenalinica come quella dei WhiteSkull queste pecche risaltano ancora di più.
Peccato per la pioggia che ha intimidito i più e peccato sopratutto per la mancata esibizione dei Grave Digger, da sempre band che dal vivo è capace di offrire davvero un grande spettacolo.
Alessandro “Zac” Zaccarini