Report Blackmore’s Night – Milano, 25/10/03

Di - 6 Novembre 2003 - 22:02
Report Blackmore’s Night – Milano, 25/10/03

Teatro Smeraldo di Milano, 25 Ottobre 2003

Parole di Gaetano “Knightrider” Loffredo.

Un salto nel medioevo era ciò che mi proponevo di fare il 25 ottobre passato e devo ammettere che ci sono riuscito in pieno!

Dopo una fantastica giornata in quel di Milano passata tra shopping e ristoranti cinesi, mi accorgo che le 20.30 sono già passate da un pezzo e lo spettacolo dei Blackmore’s Night sarebbe dovuto cominciare non più tardi delle 21.00!

Caricata la morosa in spalla, mi accingo a partire dal Duomo, destinazione Teatro Smeraldo e, dopo 25 lunghissimi minuti di passaggi attraverso inquietanti buie e strette vie, arriviamo di fronte all’enorme scritta verde Smeraldo…

Presentiamo in fretta e furia i nostri biglietti di “poltronissima” e siamo pronti per entrare in questo fantomatico teatro!

Quello che ci si presenta davanti ci fa sorridere in un primo momento: buio pesto in sala (ma riusciamo comunque a scorgere numerosissime teste) ed uno strano gruppetto veneto che si esibisce brillantemente sul palco adibito a Medio Evo. Riusciamo a trovare i nostri posti accompagnati da un Menestrello e attendiamo la fine dell’esibizione del gruppo “di spalla”. Le luci si accendono, cala il sipario e ciò che colpisce è sicuramente il colpo d’occhio: il Teatro è gremito all’inverosimile! La scenografia è davvero di tutto rispetto: sullo sfondo vi è il ritratto di un castello rinascimentale poggiato su una collina con un’unica stradina tortuosa che porta al villaggio rappresentato dai costumi dei Blackmore’s Night, dagli strumenti prettamente medioevali e dalla vera e propria “festa” che il gruppo ci propone e nella quale ci immerge.

Cartouche ha l’onore di aprire le danze (e stavolta il detto è azzeccato) e devo ammettere che è una sorpresa per me l’apertura con questa song tratta dal nuovo album Ghost of a rose! Il suono è maledettamente perfetto, sembra di ascoltare in tutto e per tutto il cd audio e se non fosse per le affascinati risate della bellissima Candice che ogni tanto le fanno dimenticare che sta cantando, penserei che il tutto sia in play-back ma ragazzi, non è affatto così!

Ritchie Blackmore è meravigliosamente preciso e non sbaglia una sola nota con la sua (Le Sue, ne avrà almeno 6 a portata di mano) chitarra e tra un intermezzo acustico e l’altro ci propone anche qualche virtuosismo che lascia il pubblico attonito a bocca aperta!

Il repertorio della band spazia da uno stampo prettamente classico passando dalle versioni di Play Minstrel Play, Past times with good company e Under a violet moon ad uno stampo nettamente più rockeggiante con le cover di Soldier of fortune dei Deep purple, 16th century greensleeves, Diamonds and rust di Joan Baez e Rainbow Blues dei Jethro Tull per la felicità di tutti!

Fantastici i siparietti che si creano tra lo stesso Blackmore e la bellissima moglie Candice Night, che danno quel senso di familiarità che fa sentire enormemente vicino il pubblico alla band…

Tra canti, balli e racconti da parte di signora Night, c’è spazio per gli elogi alla nostra terra e il superbo violinista lo fa regalandoci un momento di relax totale con That’s Amore, apprezzata con il sorriso sulle labbra da parte dei presenti!

Candice presenta moltissimi altri pezzi e, tra questi, spiccano per bellezza I Still Remember, Fires at midnight e la fantastica ballad medievale Home Again (cantata a squarciagola dal pubblico) tratte dal platter Fires at Midnight pubblicato nel 2001.

Intervallo acustico con funiculì funiculà da parte del solito virtuoso violinista col pubblico che segue con un cadenzato battito di mani a supportare la generosa prova del musicista e via con altri pezzi estrapolati dall’ultima fatica di Ritchie & Company: All For one, Mr. Peagram’s Morris And Sword e Dandelion Wine…

Non faccio in tempo a dare uno sguardo alla scenografia (dove una luna violetta appare ad illuminare il Castello di cui vi parlavo) che gran parte del pubblico, dopo l’uscita di scena dei nostri Giullari si posiziona in massa davanti al palco, togliendo a molti il gusto degli ultimi 3 pezzi presentati come BIS e suonati addirittura da una decina di persone in quanto alla band Medievale si è aggiunto il gruppo di spalla come in una vera e propria festa!

Peccato però per la mancanza in scaletta di Loreley, Ghost of a rose e Way to mandalay e Shadow of the moon ma, non si può avere sempre tutto e, ancor di più, un concerto da tre ore!

In definitiva una serata pressappoco perfetta: grandi atmosfere, ottima musica pubblico caldo e un Ritchie Blackmore ispiratissimo.

Ciò che serviva per trasformare un tranquillo giorno d’autunno in una indimenticabile serata in buona compagnia…