Death

Necrodeath (Flegias e Pier)

Di - 7 Luglio 2014 - 12:10
Necrodeath (Flegias e Pier)

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di TrueMetal! Com’è andata sul palco, poco fa?

F: Ciao! Beh, abbiamo patito parecchio il caldo, oggi, più rispetto ad un concerto normale in cui facciamo un’ora abbondante di show. Sinceramente non me lo spiego, davvero!

L’unico appunto che farei è che la batteria, durante il primo paio di pezzi, si sentiva un po’ troppo e sovrastava il resto.

F: Me l’hanno detto, ma questo sai perché succede? Perché non hai la possibilità di fare un soundcheck, durante un festival, quindi durante i primi due pezzi, la qualità del suono bisogna un po’ dimenticarsela.

A questo punto, direi di partire con le domande sul disco nuovo. A tal proposito, comincerei parlando di un particolare che può, a mio avviso, cogliere abbastanza di sorpresa: la copertina. Come mai questa scelta grafica?

F: L’ho studiata man mano e, cammin facendo, sono venute fuori le idee. Mi rendo conto che, dall’idea base di rappresentare i 7 peccati capitali con due mani sfocate che formano un 7 con le dita e un personaggio a fuoco sullo sfondo, si è sviluppato tutto il concept dell’artwork. La geometria dell’immagine, infatti, è molto particolare, se uno ci fa attenzione, perché per capirla appieno bisogna guardarla nell’insieme, quindi con la copertina, quello che sta sotto il cd e il retro della copertina. Tecnicamente parlando, si tratta tutto di una questione di fuoco. Inoltre, abbiamo anche avuto la possibilità di avere una pornostar, Mila Ramos, abbastanza conosciuta in Italia per poter rappresentare al massimo il “peccato”. Tra l’altro abbiamo scoperto che si tratta di una nostra grande fan, usa anche le nostre musiche ai suoi show.
Tra l’altro, nonostante noi siamo assolutamente fuori da questa filosofia, se analizzi bene il risultato finale dell’artwork, il tutto assume una geometria molto massonica. Questa è stata una cosa non voluta, ma che mi hanno fatto notare successivamente ed è emersa in un secondo momento. In ogni caso, sono pienamente soddisfatto delle scelte sulla copertina e questa mia posizione è avvalorata anche dal fatto che sto ricevendo molti feedback positivi al di fuori dell’ambito del metal.

Visto che siamo in un momento in cui il vinile sta tornando molto in auge, questa copertina è stata pensata anche per tale formato?

F: No, è stata concepita solo per i formati CD e T-Shirt. Per ciò che riguarda il vinile, abbiamo fatto uscire un 45 giri del singolo, ma si tratta di un artwork completamente differente. In particolare, se n’è occupata la casa discografica Night Of The Vinyl Dead e, alla presentazione del lavoro, siamo rimasti talmente soddisfatti che abbiamo dato loro carta bianca.
P: Tra l’altro stanno anche per stampare l’intero album su vinile, ma la grafica la riprenderanno dal formato CD.

Sempre a proposito del nuovo album, mi addentrerei un secondo nelle musiche, per poi parlare dopo dei testi.

P: Per quanto riguarda le musiche, la “mente” è sempre Peso. E’ lui che ha le prime idee, suonando la batteria e strimpellando la chitarra. Ha un linguaggio tale per cui lui mi dà degli input e io glieli traduco strumentalmente. Di solito, in ogni album creiamo qualcosa di particolare, di diverso da prima, ma non c’è mai nulla di forzato e di studiato a tavolino. In questo periodo avevamo voglia di creare qualcosa di più estremo, cosa che è stata interpretata come un ritorno alle origini da parte di molti, ma commercialmente non è che ci andasse di farlo. Volevamo fare un disco sui peccati capitali, quindi un lavoro estremo con brani molto veloci, giri molto sporchi e approccio della vecchia scuola.

Nonostante ci siano anche dei passaggi atmosferici…

P: Certo! E abbiamo anche voluto mantenere un tipo di produzione moderno, che non fosse un Into The Macabre. Sia chiaro: si tratta di un capolavoro, ma coi suoni di quegli anni. Tante volte ad oggi si cerca di ricreare i suoni di una volta, ma spesso il risultato non è ottimale per tanti motivi.
Questo, sostanzialmente, è quanto. Abbiamo buttato giù moltissime idee e i 7 “nuclei” portanti sono poi quelli che sono andati a creare i brani finiti sul disco.
F: Esatto. Musicalmente parlando, Peso e Pier hanno carta bianca dal punto di vista compositivo: sono loro che danno la struttura base del pezzo. A livello concettuale, ricordo che 2 anni fa, finito un concerto in Toscana, io e Peso stavamo facendo una passeggiata nel retro del locale e lui mi ha chiesto: “Cosa facciamo al prossimo disco?”. Mi ricordo di avergli risposto semplicemente: “Voglio che sia il più veloce della nostra carriera!”. Tutto ciò perché venivamo da un lavoro, Idiosyncrasy, composto da un unico brano di 40 minuti con evoluzioni, cambiamenti e ritorni. A quel punto ho parlato agli altri della band di questa cosa e il mood che ci ha fatto concepire il nuovo album è stato proprio questo: pezzi tirati di 3 minuti e mezzo al massimo di durata.
P: Si, diciamo che il discorso è iniziato dall’idea di Flegias, poi passa tutto a Peso e me per andare di nuovo da Flegias e GL.
F: Insomma, alla fine arrivo io e ci metto su una pezza! (ride, ndr)

E questa pezza sono i testi, appunto. A tal proposito, leggendo alcuni commenti in giro (all’epoca dell’intervista il disco non era ancora uscito, ndr), ho notato che spesso si fa riferimento al fatto che il concept dei 7 peccati capitali sia un po’ “banalotto”, diciamo. Cosa vi ha spinto a operare questa scelta?

F: Beh, sul fatto che sia, come dici tu citando delle fonti, “banalotto”, non posso dar torto a nessuno. Se qualcun altro l’ha già fatto, davvero non ne sono a conoscenza. Quando prendo spunto per tale riff o testo da una band, alzo bandiera bianca immediatamente e non ho problemi ad ammetterlo, ma in questo caso l’abbiamo fatto in maniera totalmente naturale. Abbiamo avuto l’idea di fare un disco estremamente violento e, per abbinare alla violenza sonora, una violenza lirica, abbiamo deciso di mettere in musica i 7 peccati capitali. Abbiamo giocato in maniera “semplice”, perché è facile contestualizzare i peccati capitali in ambito heavy metal. Un po’ più difficile, credo, è quello che abbiamo fatto noi, cioè abbinare delle liriche in inglese, italiano e latino in ogni singolo pezzo e in maniera assolutamente non casuale.
P: Aggiungo una cosa: prima di dire che si tratta di un concetto banale, bisognerebbe anche vedere come è stato sviluppato. D’accordo, dei 7 peccati capitali ne hanno parlato in molti, ma è da capire in che modo. Tenendo, peraltro, presente che il disco non è ancora uscito, quindi credo che commenti come questi lascino il tempo che trovano. Ci tengo a precisare, sia chiaro: noi siamo ben contenti di ricevere critiche e appunti, ne discutiamo volentieri!
F: Alla fine era successo anche con il nostro precedente lavoro: “I Necrodeath che fanno un album con un solo pezzo? Non sono più quelli di una volta!”. Sono cose curiose, se uno ci pensa, ma comunque ci stanno. In fondo, a noi va bene così ed è un fatto su cui giochiamo molto, quello del “L’importante è che se ne parli”. In fondo, la persona che ha scritto The 7 Deadly Sins è l’alter ego della persona che ha scritto Mater Of All Evil, Black As Pitch.

Avete incluso nella tracklist anche due bonus track, che sono ri-registrazioni di un paio di vostri vecchi pezzi. Come vi è venuta questa idea?

F: Mi ricollego al concetto di poco fa, cioè del fatto che volessimo un album violento, basato su 7 tracce estreme, le quali, però, non danno sufficiente minutaggio totale per un album. Avevamo queste due tracce nel cassetto e abbiamo deciso di regalare, a chi compra The 7 Deadly Sins, anche queste due canzoni ri-registrate, le quali non mancano di violenza e mantengono un discorso coerente col resto del lavoro.

Visto che è stato nominato, tornerei a parlare del vostro disco precedente, Idiosyncrasy. Inizialmente, com’era stato da voi accolto e, dal vostro punto di vista, cosa pensate oggi di quell’album?

P: A mio parere, in realtà, a parte lo storcere il naso inizialmente per il discorso del brano unico, i commenti generali sono stati molto buoni. Per quanto riguarda noi, Flegias è quello che sicuramente ne va più fiero e noi gli diamo assolutamente ragione. Si è trattato di una cosa particolarissima e, a nostro giudizio, molto ben riuscita: musiche, contenuti, produzione sono perfetti per quello che volevamo ottenere. I suoni, in particolare, sono venuti fuori molto bene, moderni come richiesto dall’album. La mia paura era un po’ più l’aspetto grafico…

F: (ridacchia, ndr) Sempre colpa mia, eh!
P: No, beh, devo dire che mi sono ricreduto e nessuno ha avuto da lamentarsi, ecco. Diciamo che noi ci ripetiamo sempre, prima dell’uscita di un nuovo disco, che se ne noi siamo contenti, allora va benissimo.
F: Avevamo un po’ di timore riguardo il concept grafico, ma dovevamo farlo in linea anche con il trailer che abbiamo fatto uscire all’epoca. Tornando alla tua domanda, il nostro punto di vista, e il mio in particolare, è che rimango fiero di molti lavori dei Necrodeath che, possiamo dire, hanno fatto la “storia”, ma Idiosyncrasy non riusciremo mai ad eguagliarlo. Questo perché non è facile fare un brano di 40 minuti, senza cali di attenzione, senza renderlo noioso. Io credo si tratti del massimo a cui possiamo spingerci.

Più o meno tutti voi siete impegnati in progetti paralleli ai Necrodeath. Come procedono le cose in questo senso?

P: Direi che siamo entrambi abbastanza in ballo, per non dire nelle canne (risate generali, ndr)! Tra l’altro, nel mio caso, mi fa molto piacere che Giorgia dei Mastercastle sia stata coinvolta anche per un piccolo arrangiamento in The 7 Deadly Sins. Con loro, che rappresentano il mio lato più melodico e neoclassico di cui non posso fare a meno, stiamo andando avanti con le registrazioni del prossimo album e, tra l’altro, ci saranno poi novità anche a livello di etichetta discografica. Anche con loro sono molto soddisfatto, nel tempo siamo cresciuti molto.

F: Per quanto riguarda Cadaveria, possiamo fare un copia-incolla della risposta di Pier: in questo momento sto ultimando le batterie del nuovo disco. Si tratta di incastrare gli impegni di tutti quanti, per quanto non sia facile: promozione del nuovo Necrodeath, registrazioni dei nostri vari progetti e così via.
P: Peso si sta togliendo moltissime soddisfazioni con un progetto di tributo ai Beatles. Vedi, in realtà questi metallari satanisti hanno poi una cultura musicale a 360°, per cui lui si sta dedicando a fare molte serate con questo gruppo molto particolare. So, poi che ha anche in ballo un progetto con il chitarrista degli Schizo, S.B. Reder, con cui è molto amico e di cui ogni tanto parla, ma non si capisce bene se la cosa andrà mai in porto o meno.
F: GL aveva anche i suoi progetti, ma da quando è entrato nei Necrodeath l’abbiamo assorbito totalmente e non ha più tempo per fare nulla, davvero!

Una domanda che mi piace sempre porre è la seguente: che cosa fate, nella vita “reale”, per vivere. Molti fan si aspettano che i Necrodeath siano fonte di reddito sufficiente per vivere, è così?

P: In generale non mangiamo e non abbiamo una casa (risate generali, ndr). Battute a parte, io mi dedico alla musica, nella vita. Ho aperto questa scuola che si chiama Music Art e nella quale ho ufficializzato quello che faccio da sempre, cioè l’insegnante di musica a tempo pieno. Lo stesso discorso vale per Peso, il quale fa alcuni giorni da me e altri in altre scuole di musica nel territorio di Genova.
F: Io ho un’attività “parallela” alla musica, così mi piace definirla, che è quella delle produzioni televisive, infatti mi piace molto dedicarmi ai videoclip e alle produzioni di tutto ciò che è legato alla musica.

Ultima domanda: visto che Flegias ha la maglietta dei Venom, siete ancora in contatto con Cronos?

F: Il discorso è questo: noi siamo molto legati a gruppi come Possessed, Slayer, Celtic Frost, Voivod e Venom. Successe che venimmo messi in contatto con Cronos per l’intro di 100% Hell, lui si dichiarò nostro fan e questo a noi non poté che far piacere. A onor del vero, però, siamo rimasti più in contatto con “l’altra parte” dei Venom, cioè gli Mpire Of Evil di Tony e Mantas, tant’è vero che spesso ci sentiamo e ci coinvolgono a vicenda in progetti. Di questo, nemmeno a dirlo, siamo molto orgogliosi, ci fa estremamente piacere definirli amici.

Essendo l’ultima domanda, vi lascio le ultime parole dell’intervista.

P: Beh, ringraziamo innanzitutto te e i lettori di TrueMetal.
F: Quello che vorrei chiedere ai tuoi lettori, invece, è di ascoltare The 7 Deadly Sins, prima di criticarlo, perché se riescono ad entrare nel mood dell’album, sono convinto che ne trarranno giovamento.