Queensrÿche: Geoff Tate, l’arte deve evolversi
In una recente intervista rilasciata a PopStar.com, il cantante dei Queensrÿche Geoff Tate riflette sul ruolo dell’arte, condividendo la propria personale visione in merito alla stessa: deve essere caratterizzata da una continua evoluzione, commentando gli atteggiamenti dei fan e facendo distinzione tra chi ha accettato la versatilità del gruppo e chi, semplicemente, non ha gradito la proposta.
“Non so se ci sia molto da dire a qualcuno che è legato a un disco particolare. Sono felice che sia piaciuto qualcosa che abbiamo fatto. Se piacesse qualunque cosa facessimo, sarebbe complesso perché c’è molto da aspettarsi da qualcuno, siccome tutti ascoltiamo musica in maniera diversa. Noi tutti viviamo anche secondo i nostri filtri, ci leghiamo a un certo tipo di musica che rispecchia cosa stiamo attraversando, oppure ci facciamo coinvolere da una canzone o un album che diventa una sorta di colonna sonora della nostra vita. Per questo non posso essere critico nei confronti del pubblico, in questo senso. Ci sono dischi che ho considerato davvero speciali, che mi ricordano momenti molto particolari della mia vita. In quanto artista, ritengo che l’arte debba evolversi. E’ la sua natura, e non vorresti soffocarla, inscatolarla e non permetterle mai di uscire dalle righe anche perché un’artista si sentirebbe molto scoraggiato, credo. La sua natura è mantenersi mutevole, cambiando, evolvendo. Non sono affatto la stessa persona che ero nel 1983. Ho avuto così tante esperienze in vita, devono essere espresse in musica, o se no cos’altro faresti? E’ un’occupazione molto autoindulgente, devo dirlo” (Ride).