Officina Dei Sogni (Claudio Pino)
Di interviste ce ne sono di molti tipi, questa è una di quelle che dà parecchia soddisfazione anche a chi ha posto le domande, una di quelle che riesce ad allontanare la malinconia mista a delusione che si instaura nel momento in cui si incappa nella rockstar di turno straniera svogliata che risponde a monosillabi o poco di più, nonostante sia in periodo di promozione e abbia tutto l’interesse nel suscitare curiosità ed entusiasmo in chi poi leggerà le Sue parole. Il mio interlocutore si chiama Claudio Pino, uno che da decenni si sbatte per l’heavy metal, fra radio, organizzazione di concerti e partecipazione attiva agli eventi. L’ultimo importante parto si intitola Officina Dei Sogni, tributo alla Strana Officina.
Buona lettura.
Steven Rich
Claudio, presentati passando per il programma radio Loud n’ Proud.
Allora, Loud n’Proud, partì per la prima volta il 5 maggio 1986, con la sua prima puntata, su Radio Modulare Centro Pistoia; il programma era condotto da Luca e Alessio. Si sposterà a Radio Diffusione Pistoia nel 1988 e nel 1989, viene deciso anche il vero nome del programma (il nome non deriva dall’album dei Nazareth, bensì da una frase di Joe Eliott dei Def Leppard nel presentare l’assolo del chitarrista nella data fiorentina del tour di Hysteria, 1988:”Loud’n’proud from London town, Mr. Phil Collen”).
Alessio molla a fine 1991 e io, ascoltatore da tempo del programma, entro alla conduzione insieme a Luca, a febbraio 1992. Il programma ha sempre dato ampio spazio al panorama underground italiano, sia prima di me che con me. Oltre a passaggi di demo o album italiani, abbiamo sempre fatto e continuiamo a fare interviste numerose a gruppi italiani di nome o emergenti, con qualche intervista a grossi nomi esteri, fra cui, negli anni, Motorhead, Hammerfall, UDO, Overkill, Angra, Moonspell e altri (la lista, alla fine sarebbe lunghina).
Girlschool&Claudio Pino
Per il ventennale, il 5 maggio 2006, abbiamo organizzato un piccolo concerto per festeggiare, allo spazio musica Melos a Pistoia, con Juglans Regia, No remorse e Phantom Lord, tutti gruppi locali. Per i 25 anni abbiamo fatto le cose più in grande, con spille e concerto evento speciale dei DarK Quarterer, della durata di più di 2 ore, con set list unica e ospiti (han suonato i pezzi di War tears con ospite alla chitarre Sandro Tersetti, che ha suonato nei brani insieme a Francesco. Due dei pezzi in questione, Lady Scolopendra e Darkness/Oscurità, sono cantati in Italiano. In più Alice canta su Blind Church e tutti insieme fanno 3 cover con Alice alla voce).
Uno dei manifesti degli eventi organizzati da Pino&Co.
Il concerto si svolge presso i locali del Cral Breda a Pistoia il 22 Aprile 2011. Attualmente il programma va avanti e, grazie ad internet, ha un bacino di utenza maggiore di un tempo. Ogni mercoledì sera dalle 21 alle 23 sui 92,1 o 95 mhz per Pistoia e provincia (non Valdinievole), Prato e provincia (non tutta) e Empoli o in Streaming su www.radiodiffusionepistoia.it
Io da solo oltre agli eventi della radio, organizzai all’interno del Rock Shock, una data dei Dark Quarterer, con supporto degli Juglans Regia, al Lago di Santonuovo, nel comune di Quarrata, Pistoia, il 02/06/1995. Abbiamo organizzato in 4 le tre edizioni del festival Rock On, all’Auditorium di Pistoia, la 2° e la 3° come Associazione culturale “Alla Deriva”.
Come è nata l’idea del Tributo alla Strana Officina?
Da quello che so, l’idea è nata una sera a cena, fra Alessio e Riccardo di Etrurian Legion, Tiziano degli Etrusgrave e Luca “Fils” degli Axevyper. Fra un bicchiere di vino, una birra e tanto cibo, credo sia venuta fuori quasi come per scherzo. Da lì ha preso forma, diventando un’ idea concreta, da prima con poche band; poi sono stato coinvolto da Alessio nel progetto e ho accettato con entusiasmo, dato che la Strana Officina, per noi tutti, è molto di più di una semplice band! E da lì trovare gli altri gruppi è stato, in realtà, meno difficile di quello che si pensi.
Etrurian Legion&Claudio Pino
Che criterio avete utilizzato per la scelta dei gruppi da coinvolgere?
L’unico criterio che abbiamo adottato è stato che ogni band dovesse essere Toscana. Ci siamo trovati d’accordo che il progetto dovesse essere un tributo della terra di origine della Strana Officina, la Toscana, alla sua istituzione nel mondo metal. Da noi la Strana è una “cosa” viscerale!
Avete ricevuto dei NO secchi da parte di qualcuno?
Qualche no c’è stato. Ma abbiamo ricevuto solo due no secchi, da quello che mi ricordo. Purtroppo se ne sono aggiunti altri in corso d’opera: gruppi che non hanno potuto partecipare per impegni più pressanti del previsto, che in un paio di casi hanno fatto si che le band stesse non potessero rispettare nessuna scadenza, purtroppo, e gruppi che hanno avuto problemi di formazione o di empasse che hanno portato ad una pausa per la vita degli stessi gruppi. Fortunatamente siamo riusciti a trovare sostituti degni in ogni occasione e a non svilire la qualità del disco, riuscendo anzi a avere partecipazioni illustri.
Avendo avuto la bacchetta magica quali altre band italiane avreste coinvolto nel progetto?
Di band italiane da chiamare ce ne sarebbero state ancora parecchie! Però, con la nostra decisione di fare un tributo alla Strana Officina proveniente proprio dalla sua regione, dalla sua gente, da tutti quelli che li hanno sempre e costantemente sostenuti in ogni fase della sua storia, compresi gli anni del silenzio, la scelta era un po’ limitata! Comunque ci sarebbero state ancora band, ma fra impegni vari di alcuni e limiti di spazio, siamo molto contenti così! Avessimo potuto fare un triplo cd tributo, uno con band toscane e uno con band italiane e l’ultimo di bonus a sorpresa, sarebbe stato epocale…ma i budget sono quello che sono!
Il giorno della presentazione dal disco con la Strana Officina
Come si sono svolte le fasi di registrazione?
Abbiamo lasciato piena libertà a ogni gruppo di registrare e produrre come meglio credeva e dove voleva, visto che è stato fatto in uno spirito totalmente underground, “do it yourself”, nonostante qualche nome di livello nazionale e internazionale; per questo si possono sentire registrazioni e produzioni molto differenti fra loro e per niente uniformi a livello di resa sonora.
E la scelta dei brani?
Abbiamo lasciato liberi i gruppi di scegliersi i pezzi e per i primi gruppi contattati c’è stata libertà totale. Purtroppo in alcuni casi, qualche gruppo ha chiesto di fare pezzi già presi e ha dovuto cambiare la scelta. In qualche caso io ho proposto a alcune band di provare a fare un determinato pezzo, come nel caso di Frozen Tears, Dark Quarterer e Tossic e direi che la scelta è stata azzeccata, anche perché per ognuno di loro era davvero o il brano o uno dei brani della Strana preferiti; per questo sia la mia proposta che la loro scelta combaciavano! Discorso a parte meritano i sostituti, chiamati in corso d’opera per le varie defezioni forzate, che di solito hanno ereditato il pezzo che aveva scelto la band precedente.
Dal punto di vista delle inevitabili spese relative al progetto come vi siete mossi? Qual è stato il grado di coinvolgimento a livello economico da parte dei vari gruppi?
Purtroppo, essendo stato fatto un lavoro con spirito completamente underground, ogni gruppo ha pagato la propria registrazione, facendola dove riteneva più opportuno; abbiamo lasciato, appunto, massima libertà di scelta di studio di registrazione e di autoproduzione. Poi del mastering finale mi sono occupato io personalmente, scegliendo lo studio e facendomi ragguagliare di continuo sullo stato delle cose, fra problematiche e ottimi risultati. Devo dire che in questo senso non avrei potuto fare una scelta migliore. Il tecnico del suono ha fatto miracoli in alcuni casi e colgo l’occasione per ringraziarlo di cuore!
Cosa pensi della Strana Officina?
Da parte mia ogni bene possibile! Ma credo che sia così anche per gli altri. La Strana è la Strana! Passione, cuore, sudore, grande musica e dedizione totale. Ha lasciato veramente pietre miliari per il metal italiano di un livello tale, che avrebbero ben figurato anche in Inghilterra. E per di più non è stato il solito gruppo metal, viste le varie influenze che fanno anche capolino nella loro musica, fra Metal, Blues e Hard blues e prog anni 70!.
Come consideri la Strana Officina all’interno del panorama HM italico?
Io penso che sia il gruppo più rappresentativo, almeno in Italia per il metal classico, con varie influenze, appunto. Ogni pezzo della Strana ha una magia unica, ha una sua personalità, una sua atmosfera particolare, si può riconoscere subito proprio per tutte queste caratteristiche, fin dalla prima nota. Magari ci sono stati gruppi che son diventati più noti, che hanno avuto più seguito e pubblico, ma sfido chiunque di trovare una band che abbia un seguito così genuino, una stima così elevata, un così alto rispetto da parte di tutti i quelli che seguono il Metal italiano. E credo proprio che se dovessimo proprio cercare il cantante Italiano più rappresentativo, per dedizione, cuore, feeling, credo che “il Bud” sia proprio il candidato perfetto!
Vi siete avvalsi di qualche aiuto oppure Officina dei Sogni può considerarsi totalmente autoprodotto?
Io suppongo che si possa proprio considerare un’autoproduzione. Ci siamo avvalsi di aiuti del tipo di consigli, di grafici, di fonici, di artisti, ma comunque in via amichevole e comunque sempre e solo pagando di tasca nostra. Alla fine la possiamo considerare una co-produzione fra noi e i 14 gruppi, visto che ogni gruppo ha accettato di fornirci il brano già finito o comunque, in qualche caso, solo con il mastering finale da fare. Io intendo autoproduzione una cosa del tipo fai tutto da solo o comunque in collaborazione con band e amici del settore. In questo caso è totalmente autoprodotto.
Spiega le modalità di scelta della copertina.
Beh, la copertina è una mia idea. Dopo la scelta del titolo, proposta da Alessio e accolta con entusiasmo da me e Riccardo, mi sono venute molte idee a riguardo fin da subito e altre sono scaturite fuori nella giornata passata a costruire e assemblare il tutto con il grafico. I due disegni che sono nel libretto, come quello sul cd, sono partiti da mie idee, ma essendo uno dei peggiori disegnatori mai apparsi sulla terra, mi sono rivolto ad una giovane artista e mai scelta poteva rivelarsi più giusta! Colgo l’occasione ancora per ringraziare Arianna Bellucci, a cui ho spiegato le mie idee e che lei ha filtrato con il suo gusto e la sua sensibilità; lunghe chiacchierate, visioni di bozze, magari anche piccole correzioni e scambi di idee su cosa fosse fattibile e su cosa no, ma alla fine, il risultato è molto vicino a quello che avevo in testa e per certi versi pure migliore di quello che mi ero formato in mente, quindi non posso che esserne contento. L’immagine di copertina è legata al titolo; rappresentare visivamente un’Officina dei Sogni non è proprio facile, ma alla fine credo che il tutto rappresenti bene la creazione di un sogno musicale, partendo dal duro lavoro. Anche il disegno centrale è una cosa che ho fortissimamente voluto: poter vedere, anche se solo dipinti, almeno una volta, tutti e otto i membri che si sono alternati agli strumenti nelle varie epoche della Strana.
E’ piaciuto tantissimo e anche qui Arianna ha fatto un buon lavoro, con la scelta dei colori e il disegno ha proprio feeling! Il disegno del cd, invece, è un omaggio al primo omonimo mini lp della band, uno dei più bei dischi di sempre cantati in italiano. Ci sono rappresentati tutti e quattro i titoli dei brani, in maniera più o meno esplicita, concreta e astratta; è il disegno dei tre, che più è piaciuto a chi li ha realizzati. Per la realizzazione grafica dell’intero progetto, devo solo ringraziare Simone e Jowita della Metal On Metal, veri amici che mi hanno dato una grossa mano, con la loro esperienza, visto che per me era tutto un mondo nuovo. Simone mi ha proprio aiutato in tutto per il booklet e tutto il resto della copertina. Alla fine abbiamo optato per l’idea dei mattoni rossi come sfondo, dando al tutto un’idea di underground, come quando scrivi sui muri il logo della tua band o attacchi sui muri le locandine dei concerti del tuo gruppo o anche solo quando dipingi un murale. Infatti abbiamo sfumato i loghi e il dipinto in cui tutti suonano insieme, proprio per dare l’idea che sia stato tutto dipinto sul muro. E le scritte delle varie informazioni sui gruppi, dei ringraziamenti e della presentazione sono state scelte, come per dare l’idea che siano state scritte con un gesso sul muro. Ho scelto i mattoni rossi, perché io ho vissuto quasi tutta la mia vita in un palazzo con i mattoni rossi: mi danno l’idea di calore, conforto, di pace, di tranquillità, di sicurezza, di istituzione, proprio come la Strana Officina, che tutti conosciamo bene, ma che ogni volta che sentiamo ci emoziona, ci fa sentire quel calore e quel conforto delle cose che non rinnegheremo mai e che ci emozionano sempre.
Strana Officina “In The Skies Of Rock”
Ho deciso poi di usare poche foto già edite e conosciute, ma di pescare dalla mia collezione di manifesti, magliette, flyers e biglietti, per dare una cosa diversa dal solito: alcuni sono dei tempi nostri, quindi familiari, ma altri meno e spero di aver fatto una cosa particolare e che a qualcuno sia anche piaciuta; stesso discorso per le immagini dei dischi, ho preferito non considerare le copertine ufficiali, tanto quelle son conosciute, ma mettere immagini di Metalmaniac e Heavy Metal Eruption, della demo promo di The Ritual e della videocassetta del Tour di Rock n’Roll Prisoner. Ovviamente alcune cose mi mancano e se avessi avuto più tempo avrei chiesto aiuto per reperire altre immagini: magari per una ristampa o per una stampa in altro formato, chissà. Spero comunque che siamo riusciti a fare un buon lavoro grafico e che la gente abbia apprezzato, come spero di essere riuscito a trasmettere la passione, la genuinità e l’amore per la Strana Officina, nelle mie parole e nelle immagini. Almeno a noi e ai ragazzi della band è piaciuto molto.
Ormai a giochi fatti, se poteste ipoteticamente tornare indietro cosa cambiereste del progetto?
Ma, qui ti rispondo solo per me. Alla fine, mi rendo conto che ha qualche pecca, qualcosa non è venuta come avrei desiderato e come gli altri avrebbero desiderato, ma non siamo né una major né un etichetta indipendente vera e propria; abbiamo fatto ogni cosa al massimo delle nostre possibilità. Certo i difetti li vediamo, come un padre vede i difetti del figlio, ma amiamo questo disco nella sua completezza, difetti e pregi. Peccato per i suoni di alcuni pezzi, ma alla fine, va bene anche così. Anzi credo che il disco sia competitivo e di valore.
Onestamente, come vedi il panorama HM italiano al momento?
Domanda tosta. Sicuramente è molto diverso da 30 anni fa; ora non c’è da creare una scena e, anche se siamo ancora a un livello basso come importanza dal punto di vista mondiale, ormai in Italia qualcosa si è mosso definitivamente, anche se bisogna sempre ricordarsi che, tranne rare eccezioni, in Italia nessun musicista vive di musica metal suonando con la propria band; alcuni riescono a vivere con la musica, ma non come musicisti metal, ma riciclandosi e reinventandosi come insegnanti di musica, fonici, turnisti, venditori di strumenti musicali o critici musicali, tanto per fare qualche esempio. Sia per il metal più classico, che soprattutto per altri sottogeneri, siamo anche un po’ conosciuti all’estero: gruppi come Eldritch, Labyrinth, Rhapsody Of Fire e, soprattutto, Lacuna Coil hanno avuto una buona visibilità fuori dall’Italia, chi più chi meno; certamente anche negli anni ‘80 ci fu visibilità estera per la musica italiana di un certo tipo, ma toccò soprattutto all’ hardcore, come negli anni 70 toccò alla scena progressive italiana. Quindi la scena è in salute, anche se ci sono molte differenze fra 25 anni fa e adesso.
Ora ci sono più mezzi e c’è più esperienza da parte di chi sta dall’altra parte del mixer, anche perché molti studi di registrazione medio-piccoli sono retti da musicisti metal e rock; ci sono molti più studi e più possibilità di ottenere suoni buoni anche se una band non è di primissima fascia; ovviamente ancora oggi si sentono decine di registrazioni non buone o scarse, ma rispetto alle registrazioni pessime degli anni ‘80, nelle quali, in alcuni casi, bisognava intuire ciò che si provava a sentire, è un notevole passo avanti. Un tempo c’erano poche riviste di settore, ora ci sono molte webzine, di livello nazionale e internazionale, oltre a quelle storiche cartacee. Il problema reale c’è, se si vuole provare a seguire tutta la scena italiana, poiché rispetto agli anni ‘80 ci sono decisamente molte più band e più situazioni, fra locali e pub: le serate live si moltiplicano, magari non sono tutte ottimali o molte sono cover band: quindi questo complica molto il riuscire a stare dietro a tutto o seguire la scena underground nella sua interezza. Comunque rispetto a quando avevo io 18 o 20 anni, c’è la possibilità di vedere molti più concerti, sia di band estere che di band italiane e di buon livello, quindi è solo un bene da questo punto di vista. Avere molti più gruppi e situazioni, da un lato può essere un aspetto migliore, dato che più persone si possono esprimere e dare il loro contributo alla scena, dall’altro può non essere così roseo: non tutte le band sono di buon livello, però tutte o quasi, ormai, arrivano a pubblicare dischi e avere un minimo di giro; negli anni 80 e primi anni 90 facevano fatica ad arrivare al disco quelle meritevoli, figuriamoci quelle meno meritevoli e molte buone band si fermavano alla pubblicazione di demo; ora, capita a volte che alcuni gruppi arrivano al disco troppo presto, vuoi per essersi mosse bene, vuoi per essersi create un giro tramite internet, che vanno bel oltre i loro meriti e il loro livello, pubblicando album che sono in realtà semplici demo, da cui partire per migliorarsi e non un punto di arrivo; e magari dischi di band brave vengono oscurati, perché non si creano tramite gli stessi canali un giro e non vengono spalleggiate a dovere.
Stesso discorso per le ‘zine: alcune sono veramente buone e competitive, ma altre sono fatte e redatte da persone che non scrivono nemmeno in maniera decente e che hanno una scarsa obbiettività e cultura in campo musicale e vanno a danneggiare chi lavora in maniera più che ottimale. Il bene e il male della tecnologia e del web: dà visibilità a tutti, a volte aiutando persone meritevoli che altrimenti non avrebbero avuto così tante possibilità di uscire, altre volte aiutando persone che dovrebbero fare molta più gavetta, ma che si sanno muovere molto bene tramite questi canali. Credo che invece, dopo un calo dei programmi radio post anni metà anni ‘90 o sul finire degli anni ‘90, con l’avvento del web le cose siano migliorate per tutti! Loud n’Proud è nato negli anni 80 e non ha mai smesso, io mi sono unito a Luca nel 1992 e fra alti e bassi abbiamo continuato, vedendo programmi analoghi nascere e morire in un batter d’occhio e gli altri colleghi storici mollare piano piano. Ora con l’avvento del web ci sono molti più programmi metal e anche per noi c’è molta più esposizione: abbiamo la possibilità di arrivare in tutta Italia e anche all’estero (ogni tanto ho avuto notizia, da amici molto lontani che ci hanno ascoltato, cosa che prima dello streaming non era nemmeno pensabile); e, se questo vale per noi, vale per tutti i colleghi speaker in campo metal. Solo nella zona Prato/Pistoia/Firenze, siamo in diversi e questo è solo un bene! Ma fra le radio via etere, che possono usufruire dello streaming e del podcast e quelle nuove online, la situazione è più rosea che mai!
La mia analisi e le mie critiche verso la scena sono solo benevole; possono essere simili a quelle che farebbe un padre verso il proprio figlio o un fratello maggiore con il suo piccolo fratellino: mi rendo conto magari che vorrei che alcune cose fossero fatte in maniera diversa, ma alla fine tutto va comunque bene così, perché comunque ogni cosa è fatta con amore e passione e provo comunque affetto e amore incondizionato verso la scena così come è.
Non posso non essere che soddisfatto del punto in cui è arrivata la musica metal, hard rock o estrema italiana: secondo me abbiamo ridotto il divario con la scena internazionale, sotto molti punti di vista. Infatti, spesso capita di vedere band italiane, sia note che underground, in tour in Europa e, addirittura, in cartellone all’estero in vari festival, anche importanti, anche se nelle posizioni da gruppi di apertura o pomeridiani, ma piano piano la situazione andrà sempre migliorando da questo punto di vista. Teniamo duro, dato che siamo sulla buona strada.
Tuoi pensieri e parole – per ognuno – di alcuni senatori del Metallo Italiano:
BULLDOZER
Sicuramente I Bulldozer sono stati un gruppo fondamentale per lo sviluppo del movimento del metal italiano. Sono stati fra I migliori esponenti in assoluto della nostra scena Thrash, ma la loro importanza va oltre: per una band italiana, a metà anni ‘80, esordire su una prestigiosa etichetta metal europea come la Roadrunner, con tutta la sua visibilità e con un roster incredibile, era proprio un’eccezione! Poi riuscire a fare ben due dischi sempre su Roadrunner aveva del miracoloso. Anche se devo dire che io preferisco nettamente i due album successivi: IX e Neurodeliri sono due capolavori indiscussi del nostro metal. L’ironia dissacratoria e dissacrante dei loro testi era meravigliosa. A me piacque molto anche il divertente singolo di Dance Got Sick. Sono contento che siano tornati in pista con un bel disco e spero continuino ancora. Fondamentali.
DEATH SS
A livello di culto, credo siano stati una delle band underground con più seguito al mondo. Sono stati fra I primi a livello mondiale a portare avanti un discorso tematico e visivo, che in pochi fino ad allora avevano intrapreso nel rock, alcuni con più fama (senza scomodare i Black Sabbath, direi Black Widow o gli High Tide, come esempi), altri con meno fama, come per esempio alcuni gruppi della NWOBHM o i più vecchi Coven. Ai loro esordi in Italia non c’era niente di simile, sono stati dei precursori. Alcuni riff di Paul Chain sono bellissimi. Soprattutto i loro primi dischi sono oggetti di vero e proprio culto, come Evil Metal, ad esempio. Parlando per me, io ho amato molto i loro primi due dischi: Horrible eyes, Kings of Evil, Terror, Murder Angels, Cursed Mama sono pezzi di cui il metal italiano deve andare fiero! Era eccezionale anche Heavy Demons. A me piacque molto anche il cambiamento che fecero dopo con Do What Thou Wilt e Panic. Anche se hanno cambiato decine di musicisti, il pregio è sempre stato quello di averne trovati ogni volta di molto bravi, senza mettermi a far nomi. Non condivido certe loro scelte, certe loro tematiche, ma non faccio testo. io amo o le tematiche cazzone o quelle impegnate e incazzate.
Strana Officina
VANADIUM
Sono stati fra i migliori di sempre. A Race With The Devil, Game Over, Born To Fight sono stati dischi fondamentali e competitivi anche a livello internazionale. Negli anni ‘80, vedere un disco metal italiano entrare in classifica fra i primi 50 album più venduti fu sicuramente un’emozione, anche se accadde con un album meno bello di quelli precedenti, come Corruption Of Innocence. A me piacque tantissimo anche Seventheaven. Ritornarono a metà anni ‘90 in Italiano. Fu bello sentirli cantare in madrelingua, ma non andò bene, purtroppo. Come musicisti, credo fossero fra i più professionali e preparati dei tempi. Ruggero Zanolini e Steve Tessarin erano veramente eccezionali. Peccato dopo si siano persi e qualcuno di loro abbia anche fatto cose non proprio da ricordare e ridicole, non solo in campo musicale.
SKANNERS
Un esempio fulgido di longevità e qualità! I loro dischi degli anni 80 erano proprio belli e di livello alto. Poi non dimentichiamoci che sono stati fra i pochissimi a incidere su major! Il loro ritorno a metà anni ‘90 fu una sorpresa e un botto, con un anthem puro come Metal Party! Magic Square era un gran disco, ma anche i successivi hanno avuto un grande standard di qualità. Dal vivo sono sempre stati una garanzia. Io li vidi suonare per la prima volta, purtroppo già abbondantemente iniziati, di supporto ai Deep Purple a Bologna nel 1996, se non ricordo male, ai tempi proprio di Magic Square: non erano affatto intimoriti, erano contenti anzi dell’opportunità e suonarono alla grande! Mi ricordo che furono pure contenti dell’intervista che gli feci e dell’entusiasmo del pubblico. E tutt’ora i loro concerti sono energici e gli Skanners tengono benissimo il palco e coinvolgono alla grande il pubblico. Claudio ha ancora una carica incredibile: credo sia merito del nome di battesimo!
RAFF
Erano bravi, ma purtroppo sono rimasti un nome di secondo piano nel metal italiano. Sono fra quelli che non ce l’hanno fatta a far uscire un vero album, ai tempi, per varie vicissitudini. Il valore c’era, ma in Italia ci sono state fin troppe band sfortunate. Certo, arrivare a farsi mixare un disco da Paul Di Anno e vederlo uscire postumo, credo possa tagliare le gambe a tutti. Io non sono mai riuscito a comprare il loro Ep del 1985 o l’album postumo e nemmeno il loro demo, visto che ai tempi ero ancora piccolo; ma me li ricordo per la partecipazione a Metallo Italia e il loro pezzo era molto bello!
SABOTAGE
Qui son decisamente di parte… mi son sempre piaciuti tantissimo! Da ragazzo amavo tantissimo il disco Hoka Hey e mi piace sempre alla stessa maniera! Ritengo Joy’n’Sorrow uno dei migliori pezzi di sempre del metal italiano! Da meno ragazzino ho rivalutato moltissimo il primo album, che ai tempi mi piaceva meno, ma ha delle perle indiscusse e molti pezzi dei demo, tradotti in Inglese: Mother poi è la perla di Behind The Lines. Era bellissimo anche il pezzo dello split del 12” con Paul Chain: Welcome era una vera gemma di Heavy Metal. A me poi non dispiaceva nemmeno la svolta più pesante e moderna della versione dei Sabotage di fine anni 90, anche se mi rendo conto che non era all’altezza del passato. Sono stato stracontento che siamo riusciti a metterli in scaletta nel primo Rock On a Pistoia il 10 Dicembre 1994, appena freschi di reunion, anche se con Max Bronx al posto di Andy: fecero un gran concerto! Sono poi grato a Leo di avermi dato una copia delle loro prime demo quasi dieci anni fa: me ne sono innamorato al primo ascolto; e ringrazio anche Antonio e la Jolly Roger di aver stampato su cd e vinile quella mitica prima demo! Anche le ristampe degli album in cd, da parte della Mygraveyard, sono state una bella cosa, dando a tutti la possibilità di poter avere i loro dischi a prezzi modici!
I Sabotage erano davvero grandi, con una ritmica spacca tutto. E hanno avuto due grandi cantanti: sia Giancarlo che Morby sono stati fra i migliori in Italia. E Morby è veramente un cantante incredibile: nel 2012 riesce a cantare ancora di tutto e con una facilità estrema; poi, il lavoro fatto ai tempi del secondo album dei Cappanera, uscito poco tempo fa postumo, mi ha davvero impressionato: è un cantante completo! E comunque, purtroppo son durati poco con due chitarre, ma secondo me (e non credo di essere l’unico a pensarla così), hanno avuto la migliore coppia di chitarristi della storia della storia del metal italiano: Andy e Leo. Averli visti alla seconda reunion suonare insieme è stato da brividi e credo che tutti quelli che sono riusciti a vedere quelle poche date, non se lo scorderanno mai.
DARK QUARTERER
Qui sono ancora più in difficoltà di prima. Sono stati uno dei miei gruppi preferiti fin da ragazzo. Poi li ho conosciuti e sono diventati amici veri. Insieme alla Strana Officina, li reputo i migliori del metal italiano. Quindi puoi ben immaginare che significato ha avuto per me, averli avuti nel tributo e dopo aver sentito che cosa sono riusciti a fare, sono stato ancora più emozionato!
Si sono fatti una gavetta durata ben più di 10 anni, ma si sente eccome! Il primo album ha solo una pecca, la registrazione, ma ogni pezzo è un capolavoro assoluto a livello mondiale. Io sono legatissimo al secondo, anche perché è l’album con cui li ho scoperti da diciassettenne; Angels of Mire e Retributioner ancora a distanza di più di due decenni mi emozionano come al primo ascolto.
Sono riusciti, ogni volta che hanno dovuto cambiare chitarrista, a rinnovarsi e a essere credibili e personali e ogni volta sono riusciti ad arrivare ad un capolavoro assoluto: credo sia quasi impossibile per chiunque. War tears è un esempio di quello che intendo e mi ha permesso di conoscerli e di fare loro un’intervista, talmente lunga e appassionata, sia per me che per loro, che è durata ottanta minuti ed è andata in onda per intero!
Ho condiviso con loro alcuni episodi divertenti, come il viaggio per andare a Villanova del Friuli per un loro concerto (maledetti approfittatori di ragazzini ignari, mi hanno fatto guidare per quasi tutto il tempo!), il concerto che organizzai in Provincia di Pistoia nel 1995 con loro e gli Juglans Regia, emozioni e chiacchiere, momenti e amicizia…quindi devo dir loro solo grazie!
Sono contento che siano riusciti a rinnovarsi per un’ennesima volta, che siano riusciti a scrivere un altro bel disco come Violence e il capolavoro assoluto della loro storia e uno dei dischi più belli di sempre del rock Italiano: Symbols! Se riescono a fare un disco ancora a questo livello, non hanno dell’umano, credimi. Anche perché sono musicisti di un livello incredibile, ma con un’umiltà fuori dal comune. Unici.
Per chiudere, li ho visti tante e tante volte e ogni volta mi emozionano come se fosse la prima volta. Ma il concerto che mi hanno regalato a Pistoia, l’anno scorso per il venticinquesimo compleanno di Loud n’Proud, lo porterò per sempre nel mio cuore! Vederli e sentirli con due chitarre (Francesco e Sandro Tersetti, dei tempi del terzo disco) fare i pezzi di War Tears, di cui due in italiano (pubblicati solo su demo nella versione con testo in italiano), è stata un emozione incredibile!
Cosa pensi degli anni dove tutto ebbe inizio in Italia?
Premetto che io, purtroppo, nei primi anni 80 e anche intorno alla metà, essendo un pargolo di provincia, ancora non avevo scoperto il metal. Ci sono arrivato sul finire degli anni 80, quindi gli esordi italiani erano, ai tempi, il recentissimo passato, ma molti di quei gruppi erano ancora il presente. Mi ricordo delle uscite della Strana, dei Fil di Ferro, dei Sabotage, dei Dark Quarterer, degli Elektradrive, degli Skanners, dei Bulldozer, dei Death SS, dei Crying Steel, degli Steel Crown, dei Vanexa, dei Rod Sacred…degli esordi di tante altre band, delle recensioni, degli articoli e delle interviste su Metal Shock e HM (ai tempi in italia c’erano solo questi due, successivamente arrivarono Flash e l’edizione italiana di Metal Hammer). Come dicono i Tossic, Bei i mi’ tempi! Beh, non posso pensarne altro che un gran bene, un po’ come quando ripensi ai tuoi genitori, quando eri un bambino; magari da grande scopri che non tutto era perfetto o eccezionale, ma ogni cosa era comunque fatta con il cuore e con affetto e con il solo intento di farti del bene e proteggerti; quindi anche nella musica e nella scena degli anni, non tutto era perfetto, magari molte cose son state fatte sbagliate e frettolosamente o con poca cura, però in quegli anni si creava qualcosa che non c’era mai stata in Italia, qualcosa che non si sapeva nemmeno come dovesse suonare o funzionare, in cabina di regia. Eppure, anche se certi dischi suonavano male, anche se certe copertine erano ingenue e bruttine, anche se in certi dischi puoi sentire errori e piccole stonature, c’era un talento compositivo, un’attenzione alla canzone e al riff che deve entrare in testa e farti saltare, alla forma canzone, a far le cose prima con lo stomaco e con il cuore, poi con il resto, che ha fatto sì che tutto fosse memorabile, vero e genuino.
Sono state scritte pagine fondamentali ai tempi, gettate le basi per qualcosa di duraturo e se ancora oggi, molti di quei gruppi esistono ancora e altri ne vengono ricordati, un motivo ci sarà! Anche perché non è come per i gruppi storici esteri, molti di quei cinquantenni o sessantenni italiani ,che hanno creato la scena a suon di dischi, demo e concerti negli anni 80, sono costretti ancora a lavorare! Quindi massimo rispetto per una passione che li ha fatti bruciare fino ad oggi e che li fa sentire ancora vivi come allora, anche sotto le rughe, il sudore e i capelli bianchi o le pelate! Lo comprendo benissimo, io faccio radio da 20 anni, continuo a trasmettere, a fare interviste, a parlare di musica, a comprare dischi e andare ai concerti con una passione ancora più grande e forte di quando avevo diciotto anni. E’ un virus che ti infetta e da cui non si guarisce, ma è il miglior virus che mi sia mai preso e credo che sia così per ognuno dei membri di quei gruppi degli anni 80 e degli anni successivi che suonano, così come per i gruppi più giovani e dei giorni nostri!
Quali sono le band secondo te più significative dalla storia della musica dura italiana?
Beh, qui ti potrei dare una risposta di chilometri! Sicuramente i due gruppi degli anni 70 che a me piacciono di più, Il Rovescio della Medaglia e Il Biglietto dell’Inferno, che sono state anche le più hard e pesanti del panorama. Nel metal anni 80 sicuramente Strana Officina, Sabotage, Dark Quarterer, Vanadium, Death SS, che tu hai menzionato prima, ma anche Crying Steel (vedere tutt’oggi la passione, la luce negli occhi, la vita di Franco mentre suona è da brividi!), Steel Crown, Elektradrive, Unreal Terror/Requiem/The Black, Revenge, Vanexa (grandissimi!), Skanners, Morgana (è stata la prima metal queen italiana), Gow, Fil di Ferro, Adramelch… ma la lista potrebbe essere più lunga! Per gli anni 90 e i giorni nostri ti direi sicuramente Eldritch su tutti, poi non possiamo non menzionare i Labyrinth, i Rhapsody OF Fire (al di là di gusti personali, hanno comunque avuto importanza), Lacuna Coil (band italiana molto importante, amata in America, ha influenzato gruppi che hanno venduto tantissimo…)…e mi fermo di nuovo, anche se potrei continuare.
Phantom Blue&Claudio Pino
Per le cose più thrash ed estreme, sicuramente Bulldozer, Necreodeath, Tossic, In.Si.Dia., Sadist, Extrema (per me il loro nastro Promo 1991 ha segnato l’inizio del fare sul serio a livello di suoni in Italia, anche sulle demo), Node, Schizo, ai tempi Nuclear Simphony, Deathrage… ma non dimentichiamo nemmeno la scena Hardcore/punk di quegli anni, che hanno reso la scena italiana la più iconoclasta e incazzata del mondo e che come valore hanno superato quasi tutte le scene mondiali: solo l’americana, a mio parere, regge il confronto e, guarda caso, sia noi che gli Americani a quei tempi avevamo politiche che schiacciavano il paese in una morsa di più o meno celata repressione economica e sociale; Per fare qualche nome, ti potrei dire Wretched, Impact, Kina, CCM, Negazione, Declino, Upset Noise, Fall Out, I Refuse It, Raw Power, Contrazione, Contrasto, Nabat, Klasse Kriminale, Indigesti e i migliori del periodo dopo, come Sottopressione, Infezione, Waka Waka, Panico, Stige e gli odierni Affluente. Menzione a parte per i Cripple Bastard, per la parte estrema e più moderna, che prende spunto dall’hardcore e dal grind, che hanno contribuito a creare una scena importante nel sottobosco underground estremo.
Non sono fra i più famosi e importanti, ma vorrei citarti un piccolo mito per me della musica senza etichette e genere in Italia: i romani Arpia, semplicemente unici! Insieme agli ancora più piccoli e molto underground IV Luna e Juglans Regia (il loro ultimo e finale album autoprodotto “Visioni parallele”, è una piccola gemma) sono gruppi partiti dall’Hard rock e dall’ Heavy Metal, per finire a fare una musica dura tutta personale e senza possibilità di essere etichettata. Mi rendo conto che contano come un granello di sabbia nel panorama metal italiano, ma colgo questa occasione per ricordarli e, chissà, magari ad incuriosire qualcuno.
Una tua disamina della scena HM in Toscana oggi.
Io posso dirti la mia opinione da speaker radio e da facente parte del pubblico; magari l’opinione dei ragazzi di Etrurian Legion, che ne fanno parte anche da musicisti o da piccoli organizzatori di eventi può essere diversa. Io vedo gran movimento, grande voglia di fare, suonare,organizzare eventi, scrivere e divulgare. Molti gruppi si spalleggiano fra loro nell’underground, unendo le forze per concerti, scambio date organizzare piccoli festival con gruppi locali. Ma anche Italia di metallo e altre webzine sono molto attive a livello locale e nazionale, proprio nate in Toscana. Così come, oltre al mio programma, ne ho visti finalmente nascere e durare altri negli ultimi anni, come quelli di Roberto su Radio Insieme o quello di Roberto (si chiamano tutti Roberto!) su Radio Gas, oppure Fusi di Testa.
Anche a livello di locali, oltre alla leggenda Auditorium Flog, che dopo anni di concerti metal, hardcore, punk, indie, rock, continua ancora ogni tanto a proporre qualcosa di buono, ne sono nati e continuano a nascere tanti altri; magari durano poco, ma è indice di scena che ha voglia di fare e di creare. Non è tutto rose e fiori e amicizia, certo; a volte vedo anche acredine e ruggine fra vari gruppi e situazioni, locali e gestori, ma alla fine abbiamo una scena viva e forte. E alcune band stanno emergendo anche a livello nazionale! Fra Bud Tribe, Ancillotti (il Bud non ce la fa a stare fermo), il ritorno dei Sabotage, il fortificarsi dei Domine e dei Labyrinth, la presenza dei sempre fondamentali Eldritch, la nascita degli interessanti Devil’s Mojito (personaggi nuovi ma vecchi), il ritorno dei Tossic, H.A.R.E.M, gli interessanti J27 (in ambito rock), i pistoiesi ICO (non classicamente metal, ma band notevole), Il Kappa stesso, che con il suo disco appena uscito ha già fatto un gran parlare di sé, giusto per fare qualche nome, l’emergere di molti nomi fino ad ora relegati all’underground, ma che alla fine stanno uscendo dai confini toscani e a volte italiani (vedi Devastator, Violentor, Etrusgrave, i longevi Dark Quarterer, Axe Viper…) la scena è più viva che mai. Non me ne vogliano altre band che non ho menzionato, ma non posso fare i nomi di tutti e diventare ancora più noioso di quello che già sono! E io spero anche nel ritorno discografico dei Frozen Tears, a mio parere una band troppo sottovalutata, che nonostante tanti dischi e tanti anni, ancora fa fatica a farsi accettare, ma che ha pubblicato almeno 3 album di livello nazionale molto belli.
Come sta andando, al momento, Officina dei Sogni?
Non sta andando male. Io da solo ho venduto circa 120 copie, poi ho dato in distribuzione 40 copie che stanno andando via bene, in più i gruppi hanno finito quasi tutti le loro copie. Ne son rimaste poco meno di 150, di una stampa di 500: se continua così, possiamo ristamparlo! Anche se il sogno sarebbe dargli una nuova veste, ma per ora non ci pensiamo.
Spazio a disposizione per chiudere l’intervista come più tiaggrada, grazie.
Innanzi tutto ringrazio te, per avermi e averci dato la possibilità di parlare del nostro progetto a tantissima gente e per la pazienza enorme! Ringrazio Ricca e Ale per avermi coinvolto nel progetto e lasciarmi poi carta bianca! Ringrazio tutte le band coinvolte, che mi hanno fatto capire quanto abbiano amato e rispettato la Strana Officina, nel corso di tutti questi anni e che hanno capito lo spirito che sta dietro al nostro tributo. Ringrazio tutti quelli che si sono comprati il cd e che mi hanno riferito commenti sia positivi che negativi, visto che anche questi fanno capire gli errori e migliorare. Un solo appello: non è un disco dei Metallica o degli Iron Maiden: se scaricate un disco loro, non se ne accorgono nemmeno, visto che riescono comunque a venderne ancora un numero considerevole, fanno tour e date strapiene a prezzi alti; ma scaricare un disco del sottobosco underground, come il tributo o come album di centinaia di band, che si sbattono per emergere o anche solo per divertirsi, non è giusto o rispettoso per la musica e per le persone, che hanno speso di tasca loro e sudato per riuscire a pubblicare qualcosa.
L’underground va supportato comprando dischi, andando ai concerti e rispettando i ragazzi che ne fanno parte, perché siamo un tutt’uno: il disco è in distribuzione sia presso la Jolly Roger Records che presso la My Graveyard Production oppure potere scrivere a Loud n’Proud o a Etrurian Legion e richiederlo tramite facebook o tramite mail privata a me littlewolfdj@hotmail.it
Vi lascio con un piccolo aneddoto, che fa capire che anche e soprattutto i gruppi più grandi hanno capito lo spirito del cd tributo. Gli Eldritch, che,dopo aver scelto due pezzi già presi, hanno dovuto optare per un medley di pezzi di The Ritual (sarebbe stato molto interessante…), un giorno mi contattano tramite il cantante e mi chiedono se possono limitarsi a poter fare un pezzo solo, così da poter lasciare spazio a un gruppo di loro amici, che si erano da poco riformati e che ci avrebbero particolarmente tenuto a far parte del progetto: i Tossic! Sono stato felicissimo e ho ringraziato Terence e gli altri per questo gesto e li ringrazio tutt’ora!
Grazie a tutti i vostri lettori e a voi di TrueMetal! Supportate l’underground e tutto il metal italiano!
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Si ringraziano l’amico Francesco Campatelli e l’utente ScaVenger per aver fornito il contatto di Claudio Pino