Hard Rock

Pristine: parlano delle canzoni di “Road Back to Ruin” in “Behind the Song” vol. 4

Di Daniele D'Adamo - 28 Marzo 2019 - 12:18
Pristine: parlano delle canzoni di “Road Back to Ruin” in “Behind the Song” vol. 4

Comunicato stampa (Nee Cee Agency):

 

 

PRISTINE, una delle più interessanti band rock norvegesi, hanno pubblicato “Behind The Song” vol.4, un video in cui parlano delle canzoni del prossimo album “Road Back To Ruin”.

 

 

“Road Back To Ruin” uscirà il 19 aprile 2019 su Nuclear Blast e può essere pre-ordinato in digitale, CD e vinile (nero, blu): http://nblast.de/PristineRoadBackToRuin

Altro su “Road Back To Ruin”:

Cause & Effect’ (SINGOLO): https://youtu.be/xPCTMSbACAk

‘Sinnerman’ (SINGOLO): https://youtu.be/yOgqCsR7SIQ

Trailer #1 (le registrazioni): https://youtu.be/TjhCpd9hDhk

Trailer #2 (il songwriting): https://youtu.be/vP3I7K0evNA

“Behind The Song” vol. 1: https://youtu.be/kCRlz2Cd484

“Behind The Song” vol. 2: https://youtu.be/RDssunAZpD4

“Behind The Song” vol. 3: https://youtu.be/UR2AtNyZrq8

Il quinto album dei PRISTINE vede il suono della band rock norvegese evolversi e diversificarsi. Heidi Solheim, nativa di Tromsö e forza trainante del gruppo, fonde varietà musicale e lirica nelle undici canzoni che compongono “Road Back To Ruin”, ma nonostante le innovazioni il disco è ancora PRISTINE al 100%.

Il titolo dell’album, “Road Back To Ruin”, stando alla cantante, deriva dalla frustrazione. Parla di circostanze sociali, in cui opinioni e valori si spostano verso una certa direzione. La separazione dagli altri o la paura degli altri viene usata dalle persone influenti per ottenere ancora più potere. Si diffonde la diffidenza e muri vengono costruiti. Tutte cose che sono accadute più e più volte nella storia e la società sembra essere ancora una volta nella stessa trappola. Persone prive di nobiltà ed empatia, che traggono guadagno dall’odio, cosa di cui Heidi ha sempre avuto paura. Quindi l’ultima riga dei crediti dell’album è: “Prendetevi cura l’uno dell’altro. Siate generosi, comprensivi e gentili”.

“Road Back To Ruin” è stato registrato al Paradiso Studio di Oslo, con il produttore Øyvind Gundersen e il tecnico del suono Christian Engfelt. La canzone ‘Sinnerman’ è stata scritta durante il tour dell’anno scorso, ed è una traccia d’apertura perfetta. La title track è massiccia e pesante. E lo stesso si può dire di ‘Blind Spot’ con l’intro cantata in arabo dall’artista siriano Racha Rizk, seguito dal potentissimo riff di Espen Elverum Jacobsen, l’arma segreta della band.

Alla fine di questo ampio spettro musicale c’è ‘Cause & Effect’ con l’orchestra d’archi The Arctic Philharmonic, che reca in sé un certo feeling alla James Bond. La non troppo tipica ma sorprendente ‘Your Song’ è stata ispirata dalle registrazioni acustiche di NEIL YOUNG.

Heidi SolheimEspen Elverum Jacobsen (chitarra), Gustav Eidsvik (basso) e Ottar Tøllefsen(batteria), nucleo della band, incorporano un’ampia varietà di stili e influenze con una grandiosa visione reciproca della musica. Gli ospiti in studio Anders Oskal e Hansi Enzesperger abbelliscono il tutto con l’organo Hammond.

Il 2019 segnerà il ritorno della band nei club rock. Dopo “Detoxing” (2012) e “No Regret” (2013) usciti solo in Norvegia, “Reboot” è stato il primo disco a venire pubblicato al di fuori del Paese natale del gruppo. “Ninja” del 2017 ha segnato il debutto per Nuclear Blast e verrà seguito dal successore “Road Back To Ruin”. Tutti gli album sono disponibili in digitale, CD e vinile.